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Autore: dizzyreads    15/12/2011    0 recensioni
Amici, amici, amici...sempre e solo amici, dicono tutti così, ma è davvero questo ciò di cui si tratta? solo amicizia? c'è sempre qualcosa di più.
Questa storia parlerà di questo e altro ancora, ma è da lì che comincia tutto...dall'amicizia che si può evolvere in qualcosa di più o rimanere così com'è o rafforzarsi o spezzarsi...beh i nostri cinque ragazzi avranno a che fare con questo. Affrontare i propri sentimenti, a volte, è più difficile che affrontare la realtà dei fatti.
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.THE STORY TAKES IT TURN
Era incredibile tutto quello che era successo da quando, in uno squallido locale dove spesso si riunivano per bere, avevano deciso che sì, avrebbe potuto funzionare; da quando avevano scritto su un fazzoletto di carta con la bottiglietta di plastica del ketchup quello che sarebbe stato uno dei nomi di band più conosciuti di tutti i tempi.
Eppure da quella sera, non era passato molto tempo, insomma al massimo un anno e mezzo e di cose ne erano successe così tante che quando si ritrovarono in quel maledetto studio di registrazioni, neanche riuscivano a crederci...come diamine erano arrivati fin lì? Si erano persi qualcosa per strada? Probabilmente no, ma era successo tutto così velocemente, che ancora dovevano farci l’abitudine.
Non c’era nessuno in tutta Los Angeles che non conoscesse i Guns n’ Roses, chi per sentito dire, chi per fama, chi l’aveva sentiti suonare, chi aveva letto di loro, in qualche modo tutti li conoscevano; si erano fatti strada per emergere tra tutti quei gruppi che fondamentalmente non valevano un cazzo, avevano lottato per ottenere ciò che volevano e c’erano riusciti, la Geffen l’aveva scritturati e ora stavano registrando quel maledetto album. Eppure l’arrivo dei soldi comportava anche l’arrivo di tutta quella merda che li circondava, droga soprattutto, più soldi più roba era così che funzionava.
Quello sera, aveva ricevuto una chiamata dal proprietario del bar di fiducia che gli aveva chiesto di andare a recuperare Duff, il suo migliore amico, che aveva esagerato con l’alcool.
Così un riccio vestito in maniera decisamente fuori dal comune, con un cilindro calcato in testa che gli mandava tutti i ricci davanti la faccia, i suoi amici spesso si domandavano come diavolo facesse a vedere attraverso tutta quella montagna di capelli; una normale t-shirt di un gruppo, con un giubbetto di pelle, dei pantaloni di pelle da dove usciva –dalla tasca- una lunga fascetta che dondolava di qua e di là non appena si muoveva, infilati dentro degli stivali da cowboy.
Camminava svelto per le strade di Los Angeles, vuote, erano le quattro del mattino, sigaretta accesa tra le labbra e mani infilate nelle tasche, mentre malediceva in ogni lingua del mondo il suo fottuto amico che aveva avuto la “brillante” idea di andare a sbronzarsi per conto suo.
-Fottuto di un McKagan guarda cosa mi tocca fare...- Borbottava tra sé facendo fuori  uscire il fumo.
Passò davanti un muretto dove c’era una ragazza seduta, ma non ci fece troppo caso, era troppo impegnato ad inveire contro il suo compagno di cazzate, quando la voce della suddetta ragazza lo fece fermare.
-Ehi straniero- Disse lei con una voce terribilmente familiare, si fermò di botto.
Chi cazzo è che mi chiama così?! Solo una persona...Cristo.
Si voltò lentamente e quando la vide, spalancò la bocca, a momenti gli cadde la sigaretta dalla bocca ma la prese in mano, continuando a sgranare gli occhi scuri.
-B-Becks?!- Sbottò incredulo, la ragazza sorrise scendendo dal muretto e andò ad abbracciare il ragazzo di slancio che ricambiò subito.
-Sono così contenta di averti trovato- Mormorò la ragazza ancora appoggiata al petto del riccio.
