Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |      
Autore: Living In Illusion    07/12/2011    1 recensioni
Era una promessa che Rukia avrebbe voluto che Ichigo mantenesse. Ma non poté farlo, oppure adesso sì? Long oneshot. Ichigo x Rukia
[Fanfiction originariamente in lingua inglese tradotta da N o t h con il consenso dell'autrice.]
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Original author: Living in Illusion
Italian Translation: N o t h (Rainy/Ameshiri)
Bleach and its characters belong to Tite Kubo
I don’t own anything but the translation. To see the fan fiction in English language click here.
 
 
 
 
Promise: Broken
 
‘Tu chiami questo un disegno!’ Ichigo puntò il dito verso il suo disegno sul foglio e rise derisorio, provando a farla arrabbiare. E a giudicare dallo sguardo sulla sua faccia, ci stava riuscendo. Guardò in un divertito silenzio come la ragazza di fronte a lui strinse i pugni e gli diede un doloroso colpo sul capo.
‘THWAK’. Il nervo alla sua tempia stava ancora pulsando per l’irritazione.
Ichigo urlò dal dolore, arrabbiato e divertito allo stesso tempo. Quella ragazza sapeva come tirare dei pugni violenti.
Ichigo le lanciò uno sguardo e cominciarono uno dei loro quotidiani litigi per niente e tutto allo stesso tempo.
 
Rukia sospirò e guardò il disegno che aveva appena fatto. ‘Ichigo si sarebbe messo a ridere’, pensò, ‘Mi avrebbe fatta arrabbiare e avremmo cominciato uno dei nostri inutili e stupidi litigi. Poi, saremmo stati sul pavimento, ridendo fino a quando la pancia non avrebbe cominciato a farci male.’
Oh, cosa non avrebbe dato per poter riavere quei momenti insensati con lui ancora una volta.
‘Guarda Ichigo, sto migliorando’, disse dolcemente quando si appoggiò allo schienale della sedia e lasciò che i muscoli tesi si rilassassero, chiudendo i suoi occhi. Non riusciva ancora a credere che se ne fosse andato. Pensò a quegli strani capelli arancioni, a quell’atteggiamento fuori dalla norma, al suo lato affettuoso che non lasciò vedere a nessuno tranne che a lei. Com’è potuto andarsene?
Aprì la finestra di fronte alla sua scrivania e sentì l’aria serale accarezzarle il viso. Poi si alzò e guardò i suoi vestiti e le sue fotografie sul letto. Non poteva ancora lasciarlo andare. Li aveva tenuti con sé solo per sentirsi vicina a lui, anche se per un secondo.
Si mise sul letto e toccò quell’uniforme militare verde. Il tessuto dei vestiti era ruvido al contrario della sua pelle liscia. Ne respirò l’odore, profumava proprio come lui. Senza che se ne accorgesse, la sua parola preferita scappò dalla sua bocca, ‘Ichigo!’
Frugò poi nelle fotografie. Ichigo con i suoi compagni armati. La sua onnipresente ruga fra le sopracciglia era scomparsa quando aveva sorriso alla macchina fotografica. Le sembrò un momento eterno quando lo vide, quando accarezzò e toccò le ultime cose di Ichigo.
Prima di spegnere la luce per dormire, credette di aver visto qualcosa di arancione muoversi.
‘Fantastico, e adesso sto avendo le allucinazioni’, pensò quando scivolò nel letto, abbracciando i vestiti di lui. Troppo spaventata per chiudere gli occhi per sognare e troppo stanca per sentire ancora dell’altra solitudine che aveva inghiottito la sua esistenza.
 
