Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: ella18    10/12/2011    1 recensioni
Spero che vi piaccia. Commentatela e ditemi cosa pensate
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Si svegliò. Non voleva aprire gli occhi ma la luce del mattino ormai invadeva la stanza e le chiacchiere dei compagni erano diventate impossibili da evitare. Aprì gli occhi. La sua mamma appena si accorse che era sveglio gli  diede il buongiorno e un bel bacio su quella fronte rugosa. A punti. Non sapeva bene come definirla, avrebbe trovato tutti i verbi possibili ma nessuno sarebbe andato bene. Quella pelle era tutto tranne che liscia. E chiamarla pelle era anche eccesivo. Era un contorno ruvido spesso e molle allo stesso tempo. Era una buccia, una vera e propria buccia. Ma che altro poteva avere un'arancia se non una buccia? In più lui era un'arancia ancora piccolina che aveva una specie di buccina ancora tanto, troppo molliciosa. L'unica cosa che aveva di buona, si ripeteva continuamente, era l'odore. Quell'odore che faceva salire l'acquolina in bocca, che dava sull'aspro dolcemente zuccherato. Niente a che vedere con i limoni. Se non era molto contento di essere un'arancia sarebbe stato proprio infelice ad essere un limone...

Si guardò intorno. Era tutto uguale. Era tutto sempre noiosamente uguale. Voleva andare via. Non voleva rimanere dentro quella cesta per il resto dei suoi giorni come era successo al cugino Dick. Era impazzito e puzzava a causa della muffa. E' finito nella pattumiera. Ma non voleva nemmeno finire la sua vita come era successo al nonno. Divorato da un bambino grassottello che mangiava a bocca aperta e che a fatto cadere tutti i pezzi del nonno vicino alla nonna. E' da una settimana che non finisce mai di piangere e che spera di fare la stessa fine. No. Lui voleva essere diverso. Lui voleva morire facendo qualcosa per cui lui ne sarebbe stato fiero. Voleva morire da eroe per far del bene a qualcun altro. Voleva che il suo ultimo gesto fosse anche il più grande...

Arrivò la notte. Tutti dormivano. Era vicino al bordo del cesto. Aveva preso il posto della nonna. Se ne era andata quella sera stessa mangiata da quel grassottello che aveva divorato il nonno. Sorrideva quando se n'era andata. Aveva realizzato il suo desiderio. Anche lui l'avrebbe fatto.   Pian piano scese dal cesto e cadde sul tavolo. Fortuna che non era molto alto. Si diresse verso la fine di esso. Si butto sul cuscino della sedia e poi sul tappeto. E poi quegli umani dicevano che quel tappeto sotto il tavolo era solo d'impiccio. Uscì dalla casa. Si voltò indietro a guardarla. Una lacrima gli scese dagli occhi. La ricacciò indietro. Non voleva piangere. Non doveva farlo. Iniziò a rotolare....

Erano ormai parecchi mesi che era in viaggio. Aveva visto il blu, l'azzurro, il verde del mare. Aveva sentito il freddo della neve. Aveva provato il caldo soffocante dei raggi del sole sui granelli marroncini del deserto. Era arrivato a conoscere posti nuovi. Nemmeno sulle riviste che vedeva dalla cesta aveva mai visto niente del genere. Non aveva mai rimpianto di essere partito ma ancora non aveva trovato quello che cercava. Ormai si trovava in Brasilia già da qualche giorno. Erano passati esattamente sette mesi da quando aveva iniziato il suo viaggio. Era diventato grande. Aveva superato tanti ostacoli. Girare per il mondo non è così facile come si può pensare per un'arancia.   Ma la sua la sua buccia era diventata più bella di tutte quelle che avevano i suoi amici e parenti e di tutti quelle che aveva visto in giro. E ne aveva viste tante...

Inizio a piovere. A diluviare. Si trovava in una favella e cercare riparo dalla pioggia in una favella è molto difficile. Entrava acqua da tutte le parti. Stava correndo in cerca di un riparo finché non senti alcuni sternuti, tanto forti da superare il rumore della pioggia, arrivare fino a lui. Si fermò. Guardo a destra. A sinistra. Dietro. Niente. Si convinse che era stata la sua immaginazione. Ricominciò a camminare. Un altro sternuto. Più forte degli altri seguito da dei violentissimi colpi di tosse. Si fermò. Il rumore era giunto da destra. Da dietro l'angolo. Andò a guardare....

Era lì. Accucciata sotto uno scatola zuppo d'acqua. Era piccola e fragile. Sola. Si vedeva. Aveva paura dei tuoni e del temporale. Era affamata. Non perse tempo. Rotolo fino a toccarle un piede. La piccola bambina la guadò. Aveva paura. Poi curiosità. Dopo felicità. Chissà da quanto non mangiava. Si guardò in giro per vedere se c'era qualcuno che avesse perso un'arancia e che la stava cercando. Nessuno. Prese in mano il frutto. Gli occhi le luccicavano. Ne senti il profumo. Assaporo l'acquolina nella sua bocca. L'accarezzo e la morse. E in quell'istante il piccolo guerriero rotondo sentì di aver realizzato il proprio sogno.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: ella18