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Autore: divinity    08/12/2011    2 recensioni
Questa è una one-shot incentrata su Sam & Kurt. Dopo aver scoperto la situazione in cui è finita la famiglia di Sam, Kurt si offre di dare una mano a lui e i suoi due piccoli fratellini. Sam però non sà come gestire la cosa visto che...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Sam Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kurt ormai era venuto a conoscenza delle difficoltà economiche che stavano affliggendo la famiglia Hevans in quell'ultimo periodo, grazie alla consegna effettuata da Sam qualche giorno prima alla Dalton Accademy, così si offrì subito come volontario nell'aiutarlo a badare ai suoi fratellini più piccoli e anche a sfogarsi maggiormente sull'argomento.
 
Il moro arrivò sull'uscio della porta dove vi era una piccola targhetta d'argento con su inciso; Hevans House, e al disotto di essa un piccolo pulsante bianco che sarebbe dovuto essere un campanello, il ragazzo non ne era del tutto sicuro ma alla fine lo pigiò e un piccolo rumore rimbombò nella casa. Aspettò pochi secondi mentre con la mano destra stava mantenendo una busta con all'interno dei vestiti e dei giocattoli mentre con la mano sinistra una busta contenente delle ciambelle e dolci di vario tipo. 
Non dovette aspettare a lungo visto che dopo pochi istanti gli si presentò d'avanti una figura imponente dai capelli biondi, era Sam che sembrava sorpreso nel vedere il suo compagno di scuola lì d'avanti casa sua.
 
“Kurt... non mi aspettavo di vederti...proprio oggi”  gli disse il biondo.
 
“Lo so, ma ti avevo avvertito che sarei venuto, anche se non avevo specificato quando” gli rispose il soprano con un sorriso stampato sulla faccia.
 
Per un attimo Sam rimase immobile a contemplare la figura di Kurt senza proferire parola, rendendosi conto di essere rimasto pietrificato  per qualche istante si fece da parte per permettere al ragazzo di poter entrare. Appena entrato Kurt vide una casa mediamente ordinata, piccola ma accogliente, e inoltre profumava... non riusciva a distinguere quell'odore ma gli piaceva e allo stesso tempo gli sembrava dannatamente famigliare. Riuscì a capire solamente dopo qualche istante che quell'odore apparteneva a Sam, era piacevole e sarebbe stato ore lì ad annusarlo se non fosse stato per la promessa che aveva fatto al ragazzo. 
 
“Ho portato alcune cose... spero non ti dispiaccia!” Esclamò a voce bassa Kurt guardando avvicinarsi ad una porta chiusa Sam.
 
“Kurt... non so come ringraziarti” Rispose Sam aprendo lentamente la porta di quella stanza.
 
All'interno della stanza c'erano Stevie e Stacy, i fratellini più piccoli di Sam che stavano giocando fra di loro su di un letto matrimoniale presumibilmente di proprietà dei loro genitori. Sembravano divertirsi anche se con poco, così Kurt si avvicinò velocemente a loro e li salutò dolcemente.
 
“Vuoi giocare con noi, ci serve un fidanzato per nostro fratello che ha sempre il broncio ultimamente?” le chiese la bambina facendo rimanere il ragazzo spiazzato, Sam in quel preciso istante arrossì come un piccolo innamorato al suo primo bacio e rimase senza parole.
 
“Beh... credo che sia meglio una fidanzata” gli rispose Kurt cercando di trovare le parole adatte.
 
“Non mi interessa, basta che lui o lei riesca a togliere il broncio al nostro Sammy” rispose il bambino che fin'ora era rimasto in silenzio. Kurt era davvero rimasto senza parole, non sapendo cosa aggiungere o cosa fare.
 
“Va bene piccoli, continuate a giocare noi andiamo a parlare nell'altra stanza”  aggiunse Sam cercando di tolgiere Kurt da quella situazione imbarazzante.
 
“Scusali, in questo periodo non sanno cosa dicono... sai dicono che è l'età in cui inventano storie distorte della realtà” disse Sam cercando di giustificarsi.
 
“Non preoccuparti sono bambini... anche se non dovrebbero vederti in questo stato” gli rispose Kurt riferendosi all'aria triste e malinconica che aveva Sam in quell'ultimo periodo.
 
“Lo so è solo che...non...” non riuscì a finire la frase che si ritrovò con gli occhi lucidi impossibilitato a dire qualcosa.
 
Kurt si avvicinò a lui e lo abbracciò teneramente proprio come una madre fa con il suo bambino se inizia a piangere, doveva sfogarsi e forse quello era il modo migliore visto che che con Kurt non avevo nulla di cui avere paura. Dopo qualche minuto si riprese asciugando tutte le lacrime che gli stavano rigando il viso e tornò a sorridere per poi guardare l'orologio che era appeso ad una parete che segnava le otto e mezzo di sera.
 
