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Autore: telesette    14/12/2011    3 recensioni
Cosa succede quando un giovane moschettiere di Re Luigi XIII e l’eroe prescelto del Keyblade si uniscono in un’avventura a dir poco incredibile? La Francia del XVII° secolo, così come D’Artagnan la conosce, rischia di soccombere sotto l’oscurità di creature sovrannaturali chiamate “Heartless”. Con l’aiuto di Sora, Paperino e Pippo, il giovane guascone e i moschettieri suoi compagni si trovano dunque ad affrontare una minaccia senza precedenti…
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Constance Bonacieux, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fiume Senna, Parigi, anno 1626…

Siamo nella Francia del XVII° secolo, all’epoca del regno di Sua Maestà Re Luigi XIII, e lungo le rive di questo splendido fiume che è la Senna ha inizio la nostra storia. In questo periodo Parigi è già famosa per essere una città grande piena di vita, il cuore pulsantedi un paese in continuo sviluppo, con tutto il fascino delle cose fatte di pasta e a forma di conchiglia.
Il giorno si era affacciato tranquillo e sereno, tra i vicoli e le strade dove fervevano le attività del commercio, e nulla sembrava diverso dal solito… Ad eccezione di un particolare abbastanza curioso, o per meglio dire tre: tre buffi personaggi, tranquillamente a zonzo come se niente fosse. A parte i loro vestiti ( decisamente insoliti per l’epoca ), era piuttosto strano in effetti vedere un ragazzino coi capelli ritti a gel, insieme ad un cane e un papero in grado di parlare e camminare come persone vere. La gente lanciava evidenti occhiate e mormorii di stupore nella loro direzione, tuttavia i tre erano troppo impegnati a guardarsi intorno per accorgersene.

- Ehi, Sora - esclamò ad un tratto il papero, rivolgendosi al ragazzo con uno “starnazzare” difficilmente comprensibile. - Secondo te, dove siamo finiti questa volta?
- Hmm, fammi pensare - rispose l’altro, fermandosi per riflettere. - Non so perché ma queste case e queste strade mi fanno venire in mente il mio libro di storia…
- A proposito - intervenne il cane, con tono di voce bonario e allegro. - Quando tornerai a casa, ti aspetta un bel po’ di scuola da recuperare, no?

Sora sbarrò gli occhi, chiaramente spaventato al solo pensiero, tuttavia cercò in fretta di spostare altrove la conversazione.

- Fo… Forse ci conviene dare un’occhiata in giro - disse, grattandosi la nuca. - Se gli Heartless sono qua attorno, non dobbiamo perdere tempo!

I suoi due compagni fecero appena una smorfia divertita ma, concordando chiaramente sul da farsi, si accinsero dunque a proseguire insieme lungo la strada.

 

***

 

Frattanto, circa all’estrema periferia di Parigi, un elegante giovanotto e una bionda fanciulla entrambi sui sedici anni sembravano alle prese con una certa discussione: lei seria e imbronciata, con i pugni serrati lungo i fianchi, camminava davanti con passo svelto e deciso; lui triste e sconsolato, con le mani sollevate a mo’ di scusa, cercava in tutti i modi di starle dietro per calmarla.

- Constance, per favore - esclamò il giovanotto. - Almeno lasciami spiegare…
- Non c’è proprio niente da spiegare - rispose lei. - Almeno abbi il coraggio di ammettere che ti sei dimenticato del nostro appuntamento!
- Ma non è vero - protestò subito l’altro. - Purtroppo il capitano De Tréville mi ha trattenuto più del previsto, non è certo colpa mia se sono riuscito a liberarmi soltanto adesso e…

La fanciulla si fermò di scatto e si voltò a guardarlo severamente, con occhi carichi di rabbia.

- Di’ un po’ - esclamò stizzita. - Non te l’hanno insegnato che è da maleducati fare aspettare una signora ?!?
- Scusami - mormorò il giovane, chinando il capo con imbarazzo. - Non succederà più, te lo giuro!
- Bah - sospirò l’altra, socchiudendo gli occhi con rassegnazione. - Ascoltami D’Artagnan, per questa volta ti perdono!
- Davvero? 
Evviva!
- Però, se vuoi veramente farti perdonare, dovrai accompagnarmi in giro per delle compere!
- Ma certo - tagliò corto D’Artagnan, senza esitazione. - Lo sai che farei qualunque cosa per te!

