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Autore: Black Cherry    13/12/2011    3 recensioni
Avete mai fatto un sogno nel sogno?
Bhe Courtney si! Un sogno romantico che alla fine si trasforma in una tragedia!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Mi sveglio di scatto.
Urlo.
Occhi vitrei come la morte mi stanno fissando.
Non urlo di nuovo solo perchè devo riprendere fiato dal mio ultimo urlo.
Dopo mi accorgo che sono solo i miei pupazzi che circondano il letto con il coro occhi, fatti di bottoni, spenti.
Mi alzo senza riordinare le coperte. Mi sfrego gli occhi per svegliarmi del tutto, tanto non riuscirei ad addormentarmi di nuovo.
Sbadiglio.
Avanzo nel buio conoscendo già la strada dato che è casa mia. Accendo la luce della cucina. Mi fermo sulla soglia il tempo per abituare gli occhi.
Alzo le tapparelle e mi avvicino alla finerstra guardando fuori.
é ancora buio essendo ancora le 7.00. Un'unica stella brilla nel cielo, forse è Sirio oppure è Venere. Una falce di luna risplende nella notte.
Un sorriso mi affiora sulle labbra.
Preparo il mi caffè mattutino.
Che bello, è sabato.
Ripenso all'incubo che ho fatto. Non me lo ricodo più.
Il caffè è pronto, lo verso in una tazzina. Un po' di zucchero. Buono è ancora caldo.
Una voce: "Courtney"
Sobbalzo. Per un pelo riesco a non far rovesciare nulla. Non me l'aspettavo, credevo di essere sola in casa.
Ma non sono spaventata, tanto ho già riconosciuto la voce. Finisco di sorseggiare il caffè. Nel frattempo mi volto.
Courtney: "Ciao Duncan" rispondo, prima che i suoi occhi azzurri spuntino fuori dall'ombra. Sembra che siano passati secoli dall'ultima volta che l'ho visto. è più bello che mai. Non è cambiato affatto lo stesso Duncan di cui mi sono immamorata e lo stesso Duncan che mi ha tradita.
Courtney: "Che ci fai qui?", continuo.
Nel vederlo dovrei essere infuriata, offesa, emozionata, felice, malinconica, permalosa o sorpresa. E infatti provo un po' tutte queste emozioni.
La voce mi esce calma e rilassata. Involontariamente sorrido. È vero, è un sorrisetto un po' ironico, forse di sfida, ma è pur sempre un sorriso.
«Ho rotto con Gwen», è la sua risposta.

Okay. Ha detto “ho rotto”, il che vuol dire che è stato lui a lasciarla. Va bene. Aspetto che continui, anche se credo già di intuire dove vuole andare a parare.
Duncan: "Mi hai perdonato?", chiede semplicemente.
Dritto al sodo, quindi. Cosa rispondo? Io ho imperato a mentire. In fondo me l'ha insegnato lui. È utile. Serve a togliere di mezzo gente noiosa senza mandarla a quel paese. O anche a raggirare le domande. Ma soprattutto se sai mentire capisci se li altri stanno mentendo. Se lui inizierà lo farò anch'io, ma per ora dirò la verità.
Courtney: "
Bho... Dipende. Ci sono delle volte in cui mi addosso tutta la colpa e mi dico: Ho sbagliato tutto, era tutto perfetto e io l'ho trattato così che preferisse lei, che scema che sono stata..., oppure ci sono altre volte in cui ti urlo contro: cretino! Mi hai fatto fare la figura dell'idiota! Io a darti retta e tu che mi facevi due corna così! se no semplicemente non ci penso e mi dico: ma sì! Prima o poi sarebbe successo. Pazienza. Si sta meglio da single: guarda quello che figo! E pensare che mi piaceva Duncan! Lui è orribile rispetto a questo! Viva la vita! e cose così. Quindi non so, dipende da come mi sveglio la mattina.", dico.
Duncan: "
E oggi come ti sei svegliata?"
Courtney: "Con un incubo", dico, che non significa niente, però è la verità.
