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Autore: Lizzyluna    13/12/2011    3 recensioni
La guerra semina ovunque paura e insicurezza, perfino nei luoghi più insospettabili. Kingsley lo sa bene.
Scritta per il contest Aspettando Pottermore
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Scritta per il contest Aspettando Pottermore - Missing Moments' Contest
Pacchetto: Acromantula - Kingsley Shackelbolt



Stato d’assedio

Il corridoio era buio, freddo e insolitamente deserto, privo del consueto andirivieni e del chiacchiericcio degli impiegati; l’unico segno di vita era una palma nana ormai secca con batuffoli di lanugine impigliati tra i rami. La luce di un lampione proveniente dall’unica finestra si rifletteva debolmente sul nastro rosso e bianco che sbarrava l’estremità più vicina all’atrio, dove cassette per gli attrezzi, sacchi di cemento e un caschetto giallo abbandonato avvertivano eventuali passanti che quello non era affatto un luogo sicuro.
L’orologio a pendolo che scandiva le ore nell’ufficio del segretario era muto da un pezzo, così il ticchettio ossessivo non coprì i passi cauti del visitatore appena comparso in cima alla scala; poco dopo, un lampo azzurrognolo squarciò l’oscurità e una parete invisibile crollò senza rumore ai piedi della porta più vicina. Una fiammella arancio divampò a mezz’aria, illuminando in sequenza una bacchetta di legno scuro, una mano coperta per metà da una manica color amaranto, un orecchino a cerchio e un viso serio e concentrato segnato sulla tempia da una sottile cicatrice; l’uomo che l’aveva evocata sollevò il nastro per passarci sotto ed avanzò lentamente all’interno del cerchio di luce, esaminando con cura ogni piastrella prima di posarvi i piedi.
Fu così che notò la sottile crepa che correva da una parte all’altra del corridoio, invisibile in mezzo alla polvere e ai calcinacci. Si piegò su un ginocchio per controllarla da vicino, riuscendo in tal modo a evitare che le minuscole frecce sparate da un attaccapanni si conficcassero nel suo cranio, e quello che vide lo preoccupò abbastanza da spingerlo a praticarsi un Incantesimo Testabolla prima di neutralizzare l’attaccapanni e Schiantare una cornice dall’aria inoffensiva, la quale rispose con un gemito di protesta.
Una porta sulla sinistra si aprì con un cigolio e ne uscì qualcosa di indefinibile coperto da un lungo mantello nero; il mago sprecò solo un’occhiata verso il suo viso, che sembrava sciogliersi e cambiare in continuazione, prima di puntargli contro la bacchetta. «Riddikulus!» ruggì, e senza aspettare che l’incantesimo facesse effetto ruotò su sé stesso per fronteggiare la sedia imbottita che galoppava verso di lui con evidenti cattive intenzioni.
Sbarazzatosi anche di quella, spedendola in un ripostiglio delle scope di cui sigillò l’ingresso, l’uomo proseguì lungo il corridoio, agitando di tanto in tanto la bacchetta per infrangere incantesimi protettivi e ripararsi da oggetti in caduta libera da un soffitto apparentemente solido. Un armadio a muro si spalancò di colpo, vomitando una decina di lunghi rotoli di carta che si rizzarono come vipere al suo passaggio e si avvolsero minacciosi attorno ai suoi arti: un singolo «Relascio» non fu sufficiente a toglierli di mezzo, anche perché uno stormo di aeroplanini fatti con i post-it accorse a dar loro manforte, liberandosi dalla bacheca vicina. Il mago fu dunque costretto a barricarsi dietro un’anta dell’armadio con la bacchetta in una mano e una scopa nell’altra, cercando contemporaneamente di incenerire la carta con l’Incantesimo Incendius e di abbattere gli aeroplanini prima che lo bombardassero di puntine da disegno.
Al terzo tentativo i rotoli decisero finalmente di arrendersi e l’uomo poté spazzar via i piccoli aggressori cartacei con una fattura ben assestata; sfinito, si appoggiò alla parete per riposarsi – ormai la sua meta era vicina – e sfiorò accidentalmente la palma malandata che presidiava quel lato del corridoio.
Si rivelò un errore: le foglie rinsecchite presero vita allungandosi come tentacoli, e mentre tre lo afferrarono alla gola altri due tentarono di infilzarlo brandendo come armi alcuni ramoscelli provenienti dalla palma stessa. Un paio di «Diffindo!» e uno «Stupeficium!» risolsero la situazione, almeno finche il mago non scoprì che il piccolo drago scolpito che decorava il vaso del combattivo vegetale era meno inoffensivo del previsto.
Saltellando su un piede solo e schiaffeggiandosi nel tentativo di estinguere i piccoli incendi che cercavano di consumare il suo vestiario (il responsabile marciava avanti e indietro sulla superficie del vaso, pronto a tornare all’attacco), il visitatore passò la bacchetta sulla porta che aveva raggiunto e infranse gli ultimi incantesimi antintrusione prima di bussare; rimase in ascolto per un istante, poi abbassò la maniglia ed entrò. Oltrepassata la soglia, si voltò per controllare il corridoio alle sue spalle, spoglio e immacolato come se nulla fosse accaduto: l’unica nota di colore era un foglietto fucsia che sussultava debolmente tra i rami della palma.

