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Autore: softkitty    12/12/2011    3 recensioni
Tutti sono partiti per le vacanze di Natale, tranne Bonnie che è rimasta sola a Fell's Church. Ma sarà davvero sola?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Natale a casa McCullough

 

 

 

 

Bonnie era sola in casa. Era il primo Natale che passava per conto suo.

Matt era partito per andare a trovare i suoi nonni nell'Oregon; Meredith, Elena e Stefan invece, avrebbero raggiunto Alaric in Russia.

Meredith aveva tanto insistito perché anche Bonnie andasse con loro, ma lei aveva rifiutato. Aveva voglia di rivedere Alaric, ma sapeva che si sarebbe trovata a fare la terza incomoda... anzi, la quinta incomoda. Stefan ed Elena, Meredith ed Alaric e poi c'era Bonnie e... basta!

Come se non bastasse, i suoi genitori avevano deciso di partire per le Hawaii, mentre Mary sarebbe andata a Parigi con il suo ragazzo.

E Damon...

Beh, Damon era semplicemente sparito. Come faceva al solito. Difficile sapere dove fosse o se sarebbe tornato. Nessuno poteva mai avere certezze quando si parlava di Damon.

Bonnie si riscosse dai suoi pensieri, decidendo che era giunto il momento di addobbare l'albero di Natale.

Sistemò l'abete finto vicino al camino con il fuoco elettrico ed iniziò ad attaccarci sopra palline, campanelle, cuoricini, rossi ed oro, senza seguire un ordine preciso.

Poi fu il turno dei festoni, che avvolse, non senza fatica attorno ai rami dell'alberello. Le luci colorate diedero il tocco finale alla sua opera. Si allontanò di qualche passo per poterlo ammirare meglio.

Era... beh, era orribile.

'Gli addobbi più grossi vanno in basso! Più sali, più le dimensioni si restringono!'. Le sembrava di sentire la voce di una madre che la rimproverava. Scoppiò a ridere involontariamente, divertita dal pensiero dell'espressione che sua madre avrebbe fatto osservando quell'orrore.

Però mancava ancora qualcosa...

Mancava...

Frugò tra gli scatoloni, ma non la trovava! Dove diamine era?

Cercavi questa?”. Bonnie indietreggiò di scatto, spaventata.

Sentì subito qualcosa di duro sotto il piede destro, coperto solo da un

calzino, e poi un dolore acuto.

Ti ho spaventata uccellino?”. Damon era di fronte a lei, con il puntale per l'albero in mano. Il suo sguardo era divertito, come il suo sorriso.

Era sempre divertente comparire all'improvviso davanti alla streghetta, perché, nonostante l'avesse fatto miliardi di volte, lei continuava a spaventarsi come la prima volta.

Damon! Mi hai fatto prendere un...!”. Si bloccò. “Ahia!”. Sotto il suo piede c'era il finto fiocco di neve in cristallo che sua madre adorava. Era andato in mille pezzi, la metà dei quali si erano conficcati nel suo piede, che aveva iniziato a sanguinare.

Uccellino!”. Un nano secondo dopo, Bonnie si sentì sollevare da terra, presa in braccio da Damon. Arrossì immediatamente.

Damon! Lasciami g.. giù per favore!”. Damon per tutta risposta la abbagliò col suo sorriso e la depositò sul divano.

Streghetta stai ferma qui. Vado a prendere il kit di pronto soccorso, così sistemo l'impiastro che hai fatto”

Io?? Sei tu che compari dal nulla nelle case della gente!”. Più che irritata, Bonnie era divertita. Il vampiro fu di nuovo da lei in un battito di ciglia.

Uccellino, tu ti spaventi ogni volta, è come un invito a continuare!”

Ahi!”. Damon le aveva sfilato il calzino. “Fa male!”. Lui alzò gli occhi al cielo. Com'erano deboli gli umani!

Prima di disinfettarlo devo toglierti le schegge dal piede. Questo potrebbe farti male”. Senza darle il tempo di prepararsi al dolore, prese una piccola pinzetta ed iniziò ad estrarre i piccoli frammenti di cristallo che si erano conficcati nel suo piccolo piedino.

Ahia! Ahia, Damon basta!”

Ho finito streghetta! Smettila di piagnucolare! Ora basta disinfettarlo e mettere un paio di punti”. Bonnie impallidì.

P... punti?”. Damon la guardò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Certo, il taglio è abbastanza profondo”

Non mi porterai all'ospedale, vero?”. Damon scoppiò in una sonora risata. Era sinceramente divertito. Ed ancora più bello del solito.

Bonnie ringraziò il cielo di essere in grado di schermare, almeno in parte i suoi pensieri, altrimenti Damon...

Uccellino, hai rischiato di morire decine di volte, sei in una casa enorme da sola con me e mi vieni a dire che hai paura degli ospedali?”.