-Ma ma...come...c-che ci fai tu qui?- Chiese lui ancora scosso da quell’incontro, la ragazza si staccò per guardarlo meglio, era diventato decisamente più bello dall’ultima volta che l’aveva visto...certo, era diventato un uomo, l’ultima volta era ancora quel ragazzino attaccabrighe che non faceva altro che far disperare sua nonna Ola.
-Mi sono trasferita scemo! Ho pensato a Los Angeles perché sai l’Inghilterra non fa per me, e poi sapevo che tu eri qui e sarebbe stato bello ritornare ai vecchi tempi, ti ricordi?- Slash sorrise abbracciandola di nuovo, eccome se li ricordava, quando non facevano altro che giocare insieme al parco vicino casa loro, erano dei perfetti vicini di casa, sua nonna invitava sempre la zia di Becks a cena a casa sua così loro due stavano insieme.
Becks aveva perso i genitori quando era piccolissima ed era stata affidata a sua zia Rosie che era una grande amica della nonna di Slash, Ola e così si erano incontrati, avevano fatto le elementari insieme, le medie e anche le superiori, erano inseparabili ma poi Slash, non avendo finito il liceo, era stato spedito dalla nonna alla madre che abitava a Los Angeles e si erano persi di vista.
-Cazzo sì che mi ricordo, il periodo più bello della mia fottuta vita!- Esclamò contento di riavere con sé la sua amica del cuore e lo era davvero, si erano persino messi insieme, erano entrambi inesperti, il primo bacio l’aveva dato a lei quando facevano ancora le medie, avevano dodici anni e anche la sua prima volta è stata con lei che era inesperta quanto lui, insomma si erano scoperti insieme, avevano scoperto il loro corpo e tutto il resto, ma poi si erano lasciati perché con il passare degli anni avevano capito che in realtà oltre ad una fortissima amicizia e molta intimità, non c’era nient’altro. Erano rimasti in buoni rapporti perché in fondo la loro rottura non è stata traumatica, anzi di comune accordo, si erano anche andati a bere una birra dopo e avevano ricominciato a scherzare come prima.
-Allora mi devi raccontare un sacco di cose Saul...anzi forse dovrei dire, Slash- Calcò il nome con un sorriso divertito, il ragazzo annuì tirando dalla sigaretta.
-Beh sì, effettivamente anche tu...come diavolo hai fatto a trovarmi?- Un caso? No impossibile, lui non credeva a queste cose del karma, alle coincidenze, o al destino...tutte stronzate da inculcare ai ragazzini che non sanno pensare con la propria testa, così diceva sempre eppure non riusciva a spiegarselo.
-Veramente sto aspettando un’amica, mi sono trasferita da lei, sai questa è la fermata dell’autobus e pensavo di cominciare la ricerca domani mattina ma puff, eccoti qui- Si guardò intorno, sì c’era proprio il cartello dell’autobus, non c’aveva fatto caso.
-Oh bene allora! E dove abiti?- Domandò poi, ora che l’aveva trovata non aveva nessuna intenzione di perderla di nuovo, a lui non importava un cazzo dell’Inghilterra, quando era partito l’unico rimpianto che aveva era quello di dover lasciare Becks, la sua Becks. Era incredibilmente protettivo nei suoi confronti, era come se fosse una sorella.
-Uhm...vicino la Fairfax High School, c’è un quartiere di case lì, lei abita lì e quindi anche io- Slash annuì, conosceva bene quella zona, aveva fatto un anno di scuola lì.
-Grande! Non sei lontana da casa nostra...- Rifletté davvero contento, Becks rimase interdetta.
-Nostra?- Chiese allora perplessa, lui annuì convinto, per poi ricordarsi che non le aveva detto la cosa più importante.
-Sì, abito in un appartamento con quattro miei amici, abbiamo una band...i Guns n’ Roses!- Disse fiero del suo gruppo, Becks sapeva quanto era bravo Slash con la chitarra, l’aveva visto quando l’aveva presa in mano la prima volta e come era nato il suo amore per quello strumento a sei corde, era nato gradualmente ma via via sempre più forte e indissolubile, si ricordava tutti i gruppi che aveva cambiato e mai avrebbe pensato che ne avrebbe trovato uno fatto apposta per lui.
