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Autore: nes_sie    08/12/2011    5 recensioni
Ricordava benissimo la lezione di Difesa contro le Arti Oscure incentrata sui vampiri, e Hermione era sicura che quello accanto al mago fosse un vampiro.
Hermione alle prese con i regali natalizi… e un incontro particolare.
[Ha partecipato al contest Un Canto di Natale indetto da Jakefan e Kagome_86]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo: The Angels Christmas Fair
Personaggi/pairing: (Bonus “Roulette russa”) Hermione J. Granger, Altro personaggio
Genere: Generale
Rating: Giallo
Avvertimenti: One-Shot; Missing Moment
Prompt utilizzati: Angelo, Stella, Ricordi, Vin brulé, Regalo, Coro
Eventuale canzone scelta: Silent Night


The Angels Christmas Fair
Questa OS partecipa al contest Un canto di Natale
indetto da jakefan e Kagome_86

«Abbiamo preso lo zenzero e la cannella… mancano solo i canditi, e poi potremo dedicarci ai regali.»
Hermione ascoltava distrattamente sua madre intenta ad elencare gli ingredienti che mancavano per i biscotti allo zenzero. La sua mente era ancora persa tra i ricordi legati alla festa di Natale al LumaClub.
Un completo disastro.
McLaggen l’aveva perseguitata tutta la sera, e lei aveva tentato in qualsiasi modo di sfuggirgli.
Se avessi saputo che il viscido era dotato di tentacoli, neanche fosse una Tentacula Velenosa, avrei evitato di chiedere proprio a lui di accompagnarmi.
E come se non bastasse non era ancora riuscita a chiarire con Ron. Anzi, invitando Cormac, aveva ulteriormente complicato le cose.
Ammettilo, Hermione. Non è stata una mossa intelligente.
Non lo era stata per niente. Aveva solamente dato l’ennesima dimostrazione di quello che provava per quell’idiota.
I M.A.G.O. sono il tuo obiettivo adesso, Hermione. Lascia perdere quella Zucca Vuota.
Succhiò istintivamente il labbro inferiore tra i denti e la lingua. Alzò lo sguardo e cercò la sagoma della madre che si distingueva a fatica nella moltitudine di gente ammassata tra le bancarelle.
Non appena arrivata alla stazione di King’s Cross, sua madre l’aveva accolta calorosamente e con un sacco di progetti per il pomeriggio. Così avevano deciso di recarsi all’Angels Christmas Market, ad Hyde Park. Hermione, nonostante il viaggio, aveva accettato più che volentieri: le sarebbe servito per distrarsi e non avrebbe pensato a tutto quello che era successo la sera prima. 
Beh, ci aveva provato.
«Hermione, credo di aver preso tutto. Vedrai, ne faremo tantissimi. Ricordi quando li preparavamo insieme?»
«Certo, mamma.»
Hermione sorrise sinceramente. Nonostante amasse essere una strega, la lontananza non era affatto facile da gestire. I suoi genitori le mancavano, soprattutto adesso che per il Mondo Magico si prospettavano tempi molto bui.
Comincio ad essere veramente preoccupata per quello che una nuova Guerra potrebbe significare per la mia famiglia non certo Purosangue, pensò sconsolata.
Si lasciò scivolare di dosso quelle preoccupazioni e annuì con un altro sorriso appena accennato alla proposta di sua madre di continuare nella ricerca di un regalo per il padre.

