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Autore: LexRiccardoShion    14/12/2011    0 recensioni
Siete delusi del finale di Family Compo?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FAMILY COMPO 2

CAPITOLO 14

 

 

UN VIAGGIO MOVIMENTATO

 

 

 

Kaoru: " Che accidenti sarebbe questa storia? ".

Asagi: " L’ho pensato anch’io quando ho visto tutto con i miei occhi ".

Kaoru: " E non hai fatto niente? ".

Asagi: " Che cosa avrei potuto fare, scusa? Lui era lì fermo come un salame... ".

Masahiko: " Ehi, salame a chi? ".

Asagi: " Non è forse vero, senpai? Appena mi hai visto sei rimasto immobile con uno sguardo da pesce lesso. Sei proprio un gran porco, ecco la verità! ".

Masahiko: " Come potevo sapere che saresti piombata in quel modo nella stanza? ".

Asagi: " Non mi risulta che sia di tua proprietà ".

Masahiko: " Ma una porta chiusa avrebbe dovuto per lo meno frenarti, no? ".

Asagi: " Forse non te l’ha ancora fatto notare nessuno, ma esistono degli stani aggeggi, chiamati chiavi, che si infilano nelle serrature e servono a bloccare le porte, proprio per evitare situazioni così imbarazzanti... ".

Stavolta sul viso della ragazza apparve una smorfia di disgusto, che non sfuggì a Masahiko.

Kaoru: " Sei proprio un maiale, Masahiko ".

Masahiko: " Ti ci metti anche tu adesso? ".

Asagi: " E’ la verità! ".

Shion: " E’ libero, entriamo qui ".

Shion, alla testa del rumoroso gruppetto costretto in fila indiana per attraversare lo stretto corridoio del vagone, mise piede nella cabina ignorando l’acceso battibecco e gli altri la seguirono a ruota.

Masahiko: " Finalmente siamo arrivati ", lasciò cadere la pesante borsa sul pavimento accompagnando il tonfo con un sospiro di sollievo.

Asagi fu poco propensa a far cadere in quel modo la questione, specie perché il parere che più le interessava non era ancora stato espresso, " E tu non hai niente da dire, Shion? ".

Shion, impegnata a mettere sul portaoggetti il proprio zaino, si limitò a una semplice scrollata di spalle, con grande disappunto della ragazza.

Asagi si voltò di nuovo e continuò a polemizzare, " E dire che ci sarebbe potuta entrare chiunque di noi... ".

Quelle parole fecero effetto sia su Masahiko che Kaoru, che si davano le spalle a vicenda nel sistemare i loro bagagli sul ripiano, anche se per motivi diversi. Masahiko si figurò Shion entrare nel bagno e sorprenderlo uscire dalla doccia con un piccolo asciugamano stretto frettolosamente in vita e si sentì il viso avvampare. Kaoru, invece, si immaginò entrare nel bagno e trovarsi davanti senza preavviso uno spettacolo simile con Masahiko protagonista e si produsse nella stessa reazione del ragazzo.

Asagi sbuffò per la completa indifferenza di Shion, prendendo posto e ignorando gli altri due. Anche Kaoru, dopo aver riacquistato un colorito pressoché normale, fece lo stesso, subito imitata da Shion.

Masahiko si attardò a sistemare la sua borsa e, dopo varie spinte, riuscì ad incastrarla per bene, pensando che, così sistemata, per lo meno non ci sarebbe stato pericolo che gli cadesse addosso durante il viaggio. Poi si sedette anche lui, scoccando però un’occhiata sospetta alla ragazza davanti a sé, " Tu, piuttosto, sei proprio sicura di aver preso tutto? ".

Kaoru: " Ti dico di si, uffa ", si sistemò meglio sulla larga poltroncina e parlò a bassa voce, " Che rompiscatole ".

Per sua sfortuna, però, non abbastanza bassa.

Masahiko: " Sarei io il rompiscatole? Sono dovuto scendere già una volta per colpa tua, e vorrei che la serie si fermasse qui! ".

Ripensò a quando aveva notato dal finestrino del corridoio parte del loro bagaglio abbandonato su una delle panchine davanti alle rotaie, proprio dove si erano fermati ad aspettare l’arrivo del treno, e a come era stato costretto a scendere in tutta fretta per recuperarlo, guadagnandosi anche un rimprovero da alcuni passeggeri. Per giunta il treno era ormai in partenza e difficilmente sarebbe riuscito a recuperare qualcos’altro.