-Davvero?! Oddio sono contentissima per te, Saul, sul serio...te l’avevo detto che ce l’avresti fatta- Sorrise davvero felice, lo aveva sempre ammirato, sapeva che avrebbe fatto qualcosa di grande.
-Oh beh, sono il Dio della chitarra, che ci vuoi fare...- Si pavoneggiò, Becks gli diede una botta su un braccio ridacchiando, non era cambiato di una virgola di carattere, sempre a fare il megalomane.
-Ma smettila scemo!- Rise la ragazza facendo ridere anche lui.
-Hai trovato un lavoro?- Chiese il riccio ma non diede tempo alla ragazza di rispondere. –No perché c’è un negozio di cd che cerca una commessa- Aggiunse subito dopo.
-Beh magari può interessare alla mia amica, sai lavora in un pub ma non è proprio il massimo, gli orari fanno schifo e diciamo che può definirsi più un night che altro-  Slash conosceva bene quei posti, quante volte era andato lì con i suoi amici a bere e a farsi qualche puttana? Fin troppe volte, per un momento la tristezza lo invase, ricordava quei bei vecchi tempi andati con la sua amica, quando ancora non aveva idea di che cosa fosse la droga o l’alcool, o fare sesso...non ci pensava minimamente, ed ora cos’era diventato? Un fottuto rocker che brindava ogni sera all’insegna del sesso, droga e rock n’ roll...beh ma che c’era di sbagliato nel rock? Assolutamente niente, se non fosse per tutto quello che comportava droga e sesso a volontà, non si era mai lamentato di quello ma l’arrivo di Becks aveva fatto riaffiorare in lui quei bei periodi così spensierati e felici che aveva passato; forse avrebbe dovuto smetterla con quei pensieri negativi, forse avrebbe dovuto semplicemente essere felice che lei fosse lì, forse doveva smetterla e basta...sì.
-Capisco, beh non c’è problema, il proprietario è nostro amico, ti ci porterò così lo dirai alla tua amica...ma quindi tu che fai?- Chiese non appena si accorse che lei non aveva risposto alla domanda.
-Studio all’università, faccio archeologia- Sorrise la ragazza, il riccio aprì la bocca in una  “O” sorpresa.
-Ma dai?! Bella scema! Sono contento...- Si aprì in un sorriso anche lui, poi si ricordò di Duff, povero l’aveva lasciato a marcire in quel pub, forse avrebbe dovuto recuperarlo. –Ok piccola, io devo andare...a recuperare quel fottuto del mio migliore amico che ne ha combinata una delle sue...- Mormorò poi, dannato Duff e le sue sbronze, non voleva andarsene, e se l’avesse persa di nuovo? No fanculo, l’avrebbe impedito ad ogni costo; la ragazza rise, le piaceva come lui la chiamava “piccola” lo diceva in maniera diversa dagli altri, o forse semplicemente perché lo conosceva bene e avevano dei precedenti ma le piaceva lo stesso, non era come glie lo dicevano i suoi ex, proprio no...lo amava? Sì ma in un’altra maniera, come si ama un fratello, e di questo ne era certa.
-Ok, beh Slash ci vediamo presto e voglio conoscere i tuoi amici e il tuo gruppo- Lui annuì vigorosamente, ovvio che si sarebbero visti presto.
-Ah a proposito! Domani sera abbiamo una serata al Roxy, vieni a vederci...porta anche la tua amica se vuoi, facciamo un concerto in acustico...- Che stupido che era, se ne stava per andare senza dirle la cosa più importante, era l’unico modo per rincontrarla...non è che si poteva mettere a suonare ad ogni campanello di ogni casa vicino alla scuola, come minimo avrebbero chiamato la polizia e sarebbe finito in galera, tanto ormai i Guns erano presi di mira dalla polizia locale.
-Ma certo! Ci vediamo domani sera allora...- La ragazza sorrise e gli diede un bacio su una guancia, lui le diede un buffetto e riprese a camminare felice e spensierato come una volta, finché non sparì nella notte e allora i suoi demoni s’impossessarono di nuovo di lui. Quand’è che le cose avevano cominciato a degenerare? Quand’è che aveva perso il controllo? Mah e chi lo sapeva? Era diventato tutto fin troppo normale quella vita, era la vita che aveva scelto e doveva smetterla con tutte quelle menate del cazzo che non sarebbero servite a nulla.
