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Autore: fellina    11/12/2011    7 recensioni
...ritornò in stanza e rimase a fissare l'intruso nel suo letto dalla porta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Come già detto nella HinataxJuugo, la mia mente, a cui prima o poi troverò un nome perché vive indipendente da me, sta plottando da due settimane una storia che penso verrà abbastanza lunghetta. Devo ancora completare il plot e scriverla. Per ora posto questo primo pezzo, il resto lo metterò da dopo le vacanze di Natale.
Fatemi sapere se vi ispira, sono molto accettate soprattutto le critiche negative.
Il titolo è ancora provvisorio.
Per il momento tengo il rating ad arancione. Più avanti, quando sarà, diventerà rosso.
E non so che altro scrivere... per cui buona lettura!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Kishi-sensei. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.











Scese dall'auto un po' seccato. Non vedeva l'ora che la cosa fosse finita così da potersi fare una bella doccia e poi una dormita come si deve.
Salì sul marciapiede aspettando che la ragazza lo raggiungesse, e giocherellò un po' con le chiavi. Si voltò verso la macchina, lei era ancora seduta dentro. Cosa stava aspettando? Che le andasse ad aprire la portiera? Ebbe la tentazione di chiudere la macchina e andarsene, ma sentiva il bisogno di sfogarsi, a giusta ragione considerando la serataccia che aveva passato.
Guardò l'orologio, erano quasi le due di notte. In genere per mezzanotte avevano già concluso e stava ritornando a casa. Almeno questa abitava vicino al suo appartamento, appena finito sarebbe potuto rientrare senza bisogno di guidare ancora.
Finalmente la ragazza sembrò decidersi a raggiungerlo. La osservò mentre chiudeva lo sportello e gli si avvicinava: capelli rosa, occhi verdi, seni piccoli, un vestitino rosso che metteva in risalto il suo fisico snello. Non brutta, ma niente di particolare.
Gli indicò uno stabile che si trovava praticamente di fronte al condominio dove viveva, ed ebbe come la sensazione che quella tizia lo tenesse d'occhio già da tempo. Non che importava, in un modo o nell'altro veniva sempre perseguitato da altre ragazze.
Due isolati, attraversare la strada, un altro pezzetto e poi sarebbero arrivati. Non gli era mai pesato così tanto. Quella sera, durante la tipica passeggiata che precedeva il "Ti va di venire a casa mia?", si erano dovuti rifugiare in un bar a causa di un forte acquazzone ed erano rimasti lì per quasi un'ora e mezza. E per tutto il tempo aveva dovuto sorbirsi le chiacchiere di lei, i suoi discorsi su quanto era oca un'altra tizia, probabilmente sua amica, e sul futuro roseo, smielato e sdolcinato che si aspettava dal suo ipotetico ragazzo. Stava quasi per farle pietà, le stava quasi per dire "Senti, lasciamo perdere, non sono proprio ragazzo che stai cercando. Se ti aspetti delle cose del genere è meglio che ci salutiamo qui", ma appena l'acquazzone era diminuito era arrivata la solita domanda "Ti va di venire a casa mia?". E allora aveva capito che in realtà era come tutte le altre ragazze che lo agganciavano solitamente, tanti bei discorsi, ma alla fine aprivano sempre le gambe molto facilmente. A lui di certo la cosa non dispiaceva, e non aveva neanche bisogno di andarle a cercare visto che erano loro a pararsi davanti e a chiedere.
Stavano camminando in silenzio quando ad un tratto le sentì cacciare un urlo e lanciarsi verso una figura un po' strana che si stava strascinando poco avanti a loro appoggiandosi al muro.
"Oh mio Dio, Naruto! Che è successo?" chiese la rosa alla strana figura.
"Sakura-chan" la risposta arrivò in un bisbiglio "Tranquilla, non è nulla. Ora mi vado a sdraiare e passa tutto."
"Ma che stai dicendo idiota?!" La vide cercare di sistemarlo in modo da poterlo sostenere ed aiutare a camminare, ma il ragazzo in questione fece qualche passo indietro svincolandosi e sussurrando "No, davvero. Sono quasi a casa", per poi traballare e piegarsi di lato per non finire addosso alla ragazza, arrivandogli di sopra. Il tutto accompagnato da un "Naruto!" squillante e preoccupato.