‘Non andartene Ichigo, ti prego’, lo supplicò con le lacrime agli occhi. ‘Non è la tua battaglia. Sei un architetto, un pittore. Non sei un soldato. Te ne prego, Ichigo!’
‘Se è una battaglia del mio paese, allora è la mia battaglia Rukia. Magari non potrò essere uno dei migliori combattenti, ma posso combattere e loro avranno tutto l’aiuto che potranno avere’, disse Ichigo con un tono deciso nella sua voce, guardando da qualsiasi altra parte tranne che nella direzione di lei.
‘Ma, Ichigo…’, la sua voce si affievolì. Aveva una buona e valida ragione. Voleva proteggere il suo paese. Era un gesto nobile. Era quello che doveva dire.
‘Rukia, ti prego. Non cercare di fermarmi. Se continui a fare così, non riuscirò a mantenere questa determinazione. È il nostro paese e mi sta chiamando. Non posso fare finta di non sentire questo richiamo. In più, che razza di persona sarei, se non lo facessi!’, Ichigo posò alla fine i suoi occhi su Rukia. La guardò amaro negli occhi e provò a passarle il messaggio che era celato nel suo cuore.
E Rukia capì. ‘Ti sei già arruolato, non è così?’
Ichigo annuì per confermare. Rukia sorrise nonostante il suo sguardo offuscato e lo abbracciò, ‘Sono felice che tu sia l’uomo che amo. Qualunque cosa tu scelga, te lo giuro, ti starò accanto al 100% e questa è una promessa. Ma tu promettimi che ritornerai da me tutto intero!’ Provò a ridacchiare nonostante le sue lacrime.
‘Mi ami?’ le chiese Ichigo, sentendosi felice. La sua stretta attorno a lei si fece più forte. Sapeva che gli voleva bene e che la amava ma, con lei, lui non aveva mai dato voce ai propri sentimenti e nemmeno lei non si faceva poi sentire così tanto con i suoi.
Lei rise quando sciolse l’abbraccio, ‘Sì!’
‘L’unica ragione in più per cui dovrò ritornare a casa vivo’ sorrise e avvolse di nuovo il suo corpo minuto. ‘Avrei comunque una sorpresa da farti’, aggiunse misteriosamente.
Lei gli chiese di cosa si trattasse ma lui si rifiutò direttamente di riferirglielo, ‘La pazienza è una virtù, Rukia’, avrebbe voluto dirle osservando la sua espressione.
E il giorno di partire per lui arrivò. Era stato accettato.
‘Promettimi che ritornerai’, gli disse attraverso la finestra del treno.
‘Promesso!’, giurò, i suoi occhi brillavano quando il mezzo cominciò a muoversi.
Era un uomo di parola. Era sempre riuscito a mantenere le proprie promesse nonostante le probabilità di successo. Ma questa volta, non aveva potuto. Aveva fallito nel mantenere la promessa più importante della sua vita. Non era ritornato da lei. L’aveva lasciata per sempre.
 
Il suono di pistole, di bombe.
L’odore di gas velenosi, di cadaveri in decomposizione, della Terra inzuppata del sangue.
La vista della morte, dell’ostilità.
Il sacrificio dei patrioti per il proprio paese.
Erano rimasti in quel terreno di battaglia e, a dispetto delle probabilità di vittoria, hanno combattuto con tutto quello che potevano. Erano tutti dei martiri, ma in qualche modo Ichigo era riuscito a sopravvivere e a chiamare i rinforzi. Sarebbero presto arrivati e quella battaglia sarebbe vinta da loro.
I nemici avevano combattuto così valorosamente che Ichigo li rispettò per questo. I loro rinforzi erano stati chiamati e sconfitti. Ichigo era l’unico sopravvissuto di quella guerra violenta. Aveva visto così tanti dei suoi compagni di battaglia e il nemico cadere nelle braccia della morte. Ma era per l’orgoglio del suo paese e ciò valeva molto.
Quando altri compagni arrivarono, Ichigo lasciò la propria posizione e andò sul campo di battaglia per controllare se qualcuno fosse vivo per le cure mediche. I rinforzi con la truppa medica lo seguirono.
E prima ancora che potesse capire cosa stesse succedendo, sentì rumore di spari. Un dolore lancinante bianco e caldo partì dal suo petto e, guardandosi, vide la propria maglia verde sanguinare di rosso. Prima di cadere per terra, l’aggressore lo fece per prima. 6-7 pallottole furono sparate al corpo, l’uomo disse, prima di soccombere alla Morte, ‘È stato un onore combattere contro di te, Capitano Kurosaki!’
Ichigo capì quello che era successo. Uno dei nemici si era nascosto bene, aspettando che lui si mostrasse e BANG!
‘Non riuscirò a mantenere la mia promessa e mostrarle la mia sorpresa’, pensò Ichigo. Il suo cuore stava bruciando quando gridò per l’ultima volta, ‘Renji!’ prima di seguire gli stessi movimenti del suo aggressore.
Poco prima di lasciare il proprio corpo esausto, disse al suo luogotenente e migliore amico in armi Renji, ‘Dai… lettera… Rukia… un mese da oggi… il suo compleanno’, era tutto quello che poteva fare e Rukia era tutto quello che riusciva a ricordare, prima di sentirsi intorpidito e respirare per l’ultima volta.
 