***

L’odore della cannella e delle altre spezie gli solleticavano il naso. Trovava fastidiosa quella fragranza che si diffondeva nell’aria e andava a mischiarsi agli altri odori: dolciumi e bevande della tradizione natalizia babbana, legno umido delle bancarelle e degli alberi e arbusti attorno, sudore e sangue della gente che si spintonava tra gli stand e dei mocciosi che correvano come forsennati da una parte all’altra del viale addobbato e che puntualmente andavano a scontrarsi con lui.
«Ne hai ancora per molto?» Sanguini lo disse con la solita espressione annoiata, se non fosse stato per quella inclinazione seccata che evidentemente Eldred non aveva percepito.
«Andiamo, non fare il guastafeste. Invece di fare quella faccia, perché non dai un assaggio a questa bevanda babbana. Com’è che si chiama…? Vin brulé, ecco.» Eldred avvicinò la tazza all’amico, ma dovette rassegnarsi con uno sbuffo: Sanguini aveva arricciato il naso in una vera e propria espressione di disgusto.
«Dovresti essere più aperto a queste cose. Io lo trovo davvero delizioso, ottimo per serate fredde come questa. Sai, credo che potrei cominciare a scrivere qualcosa sulle tradizioni babbane…» Diede un paio di sorsi alla tazza che aveva offerto prima, poi continuò a borbottare tra sé e sé.
Sanguini ascoltava distrattamente il parlottare di Eldred, ormai abituato ai suoi lunghi monologhi. Se non fosse che gli aveva promesso di accompagnarlo a Notturn Alley, si sarebbe risparmiato tutte quelle luci colorate, i festoni, i balocchi, la confusione, e ovviamente quell’odore nauseabondo che proveniva dal vin brulé…

Una leggera foschia rende l’atmosfera di Londra quasi suggestiva. Lo spettacolo della neve che ha ricoperto i tetti delle case, le insegne dei negozi, le strade, insieme alle luci natalizie ad ornamento di ogni dove è incantevole. Sente ancora riecheggiare nella mente la sua voce che intona una carola di Natale mentre, estasiata, lava il suo corpo con il sangue delle loro vittime di quella notte. L’odore del sangue che si mischia a quello del vin brulé cucinato istanti prima del loro arrivo da quelle stesse vittime nella loro casa.

«Per la barba di Merlino! Quella ragazzina non era forse alla festa del vecchio Lumacorno, ieri sera?» La domanda improvvisa di Eldred distolse bruscamente Sanguini dai suoi cupi pensieri. Seguì con lo sguardo la direzione verso la quale era rivolto quello di Eldred e questa lo portò di fronte ad una ragazzina dai folti capelli bruni e dall’aria crucciata che guardava la pila di sciarpe su una bancarella, indecisa evidentemente su quale acquistare. Non rispose. Sapeva che, quando Eldred aveva quello strano luccichio agli occhi, era meglio non assecondarlo… non che questo potesse in qualche modo abbatterlo.
«Dico invece che è quella ragazzina! Ho visto il giovane Potter conversare con lei. Di sicuro oltre ad essere compagni di scuola, saranno anche ottimi amici, e quale migliore occasione di quella di poter convincere la cara amica a persuaderlo riguardo alla sua biografia.» Sistemò per bene gli occhiali sul naso e cominciò ad avvicinarsi a lei, mentre assumeva quell’espressione disinteressata e ingenua che di certo non gli apparteneva. A Sanguini non rimase altro che seguirlo.