L’occupante della stanza era seduto a una scrivania ingombra di carte e faldoni e sparsa di briciole di pane; sembrava molto impegnato, ma quando sentì lo scatto della serratura mise da parte i fogli che stava leggendo e spazzolò le briciole dal piano del mobile. «Ah, Shacklebolt… venga pure avanti!»
L’Auror controllò di aver chiuso bene la porta per lasciar fuori i Vapori Esilaranti che riempivano il corridoio (anche se sospettava che al Primo Ministro non avrebbe fatto male una bella risata) e si avvicinò alla scrivania. «Documenti da firmare, signore» annunciò, estraendo da sotto il cappotto un pacco di fogli abbrustoliti dall’incontro ravvicinato con il drago.
«Ancora!» sospirò il Primo Ministro, e tese la mano per prenderli, fingendo di non notarne la condizione. «Ho sentito un po’di trambusto lì fuori. Cosa è successo?»
«Nulla, signore» rispose Kingsley. «Solo un piccolo… controllo» e portò la mano alla tasca, «sui sistemi di sicurezza».
«E funzionano?» s’informò l’altro senza riuscire a sopprimere l’ansia nella propria voce.
«Alla perfezione. Dovrebbero perlomeno rallentare gli aggressori e darmi tempo di chiamare i rinforzi».
«Rallentare» ripeté il Ministro con un sorriso amaro. «Mi sento già più tranquillo».
«Si fidi, Ministro» lo rassicurò il mago. «Non tutti i Mangiamorte sono al livello di Lei-Sa-Chi, ed è alquanto improbabile che lui si presenti qui di persona. Gli incantesimi che abbiamo disposto dovrebbero neutralizzare…»
Il Ministro agitò una mano in aria, portandosi l’altra alla fronte. «Basta, per carità! Magie, pozioni, Giganti, Dissennatori… si rende conto che i miei elettori mi prenderebbero per pazzo se solo accennassi…»
«In questi casi l’ignoranza è il peggiore dei mali » tagliò corto Kingsley, «ed è bene che almeno lei sia informato della situazione. Le assicuro che la comunità magica sta facendo il possibile per evitare che troppi Babbani siano coinvolti, ma i Mangiamorte non ragionano allo stesso modo: per loro è essenziale spargere il terrore, non importa con quali mezzi».
L’altro assentì tristemente, pizzicando un foglio tra pollice e indice. «Funziona solo con i maghi, vero?» chiese. «Il sistema di sicurezza, intendo. Non vorrei che il mio collega francese finisse in bocca a una sfinge, o appeso al soffitto, o che so io… sarebbe un incidente diplomatico di notevoli proporzioni».
«Niente sfingi» garantì Kingsley, tacendo la presenza di un drago e di un Molliccio. «E abbiamo perfezionato gli incantesimi dopo l’ultimo contrattempo, quindi non dovrebbero esserci problemi».
«Contrattempo, già» commentò il Ministro. «Un addetto alle pulizie aggredito dalla carta igienica. Mi domando che tipo di contrattempi affronti il vostro... come si chiama... Scrimgeour». Gli sfuggì comunque un sorriso, forse suscitato dall’immaginare il proprio omologo francese ridotto a mummia ambulante.
«Di ogni genere, purtroppo» rispose il mago. «Giusto la settimana scorsa qualcuno ci ha fatto avere una partita di inchiostro avvelenato: abbiamo perso tre dipendenti prima di scoprirlo, e altri due sono al San Mungo con dolori atroci».
Il Ministro si affrettò a posare la stilografica con uno sguardo sospettoso. «Beh, non vorrei essere nei suoi panni. Se una cosa del genere succedesse qui... Già mi sbattono in prima pagina per via del corridoio inagibile “che cade a pezzi come il governo”: ieri mattina ho dovuto rassicurare la delegazione francese che l’edifico non crollerà sulle loro teste». Accennò un risolino poco convinto e aggiunse: «Figuriamoci se sapessero che si tratta di qualcosa di peggio di tubi gocciolanti e intonaco scrostato».
L’Auror assentì con espressione comprensiva e si avvicinò alla porta. «Se non ha altri incarichi per me, io vado. Domani mattina i miei uomini saranno qui alle sette in punto, con il solito travestimento».
«L’altro lavoro?» chiese il Ministro, alludendo alla causa della sua partenza.
«L’altro lavoro» confermò Kingsley, con la mano già appoggiata sulla maniglia. «Avrò giusto il tempo di mangiare qualcosa prima che cominci il mio turno».
Il suo interlocutore mormorò un saluto con lo sguardo perso oltre i vetri della finestra, come se si aspettasse di vedere qualcosa attraverso la foschia che avvolgeva il quartiere. «Se fossi nei panni di quei genitori, mi guarderei bene dal perdere di vista i miei figli» sbottò improvvisamente. «Li terrei a casa con me, garantito, anche fossero protetti da tutti gli Auror del mondo!» e sfiorò un portafoto in bilico su una pila di faldoni, dal quale una ragazzina poco più che undicenne gli sorrideva insieme a un adolescente in sella a una bici.
«Sono più sicuri che a casa, con Silente come preside» replicò Kingsley. «Beh, buona serata».
Era ormai fuori dalla porta quando il Ministro parlò di nuovo. «Sa, un tempo credevo che con una bacchetta magica si potessero risolvere tutti i problemi...»
Il mago si voltò, con un sorriso enigmatico sulle labbra. «Chi di noi non l’ha mai creduto, Ministro?» sospirò imboccando il corridoio.



