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Autore: JennyChibiChan    10/12/2011    3 recensioni
Un ItaSaku fresca fresca partorita dalla mia mente malata dedicata alla mia amica e-chan. L'ho aggiornata prima del previsto ma ormai è fatta. Spero che vi piaccia.
.....
- Sei una ragazzina... -
Il suo cuore non smetteva di batterle mentre si perdeva in quegli occhi neri come l'oblio.
- ... ma la migliore ragazzina che abbia mai conosciuto. - le sussurrò baciandola.
.....
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sbattè gli occhi cercando di abituarli al buio della stanza. Voltò lo sguardo accanto a sè pur sapendo che non avrebbe trovato nulla, solo il letto ancora caldo e il suo odore. Sospirando si lasciò cadere e appoggiò il braccio sugli occhi a nascondere le lacrime che, silenziose si facevano strada sul volto. Che illusa. Che cosa si aspettava? Che sarebbe rimasto con lei? Rise amara. Perchè lei? Perchè finiva sempre così? Perchè alla fine l'abbandonavano tutti? Prima Sasuke, poi Naruto e adesso anche lui. Itachi Uchiha. Uchiha. Sempre di loro si innamorava e si illudeva, si illudeva che prima o poi l'avrebbe amata. Certo, come no. Guardò l'ora segnata e sorrise ironica. Le 3:30. Di notte. Dannato Uchiha. Vorrebbe tanto riuscire a capire che genere di tecnica avesse usato su di lei. Sembrava che ce l'avessero con lei, che trovassero gusto nel giocare con i suoi sentimenti. Stronzi. Decisamente stronzi. Eppure non riusciva a farne a meno. Cercò di riaddormentarsi. Tutto inutile. Non ci riusciva, maledizione!
- ARGHHHH!!! DANNATO! - imprecò soffocando l'urlo nel cuscino.
Capendo che oramai non sarebbe servito a nulla cercare nuovamente di tornare nelle braccia di Morfeo, indossò una vestaglia e si avvicinò alla finestra e appoggiò la fronte sul vetro. La sua attenzione fu subito attirata dalla grande distesa bianca che ricopriva le strade e i tetti delle case e dalla neve che lentamente cadeva come soffici palline di lana. Nei suoi occhi passò un lampo di tristezza ma non li abbassò. Anche quel Natale sarebbe stata sola. Ovvio. I suoi genitori si sopportavano a mala pena e avevano divorziato lasciando la casa nella quale lei invece aveva deciso di rimanere, essendo a conoscenza del totale disinteressamento di loro che l'avrebbero anche abbandonata senza tanti complimenti per la strada. Naruto l'avrebbe passato con Hinata e gli Hyuga. Kakashi_sensei in missione con Yamato_sensei. Tsunade_sama a ubriacarsi con Shizune che sicuramente si dispererà nel tentativo di fermarla. Sai con Ino e gli altri a festeggiare a più non posso. Sasuke a cercare invano il fratello. Orochimaru a fare il morto. Kabuto a trasformarsi in una schifosissima serpe sempre in cerca di trovare una tecnica che gli faccia "governare" il mondo. Lei a tormentarsi per un Uchiha che la usa e la butta via ogni sera senza tanti complimenti. E l'Uchiha in questione a girovagare e ad ideare piani malvagi contro l'umanità con il pesce e compagnia bella. Scese in cucina per prepararsi qualcosa di caldo che le cacciasse via quei maledetti brividi di freddo ma qualcosa la bloccò dal suo intento. O meglio qualcuno.
" Non ci credo. " pensò scioccata. " Devo star ancora dormendo altrimenti non si spiegherebbe come mai Itachi Uchiha era lì, sul suo divano, tranquillo e beato, a bere del tè caldo e a leggere il mio diario. Aspetta un attimo. " 
Ridusse gli occhi in due fessure passandoli dal suo diario al suo "amante" e viceversa. 
" Okey, Sakura. Calma. Sta solamente leggendo il TUO diario, che vuoi che sia. Almeno è rimasto con te invece di mollarti come un'idiota come ogni santa sera. " cercò di autocontrollarsi ma la sua coscienza sembrava non essere d'accordo. " Si. Ma sta di fatto che sta leggendo il TUO diario, le TUE cose e i TUOI segreti nonchè violando la TUA privacy." Sakura si ritrovò a maledirla e a farla tacere. " Tanto non è più "privacy" visto che l'ha gia violata da tempo ormai. "
- Vuoi restare ancora lì per molto? - la sua voce, come al solito, piatta la distolse dalla battaglia che stava per scatenarsi tra il suo cuore e la sua mente.
