Purtroppo non possiamo rispondere a molte delle domande che avete posto o vi daremmo degli spoiler troppo evidenti ahahah u__u. Spesso siamo volutamente un pò criptiche perchè ogni cosa deve essere rivelata al momento giusto ;)
Una cosa però ci tenevamo a precisarla. Quando Kris lascia Rob non sa di essere incinta, quindi quello non è il motivo. (Il vero motivo è una di quelle cose che scoprirete a momento debito u.u). E poi, come detto, quando cerca di riavvicinarsi a Rob e dirgli della gravidanza vede che lui è sereno e felice con un'altra e quindi.., quindi rinuncia. Atteggiamento criticabile ma cercate di capire Kris, soprattutto perchè aveva i suoi buoni motivi u.u ve lo garantiamo :)...(sempre tutto scoperto a tempo debito u.u)
Detto questo.... vi lasciamo al capitolo 2, sperando che la storia continui ad intrigarvi. Pronte per un salto nella mente di Rob?? ;)
Ci si risente fra cinque giorni,
Cloe&Fio
PS: Anche qui abbiamo un piccolo suggerimento musicale
- POV Robert
- “Kristen..”
- E per quelli che
dovevano essere i successivi 30 secondi non ebbi la forza di dire
altro. Trenta
secondi, trenta minuti, trent’anni..
- A quel punto non
capivo più neppure la differenza. Era come se il tempo si
fosse cristallizzato
ruotando intorno al viso della donna che mi stava davanti e lo scorrere
avesse
perso ogni tipo di logica o senso.
- Il viso di una
donna
che un tempo avrei detto di conoscere bene, forse più di me
stesso.
- Teneva i capelli
sciolti sulle spalle, lunghi e lisci come li aveva sempre portati e
sembrava..sembrava sempre la stessa. Anche se erano passati..
- Sette anni.
- Sette anni?
- Erano davvero
passati
sette anni da quando l’avevo vista l’ultima volta
faccia a faccia?
- Il primo,
impulsivo,
irrazionale istinto fu quello di sorriderle. Era l’istinto
che la ricollegava a
tutti i bei ricordi, ai momenti felici, ai baci, alle pause sul set, al
suo
profumo, al mio cuore che batteva per lei.
- Inutile dire che
quell’istinto si spense nell’istante in cui i miei
occhi si spostarono nei
suoi. Spalancati, impauriti della mia reazione, verdi e freddi. Gli
stessi
occhi con cui lo aveva massacrato, il mio cuore.
- “E tu
che ci fai qui?”
- Le parole mi
uscirono
naturali, così come naturale fu il fare un piccolo ma rapido
passo indietro e
lasciare cadere la rivista nel palmo della sua mano aperta. Non
l’avrei
sfiorata. No, non avevo alcuna intenzione di farlo.
- Nonostante
facesse
male i miei occhi non riuscivano a smettere di fissarla e di catturare
ogni
singolo gesto o reazione. Si passò la lingua veloce sulle
labbra, le guance le
si tinsero di rosa, le palpebre sbatterono decine di volte, il respiro
divenne
affrettato..
- E io non
smettevo di
fissarla.
- Perché
non smettevo di
fissarla?
- E
perché lei non
smetteva di fare altrettanto?
- Perché
il mio cervello
continuava a registrare i suoi piccoli, impercettibili movimenti come
se non
fosse passato neppure un giorno dall’ultima volta che ne era
stato a contatto?
- Qualcuno rise
con
forza poco distante e mi aggrappai a quel suono per sfuggire a
qualunque cosa
fosse quello strano momento. Distolsi lo sguardo, e mi fece male. Ma
non tanto
quanto me ne aveva fatto vedere lei.
- “Io..”
aggrottò le
sopraciglia. Sembrava quasi che le parole le mancassero totalmente. Si
guardò
nervosamente attorno e mi parve un animale in gabbia.
- Completamente
terrorizzata.
- E non era poi
così
assurdo che si comportasse a quel modo. Negli ultimi anni era
completamente
scomparsa. Insomma, lavorava e, nell’ambiente
cinematografico, era molto
conosciuta ma viveva a Vancouver e raramente partecipava ad eventi
mondani. Ciò
che sapevo era che passava la maggior parte del tempo a scrivere e..con
sua
figlia.
- Deglutii,
cercando di
schiarire la mente.
- Lei aveva la sua
vita,
io avevo la mia vita e il passato era esattamente quello. Passato.
- “Voglio
dire è..”
- E’
bello rivederti?
- Dopo quello che
era
successo non sembrava affatto la frase più appropriata da
dire e neppure la più
sincera.
- “Sì
è..” anche lei
trascinò la frase e capii che, se non fossi intervenuto io,
saremmo rimasti lì
tutto il santo giorno.
- “Lavori
alla
produzione del film?”
- Mentre dicevo
quelle
parole sentii le viscere contorcersi. Non avrei mai accettato neppure
di
presentarmi a quel provino se avessi saputo che lei..
- D’altra
parte, però,
il pensiero di lavorare ancora con Kris non mi fece scattare
quell’angoscia che
mi ero immaginato avrei provato. Il che era assurdo.
- Avrei dovuto
mettermi
a correre il più lontano possibile da lì. Anzi,
avrei dovuto scattare non
appena i miei occhi si erano posati nei suoi e, invece, ero ancora
lì come un
grande idiota..
- “No”
abbozzò un
piccolo sorriso che non sembrava affatto sincero “In
realtà non so se sai che
ho una figlia..e..lei, insomma non è che sia eccitata dalla
cosa ma si è appassionata
alla recitazione e quando l’ho detto a Catherine, lei..una
cosa tira l’altra
e..uhm.. Nemmeno io sapevo che tu fossi coinvolto o..”
- “Sì,
beh..uhm..Catherine
ha detto che ero perfetto e ha insistito per mesi,
così..”
