Take my hand and don’t fantasize
Arrivati a casa, Ryo si
sedette pesantemente sul divano del salone.
-Ah, che giornata..mi
sento così stanco … e affamato!Che dici Kaori,ceniamo?-Kaori lo guardò,spaesata
dal suo tono..indifferente. C’era davvero bisogno di tenersi tutto dentro,
anche dopo tutto ciò che era successo, anche dopo la sua confessione davanti ai
loro nemici? Era troppo stanca e ancora troppo felice dalle parole di Ryo di quel
pomeriggio che non riuscì a formulare nessuna frase tagliente in grado di
riaprire il discorso.
–Sì, dammi
il tempo di accendere i fornelli..- Così dicendo si avviò a testa bassa verso
la cucina,senza essersi nemmeno tolta le scarpe. Ryo la guardò allontanarsi da
lui. “Non è così semplice per me, Sugarboy… e sai benissimo che non è facile
nemmeno per te” pensò. Si alzò da divano per andare in bagno e farsi una bella
doccia rilassante.
ZAC! “Perché mi fa questo?”
ZAC! “non capisce proprio niente di donne, quello stupido!” ZAC! “Come vorrei …
che cosa voglio io in realtà? Voglio stare con lui? Sposarmi con lui? Andare a
letto con lui?” E’ a questo che si è ridotta la mia esistenza? Non ho davvero
più un briciolo di orgoglio?” ZAC! Aveva appena finito di preparare le verdure
per il minestrone che, toccandosi la fronte pensierosamente come a
scacciare via i pensieri, fece cadere sul tavolo il fiore del bouquet di Miki
che si era sistemata tra i capelli dopo il salvataggio di Ryo. “Pan di cuculo
…” subito le venne in mente quella calda sensazione di affetto,di protezione
che aveva sentito nell’abbraccio di Ryo … ci voleva davvero così poco per farle
tornare il sorriso! Sentì il rumore dell’acqua che scrosciava in
doccia: il suo partner si stava rilassando, ma lei non poteva fare a meno di
lasciarsi trasportare dalla malinconia e dalla nostalgia di un attimo, un
momento che era passato troppo in fretta, che avrebbe voluto rivivere milioni
di volte al giorno, un momento dal quale il tempo non si discostasse. Voleva
solo un momento per loro due, anzi per lei sola, perché voleva solo sentirsi
amata, ricambiata, da quell’uomo che da più di sette anni le rubava l’anima con
uno sguardo.
“L’amore è egoismo e a me interessa … io ho solo bisogno di
sentirmi ricambiata. Sì, è così. Non mi interessa il resto. Io ora devo …
pensare al mio bene.” Sapeva che nel pensare ciò intendeva dire che il suo bene
coincideva con il bene dello sweeper, ma scansava comunque la sua stessa
volontà. L’atteggiamento di Ryo in auto, sulla strada del ritorno a casa, era
stato il solito modo indifferente ma non troppo, tipico di chi non vuole
sbilanciarsi, nonostante avesse detto di vivere per stare con lei e
proteggerla. Si sforzava di cucinare pensando a cucinare e si fece cullare da
quell’emozione che ormai aveva già riposto nel suo cuore, nel cassetto più
segreto, pronto per essere rivissuto in qualsiasi momento.
“Sarebbe così bello, per un giorno ,fingere che non ci siano problemi,
fingere che io sia un impiegato in qualche ditta di trasporti e tu la mia dolce
mogliettina che mi aspetta a casa ogni sera e mi prepara il pranzo in ufficio
ogni mattina! Ma non è la mia realtà, non è nemmeno la tua e non lo abbiamo
scelto. In tutti questi anni non sono riuscito a fare
altro che stringerti sempre più a me con i miei silenzi e le mie paure assurde
… mi dispiace tanto, socia, ho fatto proprio un danno!” Ryo uscì dalla
doccia e si asciugò e rivestì in fretta, poi si affacciò in cucina.
-Kaori, è pronto?
