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Autore: Simple_    15/12/2011    5 recensioni
Sapevano entrambi che quella era una calma apparente, e non solo perché ben presto Klaus sarebbe tornato a reclamare ciò che di diritto considerava suo.
Quando ogni sera si coricavano, stando ben attenti a non sfiorasi, sapevano già che la mattina dopo si sarebbero svegliati trovando le gambe dell’altro intrecciate alle proprie, i loro visi troppo vicini e una voglia immensa di continuare a toccarsi, a fermarli solo lo spettro della presenza che Stefan era stato in quella casa.
Quando facevano colazione l’uno davanti all’ altro tenevano gli occhi bassi, fino a che uno dei due non riusciva a strappare un sorriso al’ altro, scaricando tutta la tensione che attanagliava entrambi. Almeno fino alla prossima situazione equivoca che li travolgeva.[....]
“Vorrei baciarti Damon.”
Lui si era immobilizzato. Poi aveva sorriso. “Vorresti ma non puoi giusto?”
Lei si era voltata verso di lui, e aveva postato una mano sul suo petto, proprio come aveva fato quando lui le aveva mostrato come si uccideva un vampiro. E inconsciamente le aveva dimostrato che il suo era già fra le sue mani.
Strinse leggermente la maglia scura di lui, prima di gettarsi fra le sue braccia, affondando il viso sul suo petto
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Calma e Caos



Alla fine, erano riusciti a creare un fragile equilibrio.
Stefan sen’ era andato, ed una casa già troppo vuota aveva perso ancora una volta uno dei suoi inquilini. Quando Damon aveva visto apparire Elena sulla porta, con un’enorme borsa non aveva fatto domande. Si era spostato, e aveva lasciato che occupasse la camera di Stefan.
Già dopo qualche giorno però, lei si era resa conto che non poteva sopportare vivere in una stanza che ricordava l’uomo che aveva amato e che non era più assieme a lei in ogni dettaglio.
Andarsene non era un’idea da prendere in considerazione. Doveva tenere d’occhio Damon, doveva fare in modo che la lontananza del fratello non lo rendesse pazzo.
Aveva deciso che il grande divano nella sala era abbastanza per lei, decisone che a Damon non andava per niente giù. Così una notte, senza una parola, l’ aveva presa in braccio, e adagiata sul suo letto, prima di sdraiarsi accanto a lei.
Quel piccolo gesto, abbastanza insignificante all’apparenza ma rivelatore di un’intimità che Elena non era per niente disposta ad accettare con Damon, ma a cui lentamente si era abituata, aveva dato inizio ad una serie di abitudini ed eventi che erano diventati padroni della loro vita.
Sapevano entrambi che quella era una calma apparente, e non solo perché ben presto Klaus sarebbe tornato a reclamare ciò che di diritto considerava suo.
Quando ogni sera si coricavano, stando ben attenti a non sfiorasi, sapevano già che la mattina dopo si sarebbero svegliati trovando le gambe dell’altro intrecciate alle proprie, i loro visi troppo vicini e una voglia immensa di continuare a toccarsi, a fermarli solo lo spettro della presenza che Stefan era stato in quella casa.
Quando facevano colazione l’uno davanti all’ altro tenevano gli occhi bassi, fino a che uno dei due non riusciva a strappare un sorriso al’ altro, scaricando tutta la tensione che attanagliava entrambi. Almeno fino alla prossima situazione equivoca che li travolgeva.
La calma apparente dei loro gesti quotidiani, del passare una fetta di pane o un bicchiere di Bourbon all’altro nascondeva quasi perfettamente la tempesta nei loro animi, la continua voglia di sfiorarsi.
La rabbia di Damon, la confusione di Elena ed il fantasma di Stefan che convivevano in un’unica casa.
Qualche volta arrivavano al punto di non ritorno. Quando le labbra erano troppo vicine per essere allontanate, quando gli occhi e le mani erano troppo incatenati a quelli dell’altro per essere fermate, e l’equilibrio era sul punto di crollare. In quei momenti, quando anche l’immagine di Stefan nel cuore di Elena veniva totalmente dimenticata, la ragazza si trovava a desiderare di andare avanti. Di baciare Damon come baciava suo fratello, di accarezzare il suo corpo e fare l’amore con lui. Tutto si infrangeva in un istante. Bastava lo squillo di un telefono, e l’equilibrio tornava, con le mani che fuggivano e le bocche che si rifiutavano.
Così era andata per mesi. Entrambi sul filo del rasoio, ad affrontare le occhiatacce di amici e parenti, che non potevano fare a meno di notare come la situazione precipitasse ogni istante che passava.
Ma, nonostante questa consapevolezza tutti rimanevano in silenzio. Era stata Caroline, a porre quell’unica condizione. Lei, che forse era davvero l’unica a credere che tra Damon ed Elena sarebbe potuto nascere qualcosa di bello, che avrebbe fatto stare meglio entrambi.
“Perché” diceva sempre “Per quanto lui abbia fatto del male, per quanto si creda in infrangibile ha solo bisogno di qualcuno che lo aiuti a sorreggersi, almeno fino a che non guarisce da tutte le sue ferite. Elena è la persona perfetta per questo.”
E tutti rimasero in silenzio. Anche quando l’ equilibrio venne spezzato.
Quel giorno venne di Martedì. Uno dei giorni più insignificanti e senza senso, troppo vicino al lunedì e ancora troppo lontano dalla domenica. E in un’ ora del giorno altrettanto anonima. Le due del pomeriggio.
Il sole sfiorava appena le nuvole grigie, troppo grigie per quel giorno primaverile. Ed Elena era immobile davanti al camino, a scrivere su quello che un tempo era il custode e consigliere fedele, e che adesso era solo un’ ammasso di fogli di carta con un nome ricorrente, che non faceva altro se non aumentare i suoi dubbi.
Quando lo chiudeva non si sentiva libera, con la mente completamente sgombra, ma le parole che aveva in testa continuavano ad inciampare le une sulle altre, se possibile anche più di quando cominciava a scrivere.
E così anche quel giorno.
Abbandonò il diario sul divano, alzandosi, ed avvicinandosi alla finestra, che mostrò una ragazza dai capelli scarmigliati, con un maglione grigio troppo grande per lei, rubato dall’ armadio di Damon pochi minuti prima.
Tutto quel tempo passato insieme al ragazzo, aveva cominciato a farle conoscere cose di lui che mai aveva pensato esistessero.
Aveva scoperto che dormiva sempre supino, quando era nervoso, perché prima di addormentarsi passava ore ed ore ad osservare il tetto della camera. Aveva constatato che non beveva mai il caffè con lo zucchero, e lo preferiva ristretto, all’ italiana, e che ogni sera, prima di andare a letto leggeva un libro.
Aveva scoperto che lui aveva una fragranza particolare, più dolce di quella di Stefan, ma che era diventata come una droga per lei. E questo l’ aveva spinta a cercare qualcosa di caldo nel suo armadio.
Gli occhi di Elena continuavano a vagare, fin quando non vide riflesso nel vetro il viso di Damon, che la guardava con un sopracciglio alzato.
“Da quando indossi i miei vestiti?” chiese, avvicinandosi a lei, e prendendo fra le dita il tessuto grigio.
Lei scrollò le spalle e lo liquidò dicendo soltanto “Non tel’ ho mai visto addosso. Ho pensato che non ti avrebbe dato fastidio.”
Lui sorrise, alzando gli occhi verso il cielo, plumbeo come i loro animi.
Elena non seppe mai cosa fece scattare la sua lingua.
Ma le parole sgorgarono da sole dalla sua bocca.
“Vorrei baciarti Damon.”
Lui si era immobilizzato. Poi aveva sorriso. “Vorresti ma non puoi giusto?”
Lei si era voltata verso di lui, e aveva postato una mano sul suo petto, proprio come aveva fato quando lui le aveva mostrato come si uccideva un vampiro. E inconsciamente le aveva dimostrato che il suo era già fra le sue mani.
Strinse leggermente la maglia scura di lui, prima di gettarsi fra le sue braccia, affondando il viso sul suo petto, ispirando il suo profumo.
Lui la strinse a sé, senza parlare.
A lui tutto andava bene, anche così.
“Mi dispiace, io…” Alzò la testa di scatto, sentendo la mano di Damon sotto il suo mento, e osservando le sue labbra immobili, rosse. Così, nonostante tutto, tremendamente umane.
In quel momento tutto cadde.
Non c’ era più il fantasma di Stefan, gli sguardi di disapprovazione di Alaric. Non c’ era più equilibrio, era il caos mentre le labbra di Damon ed Elena si fondevano, in una danza senza ritmo.
La tempesta era scoppiata, ogni cosa era scomparsa, c’ era solo un bacio nascosto sulle labbra per troppo tempo.
  
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