Lentamente lo raggiunse sedendosi sulle sue gambe e riluttante appoggiò il capo sulla sua spalla ignorando di proposito di guardare il diario, per evitare di picchiarlo, e incrociare i suoi occhi, per evitare di finirne risucchiata. Restarono in silenzio a lungo riscaldati dal fuoco del camino ognuno preso dai propri pensieri. Ormai lei non ci faceva più caso, dopo due anni passati ci aveva fatto l'abitudine e cominciava anche a piacerle. Certo avrebbe tanto voluto che lui le parlasse, le sussurrasse dolci parole, scherzassero o festeggiassero insieme. Ma stiamo parlando di Itachi Uchiha. Se lo facesse non sarebbe lui e lei lo amava così com'era. Aveva imparato ad amare ogni suo pregio e difetto, in effetti più difetti che pregi ma non aveva di che lamentarsene. Le bastavano anche solo i momenti come quelli in cui la trattava come se fosse la più delicata e preziosa delle porcellane mentre facevano "l'amore", come s'illudeva fosse, come quelli in cui la guardava intensamente, divertito o interito. Si. Intenerito. L'aveva beccato eccome. All'inizio non lo aveva notato. Lo nascondeva ma lei aveva imparato a cogliere quei brevi sguardi e come prenderlo. Lo definivano un assassino dal cuore di pietra o che il cuore non ce l'avesse proprio. E, per un periodo, prima ancora che iniziasse a provare qualcosa per il cosidetto assassino, anche lei la pensò allo stesso modo. Invece si era sbagliata, si erano sbagliati tutti. Lo vedeva, lo sentiva. Sapeva che non era stato lui a decidere di divenire così. E in quei due anni aveva cercato senza sosta di scoprire la verità su cosa successe realmente quella notte. La notte in cui sterminò la sua famiglia. E l'aveva trovata quella verità tanto agognata e aveva capito. Ma non ne aveva fatto parola con nessuno, nemmeno, con lui anche se avrebbe voluto. Aveva così tante cose da chiedergli che ancora non le tornavano, ma aveva terrore della sua reazione, che la guardasse gelido senza risponderle e la abbandonasse come il fratello. Voleva aiutarlo ma non sapeva come. Sospirò rassegnata e spalancò gli occhi quando vide comparire dal nulla un pacchettino avvolto accuratamente in una stoffa rossa e un fiocco nero sulle sue gambe. Lo prese tra le mani e se lo rigirò incuriosita e sorpresa. Si voltò verso Itachi che nel frattempo aveva posato il diario e la tazza ormai vuota sul tavolino e aveva appoggiato il capo sulla mano del braccio destro appoggiato sul bracciolo. E la stava guardando. Con occhi impassibili ma intensi. E le metteva ansia, e cavolo! Perchè doveva essere così bello? Fu la prima a distoglierlo e rivolse tutta l'attenzione al "regalo". Emozionata lo scartò scoprendone una scatolina in velluto blu. L'apri rimanendo paralizzata e incredula. Le lacrime minacciarono di uscirle e le lasciò fare. Non sapeva cosa dire, rimase soltanto a fissare e accarezzare la collana all'interno della scatolina. Era d'argento e appeso c'era un ciondolo a forma di goccia, una goccia rossa. Semplice ma stupenda.
- Okey. Ora so di star sognando. - sussurrò la rosa prendendola tra le dita.
Itachi gliela sfilò.
- Girati. - le ordinò.
Automaticamente gli obbedì e sentì le sue dita armeggiare con la collana, quando finì toccò il ciondolo come se temesse che potesse sparire. Si voltò verso di lui con una muta domanda negli occhi.
- Era di mia madre. Dovevo pur metterla da qualche parte. -
- D-Di tua m-madre? N-Non posso accettare Itac... - cercò di ribattere.
Prima che potesse finire Itachi le tappò la bocca con la sua. Subito, Sakura si lasciò andare e gli circondò il collo con le braccia. Dalla bocca passò a torturarle il lobo, il mento, il collo per poi tornare di nuovo all'orecchio. 
- Dovresti accettare sempre senza discutere le cose che ti regalo. - le sussurrò roco per poi riprendere da dove aveva interrotto mentre un brivido le salì per la schiena.
- Itachi... - 
Sentì la sua mano slacciare la vestaglia e accarezzarle la schiena nuda. Presa dal desiderio, si avventò sulle sue labbra lasciandolo leggermente stupito e divertito. Il bacio si fece più passionale finchè a loro non bastò più e passarono a scoprirsi ed amarsi tutta la mattinata. 
- Itachi. -
La presa del suo braccio aumentò in segno che la stava ascoltando.
- Perche io? - buttò tutto d'un fiato la rosa.
Non rispose ma lo sentì affondare ancora di più il volto nell'incavo del suo collo. Un gemito le sfuggì involontariamente. Dopo un pò lui sollevò il capo.
- Prova ad indovinare. - 
- E come ci arrivo? E' difficile capire cosa ti passa per la tua mente contorta, sai? -
Itachi sbuffò contro la sua pelle facendole il solletico. Negli ultimi giorni, stranamente, lo vedeva più umano e il regalo era la conferma che le nascondeva qualcosa. E intendeva capire cosa.
- Allora? - tentò di nuovò.
Lui prese il suo diario e una pagina a caso e gliela mise davanti. Sakura lo afferrò confusa non capendo cosa centrava ora.
- Leggi. - 
E lei ubbedì. Alla fine della lettura si fece ancora più confusa e itachi sbuffando afferrò un pennarello dal tavolino e sottolineò due parole della pagina. Leggendole la lampadina nella sua tarda testolina si accese e il suo cuore prese a battere cosi tanto che temette potesse scoppiarle in petto. Due semplici parole ma che bastarono a rendere quel giorno il più bel Natale della sua vita: TI AMO.
- Tu... - 
- Sei una ragazzina... - 
Il suo cuore non smetteva di batterle mentre si perdeva in quegli occhi neri come l'oblio.
- ... ma la migliore ragazzina che abbia mai conosciuto. - le sussurrò baciandola.
Una sola lacrima scese. Ma non di dolore, non di tristezza ma una lacrima di gioia.
Si.
Il più bel regalo che avesse mai ricevuto.
Il più bel Natale della sua vita.
- Buon natale, Sakura. -
   
 
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