‘Ichigo’, Rukia sobbalzò violentemente durante il sonno. Stava avendo quel sogno un sacco di volte ultimamente. Chi era Renji? Di cosa parlava quella lettera?, pensò stancamente alzandosi dal letto.
Le tende della finestra si stavano sollevando continuamente. Poteva aver giurato di vedere qualcosa di nero svolazzare vicino alla finestra. Scosse la testa per mantenersi lucida. Quello era il giorno del suo compleanno. ‘Un compleanno senza Ichigo’, pensò vuota.
Sentì i propri occhi pizzicare ma non versò lacrime. Glielo aveva promesso, non l’avrebbe fatto. Ichigo aveva sacrificato se stesso per il bene del paese e il paese aveva vinto la guerra. L’aveva fatto per la nazione, per il suo orgoglio e per la pace di tutti.
Aveva scelto il suo destino e lei era fiera di quello che lui ne aveva fatto della sua vita. Era per il bene più grande. Un lieve sorriso, appena riconoscibile, venne strappato dalle sue labbra quando si diresse verso il bagno.
Di recente, aveva la sensazione che qualcuno la stesse seguendo costantemente. Lo sentiva ma non riusciva a capire chi potesse essere. Chiunque fosse, sembrava conoscerla bene.
Erano circa le nove quando il campanello suonò. Alla porta si presentò quel bel giovane tatuato dai capelli rossi che aveva spesso visto nei propri sogni. Renji Abarai rimase lì in piedi. Era quella donna, la regina del cuore del capitano. L’aveva vista nelle fotografie che Ichigo aveva spesso guardato. Senza ulteriori indugi, prese una spessa lettera dalla sua tasca e gliela porse, ‘Il capitano Ichigo ha voluto che te lo dessi. E buon compleanno, ad ogni modo!’
Rukia guardò la busta con sguardo indagatore e la prese con le mani tremanti. La lettera del sogno. Allora quei sogni erano davvero la realtà?
Renji guardò la bellissima donna dai capelli corvini e gli occhi violetti di fronte a lui. La donna, la cui bellezza era stata guastata dalla morte dell’uomo che amava. Aveva di sicuro perso qualche chilo, c’erano delle borse scure sotto i suoi occhi, i quali comunicavano tristezza. Rukia era inconsapevole dello sguardo che stava ricevendo dal giovane dai capelli rossi.
Aprì la lettera di Ichigo lentamente. Renji decise di lasciare la povera ragazza da sola con la lettera dandole un po’ di privacy e se ne andò. Non era suo compito confortarla, comunque. Era colei che era riuscita a catturare il cuore del suo capitano più ammirato.
Qualche altra busta con nomi di stanze cadde per terra insieme ad un mazzo di chiavi. I piedi di Rukia cominciarono a tremare cosicché dovette scivolare sul pavimento, le sue gambe non riuscivano più a reggere il peso del corpo. Aprì la lettera più grande. La meravigliosa scrittura di Ichigo era stata scarabocchiata su tutto il foglio.
 
