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Autore: Lugichan    09/12/2011    0 recensioni
E se Orihime avesse riportato indietro Ulquiorra?
{Spoiler!; What If?; UlquiHime, con tracce di IchiHime e IchiRuki esplicito; tratto dal fumetto Bleach Redux: Reject Your Reality; riferimenti ad Unmasked.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inoue Orihime, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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''Nihility means having nothing, and nothing to lose.
If that isn't happyness, what is?
 
The things reflected in my eyes have no meaning.
The things that cannot be reflected... Do not exist.''
 
''When I think about those eyes, I feel like Kurosaki-kun has become a total stranger.
 
I feel like I can't see myself reflected anywhere in those eyes...''
 
 
Avanti, uccidimi.
La mia vita non ha significato, ora.
 
Una sfera, probabilmente causata da un Cero, si ingrandì fino ad esplodere in un mortale miscuglio di verde e rosso, rivelando un grosso buco formatosi al centro esatto di Las Noches; al centro di esso, lentamente stava abbassandosi una figura indefinita coperta dal fumo dello scoppio, che indossava una maschera bianca e rossa con due corna appuntite che sporgevano dai lati.
Ichigo.
Piegò il busto ed andò ad afferrare il collo del malcapitato che aveva osato sfidarlo, Ulquiorra Schiffer. Nella sua terza forma, con un espressione sofferente sul volto, tra le sue mani giaceva come svenuto. Senza un briciolo di riguardo fu scagliato su quel poco di terra che rimaneva, tra le macerie. Aveva già perso un'ala ed un braccio, e forse tutt'e due le gambe, ed ora la spada che Ichigo gli puntava poco sopra il torace minacciava anche di fargli perdere la testa. E assolutamente non in senso figurato.
Ulquiorra aprì lievemente gli occhi, la vista offuscata per la batosta presa dal Vasto Lorde, giusto in tempo per vedere la spaventosa maschera del suo avversario immobile come la pietra ed implacabile come la spada nera che stava promettendo alla sua carotide un bel viaggetto. Non se la sentì di chiudere gli occhi, ma rimase ostinatamente con lo sguardo fisso sulla lama scura, come a volerla sfidare ad abbassarsi... E ciò non avvenne per merito del Quincy Ishida, che prontamente aveva bloccato il polso a Kurosaki, obbligandolo a fermarsi.
«Fermo, Ichigo. Hai vinto.» Disse Uryuu, con voce tremante ma decisa. Indubbiamente vedere tutta quella violenza l'aveva, come minimo, atterrito. «Non c'è bisogno di tormentare il suo corpo.»
L'osservazione di Ishida era acuta, ma ancora più acuto fu il grido incontrollato di Orihime, che sferzò l'aria come se la coda dell'Arrancar l'avesse frustata. «ISHIDA, VATTENE DA LI!!»
Il suo urlo, ovviamente, portò Ulquiorra a fissarla di striscio, per un breve attimo. Così breve, forse, che Inoue se ne accorse troppo tardi, impegnata com'era a cercare un qualche segno di pentimento sulla maschera di Kurosaki.
Uryuu era meno paziente. Senza neanche sforzarsi di regolare il tono, strinse il polso di Ichigo con forza venuta da chissà dove. «Mi senti, Kurosaki?! Se continui non sarai più umano!!» L'aveva avvisato, chiaramente preoccupato per lui.
Forse fu il tono di voce troppo alto del moro, o forse l'indole da Vasto Lorde e la mancanza di ragione di Ichigo...
Fattosta che in pochi attimi Orihime ed Ulquiorra potettero ammirare la magia della spada che veniva fatta allegramente passare attraverso lo stomaco del Quincy, da parte a parte. Il tempo sembrò fermarsi, mentre Inoue si era bloccata a fissare la spada come se fosse un ragno, e mentre un rivolo di sangue scorreva al lato della bocca di Ishida.
Ichigo non ne fu particolarmente colpito. Con un ruggito infastidito, sollevò in aria il nostro povero paladino e lo sbattè malamente lontano, mentre Inoue lo chiamava con un'altro urlo e si precipitava a soccorrerlo.
«Aiutare... te...»
Non credette inizialmente che fosse stato Kurosaki a pronunciare queste parole cavernose e poco articolate.
«Ti... aiuterò...»
Nessuno avrebbe potuto ottenere un espressione così scioccata da Orihime neanche se l'avessero colpita alla bocca dello stomaco con un gancio.
Ichigo voleva si aiutarla, peccato che le sue azioni non arrivassero al cervello: caricò un Cero tra le due corna affilate e piegate, pronto a spararlo verso Inoue per ''aiutarla''.
''E' diventato quella cosa... per colpa mia... Cos'ho fatto?!''
«Kurosaki... fermo... KUROSAKI!!» Il grido d'aiuto di Orihime aveva attirato qualcuno; la lanza del Relámpago saettò veloce in aria e tagliò al pari uno dei due corni, tramutando il Cero in un ammasso confuso di esplosioni che si abbattè sulla testa del ragazzo, spaccandogli irrimediabilmente la maschera. Per un breve attimo si ebbe la visione del volto comatoso di Kurosaki, l'occhio nero e giallo spalancato a fissare la luna dell'Hueco Mundo.
