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Autore: Martolilla96    16/12/2011    9 recensioni
A Christmas Carol e forse uno dei romanzi più famosi di Dickens, questa invece è la versione Castlellizzata della storia. Provate a indovinare chi sono i tre fantasmi e soprattutto, qual è lo Scrooge della situazione.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti, Sorpresa | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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24 Dicembre 2011, Beckett’s House, 08:00 p.m.
La donna era comodamente sdraiata sull’enorme lettone matrimoniale accoccolata sotto il caldo e comodo piumone dalla fantasia floreale e dormiva profondamente, come non le capitava di fare da molto tempo a questa parte. Certo, dall’espressione leggermente imbronciata della detective, si capiva perfettamente che avrebbe preferito avere un peto nudo e caldo come guanciale e invece si era dovuta accontentare di un morbido cuscino di piume d’oca. Non poteva lontanamente immaginare che, da lì a poco, avrebbe ricevuto tre visite che le avrebbero cambiato letteralmente l’esistenza.
24 Dicembre 2011, Beckett’s House, 09:00 p.m.
L’orologio a pendolo, regalo di una vecchia zia del Minnesota, che si trovava nella sua stanza, rintoccò le nove. La detective, ancora nel mondo dei sogni popolato solo da uomini che erano identici a un certo scrittore, fu svegliata da un rumore di catene che, muovendosi, risuonava nell’aria. Lei strizzò gli occhi infastidita e si voltò dall’altra parte, ma questo suo gesto fece aumentare il frastuono, così aprendo gli occhi si sollevò fino a raggiungere una posizione quasi seduta. Il tempo che le sinapsi si collegassero e con uno scatto fu fuori dal letto.
“Chi va là?” urlò ma com’era prevedibile, nessuno le rispose.
“Chi c’è?” strillò di nuovo invano.
“Listen to me jackass,”iniziò minacciosa “sei nella casa di un Detective Capo della NYPD e ti garantisco che c’è gente che preferirebbe spararsi un colpo in fronte piuttosto che avere a che fare con me quindi, se non vuoi trovarti con le gambe al posto degli occhi, ti conviene uscire dal tuo nascondiglio e identificarti.” Vedendo che il suo avvertimento non aveva sortito alcun effetto, decise di dare allo sconosciuto un ultimatum, “Ti avverto, conterò fino a tre”
“Uno…”
Ancora niente.
“Due….”
Assolutamente niente! Solo il silenzio più assoluto interrotto solo dal respiro relativamente calmo e lento della donna.
“ Tre”
La detective, appurato che apparentemente non c’era nessuno in casa facendo un veloce giro di ronda, tirò un sospiro di sollievo e, rimettendo al suo posto l’arma di ordinanza, pensò che forse era meglio cambiare ristorante cinese. Stava quasi per tornarsene a letto quando lo stesso rumore di catene che l’aveva svegliata, si fece risentire e lei si voltò di scatto quasi come se fosse stata morsa da una tarantola trovandosi di fronte a una scena alquanto surreale. Davanti a lei, infatti, c’era una figura incappucciata con un lungo mantello nero in stile medievale dalla quale si vedevano diverse e lunghe catene. La cosa più strana era che i suoi piedi non toccavano terra, stava letteralmente fluttuando nell’aria come se fosse la cosa più normale del mondo. A ogni suo movimento seppur impercettibile faceva tintinnare le catene. La detective deglutì sonoramente un paio di volte prima di decidersi a parlare.
“C-ch-chi sei?” domandò un po’ esitante la donna.
La figura non rispose.
“Ti ho chiesto chi sei!” imperò lei perdendo molto facilmente la pazienza, ma ottenne lo stesso risultato di prima. Allora si scagliò contro di lui sperando di stenderlo con una delle sue imbattibili mosse, ma con sua enorme sorpresa gli passò attraverso. Inutile dire che la detective era completamente incredula.