Giorno di ordinario lavoro per l’Auror Shacklebolt e il Primo Ministro Babbano, che compare nel primo capitolo del sesto libro (la Rowling non lo nomina mai, ma pare che dovrebbe essere il signor John Major); i due figli li ho inventati io, salvo poi scoprire che il signor Major ha davvero due figli, un maschio e una femmina, anche se molto più vecchi  di quelli della foto. Non ho la minima idea di come sia fatto all’interno il numero 10 di Downing Street, quindi abbiate pazienza.
Kingsley è responsabile della sicurezza del Primo Ministro e questo spiega la presenza di Mollicci e incantesimi in una casa Babbana; spiega anche perché il Ministro sia tanto ben informato sulle vicende del mondo magico... molto più di quanto lui stesso vorrebbe, in verità. Oltre a Kingsley, alcuni Auror travestiti da operai si alternano nei turni di sorveglianza con la scusa di riparare un’infiltrazione d’acqua che rende il soffitto instabile (in realtà il corridoio è stato isolato per verificare la tenuta dei sistemi di sicurezza). La famiglia del Primo Ministro non è presente, essendo stata trasferita per precauzione nella residenza di campagna.
L’“altro lavoro” di Kingsley è la sorveglianza della scuola di Hogwarts; il suo Molliccio invece rappresenta tutte le persone che non è riuscito a salvare.

Nota dopo l'uscita dei risultati: mi sento di dire che questa storia sarà il mio vanto e il mio orgoglio per mooolto tempo. Mi è piaciuto così tanto scrivere di loro due da farmi venir voglia di parlarne ancora, magari al tempo di Radio Potter, con Kingsley fuggitivo e l'ormai ex ministro che se lo vede piombare in casa insieme ai gemelli, a un lupo mannaro e a Lee con la sua tarantola.
Dovrei maledirmi in cinese per non aver usato il prompt; il fatto è che l'idea originale, sul prompt "Come?" era Kingsley costretto a infrangere decine di incantesimi per accedere allo studio di Scrimgeour dopo la propria elezione a Ministro della Magia, ma a metà storia è saltata fuori quest'altra idea potenzialmente più entusiasmante e quindi... al diavolo il prompt! Peccato che "Lavoro" fosse già occupato (avrei potuto fregarlo, dato che la tipa non ha consegnato, ma pazienza).
Ecco i risultati:

Quarta Classificata [sia nella classifica vecchie Generazioni che in classifica generale]:

Lizzyluna – Stato d'assedio

Parte di Wynne_Sabia:

Grammatica: 10/10
Nulla da dire, la grammatica è corretta e non ho trovato refusi, non mi resta che farti i complimenti!
Stile e Lessico: 10/10
Favoloso. No, sul serio, favoloso! Il tuo stile è scorrevole, fluido, coinvolgente e preciso.
Riesci a trasportare il lettore nella tua storia, e il lessico che utilizzi è completo, per nulla ripetitivo. La cosa che più mi è piaciuta è la tua capacità di imprimere i dettagli nella mente del lettore, in particolare quella palma nana che poi hai ripreso con una fluidità incredibile. I dialoghi sono gestiti egregiamente e... wow, non so che altro dire. Complimenti davvero!
Gradimento personale: 5/5
Mi è piaciuta, e parecchio. I voti in originalità e caratterizzazione non dipendono da me, però è naturale che influiscano anche sul mio gradimento, e posso assicurarti che questa storia, secondo il mio modesto parere, è molto originale e curata. Mi è piaciuta la descrizione di Kingsley, che in quanto personaggio secondario non è molto approfondita dall Rowling, e ho adorato la tua idea di far comparire il Misitro Babbano. Bella, bella bellissima, una storia degna di nota.
Rispetto regole: 3/3


Parte di SeleneLightwood:

Originalità: 10/10
Cara, cosa ti debbo dire? La tua storia sprizza originalità da tutti i pori! Non credo che nessuno abbia mai pensato di scrivere una cosa così simpatica, con un personaggio così particolare! Ti meriti davvero il massimo del punteggio!
Il titolo è qualcosa di…non so, pazzamente geniale! Quando l’ho letto mi ha incuriosito tantissimo, e ti posso assicurare che la tua chiavetta è salva, perché NESSUNO ha mai scritto sul co-protagonista! Appena abbiamo letto la storia (quasi nello stesso momento poi) sia io che Wynne ci siamo trovate subito d’accordo: è fantastica.
Non so cosa dirti, sinceramente, per l’originalità: nessuno ha mai scritto su loro due (in particolare sul PM), né l’ha mai fatto così bene…
Come potevi non prendere dieci su dieci?
I miei sentitissimi complimenti, tu sei un genio!!
Caratterizzazione: 10/10
Anche qui, com’era ovvio praticamente dall’inizio, hai preso il massimo del punteggio: sfido chiunque a dire che quelli non sono Kingsley e il povero Primo Ministro non siano…beh, proprio loro!! Non solo Kingsley è perfettamente IC (quell’ultima frase finale è esattamente quello che farebbe, ad esempio) ma sono entrambi caratterizzati benissimo.
Il Primo Ministro mi pare a volte quasi divertente, ed è questo che rende la storia (e la caratterizzazione) così speciale: nonostante il clima di tensione, poi il Primo Ministro deve fare i conti con delegazioni francesi divorate da sfingi o gente aggredita da carta igienica (se fossi stata io, avrei riso fino a morire lì)…e poi la parte iniziale è bellissima.
Una storia da una parte semplice, ma assolutamente speciale. Non posso che continuare – in maniera molto monotona, tra l’altro – a farti i complimenti! Caratterizzazione perfetta!
Utilizzo del prompt: 0/3
Ed ecco la nota dolente. Niente punti prompt. Cavolo, la storia era meravigliosa, avevi tutti punteggi pieni, e poi ci siamo accorte…che non c’era il prompt!
Mi dispiace tantissimo, ma qui non abbiamo proprio potuto darti punti, perché avevi rinunciato al prompt.
Gradimento personale: 5/5
Come ho detto ampiamente prima, questa storia mi è piaciuta tantissimo! L’ho adorata, dalla prima parola all’ultima! Ho particolarmente apprezzato la lotta di Kingsley con praticamente l’intero armamentario di cancelleria del primo ministro e il loro discorso finale. Fantastico, meraviglioso, stupendo, pazzescamente (?) originale.
(Peccato per il prompt che non c’era!)
Come posso non farti – e che scatole, Selene! – i complimenti di nuovo?
Bravissima, davvero! L’ho adorata!

Utilizzo del pacchetto completo: 0/2

Pacchetto Bonus: 2/2


Totale: 55/60

   
 
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