-Sì, puoi prendere tu i
piatti?-L’uomo si avvicinò a lei per prendere i piatti dalla mensola e lei si
scostò per evitare il contatto. Si sedettero e cominciarono a mangiare.
-Ti sei rilassato in
doccia, eh?-mentre diceva questo, sorrideva debolmente.
-Eh…? Ah sì, certo!! Ora
City Hunter è già pronto per una nuova avventura!!-rispose lui mostrando i
muscoli, scherzosamente. Lei trattenne una risata, in maniera molto
pudica,un atteggiamento talmente dolce e triste allo stesso tempo che fece
sciogliere il cuore a Ryo. Non l’aveva mai vista così … ora era come vederle
attraverso l’anima, Kaori aveva le difese talmente abbassate che ora aveva
paura di sgretolarla con una sola parola.
-Vai a farti un bagno …
ti serve un po’ di relax, ti vedo strana …
-Non preoccuparti,sto
bene!-Lui la guardò con un’espressione non troppo convinta.
-Davvero!-Kaori sorrise
a trentadue denti, un po’ forzatamente.
-Si vede… -Mormorò Ryo
con il mento appoggiato sulla mano e lo sguardo perso nelle carote sul suo
piatto. Kaori fece finta di non aver sentito e finì la sua cena, poi lavò i
piatti, mentre Ryo rimaneva a fissarle la schiena. Non riusciva a sopportare di essere la causa di tanta tristezza, mista a malinconia, mista a felicità. Si alzò dalla sedia e le cinse le spalle. Kaori
sussultò.
-Ryo, che …
-Non aver paura … non
sono lontano. Sono solo …
-Ryo … non ti ho mai
sentito lontano. Non essere teso…- Ryo sorrise. I muscoli del
viso di entrambi
si distesero. Ancora quell’abbraccio, ancora quel calore.
“Il tuo corpo sa di
famiglia, piccola. Sei tu la mia famiglia.” Nel loro silenzio si
potevano sentire parole dette sottovoce, sospirate al cuore, mormorate
alle anime.
-Kaori, io …
-Zitto, sciocco … non
voglio le tue parole …- Ryo si staccò da quell’abbraccio e le diede un bacio
sulla fronte, prendendole la testa fra le mani. Lei chiuse gli occhi e assaporò
quel momento. “Vivo di momenti, ormai … che ci posso fare … questi siamo noi …
eh.”
-E quindi? Solo un
bacio sulla fronte?
-Eh … sì!
-Non ci posso credere.
Voi siete due casi persi. Davvero.- Miki scacciò le libellule che le giravano
attorno e tornò seria. –Kaori …
-Sì?
-Tu sei felice così?
Voglio dire, con tutte le parole non dette e ora con le parole dette e i gesti
non fatti …- Kaori distolse lo sguardo da Miki e fissò un punto indistinto, fuori dal Cat’s Eyes.
-Sai, Miki … dopo sette
anni ti rendi conto di cosa un uomo può darti, di cosa può farti provare. A me
non interessa che lui mi baci o meno, non è quello che desidero di più. Il solo
sapere che si fida di me e che mi vuole bene, il solo sapere che quello che
provo mentre mi è vicino è lo stesso che prova lui …
-Ti basta questo?
-Ehm … non proprio, ma
… posso ancora aspettare per il resto!- Miki sorrise e prese le mani
dell’amica.
-Non dimenticarti mai
che sei una persona fantastica. So che Ryo tiene a te ma, piccola, non
permettergli mai di rifiutarti! Non lasciarti buttare giù dai suoi gesti
negati!
-Non preoccuparti,
davvero … non sono gesti negati, sono solo … gesti che arriveranno quando
saranno pronti. Non voglio forzare nulla! Non voglio forzare Ryo! La sua storia
… non dev’essere stato così semplice per lui vivere senza avere pace. Lui fa
tesoro delle piccole cose, degli sguardi rubati, del silenzio … penso … sì,
penso sia questo il suo modo di farmi capire cosa prova!
