Erano tutti e cinque
nel loro appartamento di Londra ed era una domenica
sera di novembre: gli altri quattro stavano vedendo X Factor, ma a Zayn
non
interessava particolarmente quel giorno, preferiva stare seduto sul
divano con
l’ipad sulle gambe e far finta di controllare cosa gli
stessero scrivendo le
fan. Far finta, sì, perché in realtà
quello che voleva controllare era un’altra
cosa: chissà se Danielle, la ragazza di Liam, aveva scritto
qualcosa quel
giorno. Tutti erano dolci e gentili con lei, ma lui la detestava: Liam
era il
suo migliore amico, era suo e lei non doveva toccarlo; se poi pensava
alle mani
di lei su di lui gli veniva davvero da vomitare.
Cercò il suo profilo e cliccò aspettando che si
caricasse, quando finalmente,
scorrendo tra i tweets, ne trovò uno molto interessante
indirizzato a Liam, in
cui Danielle scherzava sul matrimonio. Quel tipo di cose lo facevano
imbestialire, perché era come se confermassero il fatto che
la loro fosse una
relazione seria e lui era un semplice amico.
Zayn tentò di mantenere la calma, ma fu più forte
di lui: prese l’ipad e lo
gettò quasi sulle gambe di Liam, che sussultò.
– Guarda cosa ti ha scritto la
tua ragazza – disse con tono sprezzante, per poi sorridergli
falsamente e
allontanarsi dalla stanza sotto lo sguardo sbigottito degli altri
quattro
ragazzi.
Salì in camera propria e si chiuse la porta alle spalle,
cercando di respirare
profondamente: quella volta l’aveva fatta davvero grossa, era
un idiota. Ma era
così arrabbiato, in quel momento, che gliene fregava davvero
poco. Si sedette
sul suo letto a gambe e braccia incrociate e imbronciò le
labbra: conosceva
Liam e sapeva che di lì a poco sarebbe entrato, ma non
riusciva a lasciar
correre, questa volta. Di solito non era geloso dei suoi amici, ma lui
era un
amico speciale. Anzi, per Zayn lui non era solo un amico, era il
ragazzo che
gli faceva battere il cuore, e gli sembrava più che lecito
che fosse geloso
della sua riccioluta e
antipatica ragazza. Insomma, la odiava punto e basta.
I minuti passarono, e di Liam neanche l’ombra.
Stava cominciando a rimanerci male e la cosa lo stava facendo
arrabbiare ancora
di più. Cominciò a mordersi il labbro con
insistenza, finchè non sentì il
sapore del sangue e decise di smettere. Adesso lo odiava ancora di
più.
- Zayn? – fece una voce da dietro la porta, la stessa voce
profonda che sapeva
appartenere a Liam. Non riuscì a trattenere un sorriso,
anche se la sua rabbia
non era diminuita.
- Che c’è?
- Posso entrare?
Fece finta di pensarci su. – Va bene – disse.
Quello entrò con uno sguardo che Zayn non riuscì
a non definire “da cucciolo”,
ma cercò di non pensarci mentre lo guardava chiudersi la
porta alle spalle e
raggiungerlo sul letto. – C’è qualcosa
che non va?
- Qualcosa che non va? No, va tutto bene, non vedi? – fece,
roteando gli occhi.
Quando si arrabbiava era capace di essere davvero acido.
- E dai, smettila.
- Ma vaffanculo, smettila tu.
Sospirò – Perché devi fare sempre
così?
- Non sto facendo niente, io.
- Quindi lanciarmi praticamente l’ipad addosso e dirmi
“guarda cosa ti ha
scritto la tua ragazza” con quel tono sarebbe niente, per te?
- Esatto. Quando vuoi riesci a capire anche tu.
Liam si alzò – Sei un bambino.
Chiuse gli occhi per qualche secondo e li riaprì: il ragazzo
era ancora lì, che
lo guardava con quello sguardo di rimprovero fisso negli occhi. In
realtà aveva
sperato che fosse scomparso, perché dopo
quell’affermazione si era arrabbiato
veramente di brutto. – Cosa hai detto?
- Ho detto che sei un bambino. Prima fai le scenate e poi ti rimangi
tutto.