- Se quello era un
qualche tentativo della nostra vecchia ‘amica’ di
farci tornare a lavorare
insieme, io..
- “Se lo
avessi
saputo..”
- Cosa?
- Non si sarebbe
presentata?
- Il ricordo di
ciò che
era stato fra noi, dell’umiliazione, del dolore era ancora
troppo vivido?
- Sì..
- Per me, almeno,
lo era
di certo.
- “Beh
io..devo
sai..vado a rivedere la scena che dobbiamo..”
- “Certo,
certo” annuì
veloce “Ci vediamo allora”
- Scappò
via così veloce
che non ebbi il tempo di salutarla. Non che la mia mente avesse la
capacità
residua di farlo o..
- Sentii
l’impellente
necessità di rimanere da solo anche solo per un paio di
minuti. Infilai il
copione in tasca e più velocemente possibile mi misi a
correre verso il bagno.
Era vuoto e non persi tempo ad infilarmi in uno dei cubicoli.
- Cercai di
respirare e
di trovare la coerenza, il senso..in tutto ciò che era
appena successo. Ma un
senso non ce l’aveva. In quegli anni mi ero così
tanto convinto che lei fosse
fuori dalla mia vita per sempre, che non
l’avrei mai più rivista, che ora..ora mi sembrava
di vivere un sogno.
- Un incubo.
- Un sogno..
- No, un incubo.
Un
incubo.
- Eppure, mentre
chiudevo gli occhi e appoggiavo la fronte al muro, tutto ciò
a cui pensavo non
mi procurava orrore. Per niente.
- Gli anni erano
stati
davvero gentili con lei:si era trasformata da una bella ragazza a una
donna..spettacolare. I contorni del suo volto erano più
definiti, gli zigomi
sembravano più alti ed eleganti, la bocca più
piena. Emanava un fascino sottile
anche mentre mi guardava spaurita ed imbarazzata.
- E
un’ondata di rabbia
montò in me, bianca, ribollente, quasi traboccante, prima
che riuscissi ad
arginarla. Quella forza improvvisa mi aveva colto di sorpresa. Erano
anni che
mi sforzavo di seppellire le mie emozioni e di controllare il mio
carattere, il
dolore e l’odio, e l’assurdo am..
- No,
l’assurdo affetto che una
parte di me ancora
provava per lei.
- Avevo
decisamente
bisogno di calmarmi e c’era una sola persona che era in grado
di farlo quando
mi sentivo perso come, nel corso degli ultimi anni, ero stato spesso.
- La linea
squillò per
così tanto tempo che quasi temetti che non avrebbe risposto.
- No, avevo
bisogno di
parlare.
- Ti prego, ti
prego, ti prego..
- “Pronto?”
- “Era
lì. Sono venuto
al provino e lei era lì. Non l’ho riconosciuta
subito ma quando le è caduta la
rivista e io mi sono chinata a raccoglierla e lei si è
alzata e..” mi passai
una mano fra i capelli. Le parole mi uscivano sconclusionate ma non
riuscivo a
dar loro un senso logico neppure sforzandomi. “Ed era sempre
la stessa
ma..diversa. Più grande e più..più
bella.”
- Sentii Tom
sospirare.
“Rob ti ha dato di volta il cervello? Ok che non la vedi da
un po’ di tempo ma
non credo che tutti questi cambiamenti siano possibili in
sette..”
- “E
invece sì! Mi si è
bloccato il respiro non appena l’ho vista ed eravamo
così vicini che potevo sentire
il suo respiro sulla faccia e..”
- “Beh,
che c’è?” Tom
sembrava quasi divertito “L’hai baciata?”
- “Cosa?”
esclamai
- Ma si era bevuto
il cervello?
- “No,
no che non l’ho
baciata! Ero sorpreso e scioccato!”
- “Beh,
ma è stata una
bella sorpresa no?”
- Fissai allibito
la
porta davanti a me.
- “Tom
ma sei scemo?”
- “Rob,
è la tua
fidanzata, vi sposate fra meno di un mese…sei scemo tu? Ok
ti ha fatto una
sorpresa ed è venuta a darti supporto al provino e so che
quando ami qualcuno
anche sette giorni lontani sembrano anni e sei felice ma..ma non
esagerare ok?”
borbottò lui “Oltretutto stavo mangiando e mi hai
fatto andare di traverso il
panino. Ah ho anche iniziato a scrivere il mio discorso da
testimone..ahah ti
dico solo che ci sarà da ridere.”
- Mi morsi il
labbro,
alzai gli occhi al cielo, e presi un lungo sospiro. Aveva frainteso
tutto.
Ovvio, non mi ero spiegato, non..
- “Tom
non ho visto
Shelby al provino. Lei è ancora a New York”
- “E
allora chi hai
visto?”
- “Kristen”
mormorai “Ho
visto Kristen”
- Mi
bastò il silenzio
seguito dal suono di vetro infranto che avvertii dall’altra
parte per capire
che Tom, in quel momento, doveva
avere un’espressione molto simile alla mia di pochi minuti
prima.
- “Kristen?”
- “Già..”
- “Stewart?
La nostra
Kristen?”
- Avrei tanto
voluto
dirgli che non era quella Kristen
ma..
- “Sì..”
- La nostra
Kristen..
- “Cazzo”
disse solo
“Cazzo”
- “Sì,
beh..” mi bloccai
quando sentii l’avviso di un'altra chiamata in arrivo.
“Aspetta in linea un
secondo”
- Quando aprii
l’altra
conversazione sentii una voce famigliare tanto quella di Tom salutarmi.
- “Amore!”
- Per un attimo
sussultai al tono allegro, gioviale e felice di Shelby ma subito mi
ripresi.
Dopotutto era una delle qualità che più amavo in
lei. Era sempre stata così,
solare e vivace, fin dal primo giorno in cui l’avevo
conosciuta sul set, sette
anni prima. Io che dovevo interpretare Jeff Buckley e..e non mi era
stato
affatto difficile calarmi nel personaggio. Non mi era stato difficile
recitare
la parte di un artista tormentato, depresso, infelice.
