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Autore: Roberta e Chery    08/12/2011    3 recensioni
Miriam, una bella ragazza, pianista, laureata, amata dalla sua famiglia.
Una vita perfetta, destinata a finire. Un terribile incidente ha troncato la sua vita... o perlomeno, ci ha provato. Miriam cade in un coma profondo da cui è destinata a non uscirne più. La sua vita è mantenuta da un macchinario e da una maledetta spina.
Nicholas, un bel ragazzo, pittore, laureato anche lui, in cerca di divertimento e di una casa.
Cosa potrà unire queste due vite completamente diverse? Forse l'incidente di Miriam?
Tratto dalla storia:
«Tu... tu chi sei? Cosa vuoi da me?» Domandai alla figura che mi guardava disperata.
«Ti prego... devi aiutarmi! Aiutami, aiutami...» Disse sussurrando tra i singhiozzi.
«Cosa? Cosa devo fare? Come posso aiutarti?» Chiesi rattristato da quella visione. Era la tristezza in persona, lei era il dolore.
«Il mio corpo, il mio corpo è il quell'ospedale! La macchina, devi staccare la spina. Io voglio morire, non ha senso vivere così, nell'oscurità.»
«Co-cosa? Il-il tuo corpo? Tu sei... tu sei un fantasma?» Domandai senza fiato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se solo fosse vero.


Pov Miriam

«Mamma, io esco! Ci vediamo più tardi, vado da Angela! Ciaoo» Urlai a mia madre poco prima di infilarmi il giubbotto e varcare la soglia di casa. Stavo per chiudere la porta quando mia mamma mi bloccò e mi disse fintamente offesa:
«Hei! E un bacio a tua mamma non si da?!» Risi e mi sporsi per baciarle la guancia e abbracciarla.

«Ciaoo» Dissi sorridendole.
«Ciao Miriam» Disse soddisfatta.
Cominciai a camminare in direzione della casa di Angela. Passeggiavo tranquilla per le vie di Los Angeles, immersa nei miei pensieri. A cosa pensavo? Alla mia nuova composizione del pianoforte, dedicata alla mia mamma.
Era stata così contenta quando l'avevo sentita che il mio cuore era impazzito di gioia a vederla così felice, aveva pianto per tre giorni e aveva voluto risentirla mille volte. Arrivò addirittura a canticchiarla a memoria!
Un rumore stridulo di clacson mi fece voltare improvvisamente, giusto in tempo per vedere la macchina grigia perdere il controllo e venire dritta nel punto in cui ero io. E poi il nulla. Il vuoto più assoluto.
Solo buio era davanti ai miei occhi, e silenzio. Un silenzio opprimente, soffocante.
Per quanto sarebbe durato? Per quanto tempo sarei rimasta annegata nel buio?
  
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