Scritta per la community clicheclash
Titolo: Never meant to be together
Cliché: #98. Partenza e/o ritorno
(Casual cliché)
Fandom: Originale
Rating: G
Il
suo nome è Camilla e abita nella mia stessa via da almeno
dieci anni.
Dieci anni fa frequentavamo lo stesso gruppo, ci trovavamo
ogni tanto a pranzare insieme la domenica e uscivamo tutti i pomeriggi.
Dieci anni fa eravamo amici.
Camilla e suo fratello erano quelli che vedevo più spesso e
non sempre ne ero contento. Lui era pesante e le sue battute non
facevano mai
ridere. Lei era più divertente, un po’ timida, ma
simpatica, però non era bella
e solare come Beatrice. Era alta e incredibilmente magra, il suo naso
era
troppo lungo, il seno completamente piatto e aveva sempre qualche
brufolo arrossato.
Non era bella e non era l’anima della festa. Solo quando
conosceva bene
qualcuno si apriva davvero e diventava più facile passare
del tempo con lei.
Con il passare degli anni il nostro gruppo si è sfaldato e
ognuno di noi ha preso la sua strada. Dev’essere stato in
quel momento che
Camilla è rimasta da sola. Per lei non è mai
stato facile fare amicizia, ma a
nessuno è importato, perché ognuno aveva i suoi
pensieri e i suoi problemi e,
in verità, a nessuno importava di lei, perché lei
era la prima a cui non
importava. Era lei a non provarci e lasciarsi trascinare.
Vedevo Camilla tutti i giorni alla fermata dell’autobus,
prendevamo la stessa linea, come molti altri. Parlavamo e ridevamo
ancora tutti
insieme, ma la distanza tra di noi continuava ad aumentare, senza che
riuscissimo a vederla.
Camilla è sempre stata una presenza silenziosa nella mia
vita. Era lì, accanto a me, ma allo stesso tempo era lontana
mille chilometri.
Mi piaceva parlare di niente insieme a lei, per soli pochi minuti,
prima di proseguire
con la mia vita, vita che non includeva lei.
Fu quando avevo sedici anni, che Camilla iniziò a cambiare.
Parlava leggermente di più, era un po’
più allegra e spesso sorrideva. Le sue
forme iniziavano a riempirsi e i suoi brufoli arrossati venivano
maldestramente
coperti dal fondotinta. Mi accorgevo di queste cose anche se non le
prestavo
molta attenzione e la guardavo solo di sfuggita, perché a
confronto con le
altre ragazze dell’autobus lei era ancora una bambina,
nemmeno tanto bella.
Poi, un giorno di dicembre arrivò con i capelli colorati di
rosso scuro. Disse che non era tinta, ma henné e che sarebbe
andato via dopo un
po’. Ma sorrideva e ringraziava chi le faceva i complimenti
e, dio, quel colore
sembrava creato apposta per lei.
Il giorno della sua foto di classe si truccò appena e i suoi
occhi verdi risaltavano come non mai e per quanto ci provai non riuscii
a
distogliere lo sguardo. Stava bene, truccata così, e glielo
dissi.
Notai appena le sue guance arrossarsi, perché ero troppo
distratto dai suoi occhi, a cui non avevo mai prestato davvero
attenzione.
Dal giorno dopo Camilla iniziò a truccarsi ed essere
più
allegra, ma io feci finta di niente, perché avevo il
sospetto di piacerle e non
volevo avere rogne. Perché per quanto Camilla stesse
diventando più carina, non
era il mio tipo. Io preferivo le ragazze divertenti ed estroverse,
quelle che
hanno tanti amici e nessun problema a dire la loro.
Ebbi un paio di storie, ma Camilla non disse niente ed io
non mi aspettavo sul serio che dicesse qualcosa, perché non
sarebbe stato da
lei. Continuava a sorridere come sempre ed iniziai a credere di essermi
completamente sbagliato, ma una parte di me fece un sospiro di
sollievo, perché
non volevo piacere a Camilla.
Poi lei finì il liceo e non salì più
sull’autobus, l’anno
dopo io iniziai a lavorare e da allora non ci siamo più
visti, tranne che per
le sporadiche volte in cui ci siamo scambiati un saluto veloce passando
per
strada.
Da allora ho sempre continuato a pensare a lei.
Camilla è introversa e non parla molto. La sua espressione
è
dura e distante, niente sembra toccarla. Non ha veri amici, passa il
suo tempo
libero in casa e non la vedo quasi mai uscire.
So che frequenta l’università e
l’oratorio, che conosce
quasi tutti i bambini del paese e loro conoscono lei e
l’adorano. E’ una
ragazza responsabile, ma un po’ pigra. Non saluta mai per
prima, ma quando lo
fai tu, lei ti ripaga sempre con un sorriso.
Camilla è diventata una ragazza carina. E’ ancora
magra, con
poco seno e il naso grosso, ma i suoi fianchi sono morbidi, le sue
gambe lunghe
e la pancia piatta. La sua pelle è più pulita e i
suoi occhi verdi sono
incorniciati da ciglia lunghissime. I suoi capelli non sono
più rossi, ma il
sole li fa brillare di una sfumatura bronzea che cattura lo sguardo e
non lo
lascia più. La sua bocca è fatta per essere
baciata e quando sorride tutto
sembra diverso. Per molti è carina, ma per me è
bellissima.
