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Autore: Tecla Sunrise    12/12/2011    8 recensioni
Pomona Sprite era una donna concreta: non amava perdersi in frivolezze o stupidi romanticismi.
Aveva moltissime convinzioni, sacre per lei, nelle quali credeva più che ciecamente.
Alcune di queste erano, banalmente, che il cielo fosse azzurro, che il fuoco bruciasse o che le piante fossero spesso molto più piacevoli degli uomini.
Ma, soprattutto, era convinta del fatto che di ragazzi come James Potter non ce ne fossero tanti.
Grazie al cielo.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Pomona Sprite, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il Giglio di Drago.
 

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Pomona Sprite era una donna concreta: non amava perdersi in frivolezze o stupidi romanticismi.
Aveva moltissime convinzioni, sacre per lei, nelle quali credeva più che ciecamente.
Alcune di queste erano, banalmente, che il cielo fosse azzurro, che il fuoco bruciasse o che le piante fossero spesso molto più piacevoli degli uomini.
Ma, soprattutto, era convinta del fatto che di ragazzi come James Potter non ce ne fossero tanti.
Grazie al cielo.

***


“Pomona, Pomona! Aspettami, cara!”
No.
Ti prego, Tosca.
“Pooomona! Tesoro!”
Santa Tosca, santissima, benedettissima donna, ti prego… fulminalo.
“Oh, andiamo! Aspettami!”
Sta’ calma, ricordi cosa diceva il Guaritore? Niente emozioni forti, hai la pressione alta!
“Pomona!”
Adesso basta.
“Potter!” ruggii, imbestialita.
Sono una donna calma, buona e vattelappesca, ma quando è troppo, è troppo!
“Oh, zucchero, finalmente”
Z-zucchero?!
“È un’ora che ti corro dietro!”
Z-zucchero?!
“Volevo chiederti un favore…”
“ZUCCHERO?!”
“Pomona, la pressione!”
GRRRRR!
Mi massaggiai le tempie, rassegnandomi ad ascoltare i vaneggiamenti del pazzo furioso più rompicogl- …
Tosca, perdonami.
“Che vuoi, Potter?!” sputai fuori, trasfigurata.
Potter si dovette accorgere della mia INUSUALE scortesia, ma decise – per mia sfortuna – di passarci sopra.
“Dicevo” iniziò, passandosi una mano tra quei dannatissimi capelli “Volevo chiederti un favore…”
“Potter, sono un’insegnante, esigo un minimo di rispetto”
Proruppe in una risatina sarcastica che mi fece seriamente contemplare la possibilità di strozzarlo.
“Va bene” disse, accondiscendente “La prego, reverendissima Professoressa Sprite, potrebbe concedermi qualche attimo del suo prezio-”
“Potter” lo avvertii, eloquente.
Sorrise, vittorioso, e mi prese per mano, trascinandomi fino alla panca davanti alla finestra.
“Allora, come stavo dicendo… ho bisogno del tuo aiuto, Poms”
Poms.
Poms.
Perché, Potter? Perché a me?!
“Vedi, vorrei chiedere a Lily di uscire”
A quel punto fu il mio turno di ridacchiare sarcasticamente, e caspiterina se lo feci con gusto!
“Certo… ecco, quindi… sai, alle ragazze…” continuò, titubante.
“Ebbene, signor Potter?”
Deglutì, e dovetti sforzarmi parecchio per non ridergli in faccia.
Ma sono buona, non faccio queste cose.
“Ecco… alle ragazze piacciono di fiori…”
“Sei astuto, Potter” lo presi in giro, usando un tono a dir poco canzonatorio.
Divenne tutto rosso, ma non fece commenti.
“Sì… cioè, insomma, no! Però, ecco… Lily è una ragazza…”
“Sempre meglio!”
“Finiscila! È una cosa seria” mi riprese, ormai sull’orlo di una crisi di nervi.
“Sono serissima, io. Tu, piuttosto… va’ al sodo, le mandragole non si rinvaseranno certo da sole!”
Potter mise su una faccia da esaltato che mi inquietò parecchio.
“Potrei prendere in prestito dalla serra numero sei il Giglio di Drago?”
Il Giglio di Drago?!
Ma brutto…
“No”
Non si scalfì minimamente “Sapevo che avresti detto così! Ecco perché ho uno scambio da proporti”
Alzai un sopracciglio, profondamente scettica “Non potrei mai volere niente di ciò che tu avresti da propormi, quindi risparmiamo ad entrambi questa manfrina. Tante care cose!”
Mi alzai, ed ero già quasi arrivata al corridoio quando sentii le uniche due parole capaci di fermarmi.
“Celestina Warbeck”
Gli feci cenno di continuare, senza girarmi.
“Due biglietti. Posti in prima fila. Ospite d’onore: il Battitore Glenn Miller”
“Sono tua”

***


Ma perché mi faccio sempre coinvolgere?!
Perché?!
Dovevo tornarmene al calduccio nella mia serra, passando poi il tempo a rinvasare e a fare fantasie sconce su Glenn Miller.
E invece no.
“Poms sei pronta?”
Mugugnai, disperata.
Ma perché proprio il Giglio di Drago?
Ok, cambia colore ogni dieci secondi.
E ok, profuma di ciò che amiamo – essendo in effetti l’ingrediente principale dell’Amorentia.
Posso capire anche che sia uno dei più rari al mondo, e che ad Hogwarts ce ne siano solo tre.
Ma caspiterina, morde!
“Scaglia l’incantesimo!” mi disse, lanciando in aria il Giglio.
Con tutta l’attenzione e la precisione di cui ero capace lanciai l’incantesimo: per fortuna andò a segno, e la pianta, illuminandosi di blu, tornò galleggiando verso il deficiente.
Quest’ultimo la prese in mano e si girò un’ultima volta per farmi il pollice in su e l’occhiolino.
Tosca, come sono caduta in basso.
Dopodiché attraversò baldanzosamente il parco soleggiato e raggiunse la poveretta e le sue amiche.
La rossa tuttavia fece un mezzo sorriso, per poi alzarsi e andargli in contro.
Si fermarono a metà strada e parlarono un po’.
No, andiamo.
Non può dirgli di sì!
O forse…
Naaah, impossibile!
Lily Evans sorrise, arrossì e si attorcigliò un dito tra i capelli.
Pessimo segno.
Potter sorrise a sua volta, ormai rasserenato dalla vittoria, e abbassò la guardia.
Nel giro di un paio di frasi Lily arrossì di rabbia, storcigliò via il dito e i suoi occhi cominciarono a lampeggiare.
“Ahi” mi feci sfuggire, da dietro il mio albero.
Evviva!
Lily fece un paio di movimenti a scatto e Potter indietreggiò, timoroso.
Senza palle.
Il Giglio ondeggiò pericolosamente, e mi venne il dubbio che forse una Evans arrabbiata e un fiore indifeso non fossero propriamente un binomio felice.
Dannazione!
“Evans, Potter! Quella pianta è della scuola!”
La Evans arrossì ancora di più quando mi vide arrivare, mentre, al contrario, Potter sbiancò dolorosamente.
Per fortuna che mi sono già fatta dare il biglietti… io e Sinistra ci divertiremo da pazze!
“E non cincischiatevi!” borbottai, tanto per darmi un tono.
“Ci scusi” disse la Evans, già pronta a fare a brandelli Potter appena me ne fossi andata.
Fui invasa dai sensi di colpa non appena posai lo sguardo su quel disgraziato: aveva gli occhi da cucciolo bastonato, l’aria rassegnata e le spalle curve, tuttavia continuava a guardare discretamente nella direzione della Evans, in un misto tra attrazione e terrore.
Il mio cuore romantico da mamma chioccia esplose, disegnando cuoricini ed emettendo gridolini acuti che io non potrei mai fare.
Eccetto alla vista di un gattino appena nato, ovviamente.
Awwww, ma quanto può essere tenero un gattino?!
È trop-… no! Concentrazione, Pomona!
Te ne pentirai – perché lo farai, lo sai bene – ma devi aiutare questo povero disgraziato!
Persino lui merita un po’ d’amore.
E poi ricorda così tantoun cucciolo!
Sbuffai internamente: sapevo che il mio istinto materno mi avrebbe fregato.
Ma, caspiterina, non dovrei averlo!
Ho solo trentadue anni!
… trentatré.

Oh, e va bene, trentacinque!
Che pignoli!
“Potter, non so come potrei ringraziarti!”
“Eh?”
“Come, scusi?”
Fissai i due giovani, completamente basiti.
“Ma sì!” cinguettai – oddio, cinguettai? … ho bisogno di un analista –, allegra “avevo visto Muciber rubarla, avevo paura che potesse distruggerla, o peggio…”
Vidi Potter mimare alla Evans un “cosa può esserci di peggio” che mi irritò parecchio, ma quando vidi che lei sorrideva lievemente mi calmai.
Ripresi contegno, o almeno ci provai “Adesso andate” dissi quindi, cercando di sembrare minacciosa “E state almeno a dieci centimetri l’uno dall’altro”
Evans annuì energicamente, nascondendo un altro sorriso, mentre Potter rimase a fissarmi con sguardo beatamente ebete.
“Evans, trattalo bene, mi raccomando! Ci tengo al mio nuovo eroe”
Mi pentirò di questa frase per il resto dei miei giorni. Oh, se lo farò!
Li guardai allontanarsi, intenerita.
Era da quando avevo compiuto trentasette anni che non mi scioglievo così tan-…
Er, voglio dire… trentacinque!
Eh, eh… sì, insomma…
Trentasei?
Proprio no?
Uff, e va bene! Mi arrendo!
Ne ho trentanove!
Sciacalli!
Sospirai, dirigendomi verso le serre.
È proprio vero che di ragazzi come Potter non ce ne sono tanti…
“Pommy!” mi fece trasalire la voce di Black, a meno di un metro da me.
Il problema è che vanno sempre in coppia!
 
 
 
Cawabangaaa!
Welcome back to my stories, sciacalls!
Allora, lo so che non aggiorno dall’alba dei tempi, ma avevo troppa voglia di scrivere una shot leggera.
E chi meglio dell’esasperante JP?
L’UOMO DELLA MIA VITA?
E Pomona! Aww!
Ho adorato descriverla, va bene essere buoni, ma James sarebbe capace di portare a compiere un omicidio persino Neville!
Non ho niente da dire, se non che spero l’abbiate apprezzata come l’ho fatto io!
Tante care cose!
Teclaa
 
p.s. nella terzultima frase sarebbe “di ragazzi come Potter non ce ne siano tanti” ma non mi suonava! Tenetevi il verbo sbagliato! :DD
  
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