Colpa sua
Era stata colpa sua in fondo.
Uno non è che può entrare nella vita di
una, darle tutte le attenzioni del mondo, e poi sparire senza pretendere di
lasciare un segno.
Nessuno era mai stato così dolce nei suoi confronti.
Lei aveva iniziato ad odiare tutto il mondo che non la
considerava degna di aiuto.
Quando lui aveva iniziato a parlarle, lei
era stata cattiva e antipatica, come lo era con tutti. Paura di scottarsi. Lui non aveva desistito. Non aveva interrotto i
suoi discorsi allegri, a volte volgari, a volte lusinganti. Non aveva smesso di
abbracciarla e di sedersi accanto a lei ogni volta che si ritrovavano con gli
amici sulle panchine in piazza “
Era tutta colpa sua.
Non era stata lei a cercarlo.
Lei lo odiava, esattamente come gli altri. Lui era il leader che tutti odiavano e che nessuno contraddiva,
se non alle sue spalle.
Era stato lui a cercarla. Ad abbracciarla e a mandarle baci
volanti, a dirle che era bravissima ed intelligente.
Era stato solo lui.
Lei non ne aveva colpa, se si fosse
innamorata.
Quello che lei più temeva.
È più facile
colpire qualcuno quando ha fiducia in te.
Non avevano molto tempo, presto lui sarebbe
partito per l’università e lei sarebbe rimasta per altri quattro anni a
studiare al liceo.
Marta guardò la sua immagine riflessa nello specchio.
“Maledizione!” sussurrò arrabbiata stringendo i pugni.
E quella stronza della sua ragazza
poteva goderselo tutto per se.
Che nervi.
Che tra l’altro, lei era più grande di
lui di 5 anni, ed era enorme. Non sapeva cosa ci trovasse in quella. Lui non la
amava, la trattava malissimo.
Lasciala, cazzo.
Ma no, perché lei voleva sposarlo….
Marta sbatté a terra un asciugamano cercando di sfogarsi.
Lo raccolse.
Dopotutto non era neanche a casa sua, non poteva certo fare la cafona!
Dario…
Maledettissimo stronzo. Era colpa sua se si era innamorata di
lui.
“Maledizione!” ripeté.
Urlò alla ricerca di uno sfogo soffocando il rumore con
l’asciugamano per poi uscire dalla stanza.
« Che c’è? » chiese una voce stanca e
roca
« Niente, Dario. Dormi » disse seccamente coricandosi al suo
fianco.
E Vaffanculo