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Autore: Katerine Bratt    12/12/2011    0 recensioni
[Settima classificata al primo turno del "Vuoi venire al ballo con me?" contest] Scritto con Lilith de Lioncourt
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La vita scorreva tranquilla, quando tutto crollò, seppellendo Xenophilus e la sua ragione.
“Dalle pareti si staccavano farfalle candide, lasciando il muro rosso di fuoco, mentre il pavimento viscido di pozione e sangue ribolliva ardente. Non riusciva a muoversi. L’inferno lo circondava.”
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Nickname autori (Forum/EFP):  Katerine Bratt; Lilith De Lioncourt.
Titolo: Oblivion
Genere: Angst; Drammatico.
Avvertimenti: Flash Fic; Missing Moment
Rating: Giallo
Introduzione: La vita scorreva tranquilla, quando tutto crollò, seppellendo Xenophilus e la sua ragione.
Dalle pareti si staccavano farfalle candide, lasciando il muro rosso di fuoco, mentre il pavimento viscido di pozione e sangue ribolliva ardente. Non riusciva a muoversi. L’inferno lo circondava.”
NdA: Luna sa che la madre le è morta davanti agli occhi, ma non perchè ricordi la scena, bensì perchè le è stata raccontata dal padre -secondo la nostra visione ^__^-. Inoltre -sempre secondo la nostra noi u.u- Xenophilius è sempre stato un po' "strambo", ma ciò che lo ha fatto impazzire davvero è stata la morte della moglie.

Oblivion

 

 

“Tutti siamo costretti, per rendere sopportabile la realtà, 
a tener viva in noi la follia."

 Marcel Proust 

 

Le righe de “Nargilli: come evitarli” scorrevano velocemente sotto gli occhi d’argento di Xenophilius. 
Il tramestio della moglie al piano di sopra giungeva ovattato alle sue orecchie. Quei suoni erano così familiari da aver perso importanza.
Poi, ci fu il tuono. Squarciò l’aria, e il mondo tremò. Il lampadario arancione oscillò pericolosamente, fino a crollare al suolo, mentre dal soffitto pioveva polvere.
L’uomo si precipitò per le scale, la angoscia aveva preso possesso delle sue membra. 
Lo sguardo si posò sul cadavere mutilato della moglie, intanto che sentiva gli urli disperati di una bambina bionda poco lontano. Ma lui non ascoltava, era lontano, intorno a lui l’universo sfumava, e la stanza gli si stringeva addosso. 
Dalle pareti si staccavano farfalle candide, lasciando il muro rosso di fuoco, mentre il pavimento viscido di pozione e sangue ribolliva ardente. Non riusciva a muoversi. L’inferno lo circondava.
Chiuse gli occhi, un disperato tentativo di allontanare da sé tutto l’orrore di quel luogo. Doveva fare qualcosa, qualunque cosa, per non pensare, per non elaborare la tragedia: o sarebbe stata la fine.
E ricordò. Luna, c’era lei che stava piangendo. Schiuse lentamente le palpebre, mentre, cercando di non far caso alla distruzione intorno a lui. Le suole delle scarpe sdrucciolavano sul pavimento bagnato, e, ad un certo punto, Xenophilius scivolò. Alzò il viso, vedendosi coperto di quella poltiglia di sangue e carne che un tempo era stata sua moglie; non poté impedirselo: rigurgitò tutta la paura ed il tormento che lo possedevano. Quando riuscì a rimettersi in piedi, si sentiva vuoto, vuoto di sentimenti, vuoto di emozione alcuna, vuoto di tutto. Mosse qualche passo incerto verso la figlia, ormai senza voce e con la testa abbandonata sul seggiolone, mentre le lacrime continuavano imperterrite a rigarle il visetto arrossato.
Nelle sue orecchie, il grido di un corvo risuonava assordante. E decise, improvvisamente, in un ultimo lampo di lucidità: per lui non c’era scampo, ma avrebbe salvato sua figlia.
La sua mano corse alla bacchetta, mentre il suo sussurro spezzava quel silenzio che invece regnava nella stanza.
«Oblivion»
Xenophilius si accasciò al suolo. No, sua figlia non avrebbe fatto la sua stessa fine. Lui doveva ricordare, e abbandonare la realtà, ma la sua piccola luce doveva vivere.
Luna avrebbe vissuto.

  
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