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Autore: StregaSenzaCuore    10/12/2011    4 recensioni
Sono passati alcuni mesi dalla fine della terza stagione del reality, e Trent è combattuto fra il desiderio di tornare dalla sua amata Gwen e la paura di un suo rifiuto. Così entra in suo aiuto un personaggio bizzarro, che, infondo, ha sempre conosciuto...
Enjoy it!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Sorpresa, Trent
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quella stronza! Come ha potuto
lasciarti in diretta tv per un’idiota simile?!?

    Non è una stronza! E non ha colpe, se lei è
innamorata non può farci nulla…

    Certo, mica è colpa sua se l’ha fatto con
tanta cattiveria da mettere invidia a Heather!

Lei non voleva farlo in questo modo, è
successo,punto.

Certo, povera Gwen! E’ così triste adesso,
fra le braccia di un altro uomo, ed è tanto pentita
di quel che ha fatto! Come no, e io sono
Capitan Merluzzo!

Non rispondi?!? Sei patetico, ecco perchè ti ha
lasciato!

Lo so, è la verità ma… io l’amo!

Oh misericordia, ma ti vuoi sentire?!?
Come credi di riconquistarla facendo così?
Minacciandola di sommergere il mondo di
lacrime? Amico sei un bamboccio! Riprenditi!

E come dovrei fare? Illuminami!

E lo chiedi a me? Conosci Gwen meglio di
chiunque altro, spremi le meningi!

Ma non dovresti saperlo anche tu?
Insomma, sei il mio alterego…

Si, l’alterego più figo e più uomo!
Sforzati!
 

E la seconda voce nella mia testa mi abbandonò completamente.

Aspetta, la seconda voce nella mia testa?!?
Ok, suona patetico anche a me. Del resto, io sono patetico.

Innamorarsi di una ragazza, diventare un malato cerebrale, farsi lasciare in diretta tv e vedere la propria ex poco dopo mentre limona con un altro, era certamente patetico.
Ma tornando a noi, non sapevo davvero cosa fare.
Come facevo a riconquistarla?
E poi, era corretto volerla riconquistare? Insomma, ormai stava con Duncan, che diritto avevo di mettermi in mezzo fra loro? Certo, se si fossero lasciati poteva anche andar bene, ma…
No, non mi sarei mai abbassato al livello di quell’idiota, io non rubavo la donna agli amici.
Andava detto che Duncan non era mio amico, e in teoria non gli avrei rubato la donna ma me la sarei ripresa soltanto…
Cavolo, fare conversazioni nella propria testa senza un alterego è davvero complicato!

Fare certi pensieri non aiutava affatto la mia autostima.
Ora torniamo seri.
Che dovevo fare?!?
 

Oh signore, sei proprio perso senza
di me!

Per fortuna sei tornato! Che devo
fare?

Che vuoi che ne sappia io?

Andiamo, credevo che tu lo sapessi!

E come faccio a saperlo? Sono frutto
della tua idiozia, mica un veggente!

Si, gentile da parte tua.

Quando vuoi, amico.

Almeno dammi un consiglio!

Va bene, va bene… allora, al posto tuo
andrei da quell’idiota, gli spaccherei la faccia
e poi farei una confessione romantica a quella
lì… le donne amano queste cose!

Come no, e poi Gwen spacca la mia
di faccia! Qualcosa di meno…drastico?

Sei incontentabile! Fammi pensare…

Senti, lascia perdere, fa niente.

No, aspetta! Prova a parlarle!

Parlarle?

Si, perché no? Però, ti prego, non metterti
in ginocchio a scongiurarla di tornare con te!
Non ha bisogno di altre prove della tua
sfigataggine!

Si, grazie, soprattutto di avermi
praticamente dato dello sfigato.

Eh, non lamentarti! Non solo l’aiuto,
mi tratta pure così! Puah, più fai il buono
più ricevi calci nel cu…

Ok, ok, mi dispiace! Grazie mile,
emmh…

Chiamami capitan Mutanda.

Oh. Ok, se proprio ci tieni…

Non fare quella faccia, sono frutto della
tua immaginazione, ti dico esattamente
quello che vuoi sentirti dire!

Dubito che voglia sentirmi chiamare
idiota e patetico ogni nove secondi, ti
pare? Ma tralasciamo… capitano. E
ancora grazie!

