Ed erano a faccia a faccia. Di nuovo, ma c'era qualcosa di diverso quella sera in cui il vento permetteva a stento di rimanere dritto al cilindro di Kaito Kid, il mago del chiaro di luna. Rimasero a fissarsi per pochi secondi, immobili sull'ennesimo tetto di grattacielo in cui Jirokichi pensava di aver messo al sicuro l'ennesimo gioiello prezioso. Sul volto del ladro vi era un costante sorriso divertito, come se questi volesse prendersi nuovamente gioco del piccolo detective con gli occhiali "Non tenti di catturarmi?" chiese Kid curioso, ma il volto del  suo antagonista era serio, quella sera Kaito Kuroba non avrebbe affrontato l'ennesimo colpo di genio di Shinichi Kudo. No, questa volta avrebbe affrontato quel viso serio, e le parole che risposero alla sua domanda poco dopo "Perchè lo fai?".
A questo punto Kaito Kid avrebbe potuto rispondere di tutto, ma al giovane Edogawa non sarebbe bastato, il mago del chiaro di luna avrebbe potuto andarsene, abbandonando l'ultima parola, ma Kaito Kid non avrebbe mai potuto farlo. Il diciassettenne alzò le spalle non sapendo cosa rispondere, dopodichè lanciò il gioiello al minidetective dopo averlo visto ,con un barlume di speranza in fondo all'anima, contro la luce chiara della luna. Il piccolo Conan prese di nuovo la parola "Il ladro 1412, meglio conosciuto come Kaito Kid, non ha mai ucciso nessuno, spesso restituisce la refurtiva e...mi ha salvato la vita...tu non sei cattivo..perchè lo fai?" il piccolo aveva ragione, perchè lo faceva?Era qualcosa di troppo grande, perfino per lui, per quel liceale dagli anni rubati che gli stava davanti, già in mezzo a grossi guai per conto suo eppure desideroso  di farsi carico anche dei suoi guai. Dei guai che aveva ereditato da suo padre. Kaito Kid decise che non poteva più restare lì. Sorrise nuovamente mantenendo, fedele al padre, la sua faccia da poker e rispose brevemente al piccolo detective "Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, non lo sapevi piccolo?"  Conan Edogawa si voltò unicamente per osservare la sagoma triangolare del deltaplano di Kaito Kid. Esili corsi d'acqua bagnarono le sue guancie da bambino di sette anni, ma quello che Shinichi Kudo non poteva vedere, erano lacrime tanto simili alle sue che si perdevano nel cielo di Tokyo, le lacrime di Kaito Kuroba, il prestigiatore diciassettenne.
Umanità