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Autore: Arsax    10/12/2011    2 recensioni
Leggi antiche e inviolabili. Quattro ragazzi. Un patto. Una luna di sangue.
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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1654. Un paesino sperduto nella Foresta Nera.

La luna risplendeva alta nel cielo illuminando tutto con la sua luce lattiginosa. Le chiome degli alberi, i loro tronchi, l'impetuoso fiume che scorreva lì vicino, tutto era illuminato da quella luce affascinante di colei che ispirava i poeti con dolci ballate e poesie. Quella sera era più grande del solito e rendeva l'atmosfera romantica, perfetta per portare la ragazza lì per passare una romantica serata insieme.
-Ehi, svegliati. Non guardare imbambolato il cielo, se non ci sbarazziamo di questo...”coso”, ci daranno la caccia e...
-Ho capito fratellone! Non voglio di certo che l'intero villaggio ci insegua con fiaccole e forconi.
-E allora muovi il culo e aiutami.
Presero quel “coso” come se fosse una sacca contenente fieno e lo fecero rotolare fino al fiume, dove le acque impetuose se lo portarono via.
-E adesso torniamocene al castello facendo finta di dormire e di sorprenderci per la tragedia che è accaduta stanotte.- disse il primo.
-Tutto come al solito direi.- rispose ironico il secondo.
Così dicendo, si diressero di corsa verso il castello poco prima di sentire un urlo agghiacciante di una donna che urlava:-Un'altra ragazza è stata uccisa dai mostri!