Lo sguardo sincero del giovane e le sue mani che l’accarezzavano dolcemente tra le dita, Constance non ce la faceva a restare arrabbiata con lui. D’Artagnan era sempre il solito: pasticcione e confusionario ma anche buono, sensibile e… innamorato cotto!
La fanciulla sapeva che, per quanto a volte la facesse veramente arrabbiare, non c’era nessun altro in tutta la Francia a volerle bene quanto lui ed era fin troppo evidente quello che tutti e due provavano l’uno per l’altra. Per un attimo si guardarono negli occhi ma, prima che potessero scambiarsi il tanto sospiratissimo bacio, delle orribili creature nere sbucarono fuori all’improvviso circondandoli.

- Chi diavolo sono questi cosi ? - domandò Constance allarmata.
- Non lo so - rispose D’Artagnan, sguainando la spada. - Stai dietro di me, Constance, non ti muovere!
- D’Artagnan, ho paura…

I misteriosi esseri dai gialli occhi fosforescenti si avvicinarono ai due giovani, agitando le braccia con fare minaccioso. Constance si strinse contro la schiena del fidanzato e, malgrado questi continuasse a ripeterle di non avere paura, la sola vista di quelle creature le fece venire i brividi lungo la schiena.

- Indietro - ammonì il moschettiere. - State indietro, chiunque voi siate!

La spada di D’Artagnan fendette l’aria davanti a sé. Due mostriciattoli, a contatto con la sua lama, si dissolsero semplicemente in una nuvola di fumo ma ce n’erano ancora tanti, troppi… uno di questi saltò agilmente alle spalle dei due ragazzi e si aggrappò proprio sulla testa di Constance, facendola urlare di terrore. Subito D’Artagnan si voltò ad aiutarla ma, prima che potesse fare o dire qualcosa, venti di quelle orribili creature gli si avvinghiarono saldamente attorno alle braccia e alle gambe per immobilizzarlo.

- Lasciatemi andare, maledetti - gemette il giovane, cercando invano di liberarsi. - Constance…
- D’Artagnan, aiuto!

Man mano che la rabbia e il furore si impadronirono di lui, D’Artagnan ebbe quasi l’impressione di scomparire nel mucchio di quegli esseri che gli brulicavano addosso: il pensiero di Constance in pericolo, la sensazione di impotenza e la disperazione… Purtroppo gli era impossibile liberarsi da tutte quelle creature e, per un terribile attimo di sconforto, il suo cuore ebbe quasi la tentazione di cedere all’oscurità che lo stava avvolgendo.
In quello stesso momento però, quando ogni speranza sembrava ormai perduta, qualcuno giunse in aiuto dei due ragazzi. Un fascio di potenti fulmini magici si abbatté sugli ominidi, facendoli scomparire in un mucchio di scariche elettriche, e questi registrarono la presenza di tre nemici inaspettati.

- Lasciateli immediatamente, mangia-cuori che non siete altro!

A parlare era stato un ragazzino poco più giovane di D’Artagnan, il moschettiere riuscì a vedere lui e i suoi strani compagni corrergli incontro per dargli manforte. Subito questi si gettarono nel mucchio di quelle orribili creature nere e, con una serie pirotecnica di colpi e attacchi magici, si impegnarono in un combattimento incredibile. Per andare in aiuto di D’Artagnan e Constance, il ragazzo sollevò la mano ed evocò a sé un oggetto che ricordava vagamente la forma di una chiave. Brandendo dunque quell’oggetto come una sorta di spada, costui menò una serie di poderosi fendenti contro i mostri color pece e li fece dissolvere uno dopo l’altro.

- State bene? - domandò, rivolgendosi a D’Artagnan.
- S… Sì - rispose appena il guascone. - Ma voi chi siete?
- Beh, ecco…

L’attacco furtivo di uno di quei neri mostriciattoli, ansioso di prenderlo alle spalle, costrinse il giovane sconosciuto a voltarsi per fronteggiarlo. Le nere estremità della creatura, a contatto con quella stranissima chiave, emanarono un forte spruzzo di scintille. Il ragazzo assorbì il peso dell’avversario, facendo leva sul piede per bilanciarsi, e lo spinse via con un fendente di lato dopodiché, prima di dargli il tempo di reagire, gli assestò un violento colpo dall’alto che lo fece sparire come gli altri.

