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Autore: Nikki Cvetik    07/12/2011    7 recensioni
Un pomeriggio di dicembre. Due persone che si amano. Due regali di Natale un po' speciali.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Il Kapranos e la mandorla*



Era un normale e tranquillo pomeriggio al dodicesimo.
Normale come può esserlo solo il pomeriggio del 23 dicembre, tranquillo dell’euforia di chi sa che tra pochi minuti sarà in vacanza.
Ma quel giorno  c’erano due persone che, forse, più di tutti sentivano “quella normalità e quella tranquillità”.
La persona nello specifico in quel momento era Beckett che, dopo aver aperto la piccola busta da lettere datale da Castle, per poco non
si era presa un coccolone davanti al piccolo cartoncino al suo interno.
“Oh, mio Dio, Richard non ci posso credere! Questo…q-questo è…”
“Un biglietto per il concerto della mattina di Natale dei Franz Ferdinand al Central Park.”
Beckett sfiorò con le dita il biglietto sottile e liscio, quasi commossa. Amava quel gruppo, quel sound così elegante e posato e, quando
aveva scoperto che avrebbero fatto un concerto al Central Park, aveva subito cercato di ottenere i biglietti. Inutilmente, suo malgrado.
C’era rimasta malissimo, tanto che era stata mogia mogia per un giorno intero.
Ovviamente Castle aveva acquistato i biglietti già dal primo giorno di prevendita, non solo per loro due, ma anche per tutto il resto della
“squadra”. Sarebbe stata una festa bellissima, da passare tutti assieme, prima dell’enorme cenone che aveva già preparato.
Aveva tenuto all’oscuro di tutto Beckett: il suo regalo non era solo il concerto, ma l’intera giornata che le aveva organizzato.
E quando aveva visto i suoi occhi inumidirsi aprendo la busta, aveva capito che era davvero il regalo perfetto per lei.
“Non ci posso credere! Hai organizzato tutto questo solo per me. E’ incredibile!”
“Sarei in grado di portarti la pietra più alta dell’Everest, pur di vederti sorridere così, detective.”
Castle si alzò dalla sedia di Beckett e le diede un bacio sulla fronte, mentre lei faceva dondolare le gambe sotto il tavolo dov’era seduta.
“Grazie, amore.”
Nonostante Beckett fosse abituata agli incredibili (e costosissimi) regali di Castle, a volte si chiedeva come quell’uomo riuscisse, anche
con un semplicissimo fiorellino raccolto da un’aiuola, a farla sentire infinitamente e teneramente amata.
Sorrise, però, pensando tra sé e sé che stavolta sarebbe stata lei a spiazzarlo completamente e totalmente col suo regalo.
“Chiudi gli occhi.”
“D’accordo!”
Si chinò verso il suo cappotto e prese dalla tasca la piccola fotografia scura.
Il suo sguardo la sfiorò solo per un attimo e sorrise, sentendosi esplodere dentro ancora una volta.
“Dammi le mani. Ma non aprire gli occhi!”
Gli mise in una mano la piccola foto e l’altra se la fece scivolare sotto il maglione verde che portava quel giorno.
“Aspetta, mi avevi detto che non eri riuscita a prendere nemmeno un biglietto per il concerto!”
“Infatti non è un biglietto. Apri gli occhi.”
Castle guardò la piccola immaginetta che aveva tra le mani. Era tutta scura, sfocata, si vedevano solo un groviglio di linee bianch
e sinuose all’interno di un trapezio dai bordi arrotondati.
Poi si accorse di dove teneva l’altra mano, a contatto con la pelle della pancia di Kate che ora sentiva leggermente più dura e
arrotondata.
Ma la conferma la ebbe quando alzò gli occhi verso il volto della donna della sua vita. Sorrideva, luminosa come una stella, gli occhi
lucidi e brillanti.
L’aveva notato che si stava mettendo spesso maglioni ampi e morbidi, che il suo viso era, se possibile, ancora più bello, che ormai il
sorriso non abbandonava mai il suo volto, ma non si sarebbe mai potuto aspettare una cosa simile.
“E’ ancora piccolino: misura sì e no come una mandorla ed è ancora leggero come un soffione. Però già si muove, sai? Ed ha già le
ditine delle mani e dei piedi.”
Voleva parlare, ma tutte le parole che riusciva a trovare gli sembravano troppo banali per quel momento.
Guardò negli occhi la sua compagna, con tutto l’amore che era in grado di farle arrivare, parlò solo quello sguardo.
“Buon Natale, Richard.”


Angolino:
Per questa storia la dedica è a tre persone speciali: Bree, Eta Beta e Giogiò al secolo Brigida, Greta e Giorgia, le mie cuginette, i tre più
bei fiorellini di questa terra.
Con la benedizione della Dìpuntato vi consegno questo nuovo lavoro, un po' più consono al periodo del precedente.
Baci,
Nikki

*Per chi non fosse "pratico" della questione, il buon Alex Kapranos è il cantante dei Franz Ferdinand (un gruppo che vi consiglio con tutto il cuore di ascoltare), mentre la mandorla è più o meno la dimensione del feto a 2 mesi e mezzo/ 3 mesi.
Aribaci,
Nikki
  
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