Di nulla Trent! Ci rivediamo quando sarai di
nuovo ridotto uno schifo o ubriaco!
 

E la voce se ne andò via di nuovo.
Se quello che aveva detto era vero, allora avevo davvero una mente perversa.

Come potevo desiderare un alterego che si faceva chiamare Capitan Mutanda?!?
Ma lasciamo perdere.
Se una cosa giusta l’aveva detta, era che dovevo parlare con Gwen.
Possibilmente senza risultare patetico.
Ardua impresa.
 
 
 


 
 
 
Mi sedetti su una sedia vicina al tavolo, dove mi aspettava Trent.

 

O-mio-Dio-o-mio-Dio!!! C’è Trent!
Che emozione! Saltagli addosso, Gwen!
Abbraccialo, stringilo, bacialo!

Eh, no! Datti un contegno, me! Mi rifiuto
con tutta me stessa di fare un cosa simile!

Andiamo, lo vogliamo entrambe!

Noi, cioè io, forse si, ma non credo che lui
apprezzerebbe…

Ma che dici! Farebbe esattamente
la stessa cosa!

Forse prima che lo lasciassi in
mondo vision…
 

Ma fummo, cioè, fui interrotta da Trent.
“Gwen… sono venuto qui per parlarti.”
Sembrava ansioso, nervoso.

“Beh, sono qui, dimmi pure.” Lo incitai io, sorridendo.
Ricambiò il sorriso, nervoso.

 

Dio, ma lo vedi quanto è figo?!? E
TU l’hai lasciato? Di proposito?
Per Duncan?!? Dovrei essere io a
comandare, qui! Almeno non sono
cieca!!! Davvero, come ti sei convinta
a lasciarlo?!?
 

Non risposi. La verità era che me lo chiedevo anch’io.
Sapevo solo che avevo sbagliato, e volevo con tutta me stessa riparare, pur sapendo che era troppo tardi.
Perché mai vorrebbe tornare con me, dopo tutto quel che gli avevo fatto?
 

Allora?!? Prova a farmi uscire, vedrai,
non farò l’idiota come te! Non me lo farò
scappare, promesso!!!

No. Questione chiusa.

Andiamo!

Uff, quanto sei noiosa! Almeno dimmi
perché non vuoi!

Trent non vuole una qualunque
ragazzina eccentrica e che urla
appena ci sono i saldi!

Già, preferisce una darkettona
asociale, vero?!?



 

La verità era che mi rifiutavo con ogni cellula del mio corpo di essere una di quelle comuni ragazze che si eccitavano per uno smalto nuovo o per la borsetta di pelle firmata.
Volevo distinguermi dalla massa di oche da cui ero circondata, emergere dal branco.
Non volevo emergere per la bellezza, per la generosità, o per chissà quale altra qualità innata. Anche perché non ne avevo.
Volevo solo infrangere gli schemi.
Essere quella diversa.
E non tanto per attirare l’attenzione. Volevo solo urlare al mondo “Nessuno ti obbliga a fare la cheerleader, ragazza! Vali tanto anche senza stupide gonnelline e senza trucco!”
Messaggio che ahimè non passava molto spesso.
Ma di certo non avrei smesso la mia guerra alle costrizioni della maggioranza per un ragazzo. Nemmeno se il ragazzo in questione fosse Trent.
Ed era che dire.
 

 

Tsk, non rispondi se non ti
conviene, eh?

Zitta!

“Ecco Gwen, io…”
Mi ero quasi scordata che Trent dovesse dire qualcosa.
Mi ero persa nel mutare della sua espressione, il calare della sua testa mentre si mordeva il labbro, il rossore sulle sue guancie, quel leggero tremore delle ginocchia… era adorabile.
“Puoi dirmi tutto, Trent. Tranquillo e racconta.”
Sorrisi e gli strinsi la mano. Lu si rilassò istantaneamente e respirò profondamente.
Era soddisfacente vedere la calma che irradiava dal momento in cui avevo gli avevo stretto la mano. Ne ero lusingata.
 E dovevo ammettere che anch’io stavo meglio, dopo il contatto.
“Ok. Ehm, non è facile dirlo, ma…”
Chiuse un attimo gli occhi.
“Gwen… io ti amo.”
Il sorriso che avevo in volto si solidificò e sparì piano piano.
Non capivo che voleva dire. Come poteva…??
Lui sembrò deluso dalla mia reazione. Mollò le mie mani, si alzò dalla sedia e si voltò.
“Senti Gwen, lo so che non ricambi e non starò qui a supplicarti, ma devi ascoltarmi.”
Attese qualche attimo, forse sperando (invano) in un mio segno di vita, e continuò.

