Scritta per il contest Aspettando
Pottermore - Missing Moments' Contest
Pacchetto: Acromantula -
Kingsley
Shackelbolt
Stato
d’assedio
Il corridoio era buio, freddo e
insolitamente deserto, privo
del consueto andirivieni e del chiacchiericcio degli impiegati;
l’unico segno
di vita era una palma nana ormai secca con batuffoli di lanugine
impigliati tra
i rami. La luce di un lampione proveniente dall’unica
finestra si rifletteva
debolmente sul nastro rosso e bianco che sbarrava
l’estremità più vicina
all’atrio, dove cassette per gli attrezzi, sacchi di cemento
e un caschetto
giallo abbandonato avvertivano eventuali passanti che quello non era
affatto un
luogo sicuro.
L’orologio a pendolo che
scandiva le ore nell’ufficio del
segretario era muto da un pezzo, così il ticchettio
ossessivo non coprì i passi
cauti del visitatore appena comparso in cima alla scala; poco dopo, un
lampo
azzurrognolo squarciò l’oscurità e una
parete invisibile crollò senza rumore ai
piedi della porta più vicina. Una fiammella arancio
divampò a mezz’aria,
illuminando in sequenza una bacchetta di legno scuro, una mano coperta
per metà
da una manica color amaranto, un orecchino a cerchio e un viso serio e
concentrato segnato sulla tempia da una sottile cicatrice;
l’uomo che l’aveva
evocata sollevò il nastro per passarci sotto ed
avanzò lentamente all’interno
del cerchio di luce, esaminando con cura ogni piastrella prima di
posarvi i
piedi.
Fu così che
notò la sottile crepa che correva da una parte
all’altra del corridoio, invisibile in mezzo alla polvere e
ai calcinacci. Si
piegò su un ginocchio per controllarla da vicino, riuscendo
in tal modo a
evitare che le minuscole frecce sparate da un attaccapanni si
conficcassero nel
suo cranio, e quello che vide lo preoccupò abbastanza da
spingerlo a praticarsi
un Incantesimo Testabolla prima di neutralizzare
l’attaccapanni e Schiantare
una cornice dall’aria inoffensiva, la quale rispose con un
gemito di protesta.
Una porta sulla sinistra si
aprì con un cigolio e ne uscì
qualcosa di indefinibile coperto da un lungo mantello nero; il mago
sprecò solo
un’occhiata verso il suo viso, che sembrava sciogliersi e
cambiare in
continuazione, prima di puntargli contro la bacchetta. «Riddikulus!»
ruggì,
e senza aspettare che l’incantesimo facesse
effetto ruotò su sé stesso per fronteggiare la
sedia imbottita che galoppava
verso di lui con evidenti cattive intenzioni.
Sbarazzatosi anche di quella,
spedendola in un ripostiglio
delle scope di cui sigillò l’ingresso,
l’uomo proseguì lungo il corridoio,
agitando di tanto in tanto la bacchetta per infrangere incantesimi
protettivi e
ripararsi da oggetti in caduta libera da un soffitto apparentemente
solido. Un
armadio a muro si spalancò di colpo, vomitando una decina di
lunghi rotoli di carta
che si rizzarono come vipere al suo passaggio e si avvolsero minacciosi
attorno
ai suoi arti: un singolo «Relascio»
non
fu sufficiente a toglierli di mezzo, anche perché uno stormo
di aeroplanini
fatti con i post-it accorse a dar loro manforte, liberandosi dalla
bacheca
vicina. Il mago fu dunque costretto a barricarsi dietro
un’anta dell’armadio
con la bacchetta in una mano e una scopa nell’altra, cercando
contemporaneamente di incenerire la carta con l’Incantesimo
Incendius e di
abbattere gli aeroplanini prima che lo bombardassero di puntine da
disegno.
Al terzo tentativo i rotoli decisero
finalmente di
arrendersi e l’uomo poté spazzar via i piccoli
aggressori cartacei con una
fattura ben assestata; sfinito, si appoggiò alla parete per
riposarsi – ormai
la sua meta era vicina – e sfiorò accidentalmente
la palma malandata che presidiava
quel lato del corridoio.
Si rivelò un errore: le
foglie rinsecchite presero vita
allungandosi come tentacoli, e mentre tre lo afferrarono alla gola
altri due
tentarono di infilzarlo brandendo come armi alcuni ramoscelli
provenienti dalla
palma stessa. Un paio di «Diffindo!»
e
uno «Stupeficium!»
risolsero la
situazione, almeno finche il mago non scoprì che il piccolo
drago scolpito che
decorava il vaso del combattivo vegetale era meno inoffensivo del
previsto.