- Mi bastava
essere me
stesso. Da quando era finita con Kristen mi ero chiuso in me stesso e
non avevo
lasciato a nessuno il permesso di aiutarmi, di entrare di nuovo nel mio
cuore a
lenire il dolore. Solo Tom di tanto in tanto, ma non era facile. Non
quando lui
aveva sofferto tanto quanto me quando lei ci aveva abbandonati.
- E Shelby era
stata
letteralmente la mia boccata d’aria fresca; con la sua gioia
di vivere e la sua
spensieratezza mi aveva riportato ad avere un’esistenza quasi
normale. Le dovevo
tanto..tutto.
- Mi aveva aiutato
ad
uscire dalla mia folle, ridicola idea di amore e destino a cui ero
rimasto
aggrappato per anni. Per quanto tempo avevo sperato che lei tornasse da
me? Che
il fato, Dio o qualunque altra cose ci fosse lassù ci
avrebbe riportati
insieme? Perché io l’avrei sempre perdonata se lei
fosse tornata e, per mesi,
avevo pregato che lo avrebbe fatto.
- Ma, poi, con
Shelby,
avevo capito una cosa fondamentale. Avevo capito che Kristen non
sarebbe
tornata mai. E avevo anche capito che, forse, essere felici in qualche
modo,
anche solo un pochino, era meglio che soffrire per qualcuno che non
avremmo mai
potuto avere.
- “Rob,
mi ascolti?”
- “Sì,
sì..scusa”
- “Tutto
bene? Sembri
strano”
- “No,
è che..” mi
trattenni dall’impulso di raccontarle tutto. In fondo non
c’era nulla da
raccontare e, a poche settimane dal matrimonio, tirare fuori lo spettro
della
mia ex fidanzata, con cui ancora doveva convivere grazie alla stampa,
era
inutile. Inutile ed assurdo. “E’ solo che mi
manchi”
- Sentii una
strana
stretta al cuore mentre mi rendevo conto che quella era in parte una
bugia. Era
una settimana che non ci vedevamo visto che io ero bloccato a Los
Angeles e lei
a New York per i costumi di un film d’epoca e..e mi era mancata.
- In un certo
senso.
- Mi era mancata
come mi
mancavano i miei genitori, come mi mancava Tom; mi mancava come mi
mancavano
gli amici. Mi mancava soprattutto l’effetto rilassante e
rinvigorente che mi
dava il suo spirito.
- “Oh mi
manchi anche
tu! Ma devo dire che mi sto divertendo. Quanto amo il mio lavoro quando
si
tratta di film d’epoca e posso lavorare con pizzi, merletti e
decine di
bellissimi costumi!” sospirò “Ah, volevo
soprattutto dirti di chiamare tua
madre quando puoi. Il prete ha qualche problema coi certificati o
qualcosa del
genere”
- “Certo,
certo. Senti
devo lasciarti adesso. Tra poco ho un provino.”
- “Okay”
mormorò dolce
“Ti amo tanto. E non vedo l’ora di essere tua
moglie”
- “Ti
amo anche io”
- Ed era vero. La
amavo,
ma dirle che contavo i minuti che mi separavano dal diventare suo
marito
sarebbe stata una bugia e a lei non ne avevo mai raccontate. Era solo
che il
matrimonio con Shelby era arrivato come una cosa logica e sensata, non
come uno
di quei momenti di puro e totale amore rivelatore. Dopo anni insieme
era giusto
compiere quel passo e sapevo che, con lei, sarei stato al sicuro e
felice..
- Sì..
- Cambiai linea
senza
riuscire a trattenere una sorta di gemito.
- “Tom
devo scappare.”
- “Ok,
senti..vorrei
sapere cosa dire per..”
- Sapevo
esattamente
come si sentiva: non c’era assolutamente nulla da dire.
- “Non
fa niente, va
bene così”
- “E’
invece non va
affatto bene così. Insomma non è giusto che dopo
tutto quello che hai passato,
proprio ora..” si interruppe come se stesse cercando le
parole giuste “Senti,
se ti capita di parlarle dille che..insomma dille che la..No, lascia
stare. Non
dirle nulla.”
- Riagganciai e
uscii
dal bagno. Avevo sperato che parlare con Tom mi avrebbe aiutato ma la
realtà
era che non mi aveva fatto per nulla bene e, soprattutto, sapevo di
aver
riaperto una vecchia ferita anche per Tom.
- Ritornai piano
nel
corridoio, guardandomi attorno alla sua ricerca.
Mi fermai quando la vidi distante nella stanza a parlare con Catherine
e,
nonostante tutto, non potei non guardarla rapito. La stoffa della sua
maglietta
rendeva i suoi occhi verdi quasi grigi nella luce, quel colore
inconfondibile
anche a distanza. Dio, perché ogni volta che la guardavo mi
sembrava sempre più
bella?
- E io mi stavo
per
sposare e quei pensieri, anche se non avrebbero portato a nulla, erano
sbagliati. Sbagliati nei confronti di Shelby e della promessa che avevo
fatto a
me stesso sette anni prima: cancellare Kristen dalla mia vita in ogni
modo.
- E forse..forse
anche
fare quel provino era un grande errore. Se la figlia di Kris fosse
stata presa
e anche io..
- No, dovevo
andarmene
da lì il prima possibile. Dopotutto era solo un film, uno
stupido film come
tanti altri e non ne valeva la pena.
- Proprio nel
momento in
cui stavo per voltare le spalle al mio passato ed andarmene
dall’edificio
apparve una ragazza con una bambina a fianco. Erano prese da una
conversazione
piuttosto animata e non si accorsero della mia presenza così
vicina. La giovane
le servì un bicchiere d’acqua.
- “Allora,
sei nervosa?”
