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Autore: Morgana_D    12/12/2011    3 recensioni
Questa è una fan fic Yaoi, è la prima che scrivo di questo genere e non ho idea se il mio lavoro fa schifo oppure no.
Nella storia Heiji e Shinichi capiscono quello che provano realmente l'uno verso l'altro. Se volete leggere scoprirete il resto :).
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ran Mori, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa fic mi è venuta in mente leggendo un libro che ci hanno dato per scuola "Canone inverso" di Paolo Maurensig. In questa storia (oltre a tante altre cose) c'è l'amicizia tra due ragazzi che a me hanno ricordato troppo Heiji e Shinichi e la mia mente è iniziata ad andare a questo che è venuto. Ma ora vi sto stressando :). Spero che la apprezziate e recensite. MD.
Il male minore.
Era arrivato il momento. La recita era finita. Le maschere sarebbero cadute e gli attori si sarebbero rivelati. I protagonisti di questa tragica commedia erano un detective e una scienziata, e finalmente avrebbero raccontato la verità.
“Ei Haibara…” “Ti ho detto che ora sono Shiho!” “Sì, scusa… Ma erano necessari anche Heiji e Kazuha? Già è difficile dirlo a Ran…” “ Lo sconvolgimento di Ran sarà tale che ha bisogno per forza di un aiuto (Kazuha) e Heiji non si perderebbe la scena per nulla al mondo.” “Perché parli come se stessi assistendo ad un esperimento?” “Abitudine… e lo sai”. “Allora andiamo?” Shiho annuì sfiorandogli la mano per dargli coraggio, non si sarebbe permessa nulla di più.

Seduti intorno al tavolo. Svelate le bugie, ammesse le colpe. Shinichi era sollevato, Shiho imbarazzata, Heiji indifferente, Kazuha sconvolta. E Ran?
Nell’anima si erano riversati tanti di quei sentimenti, che era rimasta senza parole da circa “E così sono diventato Conan”. Era incredula, poteva essersi inventato tutto; era arrabbiata che Shinichi le avesse mentito per tanto tempo; era imbarazzata che Shinichi l’avesse vista nuda; era sconvolta che potesse essere successa una cosa del genere. Passava dallo stupore alla rabbia.
“Devo andare in bagno!” disse alzandosi di scatto. Kazuha l’aveva seguita mentre Shiho era andata a fumare fuori una sigaretta. Shinichi era rimasto solo con l’amico.


“Heiji, secondo te ho fatto bene a dirlo a Ran?” “Dipende…” “Da cosa?” disse il ragazzo sgranando gli occhi blu. “Se ami Ran o no.” “Perché non dovrei?”.
La risposta la sapevano tutti e due, era sotto i loro occhi.
Perché era così difficile ammetterlo? La loro amicizia era diventata ormai molto di più, era sempre stato qualcosa di intimo: tutti e due si leggevano alla perfezione, bastava uno sguardo per capirsi.
Per Shinichi, Heiji era qualcuno su cui contare, qualcuno che non l’avrebbe deluso, che non si sarebbe mai arreso, che lo avrebbe sempre seguito.
Per Heiji, Shinichi era tutto, era quello che gli aveva fatto capire a cosa serve indagare, era quello che gli aveva mostrato la realtà, era semplicemente tutto.
Shinichi per molto tempo aveva scambiato tutto questo per amicizia fraterna, gli voleva bene come un fratello. Giorno dopo giorno aveva capito che non riusciva a stare senza di lui, era troppo difficile la lontananza da quel ragazzo pieno di spirito, di ambizione. Si emozionava quando capiva che sarebbe riuscito a risolvere il caso solo grazie all’aiuto dell’altro. Amava vedere sul suo volto quel sorriso di soddisfazione. Amava anche quando lui lo prendeva in giro. Amava il semplice fatto che erano così diversi e non potevano fare a meno l’uno dell’altro.
Heiji dal canto suo l’aveva scambiato per ammirazione, non era riuscito a dare parole alle sue emozioni, continuando a nasconderle dietro l’amicizia. Si era accorto però che ora era arrivato il momento di parlare. Di capire se lui provava la stessa cosa nei suoi confronti. Voleva capire se era stato giusto innamorarsi di Lui.