“Ma cosa?” sussurrò sbigottita. “Chi diavolo sei tu? Che ci fai a casa mia? E’ uno scherzo vero? Avanti Castle esci fuori e smettila con questi giochetti idioti!”
La figura scoppiò in una fragorosa risata e si tolse il cappuccio. Se prima la detective era sbalordita, ora era semplicemente esterrefatta. 
“E’ interessante vedere che per una che diceva di non provare assolutissimamente niente per un certo scrittore ora avendo uno sconosciuto fluttuante e pieno di catene in casa pensi immediatamente che si tratti di uno scherzo del cagnolino.”
“M-ma-ma-ma tu dovresti essere morto!” balbettò incredula la donna, sentiva chiaramente mancare la terra sotto i piedi. 
“Che grande spirito di osservazione!” rispose con ironia lo spettro. “Forse è tutta colpa dell’orario, di solito sei molto più perspicace di così! Devo dire però, che sono molto sorpreso che tu non sia svenuta, insomma non capita tutti i giorni di vedere un fantasma.” rifletté tra sé e sé il defunto.  “Perché sì mia cara, io sono morto e sei stata tu a indagare sul mio omicidio.” Disse aprendo le braccia. Le catene ai suoi polsi e alle sue caviglie tintinnarono e lo sguardo della detective si spostò automaticamente su di esse.
“Oh queste? Sono solo le catene che mi sono forgiato in vita e che ho costruito anello per anello e che ho indossato di mia spontanea volontà. Sono le catene che ho creato con l’avidità, l’egoismo, la violenza e il tradimento.”  rispose alla tacita domanda che la donna gli stava facendo con gli occhi calcando soprattutto sull’ultima parola, lo sguardo triste puntato su di lei.
“‘A Christmas Carol’sul serio? Questo è un sogno o uno scherzo di quell’idiota! Ora mi rimetto a letto e torno a dormire, domattina aprirò gli occhi e sarà stato tutto un brutto sogno dovuto a un’indigestione d’involtini primavera” detto ciò, convinta, tornò a letto. Purtroppo per lei, lo spettro non era della stessa opinione e si avvicinò al mobile iniziando a scuoterla.
“Ma cosa? Ehi! Non è giusto però! Io non posso toccarti perché ti passo attraverso e tu invece puoi?” protestò inviperita la detective.
“Che ci puoi fare, mica è colpa mia. Sono queste le regole dei fantasmi e di certo non le ho decise io.”
“Che regole idiote.”
“Sono d’accordo, ma non sono qui per parlare di questo.”
“E per quale importante motivo saresti risorto dall’oltretomba, Mike?”
“Per aiutarti”
“A far cosa? A farmi credere nel paranormale? Mi dispiace deluderti, ma ci pensa già Castle a rompermi le scatole con questa storia”
“Sai mi chiedevo quando lo avresti ritirato fuori.”
“Chi?”
“Castle.”
“Ooooh ma per favore! Io non parlo sempre di lui.”