***

Quella rossa o quella blu? Però, forse, sarebbero meglio un paio di guanti. O un cappello...
«Accidenti! Ma perché non ci ho pensato prima?» Da parecchi minuti – aveva ormai perso la cognizione del tempo – non faceva che guardare quelle sciarpe, tuttavia senza avere la benché minima idea di quale scegliere. Di solito, nei Natali passati, si occupava settimane prima dei regali, soprattutto quelli per i suoi genitori: sapeva che avrebbero apprezzato di più un regalo fatto con le sue mani, magari, o comunque che non avesse niente di “magico”. Per cui si premuniva e trovava la soluzione migliore in tempo. Di solito…
Miseriaccia! …oh, ecco. Adesso parlo come lui.
Si morse con rabbia l’interno della guancia e, frustrata, andò a guardare quei guanti verdi indossati dal manichino in fondo allo stand.
Non ricordava fosse tanto difficile scegliere un regalo di Natale.
Fece il giro attorno lo stand e si mise di fronte al manichino, nell’angolo in cui si collocava un altro stand che esponeva oggetti artigianali, per lo più angeli in terracotta dipinti ad arte.
Magari questi potrebbero andare. Potrei ricamarci sopra qualcosa. Insomma, sono diventata piuttosto brava con i ferri…
«Sanguini, tu che ne pensi? Non è particolarmente… realistico questo angelo? Devo ammettere che questi babbani ci sanno proprio fare…»
Hermione si riscosse bruscamente all’udire quelle parole. Si voltò verso i due interlocutori e quasi all’istante poté riconoscere che quella voce apparteneva ad un mago. Un mago occhialuto, piccolo e tarchiato, vestito con un completo marrone piuttosto appariscente ed un cappello che faceva sembrare la sua testa ancora più piccola. Il tizio con lui era invece parecchio inquietante: alto, emaciato e tremendamente pallido, con due ombre intorno agli occhi che li rendevano ancora più cupi e profondi. L’espressione annoiata del suo volto si alternava, di tanto in tanto, con quella quasi… affamata, quando spostava la sua attenzione verso la donna dietro il bancone che con meticolosità appendeva delle decorazioni a forma di stella in alto alle sue spalle. Si distingueva benissimo il tintinnio delle stelle che si scontravano l’una con l’altra, mosse dal vento quasi impercettibile.
Ricordava benissimo la lezione di Difesa contro le Arti Oscure incentrata sui vampiri e Hermione era sicura che quello accanto al mago fosse un vampiro.
Il mago, che non aveva ricevuto alcuna risposta dall’altro, si rivolse ad Hermione, la quale si ritrovò presa alla sprovvista. «Lei cosa ne pensa, signorina?»
«Ehm… ecco, io… io non credo di aver capito, signore.»
«Oh, mi scusi. È che mi chiedevo cosa ne pensaste di questo angelo qui.» In mano teneva il busto di un angelo paffutello dall’aria birichina.
«Beh, penso che sia… carino.» Hermione sorrise gentilmente. Quel mago era curioso. Più che altro era curioso il modo in cui la guardava: come se non aspettasse altro che… che? Non ebbe il tempo di concludere quel pensiero, che il mago riprese a parlare. «Sa, la sua faccia non mi è nuova, signorina. Non si trovava per caso alla festa di Natale del Professor Lumacorno, ieri sera? Mi pare di averla vista tra gli invitati. Deve essere una studentessa di Hogwarts.» Quest’ultima frase la disse piano, mentre si accostava con fare confidenziale vicino il volto di Hermione.
Ecco perché mi era familiare! Devo averlo intravisto mentre cercavo di seminare McLaggen.
«Ricorda bene, signore. Mi trovavo proprio lì,» rispose Hermione con un sorriso appena accennato.
«Avevo ragione, dunque! Ma lasci che mi presenti: sono Eldred Worple,» disse Eldred. Si tolse il cappello e con un segno di intesa invitò il vampiro ad avvicinarsi. «Mentre lui è il mio amico Sanguini.»  Quest’ultimo, poco interessato alla cosa, fece appena un cenno.
«Hermione Grenger. Molto lieta, signori.» L’ultima cosa che voleva era dover perdere tempo prezioso per stare dietro al chiacchiericcio continuo di un mago e alla presenza silenziosa – e inquietante – di un vampiro.  
«E così lei è una studentessa di Hogwarts del quinto anno, correggetemi se sbaglio,» disse Eldred con un’aria vaga che comunque non convinceva del tutto Hermione.
«Sesto, in realtà.»
«Ma allora conoscerà bene il signor Potter. Anche lui frequenta quello stesso anno,»
L’aver sentito nominare Harry, le fece scattare un campanellino d’allarme.
È interessato a Harry… logico. Dovevo capirlo subito.
Hermione sapeva che di sicuro Eldred avrebbe cominciato a fare insinuazioni riguardo ad Harry, il Prescelto e quant’altro. Infatti la pronta domanda di Eldred le diede ulteriore conferma.
«Magari siete pure ottimi amici, o sbaglio anche questa? Magari è la stessa amica che cercava ieri… Perché sa, lei potrebbe convincerlo a scrivere la sua biografia! Non impiegheremmo molto tempo, e pensi, potrebbe guadagnarne qualcosa anche lei…» Disse Eldred con tono ammiccante. Hermione a quel punto capì che l’unica cosa da fare era sbarazzarsi di lui.
«Non credo di essere interessata, signore. Anzi, per me è arrivato il momento di andare. Credo si sia fatto tardi. È stato un piacere conoscerla… ehm, conoscervi, davvero, ma adesso devo proprio andare.» Fece un gesto frettoloso di saluto con la mano e voltò loro le spalle. La confusione che mano a mano era aumentata non le permetteva di andarsene di fretta, per cui poté sentire distintamente le parole di Eldred. «Ma signorina, non si rende conto che la gente vuole sapere quante più cose sul Prescelto? È di vitale importanza! Vuole sapere se è con il Ministero!»
Hermione si fermò un attimo in mezzo alla folla. Il Ministero… Percepì appena una morsa allo stomaco, strinse i denti e con aria contrita cominciò a farsi largo tra la confusione, alla ricerca della madre.