Bonnie si sentì stupida come non mai. Damon aveva ragione. Quante volte aveva rischiato di morire o aveva visto i suoi amici feriti quasi mortalmente? Eppure il solo pensiero di dover entrare in un ospedale la faceva rabbrividire.

D'accordo uccellino, se vuoi, te la posso cucire io la ferita”

Davvero?”. Il volto di Bonnie si illuminò e Damon non poté non pensare che il visino a cuore del suo uccellino era ancora più tenero quando non era preoccupata o spaventata.

Ma che diavolo stava pensando?

Damon mise in pratica tutto ciò che aveva appreso nei suoi 500 anni riguardo ai medici ed ai loro metodi di lavoro e ricucì con successo il piede della streghetta.

Ora però non dovrai appoggiarlo almeno per un paio di giorni, altrimenti non servirà a nulla”. Bonnie si morse il labbro, nervosa. Un paio di giorni? Come avrebbe fatto? Non poteva passare due giorni sul divano e non aveva nessuno che la potesse aiutare. E di sicuro non poteva saltellare come un canguro per tutta la casa.

Ehm, grazie Damon”. Incrociò gli occhi neri e penetranti del vampiro, arrossendo violentemente.

Allora streghetta, che ci fai tutta sola a Natale?”

Oh, Stefan, Elena e Meredith sono andati da Alaric, in Russia”

E non ti hanno invitata? Che maleducati!”

No! Sono io che ho preferito rimanere. Sarei stata solo d'impiccio. Meredith avrà sicuramente voglia di stare sola con lui, mentre Stefan ed Elena, beh, sai come sono...”. Bonnie si pentì subito di quello che aveva detto. Non sapeva se parlare di Stefan ed Elena a Damon fosse una mossa saggia. Dopotutto Damon era stato innamorato di Elena...

Non ti preoccupare uccellino, è acqua passata”. Era talmente distratta che aveva lasciato i suoi pensieri liberi di uscire ed essere letti.

Si creò un silenzio imbarazzato, che Bonnie decise di interrompere.

Che ci fai da queste parti?”

Non sapevo che fare, perciò ho pensato di fare un giro a Fell's Church”. Alzò le spalle con noncuranza. “Andrò al pensionato”

E passerai il Natale da solo? Non se ne parla Damon! Nessuno passa il giorno di Natale da solo!”. Damon si lasciò sfuggire un sorriso.

Ah no? E tu?”. Bonnie avvampò.

Oh, beh, ma io non conto...”. Abbassò lo sguardo imbarazzata.

Uccellino devi smetterla di sottovalutarti. Tu vali molto di più di tutti loro”. Sentire quelle parole uscire dalla bocca di Damon la fece diventare ancora più rossa. Probabilmente sulla sua faccia avrebbe potuto cuocere delle uova.

Ti va di passare il Natale con me?”. Damon la guardò stupito. “Cioè, insomma, non ti preoccupare, non c'è bisogno che ci facciamo i regali o cose del genere, era solo per non stare soli...”. I suoi occhioni marroni si erano fatti lucidi e supplichevoli. Sembrava un cucciolo in cerca di coccole.

D'accordo streghetta. Tanto avrei dovuto rimanere qui lo stesso”. Bonnie lo guardò interrogativa. “Come credevi di stare due giorni sola senza poggiare il piede per terra?”. Le aveva letto la mente? O aveva semplicemente usato la logica? “Dovresti esercitarti di più a controllare i pensieri”. Le sorrise, divertito, prima di prendere la punta d'oro dell'albero e infilandocela sopra. “Ecco, così è completo. Inguardabile, ma completo”

Hey, non è inguardabile!”. Ma Damon le lanciò il suo sguardo incredulo. “Va bene, va bene, fa schifo!”. Entrambi scoppiarono a ridere. Per Bonnie era bellissimo passare del tempo con Damon, perché quando era con lei, Damon era diverso. Non era così cattivo ed indifferente o freddo. Sembrava più rilassato ed a suo agio.

Allora, che fanno gli esseri umani del XXI secolo la vigilia di Natale?”

Oh, beh, nulla di che. Io quando ero piccola cenavo con la pizza fatta in casa, poi guardavo 'La spada nella roccia' con i miei genitori ed andavo a letto”

Ok, vado in cucina”. Bonnie credette di non aver capito bene. Damon, Damon Salvatore che andava in cucina? A cucinare?

Damon? Che stai facendo?”

Preparo la pizza”. Il vampiro scrollò le spalle, come se la risposta fosse scontata.

Bonnie rimase ad osservarlo con la bocca aperta, mentre stendeva la pasta, spalmava i pomodori e sminuzzava la mozzarella.

Il profumo che inondò la casa era a dir poco divino. Bonnie non aveva mai sentito una pizza aver un profumo così buono.

