Crossover
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Autore: LarcheeX    14/12/2011    1 recensioni
Voldemort è tornato. Servendosi dell’alleanza di un potentissimo mago di nome Aster e la baldanzosa e fiera astuzia di un mezzodemone ambizioso di nome Naraku cerca la porta per l’Abisso, Kingdom Hearts, per poter controllare il destino di ogni essere vivente e giungere ad un’incrollabile immortalità.
Liberando il demone Sesshomaru, Rin è costretta a rintracciare le altre Principesse del Cuore per impedir loro di aprire l'Abisso. Maka e Tsubaki, studentesse di Hogwarts, vengono contattate da un misterioso Shinigami per catturare l'anima di un utilizzatore illegale di Death Note. Claire deve catturare un risvegliato maschio. Sora deve uccidere l'Organizzazione XIII. La ribellione è in atto.
Cosa potete trovare qui:
Harry Potter, Inuyasha, Kingdom Hearts – Chain of Memories, Kingdom Hearts II, Saiyuki, Le Cronache del Mondo Emerso, Pandora Hearts, Soul Eater, Twilight saga (non adatto ai fan), Claymore, Death Note, qualche comparsa di Toradora!, Kuroshitsuji e Omamori Himari.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Everywhere.

 

Prologo (parte 1).

 

L’aria frizzante della sera sembrava tranquillamente immobile, nella Foresta Proibita. Gli alunni di Hogwarts cenavano tranquillamente in sala grande e non sembravano percepire nulla.

Ma due aure demoniache si stavano addentrando nella Foresta, all’insaputa di tutta la scuola. Era strano che nessuno si fosse accorto di niente, perché una delle due era davvero potente, sterminata e invincibile; anche l’altra sembrava forte, ma veniva in qualche modo oscurata dalla prima.

Un’altra cosa strana era che queste due aure erano estremamente simili, come se fossero sorelle. Procedevano a grandi balzi e riuscivano a percorrere in poco tempo una grande distanza, con una velocità davvero elevata.

“Inuyasha!” gridò il primo, nella corsa, il possessore dell'aura più elevata: “Ancora non ho capito perché stiamo scappando!” dal tono scettico sembrava non approvare la scelta dell’altro.

La creatura chiamata Inuyasha non rispose subito, perché era voltato a controllare che nessuno li vedesse, nel paese chiamato Hogsmeade. “Sei ferito. E sono in troppi.” Osservò infine, puntando lo sguardo sulla figura del fratello, di cui vedeva solo la schiena insanguinata. Il ragazzo ferito sbottò in una cupa risata: “Sono un demone maggiore, stupido, credi che una ferita del genere mi possa fermare? Avrei potuto ucciderli con un semplice attacco!”

Inuyasha, pur correndo, alzò gli occhi al cielo: l’orgoglio di Sesshomaru non gli avrebbe mai permesso di farsi vedere in difficoltà. Ma, orgoglio o no, Sesshomaru era stato colpito da un sectusempra e la ferita sulla spalla sembrava terribilmente profonda, e continuava a sanguinare e sporcargli la camicia, ma nonostante ciò il demone aumentò ancora la velocità, tuffandosi a capofitto nella foresta vicino al Castello.

“Sesshomaru, cosa intendi fare? Lì si nascondono i loro alleati, non possiamo entrarci!” gridò, cercando di fermarlo, ma non fu degnato di ascolto. Poi, l’odore di cavalli giunse anche alle suo naso. Centauri.

I centauri erano esplicitamente dalla parte dei due, poichè il loro orgoglio non permetteva loro di accettare alcun dominatore, e a giudicare dall’odore che riusciva a percepire erano almeno un centinaio. Era lì che Sesshomaru voleva andare.

Arrivarono in poco tempo nel bel mezzo del covo dei loro alleati, ma non videro nessuno. “Il loro odore è improvvisamente scomparso.” Sussurrò a mezza voce Inuyasha, dando le spalle a Sesshomaru. Il fratello annuì.

All’improvviso, furono circondati.

I due fratelli indietreggiarono fino a trovarsi schiena contro schiena, quella sporca di sangue, magra e muscolosa di Sesshomaru contro quella più bassa e tesa di Inuyasha. Intorno a loro, si materializzarono come fantasmi una trentina di figure incappucciate, sghignazzanti per essere riusciti a incastrare i figli del famoso demone cane Inu no Taisho.