-Non è più in
guerriglia, Kaori …
-Lo so, ma …- Kaori
guardò a terra e tacque. Non parlò più, bevve il suo caffè in silenzio mentre
Miki la guardava dolcemente. La partner di Saeba emanava una sensazione di pace
mista a una terribile, terribile tristezza che attraversava Miki nel profondo e
la colpiva al cuore. Stava quasi per commuoversi, quando …
AAAAH!!!
-Vieni qui, bellezza! Ryuccio non ha finito di sedurti!
-Vai via porco
schifoso!
SBAM!! Il martellone di
Kaori atterrò implacabile sulla testa di Ryo, permettendo alla ragazza di
scappare. Afferrò il partner per il collo della maglietta e lo trascinò, con il
martello in spalla, verso la lavagna della stazione.
Una volta arrivati
davanti alla lavagna di Shinjuku e aver osservato che era miserabilmente vuota,
tornarono verso casa. Ovviamente durante il tragitto Ryo non mancò di fare il
cascamorto con altre bellezze e la sua socia non rinunciò all’occasione per
smartellarlo ancora e ancora, facendo tremare più volte Shinjuku. Appena Kaori
chiuse la porta di casa dietro le sue spalle, sentì lo sguardo di Ryo su di sé
e alzò gli occhi per specchiarsi nei suoi, nerissimi.
-Io non sono … non sono
…- Ryo si morse le labbra.
“Che dici Ryo? Stai per dirmi che le parole di ieri
erano dettate dal momento? Stai ritrattando tutto ancora una volta? Non farlo,
ti prego … perché non lo sopporterei ancora, non dopo quelle parole, quegli
abbracci, quegli sguardi!!” Ryo si voltò e fuggì lo sguardo della donna. Andò
in salone e prese il pan di cuculo che Kaori aveva sistemato in un vasetto,
nella speranza di non farlo appassire subito, quasi come se quel fiore
rappresentasse le sensazioni provate in quei giorni, che non
dovevano finire né svanire nel ricordo, ma essere vissuti e rigenerati ogni
giorno di più.
-Cosa significa questo
fiore …?- Chiese infine Ryo. Kaori non rispose subito, indecisa se inventare un
significato diverso o dar inizio a un’apocalisse per il suo cuore, non
trattenendo più nulla, nella speranza che lui decidesse per due.
-Significa … mmm … “tua
per sempre” …- Kaori avvampò. Ecco, l’aveva detto.
-E funziona solo per il
genere femminile?- Ryo continuava a guardare a terra e faceva di tutto pur di
non incrociare lo sguardo della donna.
-Come, scusa?- Kaori
era decisamente stupita. Cosa significava ora questo? Dopo le parole di quel
giorno … che significato aveva tutto questo? Perché l’uomo che amava con tutta
se stessa si limitava in questa maniera, perché non la guardava negli occhi?
-Ho chiesto se può
anche significare … “tuo per sempre”!- Ryo controllò tutto se stesso per poter
dire una cosa del genere alla partner, ma non riuscì a controllare la voce, che
Kaori sentì tremare debolmente.
-Bè … penso di sì …sì!!- Ryo si
voltò di scatto e le porse il fiorellino, ormai appassito.
Finalmente la guardò negli occhi e vide che Kaori stava
piangendo;
allora la strinse fra le sue braccia e le baciò la testa, le
asciugò le lacrime
con le sue dita callose, le carezzò i capelli, tutto quasi
freneticamente.
-Ti prego, Kaori non
piangere, ti prego, non farlo ...- Kaori alzò lo sguardo e vide che Ryo aveva
gli occhi umidi di lacrime che tentava di reprimere, ma una per
volta,lentamente ma inesorabilmente, queste sfuggivano al suo controllo e
gli bagnavano il viso. Kaori, dal canto suo, era stupita e pietrificata
da un sentimento che stringeva il suo cuore come in una morsa e non lo lasciava
più andare e si rassegnò ad ascoltare il suo cuore, ora basta lasciar decidere
Ryo! “Adesso basta, non posso continuare così, io lo aspetto, lo capisco,cerco
di stargli vicino, ma quando è troppo è troppo!Non può scoppiare a piangere
così e poi pretendere che io non faccia niente!”
