Mia.

Era bellissima, la mia Hermione. Lo è sempre stata in realtà, ma non se n’è mai resa conto.   L’abito bianco le fasciava perfettamente i fianchi , non riuscivo a vedere il suo viso però, con quel lunghissimo velo candido.  Si avvicinava lentamente, con al fianco suo padre; non riuscivo a non sorridere dinanzi alla sua bellezza, e mi chiedevo perché, tra migliaia di uomini lei avesse scelto me, il suo acerrimo nemico.                        O almeno lo ero.  In realtà ho sempre provato un’attrazione nei suoi confronti, ma io sono un Malfoy, e ai Malfoy non possono piacere le mezzosangue.  Che grande assurdità.  Lo capii tardi, ma non abbastanza tardi per dirle addio per sempre. Quando mi disse che mi amava il mio cuore si fermò. Lei, La ragazza la quale ho sempre amato segretamente, provava i miei stessi sentimenti. L’ho amata ancora di più.
Era arrivata all’altare, il Prete parlava, ma io non sentivo nulla; nella mia testa echeggiava una frase: “Tra poco sarà tua, tua per sempre Draco.”      
Quando sussurrò quelle parole “Lo voglio.”  Mi vennero in mente milioni di ricordi, i nostri ricordi...
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-“Taci, Malfoy! Non sei nessuno per dirmi queste cose!”
-“Paura della verità, Granger?   Sei solo una sporca mezzosangue!”
 
 
-“Mi dispiace ,Malfoy, per quello che hai dovuto passare nella tua infanzia.”
-“Non è colpa tua Granger.  Piuttosto ,ora , parlami di te...”
-“Cosa vuoi sapere Malfoy?”
-“Hai un ragazzo?”
 
 
-“Ti amo Hermione.”   Mi saltò addosso con una violenza ed una dolcezza unica. Fu il bacio più bello che si possa mai desiderare, e anche il più desiderato...
-“Mi hai chiamata Hermione...”
-”Ed è questo che ti sconvolge?”  Entrambi scoppiammo in una risata imbarazzata, ma tenera .Lei era tenera, e bellissima.  La baciai di nuovo.
 
 
 
-“Sposami, mezzosangue. Sii mia per sempre...”
 
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Le alzai lentamente il velo, assaporando ogni singolo istante.   Eccola, ora riuscivo a vederla bene. Sorrideva, la mia mezzosangue.  Quanto avrei voluto vederla sorridere così nei tempi di Hogwarts. O almeno, avrei voluto che sorridesse a me...   Ogni volta che la incontravo per i corridoi non potevo non trovare una scusa per parlarle, anche solo per sentirmi dire da lei che ero un “senza-cuore”. Ed ecco che lei puntualmente lo faceva. Allora cos’era , mezzosangue, quel rumore di vetri infranti che sentivo nella parte sinistra del mio petto  ogni volta che me lo dicevi?  
 
I suoi occhi brillavano, proprio come quando per la prima volta che le dissi che l’amavo.  I capelli raccolti magnificamente, te li avrei sciolti dopo qualche minuto. Il velo, che ora nascondeva le tue fantastiche curve, lo avrei strappato volentieri. 
La mia ragione di vita,  il mio mondo.
Lei...  così bella, così dolce, così MIA.