Non ho mai amato Camilla, ma ammetto di avere avuto negli
anni, e forse anche adesso, una piccola cotta per lei. E’
quella ragazza che
non si può mai raggiungere, ideale, troppo anormale per
vivere una storia
normale.
Camilla passa inosservata e in pochi le si avvicinano, ma
chi lo fa ha la possibilità di entrare per sempre nel suo
cuore. Perché quando
per lei diventi qualcuno, lo resterai fino alla fine.
Quando la incontro per strada la saluto senza staccare gli occhi dai suoi, perché i suoi occhi sono la cosa che mi piace di più. Se la guardo negli occhi mi sembra che il tempo non sia mai passato e che non ho mai sprecato gli anni che abbiamo passato insieme.
Oggi Camilla ha ventiquattro anni e sta partendo per
l’America.
Ho sentito che andrà a studiare all’estero, in
California, e
non so quando tornerà, o se tornerà.
Abbiamo abitato vicini per undici anni, siamo stati amici
per cinque e conoscenti per sei.
L’ho vista crescere, l’ho sentita ridere e parlare,
mi ha
sorriso, mi ha guardato, potrei dire che abbiamo addirittura flirtato
in un
paio di occasioni. Le sono stato vicino, ma non l’ho mai
toccata, accarezzata,
consolata o rassicurata, non l’ho mai baciata e
l’ho lasciata andare. Fin
dall’inizio me la sono fatta scappare, perché ero
troppo stupido per vedere
quello che era sempre stato davanti a me.
Solo una piccola parte di me rimpiange il passato. Perché so
che io e Camilla non siamo mai stati destinati a stare insieme, eppure
siamo
sempre stati anime gemelle.
E’ il modo speciale in cui i nostri sguardi si incontrano e
non si lasciano. E’ il modo in cui lei è sempre
nella mia mente, in un angolino
in disparte, ma sempre presente. E’ il modo in cui a volte la
immagino al mio
fianco, al posto di qualcun’altra. E’ il modo in
cui compare nei miei sogni nel
momento più inaspettato e mi sento felice. E’ il
modo in cui il mio cuore fa
male quando mi rendo conto che la realtà è
diversa.
Ma la verità è che non siamo mai stati destinati
a stare
insieme, a dispetto del filo che ci unisce e nonostante io sappia che
è lei
l’altra metà di me.
E oggi Camilla parte per l’America, fa un altro passo, da
sola, lontana da me e da tutto quello che avremmo potuto essere.
Non ho idea di quali siano i suoi desideri, i suoi sogni o
le sue paure, non conosco la donna che è diventata Camilla,
ma so che anche
lei, infondo, la pensa come me.
E adesso io la guardo da lontano, mentre scende le scale,
seguendo suo padre e la sua valigia. E’ nervosa ed
emozionata, non smette di
sorridere e il sole del mattino le illumina d’oro e di bronzo
i capelli lunghi.
La osservo per quella che sarà forse l’ultima
volta,
cercando di imprimermi la sua immagine nella mente, a memento della
nostra
adolescenza ormai passata. E mi rendo conto che la Camilla che ho
sempre
conosciuto sta per svanire del tutto. Così come il nostro
passato e tutte le
occasioni perse e sprecate.
La osservo mentre apre la portiera della macchina e si gira
verso casa mia, come ha sempre fatto, quasi sperando di riuscire a
scorgermi,
almeno per un istante.
Incrocio il suo sguardo e non riesco a vedere altro, come se
tutti i metri che ci separano in realtà non siano altri che
pochi centimetri.
Non vedo il suo sorriso appena accennato, perché i suoi
occhi verdi riempiono la mia vista, la mia mente e il mio cuore.
Il tempo riprende a scorrere e lei sale in macchina,
chiudendo con un colpo secco la portiera dietro di sé. Poi
l’auto parte, gira
in fondo alla via e lei scompare.
Se n’è andata, questa volta è andata
davvero.
Mi volto e torno in casa, pronto a riprendere la mia vita
come ho sempre fatto.
Non ho mai amato Camilla, ma lei è stata una delle persone
più importanti. Mi ha accompagnato per dieci anni lungo la
strada della vita,
ha affollato i miei pensieri, i miei sogni, e occuperà per
sempre un angolo del
mio cuore. Anche se non l’ho mai amata, anche se non
è mai stata mia.
Un giorno forse tornerà con un ragazzo, un marito, un
compagno
al braccio, l’aria soddisfatta e il sorriso più
bello del mondo sulle labbra. E
quel giorno forse mi fermerò a guardarla ancora una volta.
Ma non avrò
rimpianti e non ne avrà lei.
Perché non siamo mai stati destinati a stare insieme.
Questa è la sola ed unica
verità.
N/A: So che il cliché non ha un ruolo centrale, ma questa oneshot mi è venuta di getto e non ho potuto fare altro che mettermi a scriverla. E' leggermente diversa dal mio solito stile, però sono contenta di averla scritta, qualunque sia il risultato. Se volete lasciarmi un commento, sappiate che mi fa soltanto piacere!