Persi nelle loro riflessioni non si erano accorti che le loro mani si erano avvicinate. I loro corpi si stavano muovendo da soli senza riflettere su ciò che era giusto fare, seguivano l’istinto. E così avrebbero dovuto fare i due detective.
“Heiji, io non so se sia la cosa giusta da fare. Che cosa penserebbero Ran, Kazuha e tutti gli altri?” “Fidati Kudo, questo sarebbe solo il male minore.”
Il viso di Heiji si era avvicinato a quello di Shinichi, le mani lo avevano accompagnato a sdraiarsi sul divano. Shinichi era indeciso, sarebbe davvero solo il male minore?
Troppe cose in pochi giorni, aveva bisogno di pensare. Ma ora non c’era tempo per pensare, ora doveva lasciarsi guidare dall’istinto: e l’istinto diceva, anzi urlava, di assecondare Heiji.


Le loro labbra combaciavano alla perfezione, sembravano due pezzi di puzzle; erano stati creati per stare insieme, per arrivare a quel momento, per vivere di quel momento. Il bacio diventava attimo dopo attimo sempre più appassionato, bramoso. Heiji non aveva desiderato altro che quello.
Senza togliere la bocca da quella di Shinichi, Heiji iniziò a slacciare la camicia bianca dell’amico. Shinichi era succube di quello che stava succedendo, continuava a baciare l’amico senza pensare a quello che stava succedendo, senza pensare che c’erano tre ragazze in giro per la casa. Le mani di Shinichi si mossero verso il petto dell’amico, dopo aver indugiato ad accarezzarlo si decise a togliergli la maglietta.
Ora erano a petto nudo, Heiji sdraiato sopra Shinichi. Sembrava tutto così bello, così idilliaco.
Heiji voleva andare avanti, voleva di più. Iniziò a baciargli il petto scendendo verso i pantaloni neri dell’amico. E mentre Shinichi aspettava che Heiji lo scoprisse, arrivarono le tre ragazze.

Heiji si tolse dal corpo dell’amico, Shinichi rizzò a sedere. Le tre ragazze erano rimaste lì a guardare la scena senza sapere cosa fare. Ran, che aveva appena smesso di piangere, ricominciò e le lacrime iniziarono a rigarle il viso. Kazuha iniziò a riempire di insulti e di urla il povero Heiji. Shiho era l’unica che era rimasta impassibile. Poi il suo cuore si sciolse, gli occhi si inumidirono. Disse quattro parole prima di andare via verso la casa del prof. Agasa: “Ma, io ti amo.”
Kazuha e Ran non riuscivano ad andarsene, tutti i loro sogni e le loro speranze si erano infranti insieme ai loro cuori. Shinichi e Heiji si sentivano in colpa, non pensavano che queste tre ragazze provavano dei sentimenti così forti verso di loro.
“Ti prego Ran non piangere, io.. beh io ti voglio bene.” “Si Kazuha ti prego…”
I due ragazzi provavano a consolarle a distanza, non se la sentivano di andargli vicino.
“Scusa Shinichi, ma sai… troppe cose in un solo giorno. Io ti ho aspettato tanto tempo… io credevo che… sarei riuscita a stare con te. Invece mi sbagliavo. Sei uno stupido.”
L’aveva detto con una calma inaspettata e con la stessa calma lei e Kazuha se ne erano andate.
“Si lo so. Sono uno stupido. Heiji meno male che questo era il male minore! Non mi fiderò mai più di te.” “Ah si? Beh nessuno ti ha costretto.”
E così anche i due detective si misero a litigare, ma nel loro solito modo. Sapevano che avrebbero fatto pace, che tutto tra loro si sarebbe risolto. E poi, ora erano certi di quello che provavano l’uno per l’altro.

  
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