Zayn si alzò e si avvicinò a lui. – Io
non ho fatto nessuna scenata.
- Allora mi hai parlato in quel modo così, perché
ti andava?
- Sì, mi andava perché ti detesto.
Quello si passò una mano tra i capelli. – Cosa ti
ho fatto?
Non voleva farlo stare male, ma non ragionava quando era arrabbiato.
– Stai con
quella… cosa indefinita della tua fidanzata.
- Danielle?
- No, mia nonna. Certo, quante fidanzate hai?! –
sbottò.
- Credevo che ti facesse simpatia.
Rise – Ma se la odio, cavolo!
- Beh… mi dispiace.
- Cosa vuol dire che ti dispiace?
Sospirò. – Non posso farci niente se la odi, Zayn.
È la mia ragazza.
Zayn si sentì trafitto da un coltello: non poteva credere
che per Liam la sua
ragazza fosse più importante di lui, del suo migliore amico.
Senza contare che,
viste le circostanze, la cosa gli faceva ancora più male di
quanto gliene
avrebbe fatto normalmente. – Ah. È chiaro.
– disse. Fece per aprire la porta e
rinchiudersi in bagno per il resto dei suoi giorni, ma Liam lo
fermò.
- Come… come risolviamo?
- Inizia con l’andartene a fanculo, che sicuramente
è un passo avanti!
- Zayn, ti prego…
Si liberò dalla presa e si girò verso di lui
– Ma che cosa, Liam? Tu non hai
capito niente di niente, e dopo quello che mi hai detto di sicuro non
starò qui
a spiegartelo. Ora, se permetti, vado in bagno. Magari lo specchio mi
capisce
meglio – disse, e lo lasciò lì da solo.
La mattina dopo, si
svegliò con gli occhi rossi dal pianto notturno, ma
non voleva alzarsi: c’era freddo e si stava bene sotto le
coperte. Oltretutto
alzarsi significava vedere Liam, e la prospettiva non lo allettava per
niente.
Stava quasi per coprirsi fino alla testa con il piumone, quando vide la
testa
di Louis sbucare dalla porta.
- Sei sveglio? – sussurrò. Quello fece un mugugno
d’assenso, e Louis si
avvicinò al suo letto con il vassoio della colazione in
mano. – Buongiorno.
- Buongiorno. Non dovevi, davvero – disse Zayn, mettendosi
seduto e accendendo
la lucina accanto al letto.
- Ho pensato che non avresti avuto voglia di scendere, questa mattina.
- Come fai a…
Sorrise – Le vostre urla si sono sentite fino al piano di
sotto. E poi nemmeno
Liam è sceso per cena, Niall è andato da lui
adesso. Harry ovviamente dorme
ancora.
Non sapeva perché, ma la notizia che nemmeno Liam era uscito
dalla sua stanza
per tutta la sera lo faceva stare meglio, in un certo senso,
perché significava
che forse un po’ ci teneva anche lui.
Prese un biscotto e cominciò a mangiarlo, con lo sguardo
poggiato sul vassoio:
non sapeva cosa dire o cosa fare, in realtà il mal di testa
lo stava uccidendo.
- Zayn – disse Louis, per spezzare il silenzio
- Posso chiederti una cosa?
Quello annuì, leggermente spaventato dalla domanda.
- Perché non glielo dici a Liam il vero motivo per cui odi
tanto Danielle?
Zayn arrossì all’improvviso. –
Io… io non…
- Vedo come lo guardi, come cambi discorso o te ne vai ogni volta che
si parla
di loro – sorrise – Non devi vergognarti con me.
Sospirò – Non capirebbe. Mi ha già
detto che non gli importa se la odio, perché
è la sua ragazza.
- Ma tu non gli hai spiegato il vero motivo, o sbaglio?
- No, ma da come mi ha risposto credo che serva a poco.
- Io proverei, fossi in te – disse. Si alzò e gli
scompigliò i capelli. – Fatti
bello stamattina e vai a parargli. Io farò il tifo per te.