Dopo poco continua:
Duncan: "Ma dopo... cioè... ti sei messa con altri?".
Oh, vedo che quando ho detto che esisteva gente più bella di lui se n'è accorto... Non sarà mica geloso?...
Courtney: "No, niente di serio. Ci ho provato, ma tutti i ragazzi decenti sono impegnati, troppo grandi, gay oppure sono stronzi".
Tu appartieni a quest'ultima categoria, Duncan, l'hai capito?
Duncan: "Ti piacevo?".
Courtney: "Mah... Non so, credo di sì... Okay, mi piacevi un sacco, va bene?"
Duncan: "Quindi non stavi con me solo per strategia?".
Courtney: "Ma figurati! Non sono mica Heater, io!", continua a fissarmi dubbioso. Davvero mi crede così cattiva?
Courtney: "Dai", continuo "ci è arrivata pure Lindsay! Per strategia facevo... che so... ad esempio la scema con Justin, che tra l'altro ho pure eliminato". Pare più convinto, finalmente.
Duncan: "Ma allora", mi chiede dopo un po' "mi spieghi una cosa? Dalla seconda stagione sei cambiata, insomma, ogni momento era buono per ricordarmi che non ero perfetto: la lettera, le liste sui miei difetti...".
Courtney: "Be' in “Azione” mi sono accorta che per vincere quel premio non basta essere bravi o i migliori (infatti hanno vinto Owen, Beth ed Heater, ti pare giusto?), quindi ho iniziato a barare anch'io . Poi tu eri nell'altra squadra, eri un mio avversario, e in più solo pochi mesi prima mi avevano eliminata solo perché ero la tua ragazza! La lettera e il resto servivano proprio a ricordare a te e a me che non sei perfetto, ma che nonostante tutto mi piacevi. E poi scusa, ma quanto sarebbe stata lunga una lista coi tuoi pregi? (Anche se ora l'ho dimezzata)".
È bello parlare così, sembra che stiamo discutendo del tempo, invece che del fatto che ci siamo lasciati, che lui mi ha lasciata, e che ora ci dovremmo odiare. Chissà se avessimo parlato prima così, dicendoci tutto in faccia, forse staremmo ancora assieme... No, meglio così, solo buoni amici.
Duncan: "Mi odi ancora molto?", dice dopo.
Courtney: "
Mhmm... sì, direi di sì".
Aspetto.           
Non dice più nulla. È finito l'interrogatorio? Va bene, allora tocca a me.
Courtney: "Cosa provi per me ora?", gli chiedo.
Ho paura che mi dica “nulla”: a me piace essere adulata; ho paura che mi dica “ti amo”: sono troppo orgogliosa per perdonarlo; ho paura che mi dica “non so”: non posso risolvergli tutti i problemi.
Ogni mia paura è scacciata, lui non risponde. Però così è forse peggio, non so cosa pensa.
Sospiro.

Courtney: "E Gwen...?".
Duncan: "Gwen... Be' se vuoi saperlo, davvero non ti sopportavo più. Volevo una storia normale, una ragazza normale, facile da capire. Per questo ho scelto lei, ci stava, è una ragazza semplice, che fa la dura ma in realtà non lo è, e poi non è lunatica".
Courtney: "Allora se era così fantastica perché non ti sei messo subito con lei? E soprattutto perché non me l'hai detto subito che mi mollavi per quella?"
Ci matte un po' ma alla fine risponde.
Duncan: "Be' sai, che non la prendi molto bene quando qualcuno fa o dice qualcosa che non ti va bene..."
Courtney: "Quindi sei un codardo".
Duncan: "No... cioè... ma volevamo dirtelo, è solo che non sapevamo come... insomma...".
Courtney: "Questo conferma il fatto che siete due fifoni. E poi, certo che mi sarei arrabbiata, ma ti assicuro che la mia reazione sarebbe stata mille volte meno peggiore di quella che invece ho avuto".
Duncan: "Il che vuol dire che ti importava di me?"