Si accese una sigaretta, l’ennesima forse della serata, e continuò a camminare imperterrito finché non arrivò davanti il pub, vide subito il suo amico con la testa appoggiata al bancone e una distesa di bicchierini vuoti lì vicino a lui; scosse la testa ed entrò e fu subito intercettato da una ragazza, la più bella che avesse mai visto in vita sua, era...bellissima, non aveva un seno prorompente –di solito era quello che cercava nelle donne- e non era una biondona che sembrava stupida anche a vederla da lontano...era semplicemente bella, rimase un attimo a bocca aperta a guardarla.
-Sei tu il suo amico?- Chiese questa arrivandogli davanti e lo guardò con occhi i color verde smeraldo che si scontrarono con i suoi scuri, coperti dai ricci.
-Ehm...s-sì...sono io- Farfugliò ridestandosi dai suoi pensieri, lei accennò un sorriso. –Ora te lo porto via- Aggiunse poi andando dal suo amico ancora confuso, ma che cazzo era successo? Neanche fosse madre natura accidenti, che diavolo gli era preso...scosse la testa di nuovo e si sedette accanto al suo amico biondo. –Ehi man...dobbiamo andare amico- Lo scosse leggermente, il biondo alzò la testa e si voltò verso il riccio con un espressione da sbronzo ma aveva uno sguardo...triste e disperato.
-Mmhh- Mugugnò Duff e solo in quel momento il riccio capì che doveva essere successo qualcosa.
-Duff...che diavolo è successo? Perché ti sei ridotto così?- Chiese cercando di usare un tono il più comprensivo possibile.
-Io...io...Mandy...- Il riccio aggrottò la fronte, parole sconnesse che non c’entravano niente.
-Man...che c’entra Mandy? Non capisco...- Mormorò Slash, Mandy era la ragazza di Duff ma non capiva dove volesse arrivare.
-Io...lei, cioè noi...no ok, lei mi ha lasciato...- Il riccio capì al volo, sospirò, questa non ci voleva proprio, gli mise una mano sulla spalla come per consolarlo ma lui non era bravo in questo genere di cose e nel mentre, c’era la ragazza che li osservava con un debole sorriso, non conosceva quei due ma si vedeva lontano un miglio che erano davvero molto amici.
-Cazzo amico...ok, ehm...andiamo a casa e ci sbronziamo insieme e mandiamo a fanculo quella stronza ok?- Quello era l’unico modo che conosceva e che sapeva avrebbe funzionato per tirarlo un po’ su, infatti l’amico annuì debolmente e si alzarono.
Passarono davanti la bellissima cameriera, avrebbe tanto voluto parlarle dirle anche solo di uscire una volta ma non poteva, c’era Duff che aveva bisogno di lui.
-Grazie per ehm...averlo tenuto a bada- Borbottò quando le passarono davanti, la ragazza sorrise e fece spallucce.
-Non c’è problema- Slash la guardò un ultima volta e poi uscì dal pub seguito da Duff che si trascinava, per sua fortuna quel pub non era poi così lontano da casa e non ci misero molto ad arrivare.
 
***
Becks era tornata a casa sana e salva con un sorriso che andava da parte a parte, aver rincontrato Slash dopo tutto quel tempo, l’aveva resa la persona più felice di questo mondo, non riusciva a crederci ancora e forse Slash era un po’ cinico a riguardo, ma quello che era appena successo non poteva definirsi di certo “botta di culo” come diceva sempre lui, secondo lei era boh forse il karma, perché no...fatto sta che era davvero felice.
Andò in camera e si mise in pigiama, era davvero stanca e il giorno dopo sarebbe dovuta andare all’università anzi per meglio dire, tra qualche ora e non era ancora riuscita a dormire ma proprio quando si stava per mettere a letto sentì la porta sbattere, la sua coinquilina era tornata.