Kaoru: " Te l’avevo detto che non volevo prenderlo quel coso! ".

Masahiko: " Qual è il problema? Eri l’unica con le mani libere ".

Kaoru osservò ancora il grosso peluche che occupava per intero il sedile accanto a Masahiko e sbuffò distogliendo lo sguardo da lui, " Ho detto di no e basta ".

Masahiko: " Sei sempre la solita scansafatiche tu! ".

Kaoru: " Che hai detto, bamboccio? ".

Shion: " Fatela finita voi due. Il viaggio è lungo e non mi va di sentire le vostre continue discussioni per tutta la strada ".

Asagi: " Shion ha ragione, sei sempre lì a creare problemi, senpai ".

Masahiko: " Eh? ".

Kaoru: " Assolutamente d’accordo ".

Masahiko: " Che cosa? Sono io a crearli i problemi? ".

Le ragazze che dividevano con lui la cabina del treno diretto a Tokyo gli scoccarono tutte e tre contemporaneamente un’occhiataccia, che gli fece rimangiare il poco simpatico commento che era pronto a fare. Si limitò a sbuffare e cambiare posizione nel sedile, " Donne, tsk... ".

Sollevò velocemente la testa, sorpreso dalla naturalezza con cui gli era venuto fuori quell’ultimo commento, ma constatò con sollievo che alle sue compagne di viaggio non era pervenuto. Chissà che sarebbe successo altrimenti.

Il suo sguardo si posò istintivamente su Kaoru, che era sprofondata ancora di più nel suo sedile, sicuramente alla ricerca della posizione ideale per schiacciare un pisolino. Probabilmente sarebbe stata la prima a dare di matto per un commento del genere. La osservò ancora poggiando un gomito sul bracciolo e la testa sulla mano, ripensando a come gli era sembrata diversa in quei giorni. Era la ragazza strafottente di sempre, che si divertiva a prenderlo in giro e a ridere senza pietà della sua ingenuità, ma c’era stato anche dell’altro ultimamente.

Aveva rivelato un lato inaspettato del suo carattere, qualcosa che lui aveva sempre sospettato possedesse ma che non aveva mai sperato di poter vedere. In più di un'occasione si era dimostrata, ovviamente alla sua maniera, sorprendentemente gentile e disponibile, cosa che, onestamente, l’aveva assolutamente spiazzato. Pensò che forse quello era il suo modo di dimostrare la propria amicizia e ne fu soddisfatto.

Sorrise tra sé mentre la vide scendere ancora un po’ e arrivare con la testa quasi all’altezza dei braccioli, per poi risollevarsi con uno sbuffo irritato, per colpa della posizione chiaramente troppo scomoda. Nel farlo, gli urtò una gamba con la propria ed aprì un occhio incrociando il suo sguardo. Gli dette l’impressione di sgranarlo leggermente per poi tornare a chiuderlo e voltare la testa di lato, non senza rivolgergli un gentile " Che hai da guardare, idiota? ".

Masahiko socchiuse gli occhi e, mentre la imitava muovendosi nella poltroncina, cancellò mentalmente ogni pensiero positivo che aveva fatto su di lei.

Cambiando posizione il suo sguardo cadde sulla ragazza che occupava il posto accanto a Kaoru, quella stessa ragazza che aveva cercato con ogni mezzo di rovinargli quel weekend, ma, fortunatamente, senza riuscirci troppo bene. Anzi, senza riuscirci affatto.

Per un attimo, con la coda dell’occhio, osservò Shion seduta al proprio fianco. E pensare che solo qualche ora prima Asagi era stata a un passo dallo scoprirli insieme nello stesso letto... Si sentì ancora sudare freddo nel ripensarci. Era riuscito a tirarsi fuori da quella situazione per puro miracolo, e non ne era stato del tutto sicuro finché non aveva visto la sua espressione quando si erano incontrati nel bagno. Beh, prima di realizzare la situazione imbarazzante in cui si trovavano, ovviamente.

Quando Asagi aveva bussato alla porta della camera, ricordò che, se non fosse stato per Shion che lo ancorava al letto, avrebbe potuto fare un salto per lo spavento. E per la milionesima volta si chiese perché mai era dovuta arrivare proprio in quel momento.