“Davvero? Ma se quando siamo andati a prendere una birra insieme non hai fatto altro che parlare di lui, dopo tua madre ovviamente! E’ ovvio che siete completamente cotti l’uno dell’altra solo che tu non vuoi ammetterlo! Ed è proprio per questo che io sono qui, per aiutarti ad ammetterlo, per convincerti a confessarglielo e se resta tempo per farti tornare a credere nella magia del Natale”
“La magia del Natale? E cosa sei? Una specie di Spirito del Natale? E per quanto riguarda Castle io no-”
“Sì, sì, l’importante è esserne convinta. Ora torniamo a noi, purtroppo per te io sono il tuo Spirito del Natale Passato e quindi prenditi un giacchetto perché dove andremo, farà molto freddo”
Non le diede nemmeno il tempo di ribattere che la prese per un braccio e la trascinò dentro in una specie di tunnel. Si ritrovò a viaggiare tra i suoi ricordi dell’infanzia, fino a quando non sbucarono in mezzo ai paesaggi innevati dell’Alaska. La neve ricopriva quasi ogni cosa, ma poco lontano da loro spuntava il tetto di un cottage e un camino dalla quale usciva molto fumo. La detective spalancò immediatamente riconoscendo quel luogo, sfondo di molti dei suoi ricordi natalizi più belli. Si ricordava che la madre le raccontava spesso, mentre preparavano la cioccolata calda, che quando lei e suo padre erano andati in viaggio di nozze, c’era stato un disguido con l’agenzia di viaggi e loro, invece di una bella e calda spiaggia dalla sabbia bianca, si erano ritrovati tra le montagne innevate della gelida Alaska. Suo padre si ea tanto arrabbiato per questo! Ma Johanna si era letteralmente innamorata di quel posto, così ogni anno, quand’era una bambina, affittavano quel cottage e passavano le vacanze di Natale lì, tra pupazzi di neve e gare con lo slittino. Gli occhi della donna si fecero lucidi in un secondo.
“Mike, perché siamo qui?” sussurrò la donna mostrando i primi segni di cedimento.
“Nel film, lo Spirito porta il protagonista nel suo passato per fargli rivivere i suoi ricordi legati al Natale ed è per questo che siamo qui.” spiegò il fantasma.
“Ti prego portami via. Io non ho la forza di rivivere questi ricordi, non ce la faccio. Ti prego Mike.” lo supplicò lei, la voce rotta dalle lacrime che stava trattenendo.
“Mi dispiace Katie, ma non posso farlo. Devo adempiere la mia missione e poi l’ho promesso a una persona.” Rispose lui, il dispiacere negli occhi.
“A chi?”
“Non posso dirtelo.”
Non poterono continuare il discorso che dalla casa uscì correndo una bella bambina dai riccioli castani e dai luminosi occhi verdi seguita da dei giovanissimi signori Beckett. La donna che era assieme allo spettro sgranò gli occhi e lo supplicò nuovamente di portarla lontano da quel luogo sotto lo sguardo perplesso dell’altro, ma ottenne lo stesso risultato di prima.
Il tempo non era dei migliori, ma la bambina continuava imperterrita a giocare e a rotolarsi nella neve ignorando i genitori che le chiedevano di rientrare. Johanna stanca e infreddolita la prese in braccio e la portò dentro. La bambina scalciava e urlava di lasciarla andare e che voleva rimanere fuori a giocare, ma la donna fu irremovibile.
“Ora basta Kate! Il tempo è brutto ed è ora di mangiare, quindi fila a cambiarti signorinella.”
“No! Io voglio giocare.” puntò i piedi la Beckett bambina.
“Kate adesso basta! Ubbidisci o passerai il Natale in punizione e non potrai aprire i regali fino a Capodanno.”
“Sei cattiva! Ti odio spero che muori così posso stare finalmente in pace!” urlò e corse a chiudersi nella sua stanza.
“Kate!” la chiamò Johanna, ma la sua voce si scontrò contro un muro.
La Kate adulta era ormai accucciata su sé stessa in lacrime, si ricordava molto bene quel momento e, anche se il giorno dopo avevano fatto pace, quell’attimo era impresso a fuoco nella sua memoria. Era la prima cosa a cui aveva pensato quando il detective Raglan le aveva dato quella notizia che aveva cambiato totalmente la sua vita, il senso di colpa non l’aveva abbandonata per settimane ed era diventato il secondo mattone del suo muro. In un attimo lo scenario cambiò e si ritrovarono di nuovo nel tunnel, lei in lacrime lui dispiaciuto. Il tempo di un battito di ciglia erano di nuovo nella stanza da letto della detective.
“Kate?” la chiamò il fantasma preoccupato.
“Perché?” sussurrò fievolmente la donna.
“Cosa?”
