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Autore: Geneviev    09/12/2011    2 recensioni
Un'intervista rilasciata a uno sconosciuto magazine americano.
Una dedica a tutti gli scrittori e scrittrici, a tutti noi, che abbiamo il potere di creare mille mondi, mille storie.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Carver Edlund: “Tutti gli scrittori sono Dei”

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Carver Edlund è uno scrittore purtroppo poco conosciuto, la cui collana di romanzi, intitolata “Supernatural”, è stata pubblicata dalla Flying Wiccan Press: Publishers of Quality Science Fiction and Graphic Novels di Sera Siege.

La critica ha definito i suoi libri di scarso valore letterario e di scrittura mediocre, ma nonostante questo Carver Edlund, che ha scelto un nome d'arte per motivi di privacy, può vantare una discreta quantità di fan accaniti, soprattutto nel mondo del web.

I romanzi sono basati sulla storia di Sam e Dean, due ragazzi che, a bordo della loro Chevrolet Impala e usando identità false con pseudonimi presi dal mondo del rock, cacciano fantasmi, demoni e vampiri. Due cacciatori di entità sopranaturali che riscuotono un notevole successo per via della loro vita travagliata, e del fascino che emanano.

Carver mi raggiunge in perfetto orario al cafè dove abbiamo appuntamento per l’intervista. Veste in modo sobrio, con una camicia, una felpa e un paio di jeans, e porta occhiali squadrati sul viso ornato di barba. E’ un tipetto quasi anonimo, non troppo alto, e a guardarlo bene, mai avrei detto fosse uno scrittore, ma i suoi occhi azzurri esprimono tanta tenerezza.

Dei suoi romanzi non è mai stata fatta una seconda ristampa, non hanno riscontrato molto successo. Cosa pensa a proposito di questo?

Beh, i miei libri non sono scritti in modo eccelso ed io non sono uno scrittore di alti livelli, quindi sono d’accordo con la critica sotto molti aspetti. Scrivo per passione, per divertimento, e quello che riesco a pubblicare mi permette di vivere, o meglio, sopravvivere.

Quindi non è uno di quei neo scrittori che si fa abbattere dalle avversità.

No, non sono il tipo. E poi, sapere di avere anche un solo fan, sapere che anche una singola persona legge i miei romanzi e che a questa piacciono, mi fa sentire bene.

Dopo l’ultimo romanzo che è stato pubblicato, No Rest For The Wicked, ha scritto qualcos’altro?

Sì, non ho mai smesso di scrivere. La storia di Sam e Dean è andata avanti nella mia testa, anche se non ho fatto pubblicare il seguito.

Come mai?

Diciamo che, mi sembrerebbe di infierire, come se le vite dei miei protagonisti siano state sfruttate fin troppo. Anche se spesso ricevo solleciti da parte dei miei lettori curiosi, ecco diciamo che... credo che sia giusto che la gente non sappia tutto.

Spesso gli scrittori si rispecchiano nei loro protagonisti. Sam e Dean hanno qualcosa di lei?

No, direi di no... o meglio, è un po’ complicato da spiegare. Ho provato a inserirmi nei miei romanzi, in quelli che non sono stati pubblicati, a interagire con i miei personaggi come personaggio stesso, ma la cosa mi suona altisonante, e probabilmente è anche per questo che non ho dato all’editor le nuove pagine. Sam e Dean sono miei figli, per cui in loro c’è una parte di me, come per qualsiasi personaggio di qualsiasi scrittore, io credo, ma loro non sono me. Sono due figure a sé stanti, nate dal fango dei miei incubi... oddio, straparlo.

E se Sam e Dean fossero qui, che cosa le direbbero?

Probabilmente si arrabbierebbero da matti e mi appenderebbero a un muro. Se sapessero che sono io a far sì che capitino loro così tante cose nefaste mi accuserebbero di essere un Dio crudele e capriccioso, cosa che penso di essere, per loro. Ma la verità, è che non sono io a fare loro del male, sono gli altri personaggi, o loro stessi. Lei ha mai scritto narrativa? Uno scrittore è un Dio che osserva e si limita a riportare i fatti. Sa più o meno che cosa deve succedere, i fatti salienti, eclatanti, come io sapevo che Sam e Dean sarebbero dovuti nascere in quel determinato giorno, e che Mary doveva morire quando loro erano piccoli, e uno scrittore sa quale sarà il finale della storia, ma tutto quello che succede fra un avvenimento e l’altro lo decidono i personaggi. Qualsiasi strada loro intraprendano, e che loro sono liberi di intraprendere, li porterà comunque a quel punto, perché è il loro destino, ma a volte, il destino può essere cambiato, a volte c’è un finale infelice, a volte capitano miracoli.

Insomma lei è un Dio per i suoi personaggi.

Tutti gli scrittori, quando creano un mondo, sono Dei.

Lei crede in Dio?

Certo. Sì, insomma, non sono praticante ma credo. Anche se, ecco ora non vorrei sembrare troppo blasfemo, io temo che Dio sia stato un po’ frainteso. Molti lo accusano delle ingiustizie del mondo, come i lettori accusano lo scrittore della morte di un personaggio, ma... lui ci ha donato il libero arbitrio perché potessimo scrivere la nostra storia, lui conosce i fatti salienti, io credo, ma siamo noi a scegliere arbitrariamente la nostra via.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* N.d'A.: E mi sono chiesta: ma se Carver Edlund dovesse rilasciare un'intravista a uno sconosciuto magazine americano per donnicciole amanti dei letterati? E così è stata partorita questa cosa bella farcita di riflessioni filosofiche e religiose. Mi chiedo, se Castiel leggendo l'articolo potrebbe intuire qualcosa... mah, spero vi sia piaciuta, e vi ringrazio molto per aver letto i miei deliri! ^^

 

 

 

   
 
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