“Sono impazzito. E’ vero, e la conferma l’ho avuta oggi parlando con il mio alterego nella mia testa,ma l’ho fatto solo ed esclusivamente per te. Lo so, non dovrei permettere che tu mi faccia questo effetto, ma è così. E se tu mi dessi un’altra possibilità, ti dimostrerei che posso essere di meglio, per te. Ma come ti ho detto, non sono venuto a convincerti di niente, quindi tolgo il disturbo, la mia presenza è inutile, qui.”
Fece per dirigersi verso la porta.
“Non vuoi sentire cosa ne penso io?”
Si girò. Mi guardò sarcastico.
“Non se conosco cosa pensi.”
“Dai, non ci sto molto.”
Sospirò. Credeva che gli stessi per infliggere il resto della sofferenza che non meritava.
“Va bene. Ma sbrigati, ho fretta.”
Respirai profondamente.
“Ho avuto un comportamento ipocrita, con te.”
Trent alzò un sopracciglio.
“Che vuoi dire?”
Rimasi un attimo in silenzio.
“Ti avevo lasciato perché eri impazzito. Ma la prima ad essere pazza ero io.”
Sorrise, ferito, credendo che mi stessi prendendo gioco di lui.
“Non mi dire. Per quale numero sei impazzita, tu?”
“Mi ricordi Noah, quando fai così.”
Sorrisi. Lui tornò serio.
“Trent, seriamente, io… sono stata una pazza a lasciarti.”
E vidi la probabile espressione che avevo fatto io dipingersi sul viso di Trent.
“Mi dispiace davvero, Trent. Non lo meritavi, per niente. E… anch’io credo di amarti.”
Trent non perse tempo, coprì la distanza che ci separava in pochi passi, mi strinse fra le sue braccia e posò le sue labbra sulle mie.
Credevo di aver lasciato il ricordo dei suoi baci in un cassetto della mia mente, sempre in bella vista, sempre custoditi come il più grande dei tesori. Ma non erano per niente come ricordavo.
Erano meglio. Più belli, più veri, pieni di desiderio e amore… da tempo aspettavo di essere baciata così.
Trent si bloccò.
Mi spostai per guardarlo e sembrava perplesso.
“Trent? Tutto bene?” Chiesi, preoccupata.
“E Duncan?”
Sorrisi. Lui no.
“Storia vecchia come il mondo.” Lo rassicurai.
Sorrise.
E riprese da dove si era interrotto.
 
 
 

 
 
 
Eravamo stesi sul divano di casa sua, a fissarci sotto un lenzuolo.
Era stato bellissimo.
Lo volevamo entrambi, ci desideravamo allo stesso modo e con lo stesso amore, e c’era un’armonia particolare fra noi… fantastico.
E avere il privilegio di stare lì, a fissarla, era veramente il massimo.
Il silenzio venne interrotto.
“Allora… Dimmi un po’… hai chiacchierato col tuo alterego, oggi?” Chiese, sorridendo.
Ridacchiai.
“Oh si. Dovresti vedere che eccentrico. Ti dico solo che si fa chiamare Capitan Mutanda.”
Strabuzzò gli occhi e scoppiò a ridere.
“Ma dai! Persino peggio del mio!”
“Non mi dire,anche tu chiacchieri col tuo alterego?” Chiesi, abbracciandola.
Posò il capo e le mani sul mio petto.
“Certo. Ed è peggio di Katie e Sadie. Messe insieme”
Rabbrividì.
Risi e le diedi un bacio sui capelli.
“Ma come ho fatto fino ad oggi senza di te?”















 

Nota:
eccomi qua ;) era da un po' che non scrivevo e perciò... ho pubblicato questo orrore :S ma tralasciamo... vi ricordo di recensire in tanti ;)
a presto, LadyWrite

  
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