24 OTTOBRE

23.47

 

Silenzio. Solo l'ululare del gelido vento. La città era deserta; ormai nessuno si azzardava a rimanere al di fuori delle loro case. 

Si materializzò un rumore di passi pesanti che avanzavano lenti. Per Michael ormai era un'abitudine incamminarsi su quell'asfalto umido per i continui cambi di temperatura. I lampioni creavano riflessi giallastri su di esso. L'uomo non aveva paura dei criminali che di solito si aggiravano per quella zona.
Anche lui faceva parte di quel circolo, perchè spaventarsi? Attraversò la via principale, completamente bardato e coperto sino al naso dal cappotto nero . Le mani in tasca e lo sguardo fisso innanzi a lui. Prese la prima svolta a destra dell'incrocio appena incontrato. Oltrepassò alcuni uomini che affiancavano un muro scrostato dal tempo, che lo guardarono con odio e sfida, ignorandoli di conseguenza. Era stanco, non aveva voglia di fare casino. Un colpo di tosse lo fece piegare in due. A furia di lavorare all'aperto, si era ammalato.
Doveva riposarsi. Si avvicinò ad un lampione, la cui luce faceva ad intermittenza, e appoggiò la mano pallida al palo ghiacciato.
Respirò con calma. 

"Sono esausto...meglio tornare a casa..."

Prese forza e si girò, vedendo qualcuno in lontananza. Un'ombra indefinibile, immobile. Michael rimase interdetto. Fu percosso da una bruttissima sensazione. Riprese immediatamente a camminare. A tratti, con la coda dell'occhio, osservava alle sue spalle. Quell'ombra gli era alle calcagne. Michael iniziò a correre, sentiva che non sarebbe successo nulla di buono. Era debole, e per quanto cercasse di aumentare il passo, tutto era inutile. Dietro di se, Quella presenza inquietante camminava tranquillamente. Nessun tentativo di rincorrerlo. L'uomo rallentò, forse si era sbagliato. Fece un sospirò di sollievo.
Nemmeno il tempo di avanzare, che cadde a terra con un botto. Spostò lo sguardo alle sue spalle, ma quell'ombra era ancora troppo lontana per averlo potuto colpire. Era indenne, nemmeno un graffio, nemmeno un segno di pallotola. Allora perchè era caduto?
Cercò di alzarsi, ricadendo all'istante. Come se un peso lo stesse trattenendo. Il terrore gli salì sino al capo. 

Dannazione! Pensò con foga. Devo riuscire ad alzarmi!
Uno spostamento del vento. Michael capì all'istante. L'identità sconosciuta gli fu addosso. L'uomo cercò di divincolarsi, e ad urlare, ma la sua bocca era come cucita. Sentì solo le unghie di quell'essere, conficcate nella pelle del suo viso. Tentò ancora di levarsi da dosso chiunque lo stesse bloccando. La forza di quest'ultimo era terribilemte elevata, e qualsiasi sforzo era inconcludente. Un Ghigno maligno apparve alla luce del lampione. Michael riuscì solo a vedere due grandi occhi, terribili e di un rosso sangue acceso. Sbiancò . E fu l'ultima cosa che fece.