- Vidi la piccola
scuotere il capo da dietro. “No, eccitata. Mamma Kris sta
parlando con la regista.
Mamma è più nervosa di me, mi sa”
- Rise e capii.
- Mamma Kris.
- La figlia di
Kristen..
- Potevo vedere
solo i
suoi capelli biondi ma ci fu qualcosa..una sorta di attrazione. Un
istinto
primordiale mi spinse ad avvicinarmi di un passo. Era alta per la sua
età,
riflettei.
- La ragazza, che
riconobbi come una delle assistenti di Catherine, si accorse di me e mi
sorrise. Attesi con il cuore in gola finchè anche la bimba
si voltò, offrendomi
da vicino la vista del suo volto.
- Il fiato mi
uscì di
colpo dai polmoni, come se fossi stato colpito con forza allo stomaco.
- Rimasi a
fissarla ,
immobile come una statua, mentre la mia mente viaggiava a cento allora.
- Quella era..
- No, non poteva
essere
vero.
- Eppure la prima
cosa
che avevo pensato
non appena i suoi
occhi verde acqua si erano postai su di me era stata: quando
ho avuto una figlia?
- E soprattutto: quando ho avuto una figlia con Kristen?
- No, no.
- Kristen aveva
una
figlia. Una figlia con un altro uomo.
- Con James o..o
con
qualcuno che io non conoscevo..
- “Ciao”
mi sorrise,
dolcissima. “Ciao”
- Il suo sorriso,
i suoi
occhi, le sue fossette..
- Una parte di me
voleva
davvero risponderle ma l’altra parte era troppo presa ad
analizzare la sua
figura, il suo volto, il..
- “Haley,
forse è il
caso che andiamo dalla mamma. Credo che il provino stia per
iniziare”
- Il sangue mi
rimbombò
nelle orecchie mentre guardavo l’assistente che spingeva con
delicatezza mia
figlia dall’altra parte della sala.
- Mia figlia?
- Mia figlia!
- Nel farlo, notai
uno
scintillio sulla stoffa della sua maglietta.
- Il ciondolo. Il mio ciondolo. Il nostro infinito..
- Per sempre
Kristen, come il nostro amore..
- “Haley..”
- Quella parola mi
uscì
come un flebile sussurro.
- Haley.
- Un ricordo mi
attraversò la mente come un lampo.
- “Facciamo
una cosa tipo Renesme. Un mix dei nomi delle nostre
mamme” Kris mi baciò la guancia e
sprofondò il volto sul cuscino al mio
fianco.”Mmmm,
vediamo. Julere? Clailes?”
- Risi forte,
metà divertito, metà orripilato. “Kris,
non sei
nemmeno incinta”
- “E non
è neppure nei miei piani più prossimi ma meglio
portarsi avanti. Queste sono scelte che richiedono tempo.”
Ribattè.
- “Quindi
se è maschio come lo chiamiamo?” risi
“Johnard? Ahaha
Kris è ridicolo.”
- Scosse le
spalle. “E’ inutile pensare ad un nome da maschio.
Avremo una bambina”
- La strinsi
leggermente a me, affondando il volto fra i suoi
capelli. Un giorno avremmo avuto una famiglia tutta nostra. Ci saremmo
sposati,
avremmo trovato una casa e saremmo rimasti insieme per sempre.
- “A me
piace Claire, Amy…Haley.” Ammisi un po’
imbarazzato dal
fatto che avevo già immaginato molte volte i nostri figli.
- Il suo volto
scattò verso l’alto, meravigliato.
“Haley. Haley
Stewart Pattinson. E’..è perfetto”
- “E lo
saranno anche I nostri bambini”
- Annuì.
“Sì, lo saranno”
- Si
accoccolò su di me e mai come in quel momento sentii che
lei era il mio futuro, la mia famiglia..
- Haley.
- Le aveva dato il
nostro nome, il nome che, per scherzo, avevamo scelto insieme per la
nostra
futura ipotetica bambina. Eppure lei mi aveva tradito e abbandonato e..
- “Rob.
Terra chiama
Rob” Catherine mi battè sulla spalla con forza
“Non ho tutto il giorno, sai?
Sarai anche uno dei miei protetti ma non ti aspetterai mica un
trattamento
speciale vero?”
- Rise forte,
probabilmente pensando che l’avrei
seguita a ruota, ma non lo feci ovviamente. Non c’era niente
per cui ridere.
Niente..
- “Rob
non mi sembra che
tu stia bene”
- Parlai
nonostante la
gola così secca che sentivo la pelle bruciare.
- “Haley..”
- Quando Catherine
non
rispose alzai gli occhi per guardarla. Si mordicchiò il
labbro, si passò la
mano fra i lunghi capelli biondi ed evitò accuratamente i
miei occhi per
parecchi secondi.
- “Tu
lo..tu lo..”
- Scosse le
spalle.
“L’ho vista oggi per la prima volta Rob. E il mio
motto è ancora: non fare
domande se sai che non otterrai una risposta sincera.”
- Mentre Catherine
concludeva la sua frase spostai lo sguardo oltre il suo corpo e in un
secondo
incontrai gli occhi verdi di Kris spalancati dalla paura. Mi fissavano,
terrorizzati, immobili, angosciati. Si abbassarono per un attimo sulle
sue mani
che stringevano convulsamente le esili spalle di Haley. La piccola si
guardava
intorno, tranquilla, ignara, finchè anche i suoi occhi verdi
non si posarono su
di me. Agitò una mano in segno di saluto e avrei voluto
tanto avere la forza di
ricambiare il gesto, ma rimasi immobile e paralizzato.
- “Rob
se non te la
senti più, io..”
- “No”
incredibile come
quella voce non mi sembrasse più nemmeno la mia
“No, andiamo”
- Abbassai lo
sguardo e,
facendolo, mi resi conto di aver stretto così forte che le
unghie mi si erano
conficcate nel palmo. Sanguinavo leggermente eppure non sentivo alcun
dolore,
se non una grande e cocente rabbia.