Zayn lo guardò allontanarsi dalla sua stanza e
pensò a fondo alle sue parole:
Louis sembrava così sicuro di sé, che quasi quasi
aveva voglia di dargli
ascolto. Finì la colazione e scelse i vestiti da mettere, ma
non appena mise
piede fuori dalla sua stanza Liam fece lo stesso, e i loro sguardi si
incontrarono: il moro fu sul punto di richiudere la porta, ma
l’altro lo
precedette, lasciandolo sbigottito. Cercò di non pensarci e
andò in bagno
velocemente, per poi vestirsi e dirigersi al piano di sotto, aspettando
Liam.
Quello, a sua volta, non tardò ad arrivare, ma non lo
degnò di uno sguardo e si
diresse in cucina, dove Harry stava facendo colazione.
Non sapeva cosa fare: andare da Liam e chiedergli di parlare
significava
chiedergli scusa, in un certo senso, e lui non l’avrebbe mai
fatto. Liam, dal
canto suo, non sembrava intenzionato a comportarsi diversamente.
Passò un’ora buona, Harry era già
salito al piano di sopra ed erano rimasti
solo loro due, anche se in stanze diverse.
Sentì dei passi dietro di lui, ma era solo Louis.
– Fatto? – gli sussurrò.
- No. Non gli chiederò mai scusa.
- Non devi chiedergli scusa, devi solo parlargli.
Sbuffò – Ma rivolgergli la parola sarebbe come
chiedergli scusa. Perché non
viene lui, visto che è lui quello in torto?
- Nessuno dei due è in torto.
- Non mi interessa.
Louis lo guardò negli occhi e poi urlò.
– Liam! Vieni subito qua!
Quello arrivò correndo – Cosa è
successo?
- Niente – sorrise – Credo che dobbiate parlarvi.
Liam guardò Zayn. – Se lui deve dirmi qualcosa,
altrimenti no.
- Smettila di fare il prezioso, non sei nessuno. – disse il
moro.
- E tu chi ti credi essere, eh?
Zayn si alzò dal divano e lo raggiunse – Non
capisci un cazzo. Vai da Danielle,
scopatela, baciala, fai quello che vuoi, ma non farti vedere
più da me.
- E chi aveva intenzione di stare con te? Solo il pensiero mi fa venire
i
brividi.
Rise. – Oh, siamo in due allora!
- Coglione – disse, facendo per andarsene, ma Zayn non
accettava gli insulti
gratuiti.
- Ripetilo, se hai il coraggio.
- Coglione – sorrise – Credi che abbia paura di te?
- No, solo non accetto che un ritardato mi dia del coglione –
sorrise anche
lui. Amava quando la sua mente era in grado di partorire risposte
geniali come
quella.
Liam si avvicinò a lui, i nasi quasi si sfioravano.
– Odio il modo in cui mi
parli, odio il modo in cui sorridi, odio la tua voce, odio i tuoi cazzo
di
occhi splendenti, odio il tuo modo di ridere, odio i tuoi capelli
morbidi, odio
il tuo modo di arrossire. Ti odio.
Quello assottigliò lo sguardo. – E io odio il tuo
sorriso da cucciolo, la tua
voce profonda, i tuoi muscoli, i tuoi capelli ribelli, le tue labbra,
le tue
mani, i tuoi…
Non riuscì a terminare la frase, che quello lo
baciò. Fu un bacio veloce,
semplicemente a stampo, ma bastò per fare capire ad entrambi
il vero motivo del
loro litigio.
Non appena si staccarono, Louis battè le mani. –
Lo sapevo!
Entrambi si girarono verso di lui. – Ti
dispiacerebbe…
- Ma certo, vi lascio soli! – disse, salendo al piano di
sopra, probabilmente
per informare anche gli altri dell’accaduto.
Liam si girò verso Zayn. – Era questo che volevi
dirmi?
- Sì. Che amo tutto di te, che sei mio e non devi stare con
quella là.
- Non sto con nessuno. L’ho lasciata ieri sera.
Gli occhi di Zayn si illuminarono. – Davvero?
Annuì – Ho capito che avevo sbagliato tutto.
Gli cinse il collo con le braccia e lo baciò di nuovo.
– Quindi non mi odi?
- No – sorrise – Ti amo.
Note finali:
Il “Ti amo” finale non so se renderlo letteralmente
o più alla leggera, però
dato il titolo della one shot credo che ci stia tutto. :)