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Autore: DreamingLandan    08/12/2011    0 recensioni
L'amicizia se è vera dura per sempre, niente può distruggerla nemmeno la distanza. Gli errori si fanno e bisogna combattere per ripararli, ma alla fine si spera sempre che possa tornare tutto come prima.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Erano circa quattro mesi che non ci vedevamo, nei primi due mesi le telefonate erano l’unica cosa che annientava la distanza il resto fu il periodo più difficile della mia vita. Volevo averlo accanto ma non potevo, volevo stargli accanto ma non potevo, non potevo fare niente perché lui era li e io qui , a casa mia lontano da Londra. Credevo che non l’avrei più rivisto, ormai era diventato “qualcuno” , sarebbe cambiato tutto tra di noi , o almeno lui sarebbe cambiato nei miei confronti e io sarei rimasta la ragazza di sempre con mille sogni nella mente e poca fortuna. Però il pensiero di perderlo faceva male, mi stava divorando dentro, le foto attaccate al muro della mia camera non aiutavano, avrei voluto strapparle tutte e gettarle ma non avrebbe avuto senso, lui non mi aveva fatto niente, mi aveva solo dimenticata per vivere il suo successo e io che l’avevo sempre incoraggiato ero orgogliosa di lui ma allo stesso tempo gelosa. Ero convinta di tutto questo anche se come si sa la speranza è l’ultima a morire. Ero sprofondata nel sonno da dieci minuti, si era fatta l’una di notte quando il telefono squillò. Senza neanche vedere chi fosse lo misi in silenzioso e tornai a dormire.  Sentivo il telefono vibrare, una cosa fastidiosissima che rimbombava nel silenzio della notte, i miei occhi erano appannati , lo tirai su poggiandolo sull’orecchio “..pronto” dissi con voce rauca “amore come stai?”. Il cuore si fermò non potevo crederci, la sua voce. “ti disturbo stavi dormendo?” non riuscivo a spiccicare parola, la bocca era già impastata dal sonno, gli occhi appannati si trasformarono in fiumi di lacrime. Mi tirai su dal letto e iniziai a singhiozzare “stai piangendo?” mi chiese, “si, scusami..” mi interruppe subito “fai una cosa, scendi sotto casa e vieni ad abbracciarmi , corri..” spalancai gli occhi mi tirai su dal letto di scatto e corsi alla finestra. Lui era li sotto , mi salutava con mano, meraviglioso come sempre. Io ero in pigiama , ma non mi interessava, mi aveva visto in tutte le salse, non era quello che mi preoccupava. Scesi le scale di corsa, spalancai la porta  e il telefono cascò sul tappetino dell’ingresso, feci un salto dallo scalino e mi gettai tra le sue braccia. Mi strinse a se accarezzandomi i capelli, io come una scema non smettevo di piangere. Per due mesi avevo sognato questo momento, ed era meglio di tutto quello che mi ero immaginata. “sei dimagrita moltissimo, e i tuoi capelli sono cresciuti, sono stupendi!” alzai lo sguardo per incrociare il suo “ e tu sei sempre bugiardo, ma anche stupendo!”  si mise a ridere e mi abbraccio ancora. Mia madre scese le scale di corsa, il frastuono che avevo fatto aveva svegliato i miei genitori. Si tirò su gli occhiali per strofinarsi gli occhi , mi guardò in piedi nel vialetto senza scarpe, con una canottiera e il pigiama che strusciava a terra, poi guardando meglio si rese conto che li c’era lui, Liam. “ma siete pazzi, siamo a marzo e voi siete sul vialetto entrate dentro correte!” mi prese per un braccio e mi portò dentro insieme a Liam che ci seguiva “voi siete pazzi è l’una di notte filate di sopra a dormire” stava blaterando cose senza senso, salì le scale e tornò a dormire.  Io e Liam scoppiammo a ridere e ci dirigemmo in camera mia. “allora come stai?” trattenendo le lacrime inizia a schiaffeggiarlo, mi prese per i polsi e iniziò a ridere mentre mi dimenavo “sei un pazzo ti odio lo sai?” “tu non mi odi tu mi ami!” mi fermai a guardarlo, le sue mani mi bloccavano ancora i polsi, mi avvicinai con il volto al suo. I nostri occhi erano fissi gli uni sugli altri , il suo naso sfioro il mio, solo il respiro si sentiva. La presa sui polsi si affievolì , feci uno scatto in avanti ma lui mi anticipò gettandosi sul mio collo per mordermi “aio” soffocai un urlo “mi stai facendo male idiota!” iniziai a fargli il solletico sui fianchi, la memoria non mi ingannava, soffriva ancora il solletico, si dimenò per terra urlando di smetterla. “piantatela!” un urlo dalla stanza infondo al corridoio. Con le mani sulla bocca soffocammo una risata. Presi il plaid e i cuscini, spensi la luce e andammo in veranda. Seduti sulla sedia a dondolo con la coperta intorno che ci stringeva , il cielo di Wolverhampton pieno di stelle e il silenzio della notte.  “mi sei mancato da morire” “lo so, anche tu..” “io credevo che non ti avrei più rivisto , in questi mesi è cambiato tutto sono successe tante cose, nella mia vita niente di importante ma nella tua , la tua è cambiata totalmente e dopo tutto mi ero rassegnata all’idea di perderti..” “ti prego non dirlo neanche per scherzo, non ho smesso mai un secondo di pensarti , lo sai che tu sei tutto per me, non potevo chiamarti, sono stato impegnato con tutto, ti prego di scusarmi tu sei la mia migliore amica ed è ciò che sarai per sempre..” . vidi i suoi occhi, erano lucidi, posai la mia testa sul suo petto e intrecciai la mia mano alla sua. “come mai sei qui, cosi ora a quest’ora?” “perché ne avevo bisogno e sono praticamente fuggito, ma ora andiamo a dormire è stato un viaggio lungo, parleremo domani.
   
 
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