- Iniziai a
muovermi
verso di loro proprio mentre la stessa assistente di prima prendeva
Haley per
mano e la conduceva al centro del piccolo palco mentre gli altri
prendevano
posto nelle sedie davanti a noi.
- Quando mi
ritrovai
accanto a lei riuscii quasi a sentire il calore del suo corpicino; era
così
eccitata che saltellava impaziente di cominciare e io non riuscivo a
smettere
di fissarla estasiato.
- Mi sembrava
così
identica a me, così..
- Eppure una parte
di me
ancora si rifiutava di crederlo del tutto. Kris non mi avrebbe mai
fatto
questo.
- La mia Kris non
avrebbe mai fatto questo, pensai, La Kris degli ultimi giorni insieme, invece..
- Quella Kris
neppure
sapevo chi fosse.
- “Ehi”
Haley mi tirò la
manica della camicia “Ciao eh! E’ già la
terza volta che ti saluto ma non mi
rispondi.”
- “Io..io..”
non sapevo
cosa dire perciò optai per la cosa più ovvia e
scontata “Ciao”
- Lei rise.
“Ciao”
- “Ok,
allora quando
volete potete cominciare con le vostre battute” ci disse
Catherine.
- Cercai di
concentrarmi
sulla scena che avrei dovuto recitare con lei e quasi mi parve un
macabro,
crudele scherzo del destino quando mi ricordai che era una scena tra
padre e
figlia.
- “Guarda
papà, un nido
abbandonato! Qui dovevano esserci degli uccellini e..”
- Haley
iniziò a
recitare la sua parte piano e anche io dovetti fare lo stesso ma la
verità era
che fu come vivere una sorta di esperienza extracorporea. Ero
lì, la mia bocca
parlava, le mie mani gesticolavano ma..
- Tutto
ciò a cui
riuscivo a pensare era la bambina di fronte a me e la donna che se ne
stava
seduta da qualche parte e che non avevo il coraggio di guardare.
Perché
se..se..
- “Ehi..psss
ehi..tocca
a te..”
- Mi riscossi
quando Haley
mi fissò e mi fece l’occhiolino.
- “Tocca
a te” ribadì in
un sussurro e mi resi conto che era arrivato il momento della scena
finale.
- Un padre che si
riuniva alla propria figlia.
- Ironico. O
catartico.
Dipendeva dai punti di vista.
- Mi inginocchiai
di
fronte a lei e abbracciarla fu più naturale di quanto mai
avessi potuto
pensare. I suoi capelli avevano un buon profumo e il suo corpicino
caldo mi
confortava.
- “Io..ti..ti
voglio
bene piccola. Ti voglio bene”
- Rise,
staccandosi e
dandomi un bacino sulla guancia, come da copione. “Anche io
papà. E ora che ti
ho ritrovato non ti lascerò mai più. Mai. Mai
più”
- “Dimmi
che non è vero”
- Chiusi la porta
alle
mie spalle. Nel guardaroba eravamo solo io e lei e anche se, forse,
avrei
dovuto andarci piano e fare un lungo giro di parole, semplicemente non
potei
farlo.
- Rimase per
qualche
secondo bloccata, prima di finire di infilarsi il cappotto. Scosse il
capo,
facendo ricadere i lunghi capelli castani sulle spalle.
- “Di
che parli?”
- La voce era
ferma, ma
colsi anche una punta di esitazione che mi fece incalzare.
- “Lo
sai di cosa parlo”
- I suoi occhi si
abbassarono, fissi sulle sue insostituibili converse e le dita
strinsero la
stoffa della giacca. E, se la conoscevo abbastanza, sapevo esattamente
cosa
avrebbe fatto adesso..
- Tornò
a guardarmi col
sorriso più finto sulle labbra.
- “E’
stato bello
rivederti Rob”
- Scappare,
scappare e
ancora scappare.
- Quando aveva
paura
tutto ciò che faceva era scappare. Da tutto, da me, da chi
amava.
- Osservai con
attenzione le sue palpebre. Ogni singola volta che mi mentiva le
sbatteva tre
volte.
- Una..
- Due..
- Tre..
- Giocava
nervosamente
coi capelli, sfuggiva il mio sguardo..
- Prima che
potessi
rendermi davvero conto di ciò che facevo le afferrai il
braccio e la spinsi
contro la parete.
- “Questa
volta non ti
lascio andare via. Non con qualcosa che è mio quanto
tuo”
- Scattò
sulla difensiva
immediatamente. “Non so di cosa..”
- “Smettila!”
- Sobbalzò
quando
sbattei il pugno contro il muro.
- I miei occhi
erano
incollati ai suoi e i nostri respiri così vicini che
l’aria si mescolava e
condensava insieme.
- “Te lo
chiederò una
volta e voglio.. pretendo la verità.” Sussurrai
“Lei..Haley è..è mia??”
- I suoi occhi
corsero
dal mio viso alla stanza vuota intorno a noi. Poi si abbassarono sulla
sua
borsa e, col braccio libero, estrasse la stessa cosa che meno di due
ore prima
le avevo raccolto dal pavimento.
- La rivista People con me e Shelby in prima pagina.
- Deglutì
mentre me la
metteva fra le mani e si scuoteva dalla mia presa.
- “Sii
felice Rob. Te lo
meriti. Sii felice”
- Rimasi
paralizzato
davanti a lei, la rabbia che usciva da me a ondate.
- Era
un’ammissione
quella?
- Era un cazzo di
‘sì
Rob ti ho tenuta nascosta una figlia per sette anni’ o
cos’altro?
- “Kisten
ti giuro su
Dio che se..”
- “Mamma?”
- Feci
istintivamente un
passo indietro, voltandomi, quando sentii la voce della piccola Haley e
la vidi
che ci fissava confusa. Si avvicinò subito a Kris,
protettiva.
- “Tutto
bene, mami?”