Ecco cosa poteva rendere ancora più stressante quella serata: un tizio bagnato fradicio e moribondo che gli si accasciava addosso e la tizia di turno che voleva fare la buona samaritana!
"Sasuke-kun, per favore, mi aiuteresti a portarlo fino a casa mia?"
Il moro sbuffò, sistemò un braccio del ragazzo intorno al proprio collo e passò una mano dietro la sua schiena. Riuscì a fare solo qualche passo prima che il ragazzo perdesse completamente i sensi e si afflosciasse a peso morto. Lo afferrò prima che potesse arrivare a terra e se lo caricò sulle spalle.
Arrivarono alla fine dell'isolato, ma avrebbero dovuto ancora attraversare la strada, che era di quelle larghe, a due corsie per senso di marcia, a scorrimento veloce, con il semaforo lampeggiante giallo. Prima di riuscire ad arrivare con il peso morto sulla schiena dall'altra parte sarebbero stati investiti da una delle macchine che sfrecciavano.
Sospirando, disse freddamente alla ragazza "Vieni" e girò l'angolo. Casa sua era praticamente lì, non serviva rischiare inutilmente di morire.
Entrarono nel primo portone e con l'ascensore salirono al terzo piano.
La cosa però lo seccava, e tanto. Non permetteva mai a nessuno di entrargli in casa, non ci portava neanche le ragazze. Quello era un luogo solo per lui, fuori dal mondo, distante da tutto.
La giacca gli iniziava a dare fastidio. Si era imbevuta di acqua a causa del tizio grondante, che in quel momento stava ansimando sul collo. Il suo respiro era caldissimo, rovente. E il suo corpo pesava, tanto.
Notò che la ragazza continuava a guardare preoccupata il peso morto che teneva sulle spalle. Ormai erano dentro l'appartamento, e lui si stava liberando del tizio scaraventandolo, non troppo violentemente, ma neanche con troppa attenzione, sul suo letto.
La rosa si lanciò subito sul moribondo iniziando a toccargli la fronte e spogliarlo dagli abiti fradici. "Prendi una bacinella e riempila di acqua. Porta una spugna morbida, qualche asciugamano e il kit di pronto soccorso."
Sasuke sbatté un attimo le ciglia fissandola incredulo mentre si toglieva la giacca grondante. Gli stava dando degli ordini?  Allora non era solo moine, discorsi smielati e critiche verso gli altri! Apprezzò la sua determinazione, anche se gli diede leggermente fastidio il suo tono di voce.
Uscì dalla stanza e ritornò dopo poco con le cose richieste.
Osservò il ragazzo disteso sul letto, con ormai solo i boxer grigi: prima non ci aveva fatto troppo caso, ma era pieno di graffi e tagli, in particolare uno sul fianco abbastanza profondo. Aveva diversi ematomi sulle braccia. I capelli biondi erano zuppi per la pioggia che sicuramente aveva preso in pieno. Il viso era rosso fuoco e si vedeva senza neanche bisogno di toccargli la fronte che doveva avere la febbre altissima.
La ragazza afferrò la spugna e iniziò a premerla delicatamente sulle ferite per pulirle. "Il fon e… hai qualche aspirina o qualcosa per far abbassare la febbre?"
Fare da assistente gli stava iniziando a dare fastidio, ma, viste le condizioni del tizio, ubbidì senza fiatare.
Mentre la ragazza medicava le varie ferite, il moro gli asciugò i capelli con il fon. Non poté fare a meno di notare le labbra carnose, socchiuse, da cui uscivano a intermittenza gemiti di dolore strozzati.
Una volta che il ragazzo fu asciutto e medicato, lo vestirono con uno dei pigiami di Sasuke e lo infilarono nel letto.
"Sasuke-kun" i suoi occhi verdi lo fissavano senza timore "Grazie. Per qualunque cosa chiamami, te ne prego."
La accompagnò alla porta, poi ritornò in stanza e rimase a fissare l'intruso nel suo letto dalla porta.
  
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