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Autore: gattaccionero87    11/12/2011    2 recensioni
Questa one-shot nasce da una frase dell'inizio del gioco, quando GlaDos, dà DI NUOVO il benvenuto a Chell nell'Enrichment center, come se non fosse la prima volta in cui si trovano entrambe in quella situazione.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Where are you? Do not hide to the cameras, you tricky little subject.
 
Quella voce già senza calore di per sé, era resa ancor più metallica dalle asettiche pareti.
Il primo sospirò di sollievo che la sperduta Chell potè tirare: il fatto di aver trovato un riparo dal suo onnipresente sguardo smise di farla sentire per un attimo la cavia da laboratorio che era.
Appoggiò la schiena alla fredda parete, e si lasciò scivolare sulle sue ginocchia.
 
Il silenzio era rotto solo dal suo affannato respiro.
Avrebbe voluto urlare, ma non riusciva ad emettere alcun suono, era muta. Ma in un ancestrale angolo della sua mente, prima del grande sonno, era sicura di ricordarsi cosa significasse parlare, gridare, vocalizzare: era come se qualcuno, o meglio, qualcosa, le fosse entrato nella testa e le avesse rimosso questa capacità.
Tanto, a che sarebbe servito urlare? Lei ha già ucciso tutti.
 
Well, listen, I’m really sorry. But I have lot of things to do here, so if you could complete this test chamber, you make me a favor.
Or is this chamber too complicated for you? Sometimes I forget how stupid you are.
 
Ma perchè era stata risparmiata? E perché, anche se non aveva altra scelta, continuava ad assecondarla nel completare le test chambers, come se qualcosa dentro di sé le precludesse il disubbidire a lei?
*Forse non sono umana. Forse sono solo un sofisticato automa programmato per concludere questi test simulando in certe occasioni il naturale senso di ribellione che un essere umano avrebbe nell’affrontare tutto ciò* pensò Chell.
Chinò il capo, e guardando i propri piedi nudi, freddi, vide un piccolo taglietto sul dorso di quello destro, e una goccia di un liquido rosso scuro, caldo e viscoso che scendeva da essa.
 
Il suo viso si sfigurò in uno smorfia nel tentativo di ricordare il nome di quello strano liquido che scendeva dal suo piede, ma senza risultati. Era passato troppo poco da quando si era svegliata dal lungo sonno criogenico, e gli effetti collaterali come perdita di memoria erano ancora spesso presenti.
 
Ridacchiò tra sé e sé, al pensare alla propria perdita di memoria.
Rideva di quella strana situazione: aveva la sensazione di non aver mai avuto un passato prima del lungo sonno, che la sua vita fosse iniziata solo quando la propria cabina criogenica si era aperta e aveva sentito il suono di quella strana radio.
E senza un passato, cosa c’era da ricordare? L’unica difficoltà che aveva era ricordare i nomi degli oggetti, come un’applicazione a cui manca un file.
 
I think I’ve been just too nice with you. If you do not want complete this test chamber, I’m going to look for you, just like a cat with the mouse. And we both know how this will end.
 
Ma se era davvero un programma o un automa, perchè aveva questa umana sensazione di sentirsi così…sola?
Spostò lo sguardo dai propri piedi a ciò che reggeva nella mano destra. L’ASHPD emanava un sordo ronzio, un vorticoso alone blu veniva risucchiato all’interno dell’estremità operativa.
Do not touch the operational end of the deviceDo not look directly at the operational end of the device”, questo era ciò che lei le aveva detto non appena Chell era riuscita a mettere le mani sull’ASHPD.
*Cosa potrebbe mai accadere se guardassi all’interno dell’estremità operativa? Lei non me lo direbbe mai, lei mi mente sempre* pensò Chell, mentre con la mano sinistra sollevò lentamente l’estremità della portal gun, rivolgendola verso di sé.
 
In quel momento, una telecamera sbucò fuori da un pannello semovente sulla parete di fronte.
A-AH! I found yo… NO WAIT! What are you doing? I told you not to do that!
Incredibile come la metallica e senza vita voce di GlaDos potesse quasi trasmettere sentimenti umani come la rabbia e l’irritazione.
 
Ma era troppo tardi per qualsiasi ulteriore avvertimento.
Il viso di Chell era un tripudio di tonalità blu e arancioni nello stesso tempo, come se rispecchiasse fedelmente l’abbracciarsi dei fenomeni fisici che prendevano vita all’interno dell’estremità operativa.
Le sue pupille si dilatarono, risplendevano di luci e morbidi vortici colorati, era come se nei suoi stessi occhi si aprivano due portali per la sua mente.
Il suo battito cardiaco aumentò fin quasi a farle scoppiare il cuore, la fronte le si imperlò di sudore, si alzò in piedi in preda a violenti capogiri, radunò tutte le sue forze per distogliere lo sguardo dalla magnetica estremità dell’ASHPD e fissò la fredda telecamera dalla quale GlaDos la teneva a suo volta sotto osservazione.
Con la vista appannata e senza capire ciò che le stava accadendo, i suoi occhi si spensero, perse i sensi e si accasciò su sé stessa.
 
And here we go again. We must start again everything from the beginning. Stupid humans, that’s why I’ve been so glad to introduce you my deadly neurotoxin.
 
Il corpo quasi esanime di Chell fu trascinato via.
 
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Test chamber n° 00
 
Ta-ra-ta-ta-ta
Ta-ra-ta-ta-ta  ta-ta-ta
Ta-ta-ta-ta
Ta-ta-ta-ta
Ta!
 
Chell aprì gli occhi, e il guscio trasparente della cabina criogenica si dischiuse.
Dopo un attimo di esitazione si sporse fuori, mise a terra i piedi e si alzò.
Ancora intontita, con la vista che faceva fatica a mettere a fuoco ciò che la circondava, si soffermò su quella radiolina che propagava quella musichetta tanto irritante quanto familiare, poteva quasi dire di averla già sentita. Da qualche parte. In qualche altra vita.
 
Hello and, again, welcome to the Aperture Science Computer-Aided and Enrichment Center.[…]
   
 
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