“Sesshomaru.” Chiamò quello che sembrava il capo: “Davvero non me l’aspettavo. Non eri uno dei demoni dalla parte del sangue puro?” lo rimproverò, con un ghigno divertito celato dal cappuccio. La voce era strascicata e moderata dalla freddezza, ma lasciava comunque trasparire una vena di disprezzo. Il demone sbuffò, a metà tra il divertito e l’annoiato: “Mi sembra che ci sia qualcosa di più importante della purezza del sangue, Draco.” Constatò inespressivo, mettendosi all’erta. Quello scoppiò a ridere: “Forse. Allora è per questo che ti sei messo in combutta con il tuo caro fratellino mezzodemone.” Sibilò l’ultima parola con disgusto, come se fosse il nome di un orrenda creatura indegna di esistere, come se fosse l’esatto contrario di sé stesso, come se preferisse sprofondare nell’inferno piuttosto che essere in contatto con una tale feccia. E probabilmente fu questo a urtare particolarmente Inuyasha, perché estrasse Tessaiga e la puntò contro il viso celato di Draco: “Bada a come parli, schifoso mangiamorte! Sarò anche un mezzodemone, ma nulla mi impedisce di farti a fettine.” ringhiò, lievemente rosso per essere stato preso in giro. Essere considerato inferiore solo per la sua natura mezza umana lo faceva arrabbiare come pochi.

Scoppiarono tutti a ridere: “Eh, piccoletto… ci sai fare a minacce!” intervenne una voce femminile con tono sfottente, anche se piuttosto gracchiante. “Neanche la metà dei miei anni e già pretende di esigere rispetto. Ed è un mezzosangue per di più!” inveì, latrando il suo disgusto con una voce piuttosto acuta. “Basta Bellatrix, il Signore Oscuro ci ha dato ordini ben precisi.” l’ammonì Draco, con uno scatto del braccio, prendendo la bacchetta fra le dita.

“E il vostro Signore Oscuro è così vigliacco da non prendere nemmeno l’iniziativa di annientare un demone e un mezzodemone?” chiese Inuyasha, sprezzante.

“Oh, ma certo che la prendo, mio caro Inuyasha.” Esclamò una voce gelida, suadente e affabile che sembrava provenire dall’alto, quanto era potente, ma ben presto fu riconducibile ad un individuo che emerse subito dopo dal folto della foresta.

Era un uomo alto, anche se di umano conservava ben poco, considerati i tratti serpentini del volto e gli occhi rossastri. Tutti i mangiamorte si inchinarono immediatamente, lasciando che lo sguardo di Sesshomaru incontrasse quello freddo di Lord Voldemort, che sembrava enormemente soddisfatto: “Sesshomaru… quale piacere incontrare il figlio del mio acerrimo nemico.” Sussurrò affabile, prendendo la bacchetta in pugno, mentre il demone posava la mano su Tenseiga, fiutando il pericolo. Sentiva qualcos’altro nell’aria, come un ulteriore aura oppressiva, che andava ben oltre quella dei mangiamorte. Ma non capiva cosa fosse. Sentì la schiena del fratello irrigidirsi contro la sua per la tensione.

Estrasse Tenseiga, mentre l’ilarità scoppiava tra i mangiamorte: “Tu… Sesshomaru, vuoi davvero uccidermi con una spada che non riesce nemmeno a tagliare una rapa?” ridacchiò Voldemort, con un sorriso ironico sulle labbra bianche. Ma non riuscì a trovare una risposta, perché Inuyasha, irritato ulteriormente dall’essere stato ignorato perché mezzodemone, aveva già attaccato alcuni maghi con un fendente micidiale di Tessaiga, dando inizio alla battaglia.