“Perché mi ha lasciato? Perché me l’hanno portata via? Perché a me? Cosa ho fatto di male? Io ho ancora bisogno di lei” sussurrava persa nei singhiozzi chiedendosi perché la vita era stata così ingiusta con lei. Lo spettro, vedendola così disperata, si chinò fino a raggiungere la sua altezza e le poggiò una mano sulla spalla.
“Ascoltami, io non so perché accadono queste cose, ma purtroppo succedono e basta. Non so il motivo per cui tua madre fu uccisa e anche se lo sapessi, non mi è concesso rivelartelo, ma……… no, ho detto fin troppo. Come già saprai, riceverai altre due visite speciali questa sera e loro magari ti aiuteranno più di quanto abbia già fatto io. E’ stato un piacere rivederti e spero che un giorno tu possa perdonarmi.” e dicendo ciò, le sfiorò la guancia con un piccolo bacio.
“No Mike aspetta!” la detective aveva smesso di piangere e guardava lo spettro con disperazione.
“Non posso Kate, è tempo che io vada. Un giorno molto lontano ci rivedremo, ma per il momento l’unica cosa che io posso fare, è donarti quest’alberetto di Natale. E’ un albero speciale e magico che non appassirà mai e ti aiuterà nel tuo cammino.” la sua figura svanì e lei si ritrovò sola a fissare l’albero.
-Questa storia ha dell’incredibile- pensò la donna guardando l’alberetto dorato e sorrise, pensando che Castle sarebbe stato entusiasta di una cosa del genere, ma subito cancellò quel pensiero. –Ma che mi prende? Come mai mi è venuto in mente Castle?-
“Perché sei innamorata di lui.” la donna per l’ennesima volta in quella pazza serata si voltò di scatto spalancando di nuovo gli occhi alla vista di chi aveva davanti.
“Roy!!!” urlò scagliandosi contro di lui con l’evidente tentativo di abbracciarlo, ma si ritrovò con la faccia sul materasso. Si era dimenticata di quel piccolissimo problema. Lo spettro si avvicinarono e la tirò a sé in un abbraccio che la detective, per ovvi motivi, non poté ricambiare.
“Mi sei mancato Roy” sussurrò la donna ricominciando a piangere.
“Anche tu mi sei mancata, piccola Katie.” e le posò un bacio sul capo e lei si staccò come scottata.
“Mi dica perché. Sto impazzendo Roy, non riesco a capire come mai lei non mi ha detto niente per tutti questi anni. Chi è il Drago? Ho bisogno di sapere, non merito forse di vedere il bastardo che ha ucciso MIA madre dietro le sbarre come tutti gli altri parenti delle nostre vittime? Perché loro sì ed io no? Me lo dica Roy, la prego.” sembrava calma la donna mentre parlava, ma i suoi occhi esprimevano tutto il suo desiderio di giustizia e anche la sua voglia di vendetta. Occhi che chiedevano perché le era stata strappata una persona cara, come mai non poteva più festeggiare con lei il Natale, perché non ci sarebbe stata al suo matrimonio o alla nascita dei suoi nipotini. Gli occhi del Capitano s’intristirono subito sapendo che non poteva darle le risposte di cui aveva un disperato bisogno.
“Mi dispiace Kate, ma non posso darti le risposte che cerchi.”
“Perché no? Lei sa quel maledetto nome, me lo dica Roy.” la voce della detective si era alzata di tono, fortuna volesse che i suoi vicini fossero fuori quella sera.
“Non potrei neanche se volessi. E’ contro le regole.”
“E’ stato lei a insegnarmi che certe volte le regole sono fatte per essere infrante. Come mai adesso si rifiuta di seguire il suo stesso insegnamento?”.
“Kate smettila di fare la bambina! Se potessi, te lo direi, ma non posso l’ho promesso a una persona.”.
“E scommetto che non mi dirà la fantomatica identità di questa persona, vero?” disse sarcastica la donna.
