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Autore: PaNdArAlE    09/12/2011    3 recensioni
E' una brevissima one-shot che mi e' venuta in mente leggendo il settimo libro, in particolare il capitolo dove Harry rivive i ricordi di Piton. Spero vi piaccia, anche se e' molto triste.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Come ogni mattina, sono seduta nella tua stanza vuota, e mi guardo intorno; il letto e’ sfatto, perche’ sei uscito di corsa per adare a lezione, eri in ritardo. Gli altri si chiedono come fai ad essere sempre in ritardo, quando dai cerchi viola sotto gli occhi si direbbe che tu non dorma mai. Gli altri non ti conoscono come me. E’ vero che non dormi, ma passi le notti a parlare con me, e la mattina ti e’ sempre difficile lasciarmi qui da sola, e vorresti portarmi con te ovunque vai. Ma non si puo’, e tu sei costretto a darmi un ultimo bacio e poi andare via, arrivare alla porta e poi tornare di corsa indietro per darmene uno ancora, ed un altro, ed un ultimo pensiero che ti ha appena attraversato la mente e hai bisogno di condividere con me, ed un bacio in punta di dita, ed un ultimo sguardo,e poi via, e la porta che si chiude alle tue spalle, ed il silenzio che mi circonda.
 Sulla scrivania ci sono montagne di rotolidi pergamena, inchiostro di vari colori e piume. Ti piace studiare, sei sempre stato un po’ so-tutto, fin da quando eravamo bambini! Ma va bene cosi, ti voglio bene per come sei, te ne ho sempre voluto.
Ritorno con la mente alla scorsa notte, ai nostri discorsi, alle tue lacrime. Quanto male mi hanno fatto quelle piccole, apparentemente innocue gocce d’acqua; sono scese nel mio cuore come una pioggia di minuscoli spilli, ognuno lasciando il suo minuscolo foro, ognuno pungendo per un minuscolo momento, ma costantemente, senza fermarsi mai, per un dolore troppo grande da descrivere.
Ero arrabbiata con te, lo sai vero? Appena mi hai confessato la ragione dietro la tua tristezza, ero arrabbiata con te, ti ho perfino odiato per qualche minuto! Ma poi ho capito, e ho pianto con te. E piango tuttora, mentre ti aspetto qui, seduta sul tuo comodino, e il tempo sembra non passare mai, e allo stesso tempo, sapendo cosa ci aspetta, passare troppo in fretta.
Sento dei passi nel corridoio, ma non sono i tuoi: troppi, troppo pesanti, troppo giovani, troppo veloci...”
 
La porta della stanza si apri’ di scatto ed entrarono due ragazzi, sporchi di sangue, con varie ferite e i vestiti ormai laceri e coperti di ogni genere di sporcizia.
- Sei sicuro che questa sia la stanza di Piton, Harry?
- Me la ha indicata la McGranitt, Ron, deve essere questa.
- Comunque non capisco perche’ tu voglia farlo ora, Harry. Hai appena sconfitto Tu-Sai-Chi, insomma, non pensi che ci meritiamo un po’ di riposo?
- Ron, se aspetto lo faranno gli elfi domestici, e io voglio onorare la memoria di Piton; voglio prendere le sue cose e metterle in ordine, e conservarle. Non dimenticare, e’ anche grazie a lui che siamo riusciti a vincere!
 
Harry si avvicino’ al comodino e rimase fermo, impietrito, a fissare una cornice d’argento che faceva bella mostra di se al centro del mobile in legno massiccio. Ron si sporse oltre la spalla dell’amico per vedere cosa lo avesse colpito cosi’ tanto, e rimase anche lui senza parole.
Era una foto a colori di Lily Evans. Ma era diversa da qualsiasi foto Harry avesse visto: non era Lily la madre di Harry, non era Lily la moglie di James Potter, non era Lily che aveva dedicato al sua vita a combattere Voldemort.
Era una giovanissima Lily, spensierata, senza paure o nemici, che sorrideva con complicita’ al fotografo, con negli occhi qualcosa che Harry trovava difficile guardare.
Quella scintilla, quel piccolo movimento degli occhi verdi che conosceva tanto bene, Harry lo aveva gia’ notato, in se stesso, in Lily, ma in altre foto, dedicato ad altre persone...
Non c’era alcun dubbio, guardando la faccia sorridente della ragazzina: ad un certo punto nella sua vita, Lily Evans aveva amato Severus Piton.
Mise la foto in cima a tutte le altre cose e chiuse il baule.
 
“Nel buio che mi circonda, finalmente sola, posso piangere. Non ci sei piu’...”
 
  
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