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Autore: gattaccionero87    10/12/2011    1 recensioni
Quando la domanda più semplice di questo mondo può rivelarsi di difficile risposta
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si guardarono, così come si guardano due perfetti sconosciuti ad un semaforo rosso. Anche perché alla fine, era ciò che erano.
Ma era uno di quegli sguardi tra sconosciuti diverso da tutti gli altri, nessuna vergogna di star fissando negli occhi una persona mai vista prima, nessuna voglia o fretta di distogliere la propria attenzione su qualcos’altro facendo finta poi di niente, ma anzi la sensazione di star scrutando l’anima di chi si conosce già da tempo.
 
Il semaforo diventò verde, e come avviene nelle grandi e frenetiche città, la folla accumulatasi al bordo del marciapiede si affrettò ad attraversare la strada per raggiungere l’altro lato, come una mandria di gazzelle che durante le migrazioni primaverili, si ritrova ad attraversare quanto più velocemente possibile il fiume per non cadere preda degli alligatori.
 
Ma per loro due, non esisteva più alcun semaforo o altro lato della strada da raggiungere. Fermi, si sarebbe detto che i loro cuori avessero perfino smesso di battere.
Non si poteva dire che stessero guardando qualcosa in particolare, se qualcuno gli avesse chiesto di che colore erano gli occhi o i capelli della persona che avevano davanti, nessuno dei due sarebbe stato in grado di rispondere. Né di sentire la domanda.
Perché entrambi, stavano fissando qualcosa di molto più profondo e diverso.
 
E dopo minuti di silenzio immobile, nell’indifferenza generale che li circondava, lui le chiese:
“Chi sei?”
La ragazza, presa di sorpresa come se fosse richiamata alla realtà dopo un lungo viaggio onirico, schiuse le labbra, e con un filo di voce, disse: “Mi chiamo…”
“Non ti ho chiesto” la interruppe lui “che etichetta ti porti addosso per essere riconosciuta in questa matta società. Ti ho chiesto un’altra cosa. Chi sei?”
Aggrottò un attimo la fronte, il vapore caldo del suo respiro si perse nella fredda aria invernale, e rispose: “Sono una ragazza che…”
“Non ti ho chiesto” le disse con un dolce sorriso “cosa sei, o come è fatto il tuo corpo, né cosa fai o da dove vieni. Ti ho chiesto un’altra cosa. Chi sei?”
 
E fu allora che la domanda le arrivò chiara e limpida, e senza mai distogliere gli occhi da quelli di lui, con il sorriso che cominciava a farsi strada sulle sua labbra, rispose:” Io sono…io.”
 
Gli occhi gli si illuminarono, e con la voce di chi, dopo lungo peregrinare nel deserto pensando di essere ormai prossimo alla morte, si ritrova in ginocchio davanti a una rinfrescante oasi, disse:”Ciao, tu. Credo di volere che le nostre strade s’incontrino.”
 
E nel dire ciò, le porse la sua calda mano.
Lei l’afferrò, e aspettarono in silenzio di poter attraversare la strada insieme.
   
 
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