“Cavoli è l'ora della cena e mia madre non ha lasciato nulla di pronto” disse preoccupato Sam.
 
“Non preoccuparti, ti aiuto io” gli rispose sorridendo Kurt.
 
I due si avviarono in cucina dove Kurt iniziò a frugare nel frigorifero in cerca di qualcosa di buono da poter cucinare sia per i bambini che per Sam. Riuscì a trovare un barattolo di salsa che bisognava solamente riscaldare, cercò di aprirlo ma non possedeva la forza necessaria per poter aprire quella chiusura ermetica. Sam vedendolo in difficoltà iniziò a ghignare per poi raggiungerlo per cercare di dargli una mano con quel barattolo. I due si trovarono a pochi centimetri l'uno dall'altro cercando invano di aprire quel barattolo.
 
“Mi hai deluso Sam, non riesci neanche ad aprire uno stupido barattolo?” gli chiese ironicamente Kurt mentre cercava di smettere di ridere.
 
“Infatti ma riesco a prendere sulle spalle un sacco di patate però” gli rispose Sam caricandosi in spalla Kurt che si stava dimenando e implorava Sam di lasciarlo andare o quanto meno di farlo scendere visto che avevo una terribile paura.
 
“Non farmi cadere Sam, ti prego” aggiunse Kurt mentre stava cercando di respirare e di ridere allo stesso tempo. Il ragazzo da lassù riusciva a vedere meglio quanto il corpo di Sam fosse spettacolare e mozza fiato, lo stesso corpo che in quel momento lo stava stringendo e lo stava facendo dimenare. Lo stesso corpo che Kurt aveva cercato invano di reclamare come suo ma che il destino gli e lo aveva impedito. Sam non avendo più alcun segno dal ragazzo lo distese sul divano credendo che gli fosse preso qualcosa, ma non era affatto così era semplicemente assorta nei suoi pensieri.
 
“Non farlo mai più mi hai fatto prendere uno spavento” gli disse Sam notando la sua faccia completamente rossa, così si sedette al suo fianco e lo osservò a lungo senza proferire parola.
 
“Cos'hai?” gli chiese nuovamente Sam preoccupato dal fatto che Kurt non stava dicendo nulla.
 
“Nulla...” gli rispose mentendo il soprano.
 
“Non mentirmi, riesco a capirlo quando lo fai, ti si arriccia il naso” aggiunse il ragazzo biondo prendendogli la mano realmente preoccupato. 
 
Kurt non riuscì a dire nulla tranne che sorridergli timidamente dopo aver ascoltato l'attento esame che Sam aveva condotto su di lui.
 
“Non è vero... non ci credo” gli rispose Kurt
 
“Ti trovi bene alla Dalton?” gli chiese come prova Sam.
 
“Ovvio che sì!”  gli rispose prontamente Kurt, ma non volendo il naso gli si arricciò.
 
“Ecco... questa ne è la prova” disse ancora una volta Sam.
 
“Coincidenza... può capitare!” esclamò il ragazzo moro capendo che in realtà aveva ragione Sam.
 
“Voglio farti un'ultima domanda” aggiunse Sam sicuro.
 
“Ok” rispose Kurt sorridendo
 
“Mi ami?” gli chiese guardandolo fisso nei suoi occhi marrone nocciola, per poi stringergli ancora più forte la mano.
 
“N...no... c...h...e domande” rispose dopo qualche istante il ragazzo in evidente difficoltà.
 
Sam si avvicinò lentamente al suo volto cercando con lo sguardo l'approvazione di Kurt che sembrava essere immobilizzato, così Sam proseguì fino ad avvicinarsi delicatamente alle sue labbra che iniziò a baciare vogliosamente. Entrambi stavano aspettando quel momento da tantissimo tempo, si desideravano a vicenda e si completavano. L'uno conosceva ogni particolare dell'altro. 
 
“Sei un pessimo bugiardo” gli disse Sam ancora fra le sue labbra.
 
“Ti A...mo!” gli rispose ancora intimidito Kurt.
 
Aveva aspettato quel momento da tantissimo tempo e ora che si stava avverando non gli sembrava possibile, non credeva ancora di poter assaporare quelle labbra che aveva sempre desiderato, non credeva che quel corpo che era stato sempre al centro dei suoi pensieri ora fosse disteso su di lui, non credeva che quel ragazzo che sembrava completamente diverso da lui potesse diventare l'unica persona a renderlo felice.
  
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