Automaticamente si massaggiò la spalla che aveva sbattuto sul pavimento quando, preso dal panico, si era lasciato scivolare, o almeno queste erano le sue intenzioni, sul pavimento per rintanarsi sotto il grande letto. E ricordò anche l’incredibile sforzo che gli era costato separarsi dalla ragazza sdraiata accanto a sé ancora addormentata.

Da sotto il letto aveva potuto vedere, con il cuore in gola, i piedi di Asagi fasciati nei suoi eleganti sandali, che si avvicinavano lentamente e si fermavano proprio dal lato dove lui era caduto giù. Provò ad immaginarsi cosa poteva aver pensato in quegli interminabili momenti in cui era rimasta ferma vicino a Shion e sentì una piccola fitta di gelosia al pensiero che anche lei aveva potuto vederla così rilassata e indifesa, come difficilmente potrebbe mai apparire. Si sentì egoista a voler essere l’unico ad avere quel privilegio, ma non se ne rimproverò.

Rivide i piedi intrusi allontanarsi dal letto e ripensò al suo sollievo in quel momento, ma anche a come, lo avrebbe giurato, il cuore gli si fosse fermato nel petto quando aveva casualmente adocchiato i propri sandali abbandonati da una parte e maledettamente in bella vista. Si era allungato con la massima cautela e li aveva trascinati con sé al riparo là sotto, aspettando poi che la ragazza uscisse dalla stanza. E difatti, dopo un’ultima esitazione alla porta, Asagi l’aveva chiusa dietro di sé con delicatezza. E solo allora lui aveva potuto riprendere a respirare tranquillamente.

Sapeva di non essere mai andato a genio ad Asagi e poteva anche capirne il motivo. E nemmeno lui, del resto, la vedeva di buon occhio, era pur sempre la sua rivale in amore, diamine. Non potè impedirsi di arrossire un po’ a quel pensiero e si voltò con circospezione verso il corridoio per nascondere quel momento di debolezza a quel perfido trio.

Rivale in amore. Certo, era vero, ma non per questo si era mai sentito autorizzato a bacchettarla o dirle cattiverie ogni volta che ne aveva occasione, come invece faceva lei. Si chiese se sarebbero mai andati d’accordo un giorno, o, meglio, se sarebbero stati capaci di coesistere in pace, senza tormentarsi ogni momento, ma lo sguardo che la ragazza gli rivolse quando lo scoprì ad osservarla di sottecchi non fu affatto incoraggiante.

Venne finalmente riportato alla realtà dalla voce lamentosa di Kaoru, " Io ho fame! ".

Asagi: " Metterei volentieri anch’io qualcosa sotto i denti ".

Shion: " Già, non sarebbe una cattiva idea ".

Masahiko si sentì puntare addosso tre paia di occhi supplicanti e non potè far altro che dire, " Ok, ok, ho capito l’antifona ".

Si alzò ma uno sbalzo improvviso del treno lo fece risedere in modo buffo e scomposto, anche se l’atterraggio fu stranamente morbido.

Kaoru: " Che imbranato ".

Shion: " Proprio una bella coppia ".

Osservando i sorrisi divertiti delle due ragazze, Masahiko si risollevò risentito da sopra il povero peluche sgraziatamente schiacciato sul sedile e uscì dal vano sbuffando. Prima di chiudere con uno scatto secco la porta scorrevole, mormorò a denti stretti, " Le solite sceme ", accompagnato dai loro risolini.

Asagi fu l’unica a non trovare particolarmente divertente la cosa e si limitò a poggiare la testa allo schienale e guardare fuori dal finestrino. Il bilancio per quel weekend era del tutto negativo, almeno per lei, visto che non era nemmeno riuscita a regalare uno stupido orsacchiotto a Shion. Non era certo l’orsacchiotto in sé ciò che contava, ma il fatto di aver dimostrato di poter fare qualcosa per lei, di farle sapere quanto teneva a lei. Kaoru lo aveva fatto, probabilmente quel fesso di Masahiko non se ne era reso conto, ma lei era riuscita a dimostrarlo eccome. Quel peluche era solo una delle prove dei passi che aveva compiuto, di quanto era riuscita a migliorarsi in così poco tempo, tanto da aver costretto persino Shion a confrontarsi con lei. Quella sciocca sfida del giorno precedente non era stata una semplice gara di abilità, lo aveva capito bene, e purtroppo Shion aveva voluto prenderne parte. Con la sua solita freddezza, certo, ma lo aveva fatto.