- Credo che sia il caso di rimandare le spiegazioni a un altro momento!
- Ma…

Prima che potesse obiettare, D’Artagnan si ritrovò costretto a schivare un altro di quei cosi e l’attimo successivo la sua lama era pronta a combattere.

- D’accordo - tagliò corto il moschettiere, sollevando la spada per difendersi. - Almeno posso sapere come ti chiami ?
- Il mio nome è Sora - rispose l’altro.

Malgrado le numerose perdite, le nere creature sembravano non avere mai fine. Sora e D’Artagnan ebbero il loro bel daffare per tenere i nemici lontani dall’indifesa Constance, la quale era troppo sconvolta persino per capire cosa diavolo stesse succedendo. Improvvisamente Sora lanciò un grido in direzione dei suoi due compagni.

- Paperino… Pippo!
- Uack - strillò il papero, scagliando fulmini a destra e a manca con il suo scettro.
- Gosh - esclamò il cane, assestando pesanti botte sui nemici con l’ausilio di un piccolo scudo circolare.

In risposta al richiamo dell’amico, i due si strinsero a lui e a D’Artagnan in formazione-trincea. Sora rafforzò la stretta sull’arma e, guardando attentamente i nemici che li avevano circondati, scambiò un rapido cenno d’intesa con gli altri.

- Okay, ragazzi - esclamò deciso. - Gioco di squadra!

( continua col prossimo capitolo )...

 

ANGOLO DELL’AUTORE:
A parte il fatto che i cross-over sono decisamente insoliti su queste sezioni così poco frequentate ( Dio solo sa cosa ne verrà fuori da questo esperimento ), presumo sia il caso di fornire qualche spiegazione.

Innanzitutto premetto che l’idea di fondere un anime del 1987 con un videogioco dell’ultima generazione è dettata proprio dalla particolare natura della serie Kingdom Hearts e, per chi giustamente non ha molta dimestichezza col videogioco in questione, mi sembra doveroso aprire una piccola parentesi…
In un incredibile e magico universo, dove il confine tra la realtà e la fantasia è accessibile a chiunque possegga l’apposita chiave, la cosa che accomuna ogni creatura vivente è il cuore. I cuori di tutti i mondi, vicini e lontani che siano, rischiano di soccombere al malefico potere che mira ad impadronirsene. Quando un cuore cede alla sua parte malvagia, colui che lo possiede si trasforma in una creatura fatta di totale oscurità e viene chiamato Hearthless.


Un Heartless, della categoria più comune e conosciuta...

Il giovane Sora, un ragazzino terrestre dal cuore puro, assieme ai suoi inseparabili compagni Paperino e Pippo ( rispettivamente Mago di Corte eCapitano della Guardia di Sua Maestà Re Topolino ), è chiamato a combattere in difesa del bene. Per questo motivo i tre viaggiano attraverso i mondi minacciati dagli Heartless, per impedire che l’oscurità corrompa altri cuori. Durante le loro imprese, in viaggio tra un mondo e l’altro, gli eroi locali si uniscono a loro per sconfiggere gli Heartless e chi li controlla… Spesso infatti, i malvagi del luogo si scoprono alleati degli Heartless, al fine di eliminare i buoni antagonisti e realizzare una volta per tutte i loro biechi scopi.


Gli Eroi del gioco "Kingdom Hearts II"...

Per combattere le sue battaglie, Sora non si serve di un’arma convenzionale ma di un oggetto in possesso di straordinari poteri che viene chiamatoKeyblade.
Il Keyblade ha la forma di una grossa chiave magica e viene conferito solo ai puri di cuore ( o a coloro che si dimostrano degni di utilizzarlo ). Esistono vari tipi di Keyblade e i loro possessori, oltre a Sora, sono noti ai più tra gli appassionati del gioco…


Il Keyblade più comune, utilizzato da Sora...

Detto questo, senza ovviamente spammàre troppo sul resto della fanfiction, posso solo darvi appuntamento al prossimo capitolo e augurarmi di ricevere qualche parere sull’idea in sé. Concludo con una massima che sembra fatta apposta per l’occasione - “Il mondo ha i suoi confini, le sue regole e le sue leggi… Ma il bello della fantasia è che non ha nessun limite!”
^__^

DADO

   
 
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