***

«Dannazione! Ci mancava molto poco, molto poco. Ho perso un’occasione unica. Devi averla spaventata, ne sono sicuro. Avresti dovuto smettere fin da subito di fissare il collo di quella donna. Ti ho visto, sai? Non sono mica scemo.»
Sanguini si voltò verso Eldred. «Sei stato tu a spaventarla. Le sei piombato addosso come un avvoltoio. Avresti dovuto usare più tatto.»
«Più tatto, dici? Sono stato gentilissimo. Le ho perfino chiesto educatamente cosa ne pensasse di questo coso con le ali,» rispose Eldred. Con la mano continuava ad agitare l’angelo paffuto. «Evidentemente ho sbagliato approccio.»
Sanguini alzò gli occhi al cielo. Non vedeva l’ora di andarsene da quel posto e starsene per conto suo… magari senza Eldred intorno. «Adesso che hai finito, che ne dici di andarcene? Dobbiamo andare a Notturn Alley, ti ricordo.»
«Certo, certo. Possiamo andare,» disse Eldred. Calcò per bene il cappello in testa e si sistemò meglio la sciarpa intorno al collo. Fecero per andare quando una voce li fermò. «Mi scusi, signore. Vedevo che era particolarmente interessato a quell’angioletto. Si è deciso ad acquistarlo?» La stessa donna dietro al bancone che aveva fissato tutto il tempo si era rivolta a Eldred, il quale, ancora seccato per il tentativo mal riuscito di convincere la ragazzina bruna, con uno sbuffo rispose «Ah, sì sì… ecco a lei,» disse mentre estraeva dalla tasca del denaro babbano che teneva “per ogni evenienza”, come diceva lui. «E tenga il resto.» «La ringrazio, signore, e buon Natale!» «Come no. Certo, certo. E ora, dimmi, cosa me ne faccio di questo coso?» Sanguini non si sprecò nemmeno a rispondere… «Beh, posso sempre usarlo per spaventare quei maledetti gnomi che girano per il mio giardino,» disse Eldred… per l’appunto.