Inuyasha non si curò molto degli incantesimi di ostacolo che qualcuno gli aveva lanciato, perché, essendo un mezzodemone, su di lui avevano un effetto assai limitato, ma doveva stare attento alle Maledizioni che fendevano l’aria in scintille verdognole, perché quelle uccidevano. Gettò uno sguardo fugace sul fratello, che era impegnato in un confronto corpo a corpo con sette mangiamorte e Voldemort stesso, e decise che era ora di dargli man forte. Quando si diresse verso di lui vide che il laccio lucente che Sesshomaru stava comandando aveva già ucciso un avversario. Rischiavano di farlo arrabbiare sul serio, quelli lì. E se non volevano vedere un Sesshomaru in forma completa conveniva loro andarsene, e subito.

Il demone si muoveva con grande agilità, nonostante la ferita sulla spalla che non accennava a smettere di sanguinare, e aveva massacrato senza pietà gli altri suoi avversari, rimanendo a fronteggiare il più pericoloso dei suoi nemici in mezzo ai loro cadaveri.

Lo guardò con odio, lo stesso odio che tre anni prima aveva sempre riservato al proprio fratellastro che si era intromesso tra lui e suo padre. Ma il Generale era stato ucciso proprio dall’uomo che in quel momento lo scrutava con un ghigno affabile. La sua natura demoniaca esigeva una vendetta, desiderava il suo sangue per lavare via l’onta che era stata fatta alla sua stirpe, e sapeva che avrebbe fatto di tutto per ottenere ciò che voleva.

Le sue orecchie a punta sentirono uno scalpiccio di zoccoli al galoppo e pensò immediatamente che i rinforzi fossero finalmente arrivati. Si mosse per disarmare Voldemort della propria bacchetta ma non lo trovò perché scomparve e si materializzò dietro di lui, minacciandolo sul collo. Fece in tempo a mollargli un calcio per liberarsi e osservò che la scena dei combattimenti era assai critica: Inuyasha era circondato da nemici e lottava con tutte le sue forze, anche se lo stavano, lentamente, sopraffacendo. Era pur sempre una sola persona contro dieci. Ma non era questo quello che lo sconvolse. I centauri erano arrivati, sì, ma stavano combattendo per i mangiamorte.

Non appena riuscì a realizzare che avrebbero di sicuro perso si accorse del sorriso vittorioso del Signore Oscuro, che si allontanò leggermente da lui, immobilizzandolo con una Maledizione, e di un centauro che gli puntava l’arco al petto, da lontano.

Non riuscì ad opporsi: il suo corpo non riusciva a contrastare le Tre Maledizioni Senza Perdono, e per di più era indebolito dalla ferita che, lo capiva solo in quel momento, gli aveva fatto versare più sangue del dovuto.

Successe tutto al rallentatore: la freccia fu scoccata, e raggiunse la sua spalla dopo un tempo che gli sembrò infinito, in cui Inuyasha si girava e spalancava gli occhi, proprio mentre il demone comprese che quella non era una freccia per uccidere, ma un sigillo. Rimase impotente a subire la propria carcerazione, maledicendosi per non essersi accorto dell’inganno di Voldemort.

La freccia lo inchiodò all’albero che aveva di spalle, un albero del vino, sollevandolo di qualche metro da terra. Subito sentì il proprio corpo inaridirsi, come se stesse perdendo la propria energia demoniaca, e percepì le proprie palpebre farsi pesanti. Quella sarebbe stata la sua fine, inchiodato, sigillato a un albero dal quale non sarebbe mai sceso. La foresta in cui si trovava era così immensa e misteriosa che nessuno si sarebbe mai addentrato per vedere cosa ci fosse. Sarebbe stato lì per sempre, non vivo, ma nemmeno morto. Sentì le urla di giubilio dei mangiamorte.

L’ultima cosa che vide fu il fratello in fuga. Bastardo. Fu l’ultimo dei suoi pensieri. Non lo avrebbe aiutato. Aveva fatto male a fidarsi di lui. Sarebbe fuggito con la sua vita, mentre lui rimaneva lì, appeso come uno stupido che si era fatto gabbare.

Inuyasha… mi vendicherò! Poi il buio e l’incoscienza lo portarono con loro.

 

In quello stesso momento, a Londra, Albus Severus Potter vedeva nascere la propria figlia.

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Avevo un'insana voglia di postare questa storia, che durerà assai e assai.

bene, direi che ho finito le cose da dire. rm rm rm.

spero che questo gigantesco crossover che inserisco qui vi piaccia. alla prossima.

*ninjapoof*

  
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