Si lasciò sfuggire un sospiro, che richiamò la ragazza che le sedeva accanto. Kaoru le rivolse un’occhiata interrogativa, ma Asagi le rispose con un sorriso tranquillizzante prima di tornare a guardare fuori.

Ripensò a quella mattina, quando aveva messo piede in camera di Shion per darle il buongiorno e l’aveva trovata ancora addormentata. Solitamente non si sarebbe mai permessa di entrare, visto che bussando non aveva ottenuto risposta ed era quindi presumibile che non fosse sveglia. Ma era stato uno strano rumore a spingerla a farlo, si era preoccupata che potesse esserle successo qualcosa.

E invece si era vista davanti uno spettacolo quasi commovente. Era la prima volta che la vedeva dormire e la sua espressione era tenera e tranquilla, così lontana da quella consueta, scaltra e distaccata. Si ripromise di conservare per sempre dentro di sé ciò che aveva visto, come un ricordo prezioso di quella gita. Un attimo dopo sulle sue labbra apparve un altro sorriso, molto più sincero del precedente.

Meditando sulla cosa, le venne in mente un curioso particolare che le era saltato agli occhi. Quando era entrata nella stanza, era stata più che sicura di aver visto un paio di sandali abbandonati distrattamente da un lato del letto, in netto contrasto con quelli posti ordinatamente dalla parte opposta. All’inizio aveva pensato a un secondo paio di scarpe di Shion, abbandonate sbadatamente la sera precedente, ma le altre erano esageratamente grandi per appartenere alla stessa persona, persino per appartenere ad una donna. La cosa buffa, però, era stata che quando stava uscendo dalla stanza e si era fermata per osservarle meglio, le scarpe erano sparite, al lato del letto non c’era nulla, solo il piccolo scendiletto scuro.

Si chiese quanto fosse preoccupante immaginarsi un paio di sandali, ma abbandonò il pensiero attribuendolo al fatto che si era appena svegliata e forse era ancora un po’ stordita per tutto il sakè trangugiato la sera precedente. Del resto, non trovava alcuna spiegazione razionale che spiegasse la sparizione.

Ad un tratto si bloccò, sgranando gli occhi. Forse una esisteva dopotutto, ma non sarebbe mai stata possibile una cosa del genere, era troppo assurda. Quel ragazzino non era certo così sveglio, e se conosceva bene Shion, non gli avrebbe mai concesso una cosa del genere.

Prese quindi a ridacchiare tra sé, dandosi mentalmente di stupida paranoica e attirando l’attenzione delle altre due ragazze nella cabina.

Shion: " Che c’è? ".

Asagi si limitò a fare un cenno con la testa senza smettere di sorridere e questo sembrò loro bastare.

Pensò che Masahiko si sarebbe sentito sicuramente lusingato dal fatto che, anche se per un attimo, lo aveva immaginato tanto audace e fortunato. Ma si ammonì di non dargli mai una soddisfazione, benché minima. Era il suo rivale, del resto, un rivale in piena regola.

Kaoru sprofondò nuovamente nella sua poltroncina solo quando vide Asagi rilassarsi sulla propria. Non le era piaciuto lo sguardo che aveva qualche momento prima e nemmeno quello che aveva avuto mentre stavano preparando i bagagli in camera. Si erano messe a chiacchierare del weekend appena trascorso mentre ritiravano le loro cose e lei non aveva mancato di complimentarsi per ciò che era riuscita a fare con Masahiko. Niente di estremamente considerevole, ora che ci pensava a mente fredda, ma in generale il bilancio era comunque da considerarsi positivo.

Oltre questo, però, aveva notato che Asagi non aveva parlato poi tanto di Shion, non come al solito. Paradossalmente, Masahiko era stato anche il suo argomento principale in quella mattinata, specie dopo il movimentato incontro nel bagno. Sapeva bene che il suo obbiettivo era estremamente difficile da raggiungere, conquistare il cuore di una ragazza come Shion non era certo un’impresa da poco, ma l’ultima cosa che voleva era che si scoraggiasse, non dopo che aveva spronato così tanto lei a darsi finalmente una mossa.

Notò che Asagi aveva preso a chiacchierare tranquillamente con Shion e sorrise tra sé. Aveva sempre ammirato la sua tenacia e si sentì di continuare a farlo più che mai in quel momento.

Si ripromise di essere anche lei tanto determinata. Qualche piccolo insuccesso doveva essere messo in conto nella lunga strada verso il proprio obbiettivo, ma non avrebbe mai mollato.

Il suo sguardo si posò sul grosso orsacchiotto ripiegato ancora nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato Masahiko. Possibile che non si fosse accorto di nulla? Rammentò per un momento il commento del gestore della bancarella e per un attimo l'assalì il sospetto che forse quel ragazzo non fosse poi così ingenuo come dava a vedere. Poi ripensò alla sua faccia quando qualche minuto prima era caduto sull'orsacchiotto e lo scacciò subito, pensando che sarebbe stato proprio da lui non capire nemmeno la situazione più evidente. Sospirò considerando che ciò rendeva tutto il suo operato certamente più difficile, ma finì per sorriderne. Del resto, era proprio questo che l’aveva sempre colpita di lui.

E non sembrava essere l’unica, purtroppo. Rivolse un’occhiata a Shion che ascoltava senza troppa attenzione le chiacchere di Asagi e sprofondò ancora di più nel sedile chiudendo gli occhi. Si era rivelata una continua sorpresa in quei giorni, anche se non sempre positiva, e l’ultima era legata proprio a quel buffo peluche davanti a lei.

Certo che se l’obbiettivo che si prefiggeva la sua alleata era considerevole, altrettanto lo era quello di affrontare una competizione con una ragazza come lei. Si scrollò con forza quell'idea malsana dalla mente; aveva deciso che non avrebbe mollato e così sarebbe stato. Del resto aveva un ottimo motivo per non farlo.

Si lasciò sfuggire un piccolo sorriso e non si preoccupò affatto che qualcun altro potesse notarlo.

E comunque, anche se non tutto era andato come voleva e c’erano stati eventi di cui avrebbe volentieri fatto a meno, si sentì soddisfatta di aver accettato quell’invito al mare, era stato piuttosto piacevole. Anzi, era stato davvero divertente.

Mosse la testa sullo schienale per cercare una posizione più comoda.

E quel finesettimana era stato anche stancante, visto quanto facilmente si assopì, dimenticandosi perfino dello stomaco che reclamava attenzione.

Shion distolse lo sguardo dal viso di Kaoru e si voltò di nuovo verso il finestrino continuando a fingere di dar relazione ad Asagi. Ma che diamine avevano per la testa quelle due? Era tutta la mattina che le erano parse stranamente pensierose. A parte le solite punzecchiature nei confronti di Masahiko, Asagi era stata sorprendentemente silenziosa e Kaoru incredibilmente docile. E adesso non facevano altro che scambiarsi strane occhiatine d'intesa e, addirittura, a tratti ridevano da sole senza motivo.

Si passò nervosamente una mano tra i capelli e decise di lasciar perdere. Si sforzò di ascoltare quel che stava dicendo Asagi, ma un attimo dopo le tornò alla mente lo sguardo di Kaoru mentre le diceva di essere intenzionata a giocarsi quella partita fino in fondo. In quel momento le era sembrata veramente decisa, ma più ancora il giorno successivo quando l'aveva vista insieme a Masahiko. In cucina prima, al tiro a segno poi e, infine, alla festa, quando aveva addirittura danzato con lui. Kaoru danzare, tzé. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata in grado di mettere in atto così presto i propri propositi.

Fece istintivamente una smorfia con la bocca e subito dopo cercò di mascherarla agli occhi di Asagi passandosi rapidamente una mano sul viso.

Poi si prese la guancia in quella stessa mano e poggiò il gomito sul bracciolo. Mentre la ragazza che le sedeva davanti continuava il suo sproloquio osservò quell'insolita accoppiata e dentro di sé ne sorrise teneramente. Chissà quali sarebbero stati i frutti di quella strana alleanza.

Masahiko entrò nello scompartimento aprendo con difficoltà l'anta scorrevole e mostrò alle ragazze il bottino che portava con sé. Kaoru si risvegliò immediatamente e prese d'assalto il primo panino della pila ed estrasse una bottiglietta d'aranciata amara dal sacchetto legato al polso di Masahiko senza neppure dargli tempo di sedere.

Masahiko: " Ehi, calma! Ce n'è per tutti... ne ho presi in abbondanza stavolta! ".

Ma Kaoru non lo degnò di neppure di uno sguardo ed aprì la confezione addentando voracemente le due fette di pane farcite. Mentre Masahiko osservava la predatrice rammaricandosi di tanta ingordigia, Asagi passò davanti a Kaoru e infilò a sua volta la mano nel sacchetto prendendo la sua bottiglietta e sfilando velocemente un panino dalla filza mal trattenuta tra le braccia dell'improvvisato cameriere. Masahiko stentò a trattenere l'equilibrio rischiando di far cadere i panini rimasti.

Masahiko: " Ehi! Ma che avete oggi? Sembra che non mangiate da una settimana! ".

Asagi gli rispose senza guardarlo, " Il mare mette appetito, non lo sapevi? ".

Masahiko: " Beh, infatti non mi sembra che siate state a digiuno in questi giorni... ".

Ma entrambe le ragazze non lo presero neppure in considerazione e, mentre si sedeva al proprio posto poggiando il sacchetto con le bibite tra lui e Shion, gli sfuggì un seguito poco signorile, " Non vi preoccupate della linea, voi? ".

Kaoru e Asagi smisero istantaneamente di masticare e rimasero in silenzio. Shion rimase immobile, già immaginandosi la tempesta che stava per scatenarsi, e attese gli eventi. Difatti Kaoru sollevò uno sguardo incattivito verso il suo dirimpettaio che, però, era già stato trafitto da una terribile occhiataccia di Asagi, la quale ingoiò tranquillamente il boccone e prese fiato.

Asagi: " Ma senti un po' chi deve venire a farmi la predica sulla cura dell'aspetto fisico! Un ragazzino bassotto e rachitico che ha meno muscoli di me! ".

Masahiko: " Ehi, ma io... ".

Asagi: " Taci bamboccio, e non provare a dire una parola fino a che non ti spunterà barba! ".

Masahiko: " Ma, veramente, la barba ce l'ho... ".

Asagi: " Ma dove? Femminuccia! ".

Masahiko: " Femminuccia a chi? ".

Asagi: " A te, Masamuccia! ".

Masahiko si alzò di scatto senza smettere di stringere i panini al petto, Asagi lo imitò e lo fronteggiò senza timore.

Shion e Kaoru, che sulle prime erano rimaste sedute in disparte, si alzarono contemporaneamente per dividere i due contendenti.

Shion si frammise tra loro, " Okay, ragazzi, fine primo round ".

Dando le spalle ad Asagi, spinse indietro Masahiko prendendolo per le braccia, ma la ragazza non sembrò affatto soddisfatta, " Ehi, la cosa non finisce qui, quel pivello mi ha offesa! ".

Masahiko: " Cosa? Io ti ho offesa? ".

Asagi: " Vigliacco, che fai, adesso neghi? ".

Masahiko: " Guarda che sei tu ad aver offeso me! ".

Asagi: " Io ti ho detto solo la verità! ".

Kaoru intervenne trattenendo a fatica Asagi, " Avanti, smettetela adesso. Che volete fare? Picchiarvi forse? ".

Asagi finalmente parve calmarsi, ma un attimo dopo sul suo viso si dipinse un ghigno di sfida, " Io sono una ragazza educata, non farei mai una cosa simile. Ma scommetto che non sarei io ad avere la peggio con quella femminuccia! ".

Masahiko fece per rispondere, ma Shion strinse la presa sulle sue braccia attirando la sua attenzione. Lo sguardo severo con cui lo fissò lo fece tacere, ma ad Asagi quell'atteggiamento di Shion piacque ancor meno della battutaccia di poco prima. Con lei non avrebbe avuto la stessa confidenza, Shion non le avrebbe mai rivolto uno sguardo tanto severo neppure in una circostanza simile.

Masahiko si calmò e Shion allentò lentamente la presa. La guardò per un momento fino a che il suo sguardo si fece di nuovo sereno. Fece un passo indietro senza smettere di guardarla e uscì dallo scompartimento bofonchiando all'indirizzo di Asagi, " Non era mia intenzione offendere nessuno ".

Quando se ne fu andato, Asagi prese un profondo respiro e si mise nuovamente seduta fissando il paesaggio attraverso il finestrino. Shion scambiò uno sguardo con Kaoru e scrollò le spalle volgendo desolatamente i palmi verso il soffitto.

Quindi Kaoru si strofinò con disinvoltura la punta del naso con l'indice e si sedette accanto alla sua alleata. Shion fece cenno di imitarla, poi parve ripensarci ed uscì dallo scompartimento senza dare spiegazioni. Kaoru la guardò e pensò perfino di seguirla, ma vedendo la strana espressione di Asagi che rispecchiava nel vetro, decise di rimanere al suo posto.

Per qualche momento fu indecisa se parlare, poi ruppe gli indugi, " Lo sai anche tu che non voleva offenderti, vero? ".

Asagi rimase in silenzio per un lungo momento, tanto che Kaoru pensò di aver parlato troppo piano, poi il vetro le mostrò il riflesso di un sorriso lieve e stranamente amaro e le sembrò addirittura che i suoi occhi si fossero fatti lucidi. La sua voce fu così lieve che stentò a sentirla, " Si, lo so ".

Shion percorse il corridoio fino alla fine del vagone e dietro l'angolo dell'ultima cabina trovò Masahiko. La sua espressione imbronciata le sembrò teneramente buffa e lo affiancò appoggiandosi con le spalle sulla sua stessa parete.

La vide con la coda dell'occhio, ma non tolse lo sguardo dal finestrino, vergognandosi istintivamente per quanto appena successo.

Masahiko: " Che cosa sei venuta a fare? Vuoi farmi la predica? ".

Shion non gli rispose subito ed osservò curiosamente la sua fronte corrucciarsi sempre di più. Poi sorrise e gli girò attorno poggiandosi alla parete di fronte a lui, " No, sono venuta solo perché hai portato via i panini ".

Quelle parole sembrarono risvegliarlo e si guardò in grembo dove stringeva ancora i sacchetti confezionati, mentre dal suo polso penzolava ancora la busta delle bibite.

Masahiko: " Ah.. già... ".

Sollevò lo sguardo su di lei e finalmente sorrise senza mancare di arrossire leggermente.

Shion: " Fammi un po' vedere che cos'hai qua... ".

La guardò frugare tra le confezioni sentendosi sollevato da quell'atteggiamento disinvolto, ma non seppe resistere all'istinto di giustificarsi, " Non intendevo offenderla ".

Shion parve finalmente aver trovato qualcosa di soddisfacente ed alzò lo sguardo su di lui, " Lo so ".

Si poggiò di nuovo alla parete e scartò la confezione proseguendo con poco interesse, " Non ti preoccupare, è tutto il giorno che Asagi si comporta stranamente ". Scrollò le spalle e concluse, " Avrà qualche grillo per la testa, lasciala stare ".

Masahiko rimase un attimo in silenzio, poi decise di seguire il suo consiglio e cercò di ignorare quella fastidiosa sensazione d'amaro in bocca. Annusò rumorosamente e concluse, " Salame? ".

Shion: " A-ha. Dev'esserne rimasto un altro ".

Masahiko rovesciò faticosamente i panini rimasti dentro la busta delle bibite e vi rovistò trovando finalmente l'ultimo panino al salame. L'aprì e lo addentò con soddisfazione, " Niente male ".

Shion: " Si, ma mi ha fatto venir sete ", si sporse verso di lui e continuò, " vediamo cosa hai comprato da bere... ".

Masahiko le rispose a bocca piena cercando di scandire le parole, " Ti ho preso quella nuova bibita al limone ".

Shion rovistò tra le bottiglie ed i panini, " Dov'è? Non la vedo ".

Masahiko si abbassò infilando a sua volta la mano nel sacchetto, " C'è di sicuro, quelle due hanno preso la coca... ".

Spostò le confezioni dei panini e la bottiglia di limonata rimase finalmente allo scoperto. Entrambi si allungarono per prenderla, ma lei fu più veloce e alla mano di Masahiko non restò che afferrare quella di Shion. La sensazione che si propagò dalla sua mano lo riportò istantaneamente a quando poche ore prima aveva stretto quella stessa mano nella sua e non per caso, non per fortuna. E a quando si era risvegliato accanto a lei e l'aveva stretta tra le sue braccia, non per gioco, non per divertimento. Ed al suo sguardo sereno e divertito, ai suoi sorrisi sinceri ed alle sue risate vere. Ai suoi piedi nudi sul terrazzo. Ai ricami azzurri del suo pigiama bianco.

Quando tornò alla realtà stringeva ancora quella mano sulla bottiglia, la mano della ragazza che stava in piedi di fronte a lui con le spalle ad un mantice del treno che li avrebbe riportati a casa dopo una vacanza da ricordare.

Le lasciò la mano sorridendo senza poter trattenere ancora una volta un leggero rossore sul viso. Fu stranamente felice di vederle quell'espressione incerta. Era divertente vederla in difficoltà una volta tanto, ma come sempre, e più di tutto, si chiedeva cosa ci fosse dietro quegli occhi impenetrabili.

Shion svitò il tappo e bevve la sua limonata lasciando che lo sguardo si nascondesse oltre il finestrino.

Cos'era quella sensazione? C'era un'atmosfera diversa dal solito tra loro, non avrebbe saputo dire in che modo diversa, ma certamente lo era. E tutti sembravano essersene istintivamente accorti. Probabilmente era proprio quello il motivo per il quale Asagi qualche minuto prima era scattata nei confronti di Masahiko senza una vera ragione.

Si portò la bottiglia alla bocca e bevve un altro sorso di limonata.

Forse il rapporto tra lei e Masahiko non era poi tanto diverso dal solito, a ben pensarci. Il solo fatto di aver diviso con lui lo stesso letto per due notti non rendeva le cose diverse da quel che erano due giorni prima. E nemmeno l'essergli stata così vicina fisicamente. La verità era che Masahiko non era cambiato, era lei ad essere diversa. A sentirsi diversa. Ma in che modo diversa? Non avrebbe saputo dirlo.

Bevve un altro sorso e spostò via i capelli dalla fronte con un gesto troppo brusco.

In cosa si sentiva diversa? Quando si era sentita così? Kaoru, forse era stata lei a provocare quella reazione. Si, forse era andata proprio così. Che le sue parole avessero risvegliato in lei lo stesso istinto del bambino geloso del giocattolo con cui fino a quel momento non aveva giocato solo perché un altro bambino gli si era avvicinato? Qualcosa dentro di lei si ribellò a quell'idea. Non era così, Masahiko non era mai stato un giocattolo per lei. Era solo che... era solo che...

Cercò dentro di sé, ma non trovò quello che cercava.

Si portò una mano tra i capelli e si massaggiò lentamente una tempia lasciandosi scappare un piccolissimo sospiro.

Si, qualcosa era diverso, ma non sapeva cosa.

Gli occhi le scivolarono discretamente sul ragazzo in piedi davanti a lei che inseguiva i suoi pensieri fuori dal finestrino.

Rimase per qualche attimo a guardarlo, pronta a volgere altrove lo sguardo se solo avesse accennato a voltarsi anche se sapeva che non sarebbe stato facile mettere in pratica quel piano. Il suo sguardo sembrava così pulito. Nella sua ingenuità il suo viso era straordinariamente fermo e sereno. Sarebbe stato difficile voltarsi altrove. Ne sorrise appena e un attimo dopo le sembrò di sentire ancora il contatto della mano con la sua, scoprendosi a pensare che non le era dispiaciuto quel gesto così semplicemente intimo.

Forse era stata colpa di Kaoru, forse no. Non lo sapeva, ma che quella sensazione non se ne sarebbe andata facilmente, invece, lo sentiva chiaramente.

Guardò di nuovo fuori dal finestrino e si stupì di quanto la luce fosse diversa da poco prima. Chissà quanto era passato da quando era uscita dallo scompartimento lasciando Kaoru ed Asagi da sole. Fece per guardare l'orologio, ma una voce dall'impianto di filodiffusione l'anticipò, " Prossima fermata Tokyo ".

 

 

Ehilà, ragazzi, con questo capitolo si conclude il ciclo di questa breve vacanza estiva dei nostri eroi. Spero che a qualcuno di voi sia piaciuta!

Non so quando riuscirò a mettere su il prossimo capitolo, perché, a dire il vero, quando io, Riccardo e Shion lavoravamo insieme a Family Compo 2, è rimasto incompiuto e in parte è andato addirittura perso... (acc, pensate che il file si è danneggiato e non sono più riuscita a recuperarlo, quindi ce l'ho ancora qui in bella vista sul desktop e non riesco a trovare il coraggio di buttarlo nel cestino^^)Quando poi ho deciso di riprendere in mano da sola la storia, tanta era la stizza per la “perdita” che ho ricominciato dal capitolo successivo e, ancora oggi, il 15 non ho finito di riscriverlo. Quindi, c'è la possibilità che ci sia da pazientare un po', perché devo trovare il tempo per lavorarci, magari qualche vostro incoraggiamento sarebbe gradito... comunque posso promettere fin d'ora che il resto della storia non si farà attendere e sarà una bomba! Almeno io la penso così, d'altra parte non mi si fila nessuno e allora io mi gongolo da sola per tirarmi su di morale.... (poveri noi^^) Ciao a tutti e a presto,

Lex

  
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