Fratello mio…
Ne è passato del tempo dall’ultima volta che ci siamo
seduti davanti ad una burrobirra o un bicchiere di whisky
incendiario, a chiacchierare di ciò che gli ultimi anni sono stati per
noi. Ne è passato del tempo
da quando ci scompisciavamo dalle risate. Ne è passato del tempo da
quando in quella giornata uggiosa quel dannato mangia morte ti ha portato via
da me. Quel giorno nei tuoi occhi non vidi piu la
luce che ardeva ogni giorno. Fratello mio, da allora tante cose sono cambiate.
La vita ha fatto il suo corso, gli
eventi hanno arricchito la nostra esistenza, hanno lasciato la loro traccia,
hanno lasciato quella scia di ricordi, che preferiamo
dimenticare perché sono come un marchio indelebile che niente e nessuno può
cancellare. Ancora oggi non mi rassegno al fatto che tu sei andato via a quel
modo, so soltanto che una profonda inquietudine
caratterizzava le tue giornate; eri sempre alla ricerca di un miglioramento della tua persona, eri sempre in cerca
di te e a tutti i costi volevi cambiare, perché agli occhi degli altri
non volevi sembrare vulnerabile e sensibile, perché la società ti
aveva inculcato che per essere uomo bisognava avere delle caratteristiche ben
precise. Se non sei forte, non sei nessuno. Se sei sensibile, ti mettono i
piedi in testa. Questa società, questa società così
corrotta dal materialismo, che ha preso il posto dei veri valori. Quei valori
che fanno sembrare di andare controcorrente, quei valori che fanno sembrare un
gigante una piccola formica. Mi hai detto che il dolore e la
sofferenza che per te è stato il dover affrontare il giorno dopo e
quello dopo ancora, con quel dolore che ti gonfiava il petto
fino a toglierti il respiro e quel pensiero costante di voler cancellare a tutti i costi quella sensazione di morte che aveva invaso il
tuo corpo, la tua mente e la tua anima. Ed io stavo male come te Freddie. Un muro la cui altezza non ha
limite, il cui spessore non si riesce a misurare, la cui robustezza è
fuori ogni discussione. Ci siamo creati un mondo tutto
nostro, dove niente e nessuno possono più entrare, né tentare di
fare breccia in quella nostra corazza. In apparenza puoi
sembrare una persona felice, in apparenza puoi sembrare un uomo brillante, ma
dietro a quella bella maschera
che indossi quotidianamente si nasconde un uomo provato dalla
vita, provato nel suo io, provato in ciò che di più intimo gli
appartiene. Dietro a quella maschera si nasconde l’uomo
che sei sempre stato, non quello che ti sforzi di essere, perché la vita non è uno sforzo, la vita è ciò che ognuno
di noi si porta dentro. Ed io porto te nel mio cuore fratellino.
Inutile scappare davanti all’evidenza dei
fatti, inutile nascondersi dietro al dito, e ancora più inutile tentare
di sorridere con le labbra, mentre i tuoi occhi dicono tutt’altro.
Sì, perché i tuoi occhi parlano e anche se non ti rendi conto,
quel loro raccontare silenzioso dice molto di più di mille parole urlate
al vento. Puoi battere i pugni sul volante, puoi battere i pugni contro i
vetri, puoi sbuffare quanto vuoi per ingoiare le lacrime, ma infine, non puoi
impedire ai tuoi occhi di raccontare quella verità che solo il tuo io
conosce. Un io gratuitamente schiacciato
dall’indifferenza, dalla superficialità. Un io, una spugna,
gratuitamente gettata nel fango fino ad impregnarsi di quella sozzura, di quel
fetore di livore, impregnata da violenza morale. Ed è
rimasta lì, per molto tempo e oggi, tenti ancora di risciacquarla.
Sì, lo sporco man mano è andato via, ma sono rimaste delle macchie, quelle macchie che tenti a tutti i costi di
nascondere, quelle macchie che solo tu sai che esistono, quelle macchie che
tanto vorresti cancellare, ma più ti sforzi e più quelle macchie
sembrano non voler andare via. Ecco, scusa la mia franchezza,
ma quelle macchie non sono altro che i lividi che ti porti addosso, ma maggiormente, te li porti dentro
e quei lividi, anche se sono lì da anni, ti fanno ancora molto molto
male. Il tuo è un continuo affaticarsi, un continuo
affannarsi per raggiungere quella felicità dietro alla quale stai
correndo inutilmente, perché “la felicità
è come una farfalla, più le corri dietro, più lei ti
sfugge… fermati, ed essa si poserà sulla tua spalla”. Non
voglio fare morali, né mi reputo in grado di poter minimamente esprimere
nel mio piccolo questo pensiero, ma sappi che il tuo dolore è anche un
po’ il mio, che la tua sofferenza mi appartiene, che il tuo sforzarti
è il mio specchio. Non ho avuto bisogno di mettermi nei tuoi panni per
riuscire a capire ciò che provi; semplicemente, perché l’ho
vissuto anche io. Vedi, gli anni si susseguono uno dopo
l’altro, il tempo a volte sembra quasi che voli, che ti passi accanto
silenzioso; ma è proprio in quel silenzio che il tempo ti parla, ti
parla in modo che tu non riesci a percepirne il suono, ti parla in modo
incomprensibile, perché non riesci a collocare quell’avvenimento
in quel momento storico della tua vita. Eppure ti garantisco, che prima o poi,
la vita ti risponde. La vita risponde sempre ai mille perché; la vita
risponde sempre, perché la vita è un impegno, un impegno che non
ha mai fine. Qualcuno mi dice sempre “non vi è sosta se non in
cima”… sarà pur vero, ma non è importante arrivare in
cima, importante è vivere la scalata per arrivarci, perché
è lì che si nasconde la felicità. La felicità non assume sembianze stratosferiche, la
felicità si nasconde in un uccellino che canta; si nasconde in un
girasole che per nutrirsi del calore si volta verso il sole; si nasconde negli
occhi di un bambino a cui viene porto un gelato; si nasconde nella mano di una
persona che aiuta un altro ad alzarsi perché è caduto; la
felicità si nasconde nel tuo cuore, ma tu non
riesci a vederla, perché se pur le ferite che ti porti dentro si saranno
cicatrizzate, alcune sotto la superficie sanguinano ancora.
Nulla può valere un attimo di
felicità, nulla può valere un attimo di gioia e nulla può
valere proprio l’attimo in sé, perché sono sicuro che un
giorno mi volterò indietro e non avrò assolutamente rimpianti
perché ancora una volta avrò donato un po’ di me ad una
persona speciale.
Che saresti tu.
Ti voglio bene Freddie
Tuo fratello George