Courtney: "Hai mai visto qualcuno piangere per qualcosa di cui non gli importa nulla?", concludo seccata.
Courtney: "E comunque alla fine l'hai lasciata", continuo dopo un po'.
Duncan: "Insomma, te l'ho detto. Era normale, troppo normale. Con lei era troppo facile, mi pareva quasi apatica dopo essere stato con te. Mi sembrava che mi mancasse qualcosa . E credo che a lei piacesse ancora Trent. Così dopo due mesi l'abbiamo fatta finita".
Faccio un rapido calcolo. Due mesi dopo quel bacio. È quasi mezzo anno fa! E nel frattempo? Lui continua col suo racconto, così non devo fare domande che mi farebbero apparire disorientata, incredula o gelosa; cosa che tra l'altro non sono assolutamente.
Duncan: "Dopo sono tornato alla vita normale, un po' di scuola, qualche furto, qualche graffito sui muri, gli amici e qualche ragazza. Non che fossero gran che. Lasciate tutte dopo un paio di giorni. Troppo normali, carine ma non troppo, senza un cervello, di quelle che vanno con tutti. La maggior parte stava con me solo perché ero famoso".
Courtney: "Cervello di Lindsay, faccia di Beth, cuore di Heater", riassumo.
Duncan: "Esatto. Mi hai spiato per caso?"
Courtney: "Certo dal buco della serratura!", dico MOLTO ironicamente.
Duncan: "Davvero?"
Courtney: "
No, è che di ragazze così ce ne sono fin troppe!".
Momento di silenzio imbarazzante nella conversazione. Mi rendo conto che ho ancora il pigiama addosso. Mi chiedo se appaio più sciatta o più sexy. “Più sexy?” Ma che m'importa se sembro sexy o no? Devo essere ancora mezza addormentata, non ragiono bene a quest'ora.
Courtney: "Perché sei venuto qui?"
Duncan: "Mha, mi mancavano un po' le ragazze del reality. Mi sembrava strano non litigare più con te da così tanto tempo".
Courtney: "Anche a me, in effetti. Credevo fosse ovvio, ma se vuoi litigare: … sei un idiota!".
Duncan: "Grazie altrettanto", ribatte acido.
Sorrido. Mi fa ancora morire dal ridere come prima e mi fa anche incavolare come prima.
Mi accorgo che ho ancora la tazza da caffè in mano. Mi alzo. Le appoggio nel lavello.
Duncan mi ha seguita. Sento il suo respiro dietro di me. Le sue braccia mi cingono la vita. Il mio cuore quasi cessa di battere. Respiro profondamente. Non devo tremare. Non devo piangere. Sto esplodendo di gioia.
Mi giro lentamente. La sue braccia continuano ad avvolgermi dolcemente. Alzo lo sguardo. Incontro i suoi occhi. Sono bellissimi. Vorrei prenderglieli, rubarglieli. Paiono zaffiri, stelle, ghiaccio, mare, cielo. Affogo in quel blu meraviglioso. Sono qui, in balìa del suo sguardo. Sbatto le palpebre: ritorno alla realtà, ma sembra ugualmente un sogno.
Accade. Il cuore mi batte a mille. Fuori dalla finestra il sole inizia a sorgere. Il suo viso e il mio si incontrano.
Mi bacia. Lo bacio. Ci baciamo. Bacio d'alba. Le nostre labbra unite, i nostri corpi sono un tutt'uno stretti in un abbraccio che sembri voglia durare un'eternità. Io lo stringo, lo bacio. Lo bacio con tutto il mio amore, il mio odio, il mio orgoglio, la mia stima, le mie paure, le mie speranze. Lo stringo felice, offesa, meravigliata, triste, senza parole.
Non so quanto duri. Siamo qui da un istante, da giorni o da sempre? Non mi importa. L'unica cosa che conta è il qui, è l'adesso. Non so cosa dirò dopo. Forse non lo perdonerò, forse sì. Forse resterò per tutta la vita qui ferma immobile attaccata a lui, per non farmelo più scappare.