Oi, Rukia, (Rukia sorrise all’inizio informale della lettera, proprio da Ichigo, notò inutilmente.) Buon compleanno amore. Wow, la mia nana sta diventando vecchia. Spero che quest’anno ti porti qualcosa di davvero nuovo e pieno di speranze. (Rukia sbuffò. Cosa potrebbe mai accaderti di ancora speranzoso quando l’unica persona che si ama passa a miglior vita!)
Ora passiamo allo scopo di questa lettera. Se la stai leggendo significa che non sono più nei paraggi. La sensazione della morte ti aiuta davvero in un posto come questo, e ho paura del fatto che non riuscirò a mantenere la mia promessa, ma vorrei che la mia sorpresa ti sia data, in questo stesso giorno. Era un sogno che ho creato per te e per me stesso usando la tua idea, ma dovrai cavartela senza di me.
Il fatto che non sono con te non significa che il mondo sia già finito. Sei la persona più forte che io conosca e che, diamine, puoi ancora prendermi a calci in culo. Ma ci sono delle cose di cui vorrei essere sicuro che tu conosca e che abbia.
Voglio che tu sappia che non sei sola. Alza gli occhi al cielo e mi troverai al di là delle nuvole, quando il vento soffierà troverai la mia carezza, senti l’aria attorno a te e ti ritroverai circondata dal mio amore…
Voglio che tu sappia che ti ho davvero amata. Non essere triste se non sono più attorno a te. Sii forte per me. Non essere arrabbiata per le scelte che ho fatto perché, di sicuro, ci sono cose che un uomo deve fare. Ci sono così tante cose per cui mi vorrei scusare. Mi dispiace per averti lasciata e per averti ferita ma non mi pento di averti amata.
Spero che tu possa guarire presto da me, ma prima che tu lo faccia, vorrei che tu riceva un pezzo del mio sogno. Avrei voluto portarti me stesso ma credo di non poterlo fare. Usa la mappa e cerca la casa che ho fatto per te. Usa le chiavi e apri le lettere con i nomi delle stanze nelle stanze stesse.
E infine, ti amerò sempre…
Per sempre tuo,
Kurosaki Ichigo!
 
Rukia lesse e rilesse la lettera e prese le mini lettere e le chiavi che prima erano scivolate a terra.
Cosa poteva fare ancora Ichigo in quel momento?














Translator’s notes: YEEEEEEEE!
Sono così felice di aver finito di tradurre questa fan fiction. La prima volta che l’ho letta mi ha fatto commuovere a tal punto che ho preso subito in considerazione l’idea di tradurla.
È una long fiction di due capitoli, una long oneshot, come lo definisce l’autrice. Ah ah, mi sentivo nervosissima nello scriverle, avevo sempre paura di sbagliare qualche parola in inglese.
Dunque, ho dovuto modificare alcuni punti in modo tale che sia più leggibile e scorrevole in italiano, ma il significato è rimasto lo stesso, don’t worry ;D Tengo davvero tanto a questa storia (è stata la prima che abbia mai tradotto, ah ah), anche perché mi piacciono davvero un sacco le storie strappalacrime e romantiche. Finalmente questi due si sono decisi a sposarsi, LOL. Anche se è un AU e Ichigo muore, poor. D’: CRISSSTO, vorrei un sacco che l’ispirazione ritornasse. Odio i miei blocchi dello scrittore!
Una nota: quando nella fan fiction originale in inglese dice “Look in the sky and you'll find me hovering over the clouds” vuol dire letteralmente “Guarda il cielo e mi troverai librarmi oltre le nuvole”, non sono riuscita a mantenere quel “librarmi” perché è una parola davvero poco “adatta” ad indicare qualcosa del genere. Quindi ho deciso di cambiarla in “mi troverai al di là delle nuvole”, senza il verbo.
Per adesso mi viene in mente da dire solo questo, ma ci sono altre espressioni che ho dovuto cambiare per far sì che le frasi abbiano senso. Ho anche aggiustato un po’ di punteggiatura, ma la maggior parte è rimasta la stessa.
Spero che leggiate anche il secondo ed ultimo capitolo, quello più commovente (e che non abbia fatto nessun errore di traduzione)!
Un grazie speciale all’autrice, Living In Illusion (o Rain, come si è presentata quando le ho mandato l’MP chiedendo il consenso della traduzione. Che bello, siamo quasi omonime :’D), che mi ha dato il permesso.
Al prossimo ed ultimo capitolo!
Noth aka Rainy/Ameshiri.
P.S.: Dimenticavo di dire che, se avete qualcosa da dire all'autrice, sono a vostra completa disposizione. Rain ha detto che le piacerebbe davvero molto sapere le opinioni di voi IchiRukiste italiane, quindi potete lasciarle un messaggio nella recensione ed io la tradurrò per voi con molto piacere ;)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Living In Illusion