Saltellando su un piede solo e
schiaffeggiandosi nel
tentativo di estinguere i piccoli incendi che cercavano di consumare il
suo
vestiario (il responsabile marciava avanti e indietro sulla superficie
del
vaso, pronto a tornare all’attacco), il visitatore
passò la bacchetta sulla
porta che aveva raggiunto e infranse gli ultimi incantesimi
antintrusione prima
di bussare; rimase in ascolto per un istante, poi abbassò la
maniglia ed entrò.
Oltrepassata la soglia, si voltò per controllare il
corridoio alle sue spalle,
spoglio e immacolato come se nulla fosse accaduto: l’unica
nota di colore era
un foglietto fucsia che sussultava debolmente tra i rami della palma.
L’occupante della stanza
era seduto a una scrivania ingombra
di carte e faldoni e sparsa di briciole di pane; sembrava molto
impegnato, ma
quando sentì lo scatto della serratura mise da parte i fogli
che stava leggendo
e spazzolò le briciole dal piano del mobile. «Ah,
Shacklebolt… venga pure
avanti!»
L’Auror
controllò di aver chiuso bene la porta per lasciar
fuori i Vapori Esilaranti che riempivano il corridoio (anche se
sospettava che
al Primo Ministro non avrebbe fatto male una bella risata) e si
avvicinò alla
scrivania. «Documenti da firmare, signore»
annunciò, estraendo da sotto il
cappotto un pacco di fogli abbrustoliti dall’incontro
ravvicinato con il drago.
«Ancora!»
sospirò il Primo Ministro, e tese la mano per
prenderli, fingendo di non notarne la condizione. «Ho sentito
un po’di
trambusto lì fuori. Cosa è successo?»
«Nulla, signore»
rispose Kingsley. «Solo un piccolo…
controllo» e portò la mano alla tasca,
«sui sistemi di sicurezza».
«E funzionano?»
s’informò l’altro senza riuscire a
sopprimere l’ansia nella propria voce.
«Alla perfezione.
Dovrebbero perlomeno rallentare gli
aggressori e darmi tempo di chiamare i rinforzi».
«Rallentare»
ripeté il Ministro con un sorriso amaro. «Mi sento
già più tranquillo».
«Si fidi,
Ministro» lo rassicurò il mago. «Non
tutti i
Mangiamorte sono al livello di Lei-Sa-Chi, ed è alquanto
improbabile che lui si
presenti qui di persona. Gli incantesimi che abbiamo disposto
dovrebbero
neutralizzare…»
Il Ministro agitò una mano
in aria, portandosi l’altra alla
fronte. «Basta, per carità! Magie, pozioni,
Giganti, Dissennatori… si rende
conto che i miei elettori mi prenderebbero per pazzo se solo
accennassi…»
«In questi casi
l’ignoranza è il peggiore dei mali »
tagliò
corto Kingsley, «ed è bene che almeno lei sia
informato della situazione. Le
assicuro che la comunità magica sta facendo il possibile per
evitare che troppi
Babbani siano coinvolti, ma i Mangiamorte non ragionano allo stesso
modo: per
loro è essenziale spargere il terrore, non importa con quali
mezzi».
L’altro assentì
tristemente, pizzicando un foglio tra
pollice e indice. «Funziona solo con i maghi,
vero?» chiese. «Il sistema di
sicurezza, intendo. Non vorrei che il mio collega francese finisse in
bocca a
una sfinge, o appeso al soffitto, o che so io… sarebbe un
incidente diplomatico
di notevoli proporzioni».
«Niente sfingi»
garantì Kingsley, tacendo la presenza di un
drago e di un Molliccio. «E abbiamo perfezionato gli
incantesimi dopo l’ultimo
contrattempo, quindi non dovrebbero esserci problemi».
«Contrattempo,
già» commentò il Ministro.
«Un addetto alle
pulizie aggredito dalla carta igienica. Mi domando che tipo di contrattempi
affronti il vostro... come
si chiama... Scrimgeour». Gli sfuggì comunque un
sorriso, forse suscitato
dall’immaginare il proprio omologo francese ridotto a mummia
ambulante.
«Di ogni genere,
purtroppo» rispose il mago. «Giusto la
settimana scorsa qualcuno ci ha fatto avere una partita di inchiostro
avvelenato: abbiamo perso tre dipendenti prima di scoprirlo, e altri
due sono
al San Mungo con dolori atroci».