Ryo si era addormentato
come un bambino sul divano del salotto e Kaori si alzò per prendergli una
coperta. Appena la mano della ragazza si staccò dalla fronte dello sweeper, lui
mugugnò qualcosa di incomprensibile.
Kaori sorrise. “Non è possibile che pianga
come una fontana senza aspettarsi nulla … ma forse è questo … forse è questo
l’amore! Forse l’amore è non aspettarsi nulla dall’altro e semplicemente
camminare insieme … sì, sono sicura che è così!” Coprì il corpo di Ryo
con una coperta di lana e si risedette accanto a lui, osservandolo. “Un bacio …
gli è bastato un bacio sulle lacrime per fare quello che aspettavo da tanto …
quando io ormai non ci pensavo più! Le sue labbra, così morbide … posso ancora
sentirle premute contro le mie … e il suo sguardo, lo sento ancora su di me.
Non hai mai smesso di osservarmi, eh Ryo?” Guardò l’orologio. “Le dieci? Di
già? Come diavolo è possibile? Pff … devo aver perso totalmente la testa!”.
Kaori si strinse ancora un po’ la vestaglia sul seno nudo e cercò di
ricomporsi. Com’era possibile? Loro due …? Insieme..? E ora?
-Kaori … non lasciarmi
andare … -Kaori si girò di scatto. Ryo aveva gli occhi aperti ma non si era
alzato dal divano.
-Ryo, cosa dici? Vuoi
proprio che ti dico tutto eh?- Lui fece un debole sorriso.
-Mi dispiace … scusami
… volevo dirti tante cose ma non ce l’ho fatta … sono un uomo troppo debole per
questo!-Kaori gli carezzò i capelli corvini.
-Ho sentito tutto
quello che avevi dentro … ho sentito ogni battito del tuo cuore …-Ryo girò la
testa dall’altra parte.
-Ti stendi con me?-le
chiese. Kaori lo fece e appoggiò la testa contro le sue spalle, così forti, così
fragili.
-Guardami, Ryo. O sono
forse troppo brutta per te?- Scherzò lei. Ryo si girò. I
loro occhi si
incontrarono; quelli dell’uomo erano spaseati, sembravano gli
occhi di chi
faceva per la prima volta una cosa pericolosissima e allo stesso tempo
eccitantissima; quelli della donna erano pieni di incredulità e
di felicità.
-Io non mi sono mai
innamorato prima d’ora. –Le parole di Ryo ruppero il silenzio tra i due e Kaori
si preparò al peggio.-Non sono un uomo fedele, non sono nemmeno stato sempre sincero
con te e sono sicuro di averti fatto soffrire con le mie decisioni. Io non ti
prometto niente, non posso promettere di esserti fedele per sempre, ma posso
dirti che il mio cuore è tuo. Io voglio … voglio stare con te, perché ormai non
riesco più a separarmi da te. Non posso più fare a meno di te, dei tuoi gesti,
dei tuoi sguardi … del tuo corpo!Voglio imparare a parlare con te. A parlare
davvero. Però … però mi devi aiutare. Kaori, non mi abbandonare!
-Non ti lascio. Rimarrò
con te. Io … ho solo te … e poi …
- …e poi?
-E poi noi due siamo
City Hunter! Come potrei abbandonare il mio socio?- Kaori sorrise e il suo uomo
la strinse a sé con forza … e finalmente con coraggio.
-Dobbiamo camminare
insieme … ti va bene, Kaori?
-Non ti rispondo
nemmeno,cretino!- Kaori rise e Ryo si perse nella sua risata argentina,
limpida.
“Dobbiamo camminare insieme … e se uno di noi
due inciamperà, l’altro si fermerà a soccorrerlo. Non è un film, è solo … la
nostra vita. I nostri silenzi, le nostre gelosie, la nostra fiducia, la nostra
sincerità, sono queste le cose che ci guideranno … verso cosa? Non lo sappiamo
ancora!Spetta solo a noi scoprirlo … insieme. Nel bene e nel male, noi due
resteremo insieme!”