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Autore: Lureichan    02/08/2006    1 recensioni
Gli occhi sono velati dal destino. Le persone si affidano al loro destino, lo amano e lo odiano in base alle circostanze. In pochi non accettano il proprio destino e dedicano la propria vita a smentire il suo significato, in molti falliscono, in pochi riescono a sfiorare la meta, ma mai nessuno è riuscito a illudere il cammino a lui segnato. Bene, io vi racconterò di colui che ha sfidato il proprio destino ed ha conosciuto la vera identità dell’umanità.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blurry Eyes

 

Gli occhi sono velati dal destino. Le persone si affidano al loro destino, lo amano e lo odiano in base alle circostanze. In pochi non accettano il proprio destino e dedicano la propria vita a smentire il suo significato, in molti falliscono, in pochi riescono a sfiorare la meta, ma mai nessuno è riuscito a illudere il cammino a lui segnato. Bene, io vi racconterò di colui che ha sfidato il proprio destino ed ha conosciuto la vera identità dell’umanità.

 

1 - CAPITALE IN FIAMME

 

Fiamme, fumo, grida, pianti disperati. Una scena raccapricciate e al contempo molto triste. Un soldato dall’armatura nera con velature ramificate di color rosso che si confondevano al sangue della povera gente ormai stesa ai piedi di quel essere che ghignava sotto al suo pesante elmo – il tuo destino è quello di perire come queste persone, presto o dopo ti ucciderò, so sempre dove sei e non potrai mai sfuggirmi – disse.

 

- Raphel! Raphel! Forza svegliati! Cara portami dell’altra acqua fresca! – disse un uomo molto agitato. Aveva capelli castani mischiati a quelli bianchi della vecchiaia e anche dei baffi – apri gli occhi! -  continuava a gridare. Poi la moglie rientrò con una vaschetta piena d’acqua e vi immerse un fazzoletto per poi poggiarlo sulla fronte di un ragazzo.

 

Il ragazzo iniziò ad aprire gli occhi, due occhi sperduti, tristi e freddi al contempo stesso. Era anche impaurito, dopo il sogno che aveva fatto. – ha aperto gli occhi – disse la donna – è una fortuna che sia ancora vivo – tirò un sospiro di sollievo, anche l’uomo rilassò un po’ il suo volto. – voi chi siete? – chiese il ragazzo con capelli castani e occhi verdi. – come non ricordi? Siamo i tuoi zii – disse l’uomo – Larch e Mery -.

 

Il ragazzo osservò meglio i due – mi dispiace ma non mi ricordo di voi – rispose perplesso. Larch assunse un’aria preoccupata – allora dimmi cosa ricordi – disse. Il ragazzo abbassò lo sguardo – io ricordo, una città in fiamme, un cavaliere nero bagnato di sangue -.  Larch e Mery si rattristarono, probabilmente loro nipote ricordava la caduta di Kazen, rocca del re Teoder. In quella circostanza cavalieri, nobili, popolani e il re in persona avevano perso la vita. Solo Raphel era sopravvissuto.

 

Larch iniziò a provare una grandissima pena per quel ragazzo che aveva perso tutto, casa, famigliari e amici. La sua famiglia erano solo Larch e Mary, erano andati a vivere fuori dalla capitale poiché le loro famiglie erano contrarie sul loro matrimonio. – allora ti rammenterò parte della tua identità – disse l’uomo chiudendo gli occhi e cercando di raccogliere tutti  ricordi che aveva sul nipote – il tuo nome è Raphel Dastiel. Provieni da una famiglia di alta nobiltà. Tuo padre controllava molti terreni nei dintorni della capitale, tua madre era una grande amica della regina Pharis moglie di Teoder. Tu sei figlio unico e quando eri piccolo hai sempre sognato di andartene di casa e compiere un viaggio. La tua curiosità superava ogni limite, ti cacciavi spesso in situazioni pericolose ma riuscivi a scamparla sempre – l’uomo riaprì gli occhi – mi dispiace, non so dirti di più. Ho abbandonato la capitale quando avevi solo 7 anni. Da allora sono passati 9 anni e vedo che sei cresciuto parecchio -.

 

Raphel alzò lo sguardo su Larch – come ho fatto a salvarmi dalla capitale in fiamme? E perché sono qui? – chiese. – beh come tu ti sia salvato ancora non lo so, però dopo che hanno incendiato la capitale, ho saputo l’accaduto da alcuni mercanti. Io sono corso subito alle rovine di Kazen e ho trovato te privo di coscienza – disse rattristandosi ancora di più – tu sei l’unico superstite -.

 

Raphel rimase zitto a meditare sulle informazioni appena ricevute. Lui ultimo superstite e quel cavaliere nero “il tuo destino è quello di perire come queste persone, presto o dopo ti ucciderò, so sempre dove sei e non potrai mai sfuggirmi”.  – Raphel come ti senti? – chiese Mary. – credo bene – rispose cercando di alzarsi ma un bruciore forte, alla schiena e su diverse parti del corpo lo fece gemere dal dolore. – è ancora presto per alzarti, hai molte ustioni e la tua schiena ha subito parecchie ferite, quindi ora stai a letto e riposati.

 

Raphel seguì il consiglio di suo zio e tornò steso sul letto.

 

Il tempo passò in fretta, erano ormai passati 4 anni. Raphel era ormai ventenne, aveva una personalità forte e coraggiosa, aveva iniziato ad allenarsi con la spada. La sua reazione dallo sterminio della sua gente era stata piuttosto positiva, sentiva dentro di se che doveva partire e scoprire nuovi orizzonti, sconfiggere avversari inimmaginabili e incontrare tanta gente nuova. Ben presto comunicò la sua decisione ai suoi zii, erano felici per lui, ma al contempo tristi, gli sarebbe mancato quel ragazzo sfortunato in passato e pieno di speranze. Lo lasciarono andare, prima che partisse gli avevano regalato una armatura e una spada comprate da un mercante di passaggio. Il mercante aveva detto che era un’armatura e una spada speciale, sosteneva che si sarebbero evolute con l’esperienza dello spadaccino. Larch, Mary e Raphel intuirono che fosse una menzogna per vendere, ma la presero lo stesso.  Era rossa scarlatta, la spada anch’essa con impugnatura rossa e aveva una lama molto affilata.  I suoi zii avevano cercato di dimostragli tutta la loro stima e fiducia tramite quei doni e sapevano bene che lui ne avrebbe fatto buon uso.

  
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