- “Sì,
sì. Hai salutato
Catherine?”
- Haley
annuì, felice.
“Sì, ha detto che sono stata molto brava e che io
e Rob siamo perfetti insieme!
Secondo te avrò la parte? Magari divento famosa come te e
poi faccio anche io
un film sui vampiri!”
- “Magari
tesoro,
magari” la voce di kris era spezzata mentre io cercavo ancora
di decifrare le
sue frasi criptiche di pochi minuti prima. “Perché
non vai a prendere il tuo
cappotto così ce ne torniamo in hotel?”
- “No”
- “No”
- Io ed Haley
parlammo
contemporaneamente ma fu lei a continuare. “Facciamo un
giro.”
- “No
Haley” tagliò
corto Kristen “Saluta Robert che ce ne torniamo in
hotel”
- Quella frase,
quella
semplice frase, mi fece infuriare.
- Robert. Come se
non
fossi nessuno, come se non avessi alcun diritto..
- “Haley
metti il
cappotto” dissi “Porto te e la mamma a prendere un
bel gelato”
- I suoi occhi si
illuminarono, vivaci più che mai.
“Davvero?”
- “Sì,
dai, metti il
cappotto”
- “Ok,
lo cerco”
- Si
allontanò di
qualche metro alla ricerca del giubbotto e kris si avvicinò
a me, occhi
spalancati e sguardo angosciato.
- “Che
stai facendo? Che
stai..”
- “Rispondi
alla domanda
di prima. Rispondimi”
- “Io..”
esitò
affondando i denti sul labbro. Il cuore mi esplose nel petto mentre una
piccola
lacrima le rigava il viso. “So che non vale molto ma..ma mi
dispiace”
- Posso con tutta
sincerità dire che, in quel secondo, mi sentii morire.
Perché una parte di me
avrebbe voluto che lei dicesse che ero pazzo e che quella bambina non
era mia;
volevo che mi dicesse che la Kristen che conoscevo era ancora
lì dentro da
qualche parte e che lei non avrebbe mai potuto farmi una cosa simile.
- Scosse il capo.
“Lei
non lo sa, non sa niente, niente, non..”
- “Sono
pronta, vestita,
imbacuccata” strillò Haley “Andiamo. Mmm
ho voglia di banana split. Dite che la
fanno anche se è pieno inverno?”
- La sua domanda
fu
accolta solo da silenzio.
- “Ehi
ma siete morti?
Dite che la fanno?”
- Non so dove
trovai la
forza di sorridere a mia figlia e chinarmi davanti a lei.
- Mia figlia..
- Mia..
- Sembrava tutto
così
surreale, così..
- “Ehi”
passò la mano
davanti al mio viso “Ci sei?”
- “Io..io
conosco un
posto dove la fanno buona” balbettai.
“Vieni”
- “Che
bello! La voglio
con triplo cioccolato: fondente, al latte e bianco. Vieni
mamma”
- Ci precedette
come una
scheggia fuori dalla porta. Kris mi passò accanto e quando
sfiorò il mio
braccio mi ritrassi di scatto.
- “Rob..”
- Potevo sentire
dalla
sua voce che doveva avere gli occhi carichi di lacrime ma non la
guardai. Non
potevo né volevo farlo. Uscii tentando di ignorarla.
- Il viaggio in
taxi fu
strano.
- Io e kris
eravamo
seduti accanto ai finestrini mentre Haley era in mezzo a noi ed era
tutto ciò
che faceva andare la conversazione.
- In
realtà era lei la
sola che stesse davvero conversando.
- Parlava e si
rispondeva da sola, sporgendosi il più possibile fuori dal
finestrino per
vedere la città.
- Quando arrivammo
al ‘Bananarama’
Haley era ancora in piena
attività ed eccitazione, che aumentarono quando entrammo nel
negozio colorato e
luccicante. Non appena occupammo uno dei tavoli sul fondo,
però, seppi istantaneamente
di aver fatto una grande sciocchezza. Erano anni che non entravo in
quella
gelateria e il motivo fondamentale era Kris. Era stata lei a portarmi
lì la
prima volta, quasi dieci anni prima.
- Haley
aprì il menù,
facendo scorrere il suo ditino lungo la lista.
- “E
posso metterci
quello che voglio come decorazione? Le palline colorate? O le codine
rosa?Mmm
però costa dieci dollari con tutto”
aggrottò le sopracciglia e si mise a
contare con le dita “Sono tanti soldi per un gelato. Ce
l’hanno insegnato a scuola
a contarli”
- “Puoi
prendere quello
che vuoi. Pago io, prendi tutto..tutto quello che vuoi”.
- “Ok,
grazie, grazie
davvero”
- Era
così educata,
così..
- “Mamma
tu vuoi
qualcosa?”
- Percepii con la
visione periferica il volto di Kristen alzarsi e guardarci attentamente.
- “Mami
hai tutti gli
occhi rossi..”
- “Sì,
non mi ..sento
tanto bene” balbettò ma non alzai gli occhi per
guardarla “Vado in bagno. Voi
mangiate il gelato con calma, ok?”
- “Ok,
però chiamami se
stai male”
- Kris diede un
bacio ad
Haley prima di fuggire dal nostro tavolo più velocemente
possibile. La bambina
la guardò allontanarsi preoccupata e ordinai la coppa
più grossa di banana
split per distrarla. Sembrò funzionare perché,
quando tornò a guardarmi, la preoccupazione
era sparita dal suo sguardo, lasciando posto alla curiosità.
- E, da parte mia,
all’ansia.
- Ero solo con mia
figlia, perché ormai ero certo che lei lo fosse, per la
prima volta nella mia
vita e..cosa ci saremmo detti?
- Quella
preoccupazione,
però, si rivelò subito assurda quando Haley prese
in mano le redini della
conversazione.
- “Tu e
la mamma avete
fatto un film sui vampiri insieme, vero?”
