Un lampo di luce squarcia le tenebre in cui è avvolto.
Cerca di guardare, di capire cosa o chi sia la causa di ciò, gli occhi bruciano, non riesce a tenerli aperti. Si accascia a terra sospinto da una forza che non è ingrado di respingere. Trascinandosi indientro si appoggia contro il muro grigio, non teme ciò che ha davanti, anzi stranamente ne è rassicurato, sente un forte senso di pace invaderlo. Non ricorda l'ultima volta che si è sentito così. Quella luce è così familiare, è qualcosa che ha gia visto, già percepito, amato. E' sicurezza, è casa.

In pochi istanti la luce si affievolisce, riesce ad aprire gli occhi e a distinguere chiaramente la sagoma di un uomo, con un capotto - no, meglio, è un trench - e due enormi occhi blu.
Lo fissa con la bocca socchiusa, incredulo - è tornato - sentendo le lacrime salirgli dal profondo, sporcando nuovamente la sua visuale.
Si alza, rimanendo con le spalle al muro, e continuando ad osservare l'uomo - l'Angelo - che ha di fronte.

"C-Cas?!" la voce trema, per l'emozione, per la paura che non sia davvero Castiel ma con la certezza che è lui.
Muove qualche passo in avanti, gli si avvicina abbastanza da poterlo toccare, l'altro rimane immobile a fissarlo. Dean posa una mano sul suo petto, all'altezza del cuore, è caldo, vivo. La mano, seguita dallo sguardo di entrambi, risale sul tessuto della camicia bianca, sfiora il colletto e il nodo allentato della cravatta blu.
Si ferma quando una lacrima gli riga il viso andando a morire sul bordo della maglietta verde scuro. Torna a muoversi, ad accarezzare, a toccare un pò più forte, più sicuro. Con i polpastrelli sfiora la pelle calda del collo, la linea ruvida della mascella fino a fermarsi, a mano aperta, sulla guancia.

Alza gli occhi e incontra quelli dell'Angelo, blu come gli abissi dell'oceano, come il mare in tempesta, un blu che, per Dean, è sinonimo di casa.
Il cacciatore rimane a guardarlo per quella che sembra un'eternità, scosso e sopraffatto da un turbinio di emozioni differenti. Felicità, rabbia, sollievo..

Ha bisogno di toccarlo, di capire che c'è, che è reale, ha bisogno di sentirlo.
Muove l'ennesimo e ultimo passo verso Castiel e lo avvolge in un abbraccio forte e possessivo, affonda il viso nel collo, inspira il suo profumo leggero, che sa di vento e libertà, si bea del calore che sprigiona.
"Cas, Cas, Cas.." sussurra il suo nome come fosse una preghiera.
Gli è mancato da impazzire, solo ora capisce quanto davvero è stata straziante la sua lontananza.

Quando si stacca dall'abbraccio lo fa solo per far coincidere le loro bocche in un bacio leggero, dolce. Che sa di nostalgia e felicità. Sente l'Angelo schiudere le labbra e le mani stringere i suoi fianchi.

Non avrebbe mai immaginato di baciarlo, di amarlo. Di provare tutto questo per qualcuno. Per il suo Angelo. Suo. Solo SUO.
Sorride fra le loro labbra stringendolo ancora più forte.
No, non lo lascerà andare stavolta. Mai più.