***

Fortunatamente era riuscita a trovare sua madre in fretta. L’aveva scorta vicino ad una bancarella che vendeva addobbi natalizi e cianfrusaglie varie. In quel momento si stavano incamminando verso l’uscita di Hyde Park, dritte verso casa.
«Certo che stasera c’era molta confusione, ma mi sembra normale, è la Vigilia, dopotutto.» Hermione ascoltava poco attenta. Eldred le aveva messo involontariamente una pulce nell’orecchio: il Ministero voleva Harry dalla sua parte. A Hermione parve naturale pensare immediatamente che Harry, qualora lo avessero contattato – perché prima o poi ci sarebbero riusciti –, non sarebbe stato del loro stesso avviso. Non dopo tutti i torti che aveva subito…
«Hermione, mi ascolti? Ti ho chiesto se alla fine sei riuscita a trovare qualcosa per papà,» disse sua madre che sembrò leggermente infastidita dalla poca attenzione della figlia.
«Scusami, mamma. Oggi non sono stata di molta compagnia, vero? È solo che nel Mondo Magico stanno succedendo delle cose e…» Sua madre la interruppe mettendole una mano sulla spalla. «Non occorre che ti giustifichi. È solo che ci vediamo così poco, e per quel poco che possiamo stare insieme vorrei che tu fossi qui, e non da qualche altra parte. Mi capisci?»
Solo allora Hermione si rese conto di non essersi comportata correttamente nei confronti di sua madre. Aveva ragione: doveva approfittare meglio dei momenti insieme a lei e a suo padre.
«Ti chiedo scusa,» disse. La madre le rispose con un sorriso. «Comunque no, non ho trovato nulla,» continuò con espressione dispiaciuta.
«Non preoccuparti, averti per il giorno di Natale è di sicuro il miglior regalo che potrebbe mai ricevere.» Hermione parve rincuorata dalle parole della madre.

Silent night, holy night!
All is calm, All is bright
Round yon Virgin, Mother and Child
Holy Infant so Tender and mild,
Sleep in heavenly peace,
Sleep in heavenly peace.

Di fronte l’uscita del parco un piccolo coro formato da grandi e piccini intonava una carola natalizia. Hermione e la madre si avvicinarono e rimasero in silenzio ad ascoltare.
Quello, dopotutto, sarebbe stato un bel Natale.
Posso sempre riciclare la lana rimasta che usavo per fare i cappellini per gli elfi. La stella dovrebbe venirmi bene…

***

Dalla parte opposta alla stessa uscita, dove il piccolo coro continuava a cantare Silent Night, Sanguini e Eldred camminavano fianco a fianco, anche quest’ultimo stranamente silenzioso.

Silente Night, holy night… Carmilla continua a cantare, mentre con un panno umido toglie il sangue sul viso. Lui l’ascolta in silenzio, rapito, senza sapere che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe sentita cantare.




Notenoiose:
Questa cosa qui è stata scritta in un paio d’ore, riletta alla c**** e inviata cinque minuti prima della scadenza per il Contest indetto dalla lupastra Jakefan e la comare Kagome_86 Un canto di Natale.
È ambientata subito dopo la festa di Natale al LumaClub. Hermione decide di trascorrere le vacanze natalizie insieme ai suoi genitori.
Non mi dilungo troppo, dico solo che questa è la prima e ultima volta che mi iscrivo ad un contest natalizio. Avrete notato il mio ammmore per il Natale, eh? E come se non bastasse, il personaggio che mi è andato a capitare è stato Hermione, la quale mi ha fatto impazzire. Le idee scarseggiavano, quelle poche le cambiavo un giorno sì e l’altro pure, fino a quando una certa signorina vannagio si è messa a scalciare sassolini. E così è uscito fuori Sanguini insieme all’amico Eldred. Questi due personaggi sono comparsi durante la festa di Natale al LumaClub, in quanto invitati. Di Sanguini si sa poco e niente, e potrebbe essere legato in qualche modo ad una certa Lady Carmilla Sanguina che aveva la bella abitudine di lavarsi con il sangue delle sue vittime, convinta che così facendo avrebbe mantenuta intatta la sua bellezza. Io ci ho ricamato sopra ed è venuta fuori ‘sta cosa qua. Non è escluso che un giorno di questi approfondisca meglio il loro rapporto, anzi.
Non sono completamente soddisfatta del risultato, potevo impegnarmi di più. Se non fosse stato per un branco di amikette che mi hanno minacciato, incitato fino all’ultimo, non l’avrei mai finita. Quindi, prendetevela con loro! :P
Grazie a chi leggerà.

   
 
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