- “Ehm..sì.
parecchi
anni fa”
- “Li ho
visti. Tutti e
cinque” esclamò eccitata “La mamma
però non voleva ma io l’ho chiesto alla
baby-sitter
e me li ha fatti vedere. Lei dice che sei super figo”
- “Oh..”
risi,
imbarazzato.
- “Però
io non penso che
sei figo” si bloccò quando arrivò la
nostra coppa e mi passò un cucchiaino,
affondando il suo e prendendone un boccone “Cioè
sei bello, ma sei il mio papà,
no?”
- Quasi mi
strozzai col
gelato.
- Il suo..
- Kris aveva detto
che
non sapeva nulla, che..
- “Nel
film” precisò
inghiottendo e poi arrossì “Certo, non so se mi
prendono. Catherine sembra
simpatica ma ci sono tante bambine più brave di me
sicuramente.”
- “No,
tu sei stata
bravissima. Sei bellissima e..”
- Oddio avrei
voluto
abbracciarla e dirle che le volevo bene e..
- Come si poteva
già
provare un sentimento simile verso qualcuno che si conosceva da poche
ore?
Sapevo che il legame con un figlio era forte sin da subito ma lei
era..era
perfetta al di là di ogni possibile descrizione per me.
- In quel momento
si
sporse per leccare una goccia di cioccolata e il ciondolo che avevo
notato
prima le uscì dalla maglia. Afferrai l’occasione
al volo anche se, ormai, i
dubbi sulla mia paternità erano appesi ad un filo sempre
più flebile.
- “Bella
collana”
- “Mmm,
sì. Me l’ha
regalata la mamma. Gliel’aveva data il mio papà
prima che ci lasciasse”
- Alle sue parole
questa
volta lasciai davvero cadere il cucchiaino sul tavolo.
Sbattè con un rumore
assordante.
- Potevo arrivare
a
credere che lei fosse mia, potevo credere di non aver mai conosciuto
davvero
Kristen, potevo credere persino che una persona potesse vivere sette
anni con
un segreto simile, ma ..lei non poteva averle mentito facendo cadere
tutta la
colpa su di me.
- Non dopo quello
che mi
aveva fatto.
- “Non..non
conosci il
tuo papà?”
- “No”
abbassò gli
occhi, intristita “Mamma dice che lavora lontano e che non
può venire ma..ma io
penso che non voglia. Tutti gli anni mamma dice che uno dei regali che
ho
ricevuto a Natale è da parte di papà ma io lo so
che è una bugia e che me l’ha
comprato lei”
- I pugni mi si
strinsero
automaticamente sul linoleum grigio del tavolo.
- “Haley,
quando sei
nata?”
- “13
Luglio” rispose “Del
2014”
- Combaciava..
- Tutto combaciava
alla
perfezione, se ancora avessi avuto dei dubbi.
- Ma, ormai, non
ne
avevo.
- Lei era mia
figlia.
Mia.
- “Haley,
amore, si sta
facendo tardi” Kristen si materializzò al nostro
fianco in un lampo, come se
avesse aspettato apposta la fine del gelato e della nostra
conversazione.
“Ringrazia Rob, che ce ne andiamo. Ho già chiamato
un taxi”
- E io le lasciai
andare.
- Abbracciai Haley
ed
ignorai Kristen. E le lasciai andare.
- Ma
bastò un’occhiata
veloce rivolta a Kristen per farle capire che era solo un gesto
momentaneo. Non
avrei mai lasciato andare via quella
bambina.
- “Siamo
al Charlie
Hotel. Haley di solito dorme per le dieci..”
- Arrivai
all’hotel con
dieci minuti di anticipo, dopo un pomeriggio passato a fissare quasi
interamente
il vuoto, e dovetti impiegare ogni grammo di forza residua per non
prestare
attenzione all’ambiente che mi circondava. Pieno di ricordi,
di passato, di..di
noi.
- Quando bussai
alla
porta della suite non potei non chiedermi perché lo avesse
fatto. Perché
quell’hotel? Perché quella stanza? Voleva farsi
del male? Voleva farne a me?
Beh, se quella era la sua intenzione, ci stava riuscendo come mai prima.
- Aprì
la porta. Gli
occhi rossi e gonfi, i capelli in disordine, gli stessi abiti del
pomeriggio.
- Vederla in
quello
stato non mi fece niente. Anzi, forse una parte di me fu felice di
vederla così
distrutta e a pezzi perché la sua bugia era stata
smascherata.
- “Dorme”
mormorò
evitando il mio sguardo e facendomi entrare. “Andiamo di
là. Fuori, sul terrazzo”
- La seguii,
fissandomi
le scarpe, senza guardarmi intorno, finchè non avvertii
l’aria fresca della
sera; dopotutto eravamo pur sempre a Los Angeles e lì non
era mai freddo,
neppure in pieno Dicembre.
- Si
appoggiò alla
balaustra e in silenzio fissò il cielo.
- E più
rimaneva in
silenzio , più il mio rancore aumentava.
- “Vuoi
davvero che sia
io? Davvero devo essere io a dire
qualcosa?” sbottai.
- “Io..”
prese un lungo
respiro e mi guardò. Una lacrima le scese lungo una guancia
e, ancora una
volta, non sentii nulla. La rabbia copriva tutto il resto.
“Potrei dirti che mi
dispiace. Ed è così, anche se so che.. che non
vale molto..”
- “No,
hai ragione. Non
vale. Detto da te poi non vale niente” mi veniva quasi da
ridere in modo assurdo
“Ti dispiace..ti dispiace? No. La sai la verità?
La sola cosa di cui sei
dispiaciuta è che io l’abbia scoperto. Tu..tu
pensi solo a te stessa e
lo hai sempre fatto.”
- Scosse il capo
mentre
altre calde lacrime le colavano lungo le guance. “Tu non..non
puoi capire. Ho
fatto tanti errori ma volevo solo proteggerti e proteggere
lei..”