Il Ministro si affrettò a
posare la stilografica con uno
sguardo sospettoso. «Beh, non vorrei essere nei suoi panni.
Se una cosa del
genere succedesse qui... Già mi sbattono in prima pagina per
via del corridoio
inagibile “che cade a pezzi come il
governo”: ieri mattina ho dovuto rassicurare la
delegazione francese che
l’edifico non crollerà sulle loro
teste». Accennò un risolino poco convinto e
aggiunse: «Figuriamoci se sapessero che si tratta di qualcosa
di peggio di tubi
gocciolanti e intonaco scrostato».
L’Auror assentì
con espressione comprensiva e si avvicinò
alla porta. «Se non ha altri incarichi per me, io vado.
Domani mattina i miei
uomini saranno qui alle sette in punto, con il solito
travestimento».
«L’altro
lavoro?» chiese il Ministro, alludendo alla causa
della sua partenza.
«L’altro
lavoro» confermò Kingsley, con la mano
già
appoggiata sulla maniglia. «Avrò giusto il tempo
di mangiare qualcosa prima che
cominci il mio turno».
Il suo interlocutore
mormorò un saluto con lo sguardo perso
oltre i vetri della finestra, come se si aspettasse di vedere qualcosa
attraverso la foschia che avvolgeva il quartiere. «Se fossi
nei panni di quei
genitori, mi guarderei bene dal perdere di vista i miei
figli» sbottò
improvvisamente. «Li terrei a casa con me, garantito, anche
fossero protetti da
tutti gli Auror del mondo!» e sfiorò un portafoto
in bilico su una pila di
faldoni, dal quale una ragazzina poco più che undicenne gli
sorrideva insieme a
un adolescente in sella a una bici.
«Sono più sicuri
che a casa, con Silente come preside»
replicò Kingsley. «Beh, buona serata».
Era ormai fuori dalla porta quando il
Ministro parlò di
nuovo. «Sa, un tempo credevo che con una bacchetta magica si
potessero
risolvere tutti i problemi...»
Il mago si voltò, con un
sorriso enigmatico sulle labbra.
«Chi di noi non l’ha mai creduto,
Ministro?» sospirò imboccando il corridoio.
Giorno di
ordinario
lavoro per l’Auror Shacklebolt e il Primo Ministro Babbano,
che compare nel
primo capitolo del sesto libro (la Rowling non lo nomina mai, ma pare
che
dovrebbe essere il signor John Major); i due figli li ho inventati io,
salvo
poi scoprire che il signor Major ha davvero due figli, un maschio e una
femmina, anche se molto più vecchi di
quelli della foto. Non ho la minima idea di come sia fatto
all’interno il
numero 10 di Downing Street, quindi abbiate pazienza.
Kingsley
è
responsabile della sicurezza del Primo Ministro e questo spiega la
presenza di
Mollicci e incantesimi in una casa Babbana; spiega anche
perché il Ministro sia
tanto ben informato sulle vicende del mondo magico... molto
più di quanto lui
stesso vorrebbe, in verità. Oltre a Kingsley, alcuni Auror
travestiti da operai
si alternano nei turni di sorveglianza con la scusa di riparare
un’infiltrazione d’acqua che rende il soffitto
instabile (in realtà il
corridoio è stato isolato per verificare la tenuta dei
sistemi di sicurezza).
La famiglia del Primo Ministro non è presente, essendo stata
trasferita per
precauzione nella residenza di campagna.
L’“altro
lavoro” di
Kingsley è la sorveglianza della scuola di Hogwarts; il suo
Molliccio invece rappresenta tutte le persone che non è
riuscito a salvare.
Nota dopo
l'uscita dei risultati: mi sento di dire che questa storia
sarà il mio vanto e il mio orgoglio per mooolto tempo. Mi
è piaciuto così tanto scrivere di loro due da
farmi venir voglia di parlarne ancora, magari al tempo di Radio Potter,
con Kingsley fuggitivo e l'ormai ex ministro che se lo vede piombare in
casa insieme ai gemelli, a un lupo mannaro e a Lee con la sua tarantola.
Dovrei
maledirmi in cinese per non aver usato il prompt; il fatto è
che l'idea originale, sul prompt "Come?" era Kingsley costretto a
infrangere decine di incantesimi per accedere allo studio di Scrimgeour
dopo la propria elezione a Ministro della Magia, ma a metà
storia è saltata fuori quest'altra idea potenzialmente
più entusiasmante e quindi... al diavolo il prompt! Peccato
che "Lavoro" fosse già occupato (avrei potuto fregarlo, dato
che la tipa non ha consegnato, ma pazienza).