E poi, con uno schianto assordante, il corpo di Ichigo piombò a terra, dove rimase inerte. Gli sguardi dei tre erano puntati su di lui: quello atterrito di Orihime, quello preoccupato di Ishida e quello curioso di Ulquiorra. Ques'ultimo trovò grazie a Dio la forza di alzarsi su quelle che potevano definirsi le sue ''gambe'', una sottile e pericolosamente fragile e l'altra prossima alla caduta. Si stava rigenerando, ma era solo e solamente una finta: gli organi interni erano danneggiati e sforzati fino al loro limite massimo, e quelli non potevano essere curati. Orihime sembrò voler dire qualcosa, la bocca aperta per metà e gli occhi sgranati, ma non erano parole per lui: era silenziosa sorpresa che filava fuori dalla bocca della rossa e andava a scontrarsi contro il corpo di Kurosaki, tornato normale e ferito, mentre il buco tipico degli Hollow si richiudeva a forza.
''Impossibile... Nessuna forma di cura può risolvere una cosa così...'' Riflettè stupito il Cuarto, fissando con sorpresa Ichigo, che lentamente stava riprendendo conoscenza.
E, mentre Orihime sfilava delicatamente la spada dallo stomaco già ferito di Uryuu e lo curava, Ichigo ed Ulquiorra si abbandonarono ad un fiume di parole: vedendo lo stato di Ulquiorra, al rosso tornò in mente lo scontro avvenuto solo pochi minuti fa.
«Sono stato io a farti questo... ? Allora tagliami anche tu un braccio ed una gamba!» Se ne uscì il rosso, frustrato per le sorti del combattimento. «Quindi, se vuoi davvero lottare alla pari... Riducimi nelle tue stesse condizioni!» 
Ulquiorra sembrò esitare, immerso nei suoi pensieri. Poi alzò la lanza e fece per puntarla contro Ichigo. «Bene. Se è questo quello che vuoi...» 
E lì si bloccò, mentre le parole gli morivano in gola. La lancia sparì, mentre le sue restanti membra iniziavano a fumare come un barbecue. «Ah... E' finita.» Mormorò, non facendo nemmeno una piega. «Uccidimi.»
Gli sguardi sconcertati di Inoue e di Kurosaki lo irritarono: come facevano a non capire?
«Muoviti, Shinigami.» Lo incoraggiò Ulquiorra, non tentando di nascondere l'evidente stanchezza che trasudava dalle sue parole. «Se non mi dai il colpo di grazia morirò da solo, e non potremmo mai decidere il vincitore.» 
«Io... Io rifiuto!» Furono le strozzate parole che vennero strappate via dalla gola del ragazzo, che aveva ridotto gli occhi a due fessure arancioni tanto quanto i suoi capelli ribelli. «Mi sono allenato così tanto per poter vincere con le mie sole forze... Ma quella cosa è uscita lo stesso, annullando tutti i miei sforzi... NON E' COSI CHE AVREI VOLUTO VINCERE!!» Un grido di protesta spezzò l'aria rarefatta dell'Hueco Mundo, mentre i pugni di Ichigo si stringevano fin quasi a piantare le unghie nella carne tenera del palmo delle mani. 
Socchiudendo gli occhi, Ulquiorra emise un flebile «Sciocco... Alla fine non hai ancora fatto ciò che volevo.» Si stava dissolvendo, mentre le sue ceneri venivano sparse nel vento che si era levato al termine del combattimento. Inoue, senza più il timore che le stritolava il petto come un serpente, si avvicinò all'Arrancar. 
«E' piuttosto divertente, non trovate?» Parlò il Cuarto; sembrava rivolgersi solo ed unicamente a lei, anche se utilizzava il plurale. «Avevo appena cominciato a trovarvi interessanti...» Una mano innocua, cui gli artigli e la carne nera attorno sembravano corrodersi come per magia, si allungò verso la ragazza a poca distanza da lui. «Ti spavento, donna?» Domandò Ulquiorra, quasi trepidante. 
Inoue, con pochi secondi di esitazione, gli rispose. «No, non mi spaventi...» Ed anche lei allungò la mano verso l'Espada, tentando di afferrare quella mano mortalmente pallida dalle unghie nere. Nere come il dannato fumo che lo portava via, nere come la notte. 
«... Vedo. Bene... Sono contento...» Riuscì solo a mormorare lui mentre la mano sfiorava quella di Orihime, bramosa di un contatto che non c'era mai stato. L'unico tocco che aveva ricevuto da lei per tutto quel tempo era stata la sua mano calda contro la sua guancia gelida, in un ceffone che tutt'ora bruciava e richiedeva una vendetta che non ci sarebbe mai stata. Perchè non inganniamoci, lui stava svanendo. Morendo. Mettetela come vi pare, ma non sarebbe più esistito. E, proprio mentre le punte delle sue dita sfioravano quelle della rossa, lui voltò il viso ed il fumo che continuava a rincorrere il vento finalmente finiva di porre tormento all'Espada avvolse Orihime come un velo da sposa e si dissolse nell'immenso Hueco Mundo.
Inoue non tentò nemmeno di darsi un contegno: le lacrime correvano copiose lungo le guance tonde e rosse, lasciandole impresso un'alone che sarebbe rimasto lì per sempre, come a ricordarle quel che era appena successo.
   
 
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