La sirena del lago.

Siedo su un gradino coperto di limo. Il lago agitato davanti a me, l'acqua è nera e la schiuma bianca, anche se in alcuni punti la combinazione delle due genera strani giochi di luce per cui sembra che ci sia del ghiaccio. Non posso vedere i pesci, né contemplare le profondità di questo lago, gocce d'acqua mi sferzano il viso. Il vento porta lontano un silenzio di tomba. So che qualsiasi cosa io stia cercando, posso trovarla solo qua, solo ora.

Dei capelli dorati galleggiano sulla superficie dell'acqua, seguendone i capricci. Vedo dapprime una fronte chiara, poi degli occhi chiusi, infine un'espressione soave. Una sirena affiora dal lago quasi in tempesta e con gli occhi chiusi danza insieme alle acque. Vortica seguendo le onde e il vento. Mi aspettavo che avrebbe cantato, invece no. Le sirene sono silenziose quanto ogni altra creatura acquatica. Non c'è alcun suono a parte l'eccitazione delle onde. Perfino il vento tace, lasciando al lago il compito di cantare la bellezza della sirena.

Mi invita a seguirla, l'acqua mi chiama delicatamente a sé. Abbandono il gradino, triste per essere così vicino all'acqua e non poterne fare parte. Abbandono il gradino ed entro nel lago, mi porta a danzare nelle sue profondità. È pieno di sirene, sotto la superficie. Galleggiano perfette e bellissime sott'acqua, muovendosi come se loro stesse fossero acqua. L'acqua fatta carne. Io sono solo carne, sono goffo e imperfetto... ma presto sarò acqua.

E allora realizzo che l'uomo, prima di diventare sirena, non sa nuotare.