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Autore: Palmeras Celestiales    07/12/2011    1 recensioni
I volti dei due rasentavano non poco la disperazione, la consapevolezza della loro salvezza faceva loro chiudere lo stomaco… immobili, con una neonata tra le braccia, osservavano la scena.
Incredulità mista a voglia di fare, ma… cosa fare?
Solo un miracolo poteva aiutarli, ma per Alex il miracolo era già avvenuto, erano usciti sani e salvi da quell’ambulanza, con la bambina ancora viva.
I miracoli… si dice che un uomo di scienza non debba credere ai miracoli, che scienza e fede non vadano mai mischiati.
Derek: “Ogni tanto si sente il bisogno di credere che ci sia qualcosa che vada oltre, oltre la scienza, oltre la medicina, perché accadono cose che, scientificamente, non si possono spiegare”.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’episodio si conclude con la morte di Henry, di cui Teddy è allo scuro, in quanto sta ancora operando la donna dal cuore perforato dalla vite messa da Avery.
Meredith e Derek perdono l’affidamento di Zola.
Meredith ed Alex, dopo aver preso la neonata dal Bentley Hospital, vengono coinvolti in un tamponamento con l’ambulanza ferma in strada a causa di un guasto. Una volta fuori dal veicolo vedono tre persone a terra, probabilmente le vittime dell’altro veicolo in fiamme.

 
 
I volti dei due rasentavano non poco la disperazione, la consapevolezza della loro salvezza faceva loro chiudere lo stomaco… immobili, con una neonata tra le braccia, osservavano la scena.
Incredulità mista a voglia di fare, ma… cosa fare?
Solo un miracolo poteva aiutarli, ma per Alex il miracolo era già avvenuto, erano usciti sani e salvi da quell’ambulanza, con la bambina ancora viva.
I miracoli… si dice che un uomo di scienza non debba credere ai miracoli, che scienza e fede non vadano mai mischiati.
 
Derek: “Ogni tanto si sente il bisogno di credere che ci sia qualcosa che vada oltre, oltre la scienza, oltre la medicina, perché accadono cose che, scientificamente, non si possono spiegare”.
 
Un lieve rumore distoglieva Alex dai suoi pensieri, Meredith teneva in braccio la bimba e lui le bombole di ossigeno. Guardandola negli occhi si accorse che, sebbene non lo ammettesse, non stava bene, era stata una giornata pesante per lei.
Corso verso i tre distesi a terra, ancora vivi fortunatamente, Alex iniziava la rianimazione, mentre la ragazza teneva in braccio la piccola con l’ossigeno tra le gambe, seduta a terra, ma nulla ormai potevano.
Il rumore diventava sempre più forte, con gli occhi pieni di speranza e sollievo, i ragazzi si resero conto che l’eliambulanza li aveva trovati. L’atterraggio lento inquietava l’animo dei due, che venivano caricati su.
“Sono vivi, i tre ragazzi dell’altra macchina sono vivi, dovete aiutarli, portateli in ospedale”
“Dottoressa Grey, un’ambulanza sta per arrivare sul posto, i paramedici si occuperanno di loro”
“Ma non c’è tempo, hanno bisogno d’aiuto ora!”
“Dottoressa Grey, in questo momento ci dobbiamo occupare di lei, della bambina e del dottor Karev”
“Portate la dottoressa Grey e la bimba al Seattle Grace Hospital, io rimarrò qui ad occuparmi di loro tre” ordinava tempestivo Alex
“Ma dottore, lei… lei deve venire immediatamente con noi, è ferito, la devono visitare” incitava il paramedico.
“Sto bene, pensi alla dottoressa Grey ed alla bambina” replicava Alex con tono perentorio.
“Alex…” sussurrava Meredith con tono lacrimevole
“Starò bene ed anche loro”. Alex si allontanava, mentre Meredith lo guardava diventare sempre più piccolo nell’oscurità della notte.
 
 
 
 
 
 
 
“Hai parlato ad Henry della scuola di medicina? Gli hai raccontato quando sia difficile. Diamine, non voglio fare la tutor di mio marito”
“Certo, ma sai quanto Henry sia testardo” Owen, in preda al panico, si costringeva a mentire ancora.
“Già, quando si mette in testa una cosa è quella e basta” Teddy cercava di restare calma, di non farsi sopraffare dall’ansia di rivedere suo marito vivo dopo un intervento così complicato, un intervento che solo la Yang poteva fare nel suo stesso modo.
“Vado a controllare gli altri post-operatori” Owen non poteva rimanere ancora in quella sala operatoria.
“Ok, tienimi aggiornata su Henry” esclamava Teddy fiduciosa.
 
Owen non sapeva cosa fare, troppe cose a cui pensare, il suo difficile ruolo lo costringeva a fare gli interessi dell’ospedale, anche a  costo di perdere la fiducia delle persone che amava di più.
Richard sapeva sempre cosa fare. Derek, questo posto spettava a lui, con la sua calma e la sua razionalità anche nei momenti peggiori, avrebbe saputo certamente cosa fare in quel momento.
Rifletteva sul ponte vicino al suo ufficio, al suo nuovo ufficio.
“Momenti duri questi, per tutti, vorresti fare esattamente ciò che un Capo di Chirurgia non dovrebbe fare. Conosco questa sensazione”. Richard parlava con passione del tempo in cui lui era il Capo, e sempre lui sarebbe stato il Capo per autonomasia.
“E cosa facevi?” chiese Owen tentando di avere un’illuminazione.
“ Il mio amico Gin risolveva tutto” Un filo di tristezza di materializzò sul volto di Richard.
“Non c’è nient’altro che tu possa fare, Owen”
“Mi odierà”
“è un rischio che devi correre, non saresti degno d’indossare il camice altrimenti” Richard con tono paterno cercava di aiutare il medico.
 
“Hey, l’intervento su quella donna dal cuore perforato è riuscito perfettamente” Teddy usciva dalla sala operatoria.
“Grandioso” esclamavano all’unisono i due medici, i volti trasparivano a stento la paura e la sorpresa.
“Andrò a vedere come sta Henry” Teddy felice di essere libera.
“NO!” di nuovo i due esclamavano all’unisono.
“Perché? Avevi detto che stava bene. Oh, ancora quella storia della sua iscrizione alla scuola di medicina”
 
Richard con un’occhiata esortava Owen a dire la verità a Teddy.
Mentre i due si scrutavano, il panico s’impadronì della dottoressa.
“Cosa state confabulando voi due?”
Con tono quanto più asciutto possibile: “Henry… vedi Henry… Christina ha fatto il possibile, ma lui non reagiva, non sapeva chi fosse il paziente, lo ha scoperto solo dopo aver fatto tutto ciò che si poteva fare, ma date le gravi condizioni… Teddy, mi dispiace, io…”
“Avevi detto che l’intervento era riuscito, che stava bene”. Teddy non riusciva a crederci, sperava che stesse mentendo.
“Stavi operando” Owen cercava di giustificarsi invano.
Furibonda Teddy: “Da quando sei diventato Capo Reparto ti comporto solo e soltanto come il dottor Hunt!  Non è un paziente qualunque, ma mio marito e ancora una volta non è stato Owen ad agire, ma il dottor Hunt, quello che fa solo gli interessi del suo ospedale. Bene dottor Hunt, come ci si sente a perdere la fiducia della tua migliore amica? Quando le cose andavano male io ti sostenevo, ed ora tu decidi di voltarmi così le spalle, per paura che io uccidessi un’altra paziente?”
“Teddy” Owen ansimava.
“No! No, no no. Voglio vederlo, ADESSO!” Ancora non si capacitava di niente.
 
Ma, di solito, osservare un cadavere non aiuta, peggiora solamente le cose, impedisce alla mente di ragionare e far mente locale, quasi fosse priva di ossigeno, mille e innumerabili pensieri e ricordi l’affollano.
L’iscrizione alla scuola di medicina… il loro matrimonio… il loro primo incontro…
Buffo come ci si possa  innamorare di una persona incontrata per caso, una persona che non rientra nei nostri programmi giornalieri, ne con il nostro stile di  vita, ma proprio quella persona capisce quella parte di te di cui gli amici di sempre ignorano l’esistenza.
Un cambiamento… un cambiamento radicale.
Dicono che i cambiamenti facciano bene, non sempre portano guai, spesso portano una miriade di soddisfazioni, tutto ciò che avresti sempre voluto; ma in caso contrario, si può sempre imparare da essi, esattamente come gli errori e, in qualche modo, i ricordi. Quest’ultimi ci ricordano che un tempo eravamo felici. Il desiderio ardente di essere quelli di prima, le stesse persone di quei ricordi ci spinge a cambiare, in meglio, in peggio, questo sta a noi deciderlo.
 
 
 
 
“Dottor Shepherd, sua moglie sta per arrivare con l’eliambulanza”
“Grazie al cielo!”
“La bambina e il dottor Karev?” chiedeva Arizona ansiosa.
“La bambina è con la dottoressa Grey, dottoressa Robbins. Il dottor Karev è rimasto sul luogo dell’impatto per soccorrere i feriti dell’auto che li ha tamponati”.
“Stanno tutti bene?” Il cuore di Derek batteva convulsamente.
“Sua moglie, il dottor Karev e la piccola si; i feriti dell’auto vivi per miracolo” annunciava, così, l’infermiera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Shepherd uscia alla sala operatoria in attesa di sua moglie, il cellulare squillava…
“Derek, sono Janet. Ascolta, temo di aver dato a Meredith e a te un falso allarme. Or ora mi ha chiamato il giudice che segue il caso di Zola e… siete ufficialmente voi i suoi genitori.”
“Cosa? Dici sul serio? Insomma, come? Non è possibile” Incredulo Derek metteva a freno l’entusiasmo.
“Si, certo, a quanto pare gli avete fatto un’ottima impressione. Congratulazioni, ve la porterò domattina con le sue cose. Faccia i miei auspici anche a Meredith”
“Certamente! Grazie Janet. Arrivederci!”
 
“Mer! Stai bene?”
“Ciao, si stiamo bene. Chi era al telefono?”
“Janet. Siamo noi i genitori di Zola” Derek conteneva a stento l’entusiasmo.
Meredith esausta dopo la folle giornata, alla notizia svenne.
Troppe emozioni in solo poche ore, era troppo.
Zola sarebbe stata sua figlia, lei si sarebbe occupata di Zola, la notizia che sperava di ricevere,  l’unica che avrebbe potuto cancellare gli orrori di quella giornata.
“Dottoressa Grey, il dottor Karev e i tre uomini sono qui. La dottoressa Robbins si sta occupando della neonata. Va tutto bene. ”
Si che va tutto bene, va tutto alla perfezione! E non potrebbe andare in altro modo.
 
 
(“Ho avuto una giornata terribile”
Lo diciamo spessissimo.
Una lite col Capo, l’influenza intestinale, il traffico… Sono le cose che noi definiamo “terribili”, anche se non accade niente di davvero terribile.)
(citazione di Meredith all’inizio dell’episodio 8x09)
  
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