2011. Amburgo.

Selene percorreva le vie di Amburgo mentre la pioggia le martellava sul cappuccio. Doveva tornare a casa, ma non ne aveva voglia. L'unica cosa che la spingeva a tornare a casa era la sua sorellina di sei anni, Arianne.
Si inoltrò nel quartiere più malfamato della città, camminando con passo spedito. Se non si sbrigava avrebbe fatto buio e c'era il rischio di ritrovarsi in mezzo a qualche sparatoria. Attraversò l'ultimo attraversamento pedonale che la divideva alla bassa e malridotta palazzina dove abitava lei assieme a suo padre. Salì i cigolanti gradini che la portarono alla porta del loro piccolo appartamento. Appena entrò l'accolse Arianne, abbracciandola con foga come suo solito.
-Meno male che sei tornata. Papà...
-Shh...ora è tutto apposto. Dov'è papà?
-In camera sua...
Selene percorse la piccola cucina/salotto/camera-da-letto-di-lei-e-sua -sorella fino a raggiungere la camera da letto del padre, dove giaceva esanime sul letto. Sembrava morto, invece si era fatto solo una dose da cavallo di cocaina in endovena. Selene gli mise una coperta sulle spalle e tornò in cucina per preparare da mangiare alla sua sorellina, che le aveva fatto uno splendido disegno.
-L'ho fatto per te oggi a scuola. Ti piace? Siamo io, te e la mamma.- le disse Arianne sorridendole felicemente, mentre le porgeva il suo disegno.
Selene le sorrise e abbracciò protettiva la sorella, nascondendo la faccia nei suoi boccoli rosso fuoco. Si staccarono e Arianne le piantò gli occhioni verdi nei suoi, neri come la notte. Arianne aveva preso dalla mamma: rossa riccia e con occhi verde smeraldo; mentre Selena aveva preso dal padre: capelli biondo chiarissimo, quasi platinato, lisci come spaghetti e occhi neri come due pozzi profondi.
Selene baciò la fronte alla sorella e preparò tutto l'occorrente per fare cena, solo loro due e dopo si misero a guardare la televisione sul divano letto. Verso le nove si svegliò il padre, che barcollando venne in cucina per mangiare.
-Buonasera anche a te papà. Dormito bene?- gli chiese ironica Selene.
-Vaffanculo.
-Anche io ti voglio bene e sono molto contenta di rivederti. Quanti soldi hai speso oggi per comprarti la roba?
-Stai zitta. Stai zitta brutta troia! Dove cazzo è la cena?
-Ce la siamo mangiata io e Arianne, tu arrangiati.
-Preparami la cena, forza!
-Preparatela da solo. Hai due mani? Usale.
Allora il padre scoppiò e le tirò una sberla in pieno viso, talmente forte che la fece cadere dal divano. Arianne urlò scoppiando a piangere. Il padre stava per colpire anche lei, ma Selene gli si scagliò addosso iniziando a riempirlo di pugni sul viso. Si tolse di dosso, prese la Arianne e la portò fuori di corsa, lontano da quel pazzo che ancora si ostinavano a chiamare papà. Corsero a perdifiato finchè non ce la fecero più e si sedettero su una panchina del grande parco di Amburgo.
Arianne si strinse a Selene riprendendo a piangere. A Selene dava fastidio che quell'idiota si prendesse tante libertà con loro, non aveva mai fatto il padre, ma quando c'era da fare “il capo famiglia” non si tirava mai dietro e di certo non si risparmiava di tirare sberle a destra e a manca. Molte volte, sia lei che Arianne erano state costrette ad andarsene di casa per uno dei suoi soliti attacchi di rabbia, che lo facevano diventare violento persino con la dolcissima Arianne. Quando mancava la droga poi, gli attacchi di rabbia erano più frequenti e violenti del normale, una volta aveva rotto una bottiglia in testa a Selena lasciandole una piccola cicatrice vicino al sopracciglio, un piccolo segno bianco praticamente invisibile sulla sua pelle candida.
Il padre aveva iniziato ad essere violento quando...quando la madre di Selene e Arianne morì in un incendio nel piccolo bar dove lavorava part-time. Selene aveva dodici anni, mentre la piccola Arianne aveva a malapena un anno di vita quando accadde la tragedia. Un filo scoperto aveva fatto cortocircuito e il fuoco era divampato velocemente, bruciando tutto il bar, compresi gli sfortunati che erano dentro. E tra quei sfortunati c'era la loro mamma.
Da quel giorno le cose erano andate peggiorando; il padre aveva perso il lavoro, aveva iniziato a drogarsi e Selene si era presa l'enorme peso di badare alla sorellina, andare a scuola e lavorare in un fastfood per pochi euro l'ora, che poi venivano spesi quasi tutti dal padre per comprarsi la droga.
La pioggia riprese a cadere su Amburgo risvegliandole dai loro pensieri.
-Ce la fai a camminare fino a casa della zia o vuoi che ti prenda in braccio?
-In braccio Sely, in braccio.- piagnucolò lei facendosi prendere in braccio.
Sarebbero andate a casa di zia Roxanne, sorella della loro mamma. Era sempre stata disponibile e gentile con loro, aveva cercato in tutti i modi di aiutarle e di adottarle, però per gli assistenti sociali era tutto nella norma in casa loro. Erano una piccola famigliola felice. Le proteste della zia non servivano a niente, si poteva solo sperare che quando Selene avesse compiuto la diciotto anni, ovvero in meno di un mese, potesse adottare la piccola Arianne e andare a vivere dalla zia.
Camminarono fino a casa della zia sotto la pioggia che si fece sempre più forte. Quando raggiunsero la casa, Selene tirò un sospiro di sollievo. Suonò il campanello tre volte e la zia aprì senza chiedere chi fosse, ormai sapeva che quando sentiva suonare il campanello tre volte erano le nipoti che erano scappate dalla violenza del padre.
Giunsero davanti alla porta dell'appartamento della zia grondanti, mentre questa le accolse con due asciugamani. La zia era una donna senza età, era sempre rimasta immutata negli anni. Aveva trentasei anni, ma ne di mostrava venticinque. Alta, magra, fisico slanciato, occhi da cerbiatto color nocciola, capelli corvini che le ricadevano lisci lungo le spalle e due labbra rosso cremisi che risaltavano sulla candida pelle.
-Ancora quel...
-Sì zia. Ormai dovresti saperlo, ma prima asciughiamo Arianne.
Asciugarono la piccola e la cambiarono mettendola a letto. Prima che si addormentasse strinse la mano alla sorella guardandola con occhi spaventati.
-Non andartene anche tu. Per favore.
-Non me ne vado. Starò di là assieme alla zia.
-Non mi lasciare come ha fatto la mamma, per favore.- chiese con occhi imploranti pieni di lacrime. Selene si commosse e si sporse a baciarle la fronte
-Prometto che non ti abbandonerò mai.
-Promesso?
-Promesso piccola mia.
Le baciò un'ultima volta la fronte prima di andarsene in salotto con la zia.
-Giuro che un giorno o l'altro io vengo e...
-Per favore zia. Per favore! Solo un mese. Un fottuto mese e sarò maggiorenne, libera di chiedere l'affidamento di Arianne e di andarcene per sempre da quell'inferno.
-Si...ma se prova a rialzare le mani su Arianne io...
-Zia lo stavo per ammazzare anche io. Ti giuro. Se solo sfiora Arianne gli farò pentire di essere nato...- disse stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche. La zia la prese e la strinse a sé protettiva. Solo fra le braccia della zia, Selene si sentiva protetta e al sicuro. Ricambiò l'abbraccio con foga finché non si addormentò.

  
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