Felicità.
Poi succede. Subito non capisco.
Duncan vacilla un istante, come se fosse stato spinto da una mano invisibile. Un gemito esce dalla sua bocca. Non ho idea se sia di piacere o di dolore. La sue labbra scivolano via dalle mie. Con una mano stringe la mia maglia per non cadere, poi anche quella perde forza e mi lascia.
Tenendolo sempre abbracciato, lo accompagno piano mentre si accascia a terra, non ci fossi stata io sarebbe caduto a terra a peso morto, facendosi male, probabilmente.
Non voglio crederci. No. Ma ormai ho già capito. Osservo il suo volto sofferente. Muove le labbra per dire qualcosa, non ne escono suoni. Mi piace pensare che voglia dire il mio nome, dirmi “Ti amo”, ma è più facile che volesse solo chiedere aiuto o lamentarsi per il dolore.
Piango. Piango lentamente. Senza un suono la lacrime mi solcano il viso, cadono sul petto di lui. Lo accarezzo un ultima volta. Mi faccio forza, lo osservo in viso. I suoi occhi non brillano più. Le guance stanno iniziando ad impallidire. Mi sbagliavo: l'azzurro dei suoi occhi non significa più nulla senza lui intorno. Per pietà gli abbasso le palpebre. Nessun altro potrà più godere del suo sguardo.
Non ce la faccio più. Lo volto, non riesco più a guardare. Ecco lì, sulla sua schiena, ciò che avevo già compreso. Il pugnale è entrato a fondo nella carne. La mia mano è intrisa di sangue quanto la sua maglia. Non me ne curo. Guardo ancora quell'arma. È bella, adatta ad essere lanciata, anche se l'impugnatura mi pare troppo larga. Chi l'ha scagliato sapeva cosa stava facendo.
Alzo lo sguardo e mi giro. Stupido, Duncan! Stupido! Perché hai lasciato la finestra aperta, idiota? Perché ogni volta che trovo la felicità questa mi viene sempre tolta?
Fuori non c'è più nessuno. Meglio. Se ci fosse stato non avrei più avuto controllo delle mie azioni. Inspiro profondamente. Non voglio toccare nulla. Forse l'assassino ha lasciato delle impronte digitali, voglio vendetta.
Mi volto di nuovo verso di lui. Mi avvicino ancora alla sua dolcissima cresta da punk. Qualcosa mi dice che il verde sarà il mio nuovo colore preferito, e non è perché ammiro “Greenpeace”. Mentre penso ciò, pare che il tempo si fermi.
Dolore.
Immenso dolore.
Cerco di sollevami. Ancora più male. Rotolo a fianco del corpo di Duncan. Ho la mente annebbiata. Il bocca il sapore del sangue. Guardo la sua schiena, il mio petto. Nonostante tutto mi affiora sulle labbra un sorriso. Il nostro killer è stato davvero astuto. Da quella strana impugnatura è spuntata un'altra lama, forse era comandata a distanza. Ovviamente a me non ha potuto mirare, così non sto ancora morendo, ma sento che non riuscirò a restare per molto attaccata a questa insulsa vita.
Rumore di passi mi fa alzare lo sguardo. Vedo chi è che ci vuole morti. No. Non è possibile.
Courtney: "Tu...", riesco ad articolare, poi le parole mi muoiono in gola. Dopo poco mi muore anche tutto il resto.
Mi sveglio di scatto.
Urlo.
Mi giro.
Sono solo.
Lui non è qui con me.







Angolo della punk:
Ragazzi e ragazze, questa ff l'ho presa da un sito, naturalmente ho chiesto all'autore se potevo prenderla e lui ha detto si;
Comunque l'ho anche modificata un po', soprattutto ho aggiunto un pezzettino del finale. Secondo me, ripeto secondo me, quando ho letto la parte che nessuno poteva vedere la bellezza dei suoi occhi mi è scesa una lacrima! Voi non so!
Kiss
TeskioPunk
  
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