E nessuna pizza era mai stata così buona come quella che Damon aveva preparato per lei. In quel momento Bonnie ebbe un'illuminazione.

Damon? Hai fame?”

Non ti preoccupare streghetta, cenerò più tardi”

Se vuoi ho delle sacche di sangue in cantina, so che preferisci cacciare, ma...”. Damon sgranò gli occhi.

Streghetta, perché hai del sangue in cantina? Sei un vampiro e non lo so?”

No! È che Elena vuole averne una piccola scorta, in caso serva a te o Stefan o a qualcuno per una trasfusione. Ma non era una buona idea tenerlo al pensionato, sai, la dieta di Stefan, perciò...”. Concluse la frase mangiando l'ultimo pezzo di pizza. “Se ti va”

Molto volentieri”. Sorrise di nuovo. “Vado io”. Poco dopo fu di rientro con una sacca di sangue tra le mani. “Mmmm, non è male”

Così potrò dire di averti offerto la cena Damon!”. La ragazza scoppiò a ridere. Una risata dolce e squillante al tempo stesso.

Damon si incantò ad osservarla. Non appena lei se ne accorse, arrossì, diventando più rossa della sua indomabile chioma.

Sai, in realtà Re Artù da piccolo non era così”. Damon si lanciò in un racconto dettagliato della vera storia dei cavalieri della tavola rotonda, entusiasmando Bonnie che lo ascoltava rapita.

Solo quando finì la storia, Bonnie si decise a guardare il dvd del cartone animato, seduta sul divano con Damon.

Senza nemmeno rendersene conto, oppressa dal sonno, Bonnie si mosse, sistemandosi meglio sul divano. Almeno così credette lei. In realtà si era insinuata tra le braccia del vampiro, adagiandosi contro il suo petto.

Damon non trattenne un sorriso auto ironico: in 500 anni di 'non-vita' centinaia di ragazze si erano gettate tra le sue braccia, ma mai con quell'innocenza. Nessuna si era mai abbandonata contro il suo corpo con tanta dolcezza, trovando pace e protezione nella sua stretta.

Per quanto quella situazione lo facesse sentire bene, non poteva lasciare che il suo uccellino dormisse sul divano. Cercando di muoversi il meno possibile, si alzò sollevandola. Per un secondo credette che la streghetta si stesse svegliando, invece si limitò ad stringersi a lui. Senza riuscire a togliersi dalla faccia quel sorriso, Damon si diresse verso il piano superiore, alla stanza da letto della ragazza.

L'avrebbe depositata nel letto e se ne sarebbe andato. Questo era il piano.

Ma non appena la testolina rossa poggiò sul cuscino, Bonnie si svegliò.

Damon! Mi sono addormentata! Scusa!”. Sembrava davvero dispiaciuta.

Scusa? Per cosa dovresti scusarti uccellino?!”

Beh, per tutto. Il taglio al piede, la pizza, il cartone! E mi sono pure addormentata! Ora mi odierai”. I suoi occhi si fecero lucidi.

Nessuno può odiare una ragazza dolce ed indifesa come te!”

G... grazie Damon”. In quel momento il piccolo orologio che Bonnie aveva sul comodino scattò, segnando la mezzanotte. Era Natale.

Buon Natale uccellino”

Buon Natale Damon”. I due rimasero a fissarsi per un istante. “Posso darti il mio regalo?”. Damon si stupì.

Avevi detto...!”. Bonnie scosse il capo.

Non è un vero e proprio regalo è solo...”. Si fermò, frugando in un cassetto. Ne estrasse una piccola scatolina trasparente. Dentro c'era rametto secco.

Uccellino, grazie! Ho sempre sognato un pezzo di legno!”. Damon sorrise, osservando l'espressione falsamente scocciata di Bonnie.

Damon! Non fare lo stupido! È un pezzo dei malach che mi stavano per uccidere a casa di Caroline, prima che tu mi salvassi, ricordi?”.

Damon ricordava perfettamente quell'episodio. Ricordava la voce mentale della sua streghetta, ricordava di essere accorso in suo aiuto e ricordava anche...

Ricordo anche cosa è successo dopo”. Sorrise, vedendo il rossore sul viso di Bonnie farsi ancora più intenso. Avvicinando il suo viso poteva sentire il suo calore contro la sua pelle fresca. Era letteralmente in fiamme il suo uccellino.

Le posò le mani sulle guance, cercando di raffreddarla.

Sembrava esserci riuscito, ma quando posò le sue labbra su quelle della streghetta, il calore aumentò di nuovo.

Sei incandescente!”. La diede un bacio vero, dolce ed intenso, come quelli che Bonnie vedeva nei film e sognava da una vita. “Buon Natale uccellino!”.

 

 

 

 

 

Fine.

 

 

 

Ciao! Ormai siamo vicini a Natale, una one-shot a tema ci voleva! Non trovate?

  
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