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Autore: La Kurapikina    11/12/2011    3 recensioni
Ciao a tutti!!! E' la prima cosa che scrivo una ff su loro e spero vi piaccia. E' una "riscrizione" con molti cambiamenti della casa della notte dal punto di vista di Damien, in cui la storia prende una piega diversa da quella descritta nei libri, soprattutto per quanto riguarda Jack
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Jack sorrise e capii che finalmente si era calmato; strinsi fra le braccia quel ragazzo biondo tanto speciale sfiorando con le labbra il suo marchio bicolore. Ma questa non è la storia che conoscete voi: molte cose sono diverse, quindi, affinché capiate tutto ciò che ci è successo, è bene che io parta dall’inizio.

***

“Eih guardate, c’è un ragazzo nuovo!”

Spostai lo sguardo da Stivie Rae alla porta appena in tempo per vedere entrare un biondino rossiccio con grandi occhi blu carichi di diffidenza.

Aveva dei lineamenti dolci, con labbra sottili ed un nasino perfetto;il fisico magro ed esile sembrava pronto a scattare al minimo segnale di pericolo e questo lo faceva sembrare ancora più spaventato, ma cazzo quant’era bello!

Mi ritrovai a fissarlo quasi senza accorgermene e, perso com’ero a studiare la pelle chiara, notai per caso un livido violetto sul suo zigomo sinistro, semi coperto dai capelli.

“Ragazze, viene da questa parte!” esclamai non appena mi accorsi che il biondino puntava dritto verso di noi.

“Speriamo che non sia…” cominciò Erin con una smorfia.

“…un fissato con “miss marchio completo”!” concluse per lei Shaunee con la stessa espressione e vidi Zoey e Stivie Rae irrigidirsi al pensiero di dover sopportare l’ennesima serie di domande su Zy, la novizia più potente di tutti i tempi.

Intanto il biondo era arrivato al nostro tavolo con tranquillità, e nel tragitto doveva aver accantonato la paura visto che ora sembrava solo terribilmente annoiato.

Ci squadrò uno alla volta, socchiudendo gli occhi blu ornati da lunghe ciglia chiare, ma quando aprì la bocca per parlare sentì la porta della mensa aprirsi alle sue spalle e riprese a camminare con tranquillità, come se non si fosse mai fermato.

“Jack, potresti venire un momento?” Neferet era ferma sulla porta e, nonostante cercasse di sembrare calma, la sua voce era evidentemente incrinata dalla rabbia che tratteneva a stento.

Questa proprio sembra destinata ad essere una gran brutta giornata: Zoey ci ha appena detto che quella strega di Afrodite l’aveva invitata al rituale della Figlie oscure di questa sera e lei ha deciso di andarci per vedere se può fare qualcosa per togliere il potere dalle mani di quella stronza, ed ora, come se non bastasse, Neferet sembrava giusto un tantino arrabbiata.

Nel mentre il ragazzo biondo si era riavvicinato al nostro tavolo fino ad essere proprio davanti a me, dandomi le spalle: teneva fra le mani un cellulare, nascosto dietro la schiena, e lo lasciò cadere sulla mie gambe mentre chiedeva sorridendo: “Qualcosa non va?”

Ormai gli sguardi di tutti i ragazzi presenti nella mensa erano fissi su di lui e anch’io stavo studiando confuso la sua schiena quando Neferet gli disse che dovevano parlare.

Ancora prima che il biondo si allontanasse, qualcosa mi disse che dovevano nascondere il cellulare bianco che aveva sulle gambe, e così feci, quindi mi limitai a fissare il nuovo arrivato uscire con Neferet, sperando di non avere un’espressione colpevole.

Dopo nemmeno pochi secondi il silenzio venne sostituito dal solito brusio dei ragazzi e Stivie Rae ne approfittò per chiedermi: “Ma cosa ti ha dato?”

Tutte le ragazze si strinsero curiose intorno al tavolo mentre io facevo scivolare la mano fino alla tasca dei pantaloni, prendevo il cellulare e lo mostravo titubante.

“Un cellulare?” sussurrò Zoey sgranando gli occhi e io mi affrettai a rispondere: “Non so cosa significhi… certo che quel ragazzo è proprio strano!”

Mi misi a studiare il piccolo telefonino bianco che tenevo in mano come se fosse un tesoro mentre le gemelle si scambiarono un’occhiata complice sussurrando: “Però è così cariiiino!”

Stivie Rae alzò gli occhi al cielo e le interruppe subito con il suo accento cento per cento Oklahoma: “Ragazze, fate le brave!”

Fra le tre iniziò una discussione sull’importanza della figaggine in un ragazzo, discorso a cui presto si unì anche Zoey.

Di solito anch’io discutevo con loro, visto che sono gay fino al midollo, ma in quel momento ero troppo preso a pensare al nuovo arrivato e a studiare il cellulare chiedendomi cosa avesse fatto quel biondino per far infuriare Neferet in quel modo.

“Proprio non capisco cosa ti sia successo!” proprio la voce della nostra somma sacerdotessa mi riscosse dai miei pensieri ed interruppe anche l’animata discussione delle ragazze.

“Non mi è successo un bel niente!” ribatté con rabbia il biondo mordendosi il labbro inferiore per non piangere e lasciando l’intera mensa sbalordita: bisognava essere completamente folli per parlare in quel modo ad una donna potente come la somma sacerdotessa vampira.

Il ragazzo si allontanò dalla porta come se scottasse e Neferet lo squadrò a lungo prima di chiedere alla mensa, con uno sbuffo irritato: “Chi fa visitare la scuola a Jack?”

Io e il mio gruppo ci alzammo ancora prima di pensare, tanto che Neferet ci lanciò un’occhiata sospettosa: “Bene Damien, allora dopo ci pensi tu a portarlo alla stanza di Erik Night? Avvisalo anche che se Jack gli darà problemi provvederò personalmente a risolvere la questione.” Detto ciò, Neferet se ne andò.

Il biondino rimase impassibile e silenzioso al nostro fianco fin quando non fummo nel corridoio che portava alla biblioteca, completamente vuoto a quell’ora

Una volta che si ritenne al sicuro, mi studiò dall’alto in basso: “Ok, ridammi il cellulare.”

So che può sembrare strano, ma io gli obbedii come un cagnolino, perso nei suoi occhi blu ed incredibilmente freddi; evidentemente la gemelle non approvarono il mio comportamento visto l’occhiataccia che mi rifilarono, così mi sentii in dovere di chiedere al nuovo arrivato perché mi avesse dato quel telefonino.

Il biondino strinse la palpebre fino a renderle una fessura, mi fissò serio e tacque qualche istante, perso in pensieri che non ci era ancora permesso conoscere. Ma non fu quello a farmi capire che dietro quell’atteggiamento da stronzo e perfetto si nascondeva molto di più: furono le sue labbra e le sue mani che tremavano leggermente, ma abbastanza per dargli un’aria spaesata e terrorizzata.

Mi ritrovai a fissarlo nuovamente come un perfetto idiota e furono di NUOVO le sue parole dure a distogliermi dai miei pensieri su quanto fosse bello: “Fatti gli affari tuoi!” detto ciò mi ordinò di portarlo alla “fottutissima stanza dell’altrettanto fottuto Erik qualcosa” sotto lo sguardo severo e semi furioso delle ragazze.

Ma era venuto il momento per quel biondino di dirci la verità, al diavolo la sua fottuta figaggine che mi mandava in confusione!  

         

  
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