- “Proteggermi?”
risposi
sarcastico “Proteggerla? Da chi? Da me?”
- “Tu
devi capire che
dopo..dopo quello che ti avevo fatto, io..” si interruppe, le
mani strette
davanti a sé in una morsa d’acciaio “Tu
stavi andando avanti con la tua vita
e..sembravi felice. Non volevo rovinare tutto di nuovo. Non volevo
ferirti di
nuovo”
- Avrei voluto
riderle
in faccia e l’avrei fatto se il mio viso non fosse stato
totalmente paralizzato
dal dolore.
- Felice?
- Per quanti mesi
avevo
pensato che lei sarebbe tornata da me? Per quanti mesi ero rimasto
chiuso in
casa sperando di sentire il telefono squillare, il campanello, la sua
voce..
- Era lei quella
ad
essere andata avanti immediatamente.
- Deglutii con
forza.
Non le avrei dato la soddisfazione di vedere quanto male mi aveva
fatto. Quanto
ancora me ne stava facendo.
- “Hai
ragione. Ho
superato la nostra storia dopo un po’” mentii
“ma è quello ciò che avevo
superato: noi due. Haley non c’entrava niente. Haley era..
Haley è..” sospirai pesantemente
“E dimmi..l’hai chiamata così per farmi
una specie di scherzo crudele, non è
vero?”
- I suoi occhi si
aprirono leggermente, diventando duri e freddi, proprio come quelli
dell’ultima
volta che l’avevo vista. Li ripulì in fretta.
- “Crudele?
Se solo
sapessi..” le sue labbra si piegarono verso il basso e
tremarono “Tutto quello
che ho fatto nella mia vita l’ho fatto per lei.”
- Avrei voluto non
farlo
ma, prima che potessi fermarmi, mi ritrovai a battere le mani davanti a
lei,
sarcastico.
- “Che
madre devota”
commentai “hai cresciuto tua figlia facendole credere di
avere un padre
orribile che non si fa mai vedere”
- “Non
è quello che..”
- “E
cosa credi che
abbia pensato Kristen?” sussultò al mio tono di
voce “Non siamo nel medioevo.
Ci sono aerei e..lei crede che suo padre non la voglia, che non la ami
e questa
è solo colpa tua. E’ tutta colpa tua!”
- Non rispose. Non
emise
neppure un debole suono.
- “Lei
è mia figlia. Che
ti piaccia o no. E lo sai quanto ci metterei a..a distruggerti per
quello che
hai fatto? Con tutte le tue bugie..potrei portartela via in un
secondo.”
- Vidi i suoi
occhi
immersi nel terrore riempirsi di nuovo di lacrime. “Tu
non..non..”
- Scossi il capo,
incredulo. “Potrei, ma non lo farei mai. E lo sai
perché? Per il semplice
motivo che io non sono come te. Io non strapperei un bambino
all’amore di un
genitore solo per il mio interesse. Ma questo non toglie che lei
è mia e io
sono suo padre e voglio, pretendo di esserlo. Ci siamo
capiti?”
- “Noi..noi
domani
torniamo a Vancouver”
- “No.
No”
- “Rob..”
- “Okay,
perfetto, dimmi
il volo. Vengo con voi” risposi pronto. Se sperava di
togliermi ancora una
volta mia figlia si sbagliava di grosso “appena torno in
hotel mi prenoto un
posto”
- Non
obiettò, non
rispose affatto, e io mi voltai, pronto ad andarmene.
- “Rob..”
- Raggelai e,
anche se
sapevo che me ne sarei pentito, mi voltai.
- I suoi occhi
erano
uguali a quelli del giorno in cui mi aveva lasciato.
- “Io
ero..ero
onestamente convinta che fosse di James. Io e te non ci vedevamo quasi
mai e io
e James..siamo stati insieme tante volte invece.”
- Avvertii
un’improvvisa
ondata di nausea percorrermi. La stessa che avevo provato migliaia di
volte
ripensando a loro due insieme, abbracciati, felici a fare
l’amore.
- Come poteva
nominarlo?
Come poteva dire una frase simile e spezzarmi dentro ancora una volta?
- Rimasi a
guardarla per
lunghi minuti. I più lunghi della mia vita.
- “Sai,
per molto tempo
ho pensato che non ti avrei mai perdonata per avermi tradito. Poi
però ci sono
stati momenti in cui..in cui avrei solo voluto che tu tornassi da
me” mormorai
“E se tu lo avessi fatto io ti avrei aiutata. Anche se il
bambino fosse stato
di James io ti avrei aiutata comunque. Lo sai per quanto tempo ho
pensato di
non essere abbastanza per te? Lo sai per quanto tempo io..”
- No, non valeva
neppure
la pena sprecare il fiato..
- “Ma
adesso capisco che
l’idiota sono sempre stato io. Fino a oggi una parte di me ha
creduto che fosse
tutta colpa mia. Ma non è così. La colpa
è solo tua. Ma posso giurarti che
Haley non ne pagherà le conseguenze. Voglio costruire un
rapporto con lei e se
questo significa passare del tempo con te sono disposto a sopportarlo
ma tutto
ciò non cambia ciò che c’è
fra noi” dissi, voltandomi per andarmene.
- Forse quello che
stavo
per dire non l’avrebbe scalfita, o forse sì.
- In qualunque
caso,
speravo che le facesse male.
- Tanto male.
- “Non cambia il fatto
che finalmente... finalmente riesco ad odiarti come meriti.”
Vi
ricordiamo che potete trovarci al nostro profilo
Facebook,
e, se volete, farci tante domande a cui non risponderemo :D hahaha Ci
piace lasciarvi con un pò di suspence ;) lol
Che
altro dire...? Speriamo che anche questo capitolo vi sia piaciuto...
e...
Grazie
ancora infinitamente!
Per
citare Kristen... "We obviously have the greatest fans ever..." :')
Un
bacio enorme! ♥
Cloe&Fio