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Autore: Momine    11/12/2011    2 recensioni
Storia cancellata e riscritta. George scrive una lettera a suo fratello Fred dicendogli tutto cio' che non ha mai avuto il coraggio di dirgli.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fratello mio…

Ne è passato del tempo dall’ultima volta che ci siamo seduti davanti ad una burrobirra o un bicchiere di whisky incendiario, a chiacchierare di ciò che gli ultimi anni sono stati per noi. Ne è passato del tempo da quando ci scompisciavamo dalle risate. Ne è passato del tempo da quando in quella giornata uggiosa quel dannato mangia morte ti ha portato via da me. Quel giorno nei tuoi occhi non vidi piu la luce che ardeva ogni giorno. Fratello mio, da allora tante cose sono cambiate. La vita ha fatto il suo corso, gli eventi hanno arricchito la nostra esistenza, hanno lasciato la loro traccia, hanno lasciato quella scia di ricordi, che preferiamo dimenticare perché sono come un marchio indelebile che niente e nessuno può cancellare. Ancora oggi non mi rassegno al fatto che tu sei andato via a quel modo, so soltanto che una profonda inquietudine caratterizzava le tue giornate; eri sempre alla ricerca di un miglioramento della tua persona, eri sempre in cerca di te e a tutti i costi volevi cambiare, perché agli occhi degli altri non volevi sembrare vulnerabile e sensibile, perché la società ti aveva inculcato che per essere uomo bisognava avere delle caratteristiche ben precise. Se non sei forte, non sei nessuno. Se sei sensibile, ti mettono i piedi in testa. Questa società, questa società così corrotta dal materialismo, che ha preso il posto dei veri valori. Quei valori che fanno sembrare di andare controcorrente, quei valori che fanno sembrare un gigante una piccola formica. Mi hai detto che il dolore e la sofferenza che per te è stato il dover affrontare il giorno dopo e quello dopo ancora, con quel dolore che ti gonfiava il petto fino a toglierti il respiro e quel pensiero costante di voler cancellare a tutti i costi quella sensazione di morte che aveva invaso il tuo corpo, la tua mente e la tua anima. Ed io stavo male come te Freddie. Un muro la cui altezza non ha limite, il cui spessore non si riesce a misurare, la cui robustezza è fuori ogni discussione. Ci siamo creati un mondo tutto nostro, dove niente e nessuno possono più entrare, né tentare di fare breccia in quella nostra corazza. In apparenza puoi sembrare una persona felice, in apparenza puoi sembrare un uomo brillante, ma dietro a quella bella maschera che indossi quotidianamente si nasconde un uomo provato dalla vita, provato nel suo io, provato in ciò che di più intimo gli appartiene. Dietro a quella maschera si nasconde l’uomo che sei sempre stato, non quello che ti sforzi di essere, perché la vita non è uno sforzo, la vita è ciò che ognuno di noi si porta dentro. Ed io porto te nel mio cuore fratellino. Inutile scappare davanti all’evidenza dei fatti, inutile nascondersi dietro al dito, e ancora più inutile tentare di sorridere con le labbra, mentre i tuoi occhi dicono tutt’altro. Sì, perché i tuoi occhi parlano e anche se non ti rendi conto, quel loro raccontare silenzioso dice molto di più di mille parole urlate al vento. Puoi battere i pugni sul volante, puoi battere i pugni contro i vetri, puoi sbuffare quanto vuoi per ingoiare le lacrime, ma infine, non puoi impedire ai tuoi occhi di raccontare quella verità che solo il tuo io conosce. Un io gratuitamente schiacciato dall’indifferenza, dalla superficialità. Un io, una spugna, gratuitamente gettata nel fango fino ad impregnarsi di quella sozzura, di quel fetore di livore, impregnata da violenza morale. Ed è rimasta lì, per molto tempo e oggi, tenti ancora di risciacquarla. Sì, lo sporco man mano è andato via, ma sono rimaste delle macchie, quelle macchie che tenti a tutti i costi di nascondere, quelle macchie che solo tu sai che esistono, quelle macchie che tanto vorresti cancellare, ma più ti sforzi e più quelle macchie sembrano non voler andare via. Ecco, scusa la mia franchezza, ma quelle macchie non sono altro che i lividi che ti porti addosso, ma maggiormente, te li porti dentro e quei lividi, anche se sono lì da anni, ti fanno ancora molto molto male. Il tuo è un continuo affaticarsi, un continuo affannarsi per raggiungere quella felicità dietro alla quale stai correndo inutilmente, perché “la felicità è come una farfalla, più le corri dietro, più lei ti sfugge… fermati, ed essa si poserà sulla tua spalla”. Non voglio fare morali, né mi reputo in grado di poter minimamente esprimere nel mio piccolo questo pensiero, ma sappi che il tuo dolore è anche un po’ il mio, che la tua sofferenza mi appartiene, che il tuo sforzarti è il mio specchio. Non ho avuto bisogno di mettermi nei tuoi panni per riuscire a capire ciò che provi; semplicemente, perché l’ho vissuto anche io. Vedi, gli anni si susseguono uno dopo l’altro, il tempo a volte sembra quasi che voli, che ti passi accanto silenzioso; ma è proprio in quel silenzio che il tempo ti parla, ti parla in modo che tu non riesci a percepirne il suono, ti parla in modo incomprensibile, perché non riesci a collocare quell’avvenimento in quel momento storico della tua vita. Eppure ti garantisco, che prima o poi, la vita ti risponde. La vita risponde sempre ai mille perché; la vita risponde sempre, perché la vita è un impegno, un impegno che non ha mai fine. Qualcuno mi dice sempre “non vi è sosta se non in cima”… sarà pur vero, ma non è importante arrivare in cima, importante è vivere la scalata per arrivarci, perché è lì che si nasconde la felicità. La felicità non assume sembianze stratosferiche, la felicità si nasconde in un uccellino che canta; si nasconde in un girasole che per nutrirsi del calore si volta verso il sole; si nasconde negli occhi di un bambino a cui viene porto un gelato; si nasconde nella mano di una persona che aiuta un altro ad alzarsi perché è caduto; la felicità si nasconde nel tuo cuore, ma tu non riesci a vederla, perché se pur le ferite che ti porti dentro si saranno cicatrizzate, alcune sotto la superficie sanguinano ancora.

Nulla può valere un attimo di felicità, nulla può valere un attimo di gioia e nulla può valere proprio l’attimo in sé, perché sono sicuro che un giorno mi volterò indietro e non avrò assolutamente rimpianti perché ancora una volta avrò donato un po’ di me ad una persona speciale.

Che saresti tu.

 

Ti voglio bene Freddie

Tuo fratello George

 

   
 
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