Ecco i
risultati:
Quarta Classificata [sia
nella classifica vecchie Generazioni che in classifica generale]:
Lizzyluna – Stato d'assedio
Parte di Wynne_Sabia:
Grammatica: 10/10
Nulla da dire, la grammatica è corretta e non ho trovato
refusi, non mi resta che farti i complimenti!
Stile e Lessico: 10/10
Favoloso. No, sul serio, favoloso! Il tuo stile è
scorrevole, fluido, coinvolgente e preciso.
Riesci a trasportare il lettore nella tua storia, e il lessico che
utilizzi è completo, per nulla ripetitivo. La cosa che
più mi è piaciuta è la tua
capacità di imprimere i dettagli nella mente del lettore, in
particolare quella palma nana che poi hai ripreso con una
fluidità incredibile. I dialoghi sono gestiti egregiamente
e... wow, non so che altro dire. Complimenti davvero!
Gradimento personale: 5/5
Mi è piaciuta, e parecchio. I voti in originalità
e caratterizzazione non dipendono da me, però è
naturale che influiscano anche sul mio gradimento, e posso assicurarti
che questa storia, secondo il mio modesto parere, è molto
originale e curata. Mi è piaciuta la descrizione di
Kingsley, che in quanto personaggio secondario non è molto
approfondita dall Rowling, e ho adorato la tua idea di far comparire il
Misitro Babbano. Bella, bella bellissima, una storia degna di nota.
Rispetto regole: 3/3
Parte di SeleneLightwood:
Originalità: 10/10
Cara, cosa ti debbo dire? La tua storia sprizza originalità
da tutti i pori! Non credo che nessuno abbia mai pensato di scrivere
una cosa così simpatica, con un personaggio così
particolare! Ti meriti davvero il massimo del punteggio!
Il titolo è qualcosa di…non so, pazzamente
geniale! Quando l’ho letto mi ha incuriosito tantissimo, e ti
posso assicurare che la tua chiavetta è salva,
perché NESSUNO ha mai scritto sul co-protagonista! Appena
abbiamo letto la storia (quasi nello stesso momento poi) sia io che
Wynne ci siamo trovate subito d’accordo: è
fantastica.
Non so cosa dirti, sinceramente, per
l’originalità: nessuno ha mai scritto su loro due
(in particolare sul PM), né l’ha mai fatto
così bene…
Come potevi non prendere dieci su dieci?
I miei sentitissimi complimenti, tu sei un genio!!
Caratterizzazione: 10/10
Anche qui, com’era ovvio praticamente dall’inizio,
hai preso il massimo del punteggio: sfido chiunque a dire che quelli
non sono Kingsley e il povero Primo Ministro non siano…beh,
proprio loro!! Non solo Kingsley è perfettamente IC
(quell’ultima frase finale è esattamente quello
che farebbe, ad esempio) ma sono entrambi caratterizzati benissimo.
Il Primo Ministro mi pare a volte quasi divertente, ed è
questo che rende la storia (e la caratterizzazione) così
speciale: nonostante il clima di tensione, poi il Primo Ministro deve
fare i conti con delegazioni francesi divorate da sfingi o gente
aggredita da carta igienica (se fossi stata io, avrei riso fino a
morire lì)…e poi la parte iniziale è
bellissima.
Una storia da una parte semplice, ma assolutamente speciale. Non posso
che continuare – in maniera molto monotona, tra
l’altro – a farti i complimenti! Caratterizzazione
perfetta!
Utilizzo del prompt: 0/3
Ed ecco la nota dolente. Niente punti prompt. Cavolo, la storia era
meravigliosa, avevi tutti punteggi pieni, e poi ci siamo
accorte…che non c’era il prompt!
Mi dispiace tantissimo, ma qui non abbiamo proprio potuto darti punti,
perché avevi rinunciato al prompt.
Gradimento personale: 5/5
Come ho detto ampiamente prima, questa storia mi è piaciuta
tantissimo! L’ho adorata, dalla prima parola
all’ultima! Ho particolarmente apprezzato la lotta di
Kingsley con praticamente l’intero armamentario di
cancelleria del primo ministro e il loro discorso finale. Fantastico,
meraviglioso, stupendo, pazzescamente (?) originale.
(Peccato per il prompt che non c’era!)
Come posso non farti – e che scatole, Selene! – i
complimenti di nuovo?
Bravissima, davvero! L’ho adorata!
Utilizzo del pacchetto completo: 0/2
Pacchetto Bonus: 2/2
Totale: 55/60