13/12/2011
4 recensioniOra, spero che non ci siano differenze abissali con l'anime (mai visto) perché ci sono tre frasi tratte dal manga... precisazione molto inutile, I know <.<
Che altro dire, spero vi piaccia! Se avete qualsiasi cosuccia da dire, non eistate! :3
Ciau!
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Avidamente, accarezzava quei fini ed azzurri capelli, stando attenta a non sciuparli, più che se fossero fatti di carta, pur essendo di seta. Zia An
Sfiorava con desiderio quella pelle morbida e liscia, nuova e fresca, che finalmente poteva tenere tra le mani tremanti.
Il... della sua adorata sorella e del suo adorato lui.
Angelina sapeva che quello era un piccolo tesoro, per lei molto più prezioso che per altri, e ne teneva bene a mente il valore. Disegnava distrattamente ghirigori tra i fili celesti mentre immaginava che doveva essere così sfiorare le nuvole, assistere alla visione di un angelo, sentirsi libera nel cielo... oh, chissà quanti bei momenti avrebbe vissuto con lui...
«Tutto bene? Cos'è quella faccia?»
Sognava, Angelina, con le rose sulle guance e le fiamme tra le trecce. Stringeva dolcemente al petto quel fantolino che sentiva come suo e giurava a lui e a lei stessa che non si sarebbero mai separati.
Il suo piccolo... «Avete già deciso come lo chiamerete?»
«Ciel.»
Un suono leggiadro, musicale, pacifico, puramente adorabile.
E cos'altro, se no?
Alzò gli occhi sulla sorella. Sembrava così distante, dalla sua poltrona, così distante da lei e da Ciel, col dito in bocca e gli occhi socchiusi, come se ancora non avesse voglia di entrare in questo mondo e preferisse rimanere sulla sua eterea soglia.
«Rachel... ora io sono...»
«Zia, sì.»
Un giorno sarebbe diventata una splendida madre, ne era convinta. Se amava così tanto quel bimbo che era solo suo nipote, quanta passione avrebbe provato per suo figlio?
«Sei contenta, An?»
Sorrise.
“Suo marito è morto sul colpo. Lei ha riportato lesioni interne e abbiamo dovuto asportarle l'utero insieme al feto.”
Amarezza scarlatta tingeva le labbra ed inondava gli occhi.
Zia, sì. Sei contenta, An?
Sorrise.
Non poteva essere nient'altro.
Forse, però, sarebbe potuto bastare... forse.
«Piacere, io mi chiamo Grell.»