13/12/2011
1 recensioniSabato, 11 Novembre 2011
Kurt prese per inseguire Blaine.
Lo raggiunse.
E con uno scatto quasi spontaneo lo fece girare.
-‘Blaine, ecco…io.- Iniziò così a piangere, con la testa bassa.
A Blaine non rimase di abbracciarlo. Sempre li: in quell’odioso parcheggio tra l’umida nebbia.
Salirono in macchina e presero quella strada che quel pomeriggio non era così agghiacciante. Blaine che guidava, nella sua compostezza alla guida, frenò di colpo.
Le ruote stridettero sul vecchio asfalto umido.
Kurt impallidì dalla paura, Blaine scoppiò nella sua risata più insensata.
-‘Perché lo hai fatto?-
-‘Di novembre le stelle sono più brillanti del solito!’- mentì con un risolino nascosto, Blaine.
Era la scusa più assurda che Kurt ebbe mai sentito. Stettero in silenzio, Kurt fischiettò impaziente.
Blaine aprì l’aria condizionata della sua utilitaria. -‘Sento freddo stasera!-
Kurt fingeva di non sentirlo, quando sentì sfiorarsi la spalla.
Si girò di scatto: Blaine stava lì, in procinto di fare qualcosa. Era ansioso.
Kurt con la mano, quella mano nivea, iniziò a disegnare con i polpastrelli cerchi tra i perfetti, mai scompigliati, capelli di Blaine. E lui, con una smodata velocità, prese Kurt per le spalle e, ansimando dall’impulso, iniziò a baciarlo lentamente. Gli occhi increduli di Kurt si socchiusero e il loro amore divenne ragione nel sibilo dell’aria condizionata.
Il loro amore divenne reale.
- Il cereo petto nudo di Kurt sfiorava, quasi immacolatamente, quello erculeo di Blaine.
-Le dita seguivano lentamente il corso delle piccole gocce di sudore.
- Le loro labbra, protagoniste di un conflitto tra amore e passione, si univano ardentemente.
- I loro corpi erano in simbiosi con il complesso moto meccanico di un orologio.
- Le loro menti si unirono in un matrimonio disinvolto di sensi.
-
Fisso il tettuccio rovinato della macchina, era lo sguardo di Blaine e Kurt.
I loro impetuosi corpi protetti da un blu trapunta.
-‘Ti amo.’ Sussurrò Blaine, quasi riprendendo fiato.
-
Ripresero il cammino. Ubriachi dal più alcolico cocktail d’amore.
Kurt iniziò a rovistare nel cruscotto incasinato della macchina, trovò una sigaretta. L’accese.
Era la prima volta che Blaine vide il suo Kurt fumare.
Continuò a guidare.
Il tragitto del ritorno non era mai stato così lungo. Blaine accese la radio.
Uno speaker parlava senza sosta, frenetico.
La pioggia sempre più incessante sembrava fracassasse il tettuccio di quella macchina.
L’asfalto era immerso nella più eterna pioggia torrenziale.
Lo stridulo delle ruote, questa volta non era voluto.
L’auto impazzita come uno dei più indomabili cavalli, iniziò un forsennato turbinio sull’ormai laguna della strada. Quasi come un ballo diabolico.
- L’ultimo ballo.
- Sotto una logora quercia ormai il corpo senza nome. Senza volto.
Giaceva. Abbandonato nel suo stesso sangue.
- Nel mezzo di una quasi vergine strada solo l’espressione mortale di due occhi vitrei.
Inanime come uno dei più ignoti sassi.
La stessa corsa. Le stesse mani unite da un legame perpetuo. Li accompagnava.
E sovvenne così il più costernato pianto.