“Esatto. Ti chiedo solo di fidarti delle mie parole, alla fine con l’aiuto di Castle troverai quell’essere immondo. Voi due siete una squadra fantastica e se collaborate, riuscirete a combattere la battaglia contro il Drago, ma sta a te decidere il suo l’esito. Prima di morire ti dissi che there are no victories, but only battles e ancora oggi la penso così, ma per voi due ciò non conta. Se state insieme, riuscite perfino a disinnescare una bomba sporca senza il benché minimo addestramento! Siete capaci di ribaltare le leggi dell’Universo a vostro favore perciò ti dico che senza di lui non riuscirai mai a vincere contro quel mostro. E’ probabile che tra qualche anno mi sarà concesso rivelarti quel maledetto nome, ma, per ora, fino a quando non abbatterai quel maledetto muro, non potrò dirti niente.”.
La donna non rispose, le parole del Capitano l’avevano fatta riflettere. Già da un po’ di tempo aveva deciso di fare qualcosa circa la confessione di Castle, ma mai aveva pensato che un uomo come lo scrittore, egocentrico, infantile e pieno di sé, le avrebbe rubato il cuore, ma alla fine lo aveva conosciuto meglio e se ne era innamorata.
“Dove ha intenzione di portarmi Roy?” in risposta allo sguardo perplesso dello spettro lei continuò “Secondo il film, se Mike era il mio Spirito del Natale Passato, tu dovresti essere quello del Natale Presente o mi sbaglio?” lui annuì “Bene allora, dove mi porti?”
In un attimo si ritrovarono di nuovo nel tunnel, solo che questa volta non vi era alcun ricordo a far da cornice al viaggio. Sbucarono a casa dei genitori della futura signora Ryan e qui vide il suo sottoposto impegnato in una cena con Jenny, Esposito e le loro rispettive famiglie. Insomma, tutti stavano festeggiando il Natale tranne lei. Ad un certo punto vide Ryan ed Esposito alzarsi e dirigersi verso il porticato, probabilmente per poter prendere una boccata d’aria dopo l’ingente quantità di vino assimilato e sentì una parte del loro discorso.
“Ma perché siamo qui?” la detective domandò incuriosita.
“Shhh, zitta ed ascolta.” la zittì Montgomery.
“Ehi Bro, secondo te cosa farà Becks questo Natale?” iniziò l’ispanico dopo un paio di minuti di silenzio.
“Ah non ne ho la minima idea Javi. Castle mi ha detto che l’aveva invitata a passarlo a casa sua dato che suo padre non poteva venire, ma lei non ne ha voluto sapere. Dovevi vedere la sua faccia, era così dispiaciuto.”
“Ci credo amico, lui è stracotto di lei, ormai anche i muri del Distretto se ne sono accorti! Beh tutti tranne quei due tontoloni ovviamente”
“Ormai è tutto nelle mani di Castle, spero che riesca ad abbattere quel dannato muro.”
“Eh già. Rientriamo?”
“Va bene. Dopo di lei Latte e Miele.” e rientrarono nell’abitazione.
Lo scenario cambiò di nuovo, così velocemente che la donna non ebbe modo di pronunciare alcun suono. Si ritrovarono fuori dalla finestra dell’appartamento di Castle. La detective vide il suo scrittore seduto sul divano e con un bicchiere di scotch in mano, aveva l’aria triste di un bambino che non aveva ricevuto il regalo di Natale tanto desiderato. Le si strinse il cuore a vederlo in quello stato.
“Figlio! Cosa ci fai ancora alzato e con quell’espressione mogia in faccia?” Martha Rodgers spuntò all’improvviso con un martini in mano.
“Oh niente madre, rifletto solamente.” Rispose atono.
Ti conosco e so che solo una persona può ridurti in questo stato. Dimmi, cosa è successo con Kate?”
-E’ tutto così scontato?- si domandarono nello stesso istante la detective e lo scrittore e lo spettro di Montgomery sorrise per via della loro connection.
“E’ una dannata testarda quella donna! Le ho chiesto di venire a passarlo qua il Natale dato che sarebbe stata da sola, ma lei non ha voluto. Certe volte mi viene voglia di gettare la spugna con lei.”
“Ma non lo farai mai perché tu la ami giusto?” l’attrice gli poggiò una mano sulla spalla.
“Esatto, ma nonostante si ricordi ciò che le ho detto al funerale prima che chiudesse gli occhi, lei finge di non ricordarselo e io non so cosa fare.” Lo scrittore si prese la testa tra le mani disperato.
“Tieni duro tesoro, vedrai che anche voi alla fine avrete il vostro happy ending.”
“Grazie madre, devo dire che i martini ti rendono più saggia.” Sorrise lui.
“Ora, prima che me ne dimentichi, ti devo mostrare il regalo di Natale che tu mi farai.” Nonostante le labbra piegate in su, si notava chiaramente che il sorriso non gli raggiungeva gli occhi.
“Ecco ora si che ti riconosco.”
La detective si ritrovò di nuovo a casa per salutare il suo Capitano, la notte ormai stava per terminare. L’uomo le diede un bacio in fronte e con un gesto della mano mise le prime decorazioni sull’albero.
“Aspetta Roy” lo richiamò la donna prima che se ne andasse, “hai detto che un giorno, tra qualche anno ci rivedremo giusto?”
“Chi lo sa, sta a te deciderlo.” E con un ultimo sorriso scomparve.
-Bene ora tocca al terzo spirito, chissà chi sarà- pensò la donna.
“Ma tua madre ovvio” la detective sobbalzò ritrovandosi davanti Johanna Beckett.
“Mamma” sussurrò iniziando a piangere e le corse incontro, ma stavolta non le passò attraverso e si ritrovò piangente tra le braccia del genitore.
“Su, su Katie, non fare così” continuava a sussurrarle lei nel tentativo di calmarla e infatti ci riuscì dopo poco. Le due donne passarono molto tempo a parlare, stavolta non ci fu nessun viaggio, ma solo 12 anni di vita divise da recuperare. Il tempo passò velocemente spettegolando sullo scrittore e per lo spettro fu ora di andare, ma prima:
“Katie, io ora devo andare, ma mi devi fare un piacere”
“Tutto quello che vuoi mamma”
“Vivi e sii felice. Abbatti quel muro e torna la mia Katie ti prego. Devi vivere per i defunti. So che suona strano detto da me poiché sono morta e dopo tutto quello che ti ho fatto, ma devi lasciare il passato alle spalle e correre a braccia aperte verso il futuro. Tu puoi essere felice Kate, meriti di esserlo, ma scappi, hai paura dei tuoi sentimenti. Se ti lascerai andare ci sarà sempre qualcuno che ti prenderà ogni volta che cadrai. E’ l’ultimo favore che ti chiedo. Vivi e sii felice. Fallo per me.” La detective, che si era sciolta di nuovo in lacrime, annuì.
“Ti voglio bene bambina mia, dai un bacio a tuo padre da parte mia te ne prego.” Johanna l’attirò di nuovo a sé per un altro abbraccio.
“Lo farò e ti voglio bene anch’io mamma.” Lo spettro sorrise contagiando Kate. L’ultima cosa che vide fu il sorriso di Johanna che svaniva, una stella azzurra come puntale sull’albero e poi il buio.
 
 
 
 
 
25 Dicembre 2011, Beckett’s House, 00:00 a.m.
La detective si svegliò improvvisamente e, sollevandosi dal materasso, si voltò di scatto verso il comodino dove, in bella mostra, vi era quel piccolo alberetto di Natale dorato, dono dei tre spiriti.
-Allora non è stato un sