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Autore: Angelwanderer95    12/12/2011    0 recensioni
” fece per andarsene, fu allora che Damon la fermo e con occhi deboli le disse “aspetta, per favore, so che non mi conosci ma ho bisogno di aiuto, ho bisogno di parlare” a sorpresa sua lei lo guardo intensamente come se riuscisse a leggergli l’anima, gli sorrise e gli disse “ok, andiamo a casa tua allora”. Mentre salirono in macchina Damon era dannatamente curioso, perché emanava quel odore diverso?non era un vampiro ne un licantropo, aveva versato sia verbena che strozza lupo in almeno due drink, cos’era? Un essere umano?ne dubitava dannatamente ma per adesso sembra un essere normale seduto accanto a lui, era bellissima un viso tondo delicato,labbra carnose che Damon avrebbe voluto strappare a morsi, occhi marrone scuro intenso che lo avrebbero soggiogato volentieri per qualsiasi cosa, capelli lunghi castani e ricci ben curati, giù per il fisico aveva i lineamenti al posto giusto, per un attimo sembrò scordarsi davvero di Elena e questo lo faceva sentire piacevolmente in colpa.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Damon si mise a torso nudo, mentre con lo sguardo fisso nel vuoto afferrava l’idea che Elena non lo avrebbe mai amato. Ogni volta che pensava a lei con suo Fratello un bruciore intenso lo avvolgeva, avvolte odiava essere vampiro perché le emozioni sono davvero amplificate al massimo aveva imparato da tempo a controllarsi anche se molte volte sapeva lasciarsi andare, ma con Elena no, sapeva controllarsi soltanto quando le sue dolci mani gli sfioravano il viso dolcemente, in quel momento esistevano solo loro due;
Stanco di stare male, decise di andare al solito bar, non serve mai a niente andarci, Elena è qualcosa che bicchieri di scotch non potranno mai guarire, solo Elena può farlo, o meglio pensò. Eccola che vide una donna entrare dal bar, una donna dal odore strano, si sedette accanto a lui, lui si girò la guardò e sorrise “offro io baby” lei sorrise talmente dolcemente che i sospetti su chi fosse di Damon quasi caddero, ma Damon aveva vissuto troppo allungo per sapere che non è oro tutto quello che luccica “grazie, è troppo breve la vita per rifiutare qualcosa che non può essere più male di ciò che mi circonda” Damon si accorse che lo disse in modo ironico per nascondere un fondo di verità, in qualche modo, pensò Damon, è interessante. “Allora??non ti ho mai vista da queste parti, cosa ti porta qui a MIstic Falls?”domandò sorridendo ironicamente, “Una volta ho letto un libro, era ambientato a Mistic Falls, così avevo il desiderio di venire qua e verificare con i miei occhi se quello che riporta il libro è bello come sembra” rispose con aria talmente pensierosa che suscitò in Damon ancora più interesse “sarai rimasta delusa..” disse in tono distaccato, “no, sono soddisfatta di aver realizzato un mio piccolo sogno, la lista ancora è lunga di cose , cose che vorrei fare ma..” si interruppe rigidamente, “ma..” riprese Damon”, “ ma mi gira un po’ la testa credo di dover  tornare a casa” fece per andarsene, fu allora che Damon la fermo e con occhi deboli le disse “aspetta, per favore, so che non mi conosci ma ho bisogno di aiuto, ho bisogno di parlare” a sorpresa sua lei lo guardo intensamente come se riuscisse a leggergli l’anima, gli sorrise e gli disse “ok, andiamo a casa tua allora”. Mentre salirono in macchina Damon era dannatamente curioso, perché emanava quel odore diverso?non era un vampiro ne un licantropo, aveva versato sia verbena che strozza lupo in almeno due drink, cos’era? Un essere umano?ne dubitava dannatamente ma per adesso sembra un essere normale seduto accanto a lui, era bellissima un viso tondo delicato,labbra carnose che Damon avrebbe voluto strappare a morsi, occhi marrone scuro intenso che lo avrebbero soggiogato volentieri per qualsiasi cosa, capelli lunghi  castani e ricci ben curati, giù per il fisico aveva i lineamenti al posto giusto, per un attimo sembrò scordarsi davvero di Elena e questo lo faceva sentire piacevolmente in colpa. “benvenuta nella mia dimora” disse facendo un gesto ironicamente teatrale prendendo e stappando subito dopo una bottiglia di whisky.
   
 
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