Uscì dalla stanza e la vide che si era appoggiata stancamente al bancone della cucina, fanculo il sonno; andò dall’amica e si sedette sul tavolo di fronte a lei e la guardò aspettando che cominciasse a parlare.
-Mi sono licenziata- Disse alla fine abbassando il capo, Becks si morse un labbro.
-Era quello che volevi, no?- Commentò guardandola di sottecchi.
-Beh sì...però mi è quasi dispiaciuto, il capo si è incazzato di brutto e poi c’erano due ragazzi carini- Becks scese e l’abbracciò per solidarietà.
-Hai fatto la cosa giusta Ey, sul serio- La ragazza sospirò e annuì, sapeva di aver fatto la cosa giusta, quello era un postaccio, il suo capo voleva che facesse lo spogliarello il venerdì sera sul palchetto da lap-dance e lei non lo avrebbe mai fatto, non voleva vendere il suo corpo per guadagnare dei cazzo di soldi ma qualcuno doveva lavorare in quella casa e ora erano nella merda.
-Lo so Becks ma come facciamo ora? Abbiamo bisogno di soldi, non posso continuare a rubare i soldi dalla carta di mio padre...- L’altra ragazza dai capelli color mogano annuì consapevole, lei doveva pagare la retta dell’università ed entrambe avevano bisogno di un nuovo lavoro.
-Stanotte ho incontrato Slash, ti ricordi il mio amico di cui ti parlavo?- Becks si aprì in un mega sorriso non appena nominò il nome del riccio.
-Ma certo!- Annuì Eyre come poteva dimenticarlo? Becks aveva parlato così tanto di lui che le sembrava di conoscerlo, solo che non l’aveva mai visto. –L’hai incontrato?!- Domandò poi incredula e allora l’amica cominciò a parlare a manetta di lui e di quello che si erano detti.
-Beh ci andiamo al concerto no?- Chiese poi Eyre per accertarsi, ormai voleva conoscere questo fantomatico grande amico d’infanzia della sua migliore amica.
-Ovvio, comunque mi ha detto anche che abita qui vicino e vicino casa sua c’è un negozio di cd che cerca una commessa, il proprietario è suo amico e gli ho detto che saresti interessata- Rispose prontamente Becks facendo   sorridere l’amica.
-Oh davvero!? Ma è il miglior lavoro che potessi trovare...- Amava la musica, aveva scelto di andare a vivere lì proprio perché sapeva che in quel periodo, lì la musica era sempre in fermento, c’erano sempre nuovi gruppi che cercavano di emergere, c’era sempre qualcosa da fare che avesse a che fare con la musica.
-Lo so, per questo ho proposto te!- Eyre abbracciò l’amica così stretta che quasi non respirava.
-Questo tuo amico mi sta già simpatico...- Commentò poi staccandosi dall’amica.
-Vedrai quando lo conoscerai- disse di tutta risposta l’altra con un sorriso serafico.

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Vorrei dire due parole su questa storia.
1. E' da un po' che è in cantiere ma ero indecisa se postarla o no, ora lo sto facendo...probabilmente presto me ne pentirò perché faccio sempre così quando devo pubblicare una nuova storia; ci sono affezionata, ho in mente di scriverla da mesi e mesi, ho scritto qualche capitolo e ho davvero intenzione di portarla al suo termine, visto che è tutta nella mia testa...ho persino un finale! incredibile!
2. Il titolo viene dalla canzone dei Guns "So Fine" che in questa storia ha un significato molto particolare, praticamente è questa canzone che mi ha dato ispirazione per tutta la storia...quindi non è stato preso a caso...vabbè, andando avanti scoprirete tutto, non voglio rivelarvi nulla, vi dico solo che la composizione di questa canzone ha un ruolo fondamentale nella storia :D

Bene, ringrazio in anticipo chi leggerà, commenterà, guarderà, annuserà...etc. -se qualcuno lo farà :3 
Ogni critica, commento, quellochevipare è ben accetto! 
Byeeee 
Ps. con questa nuova storia, ovviamente, NON lascerò perdere la mia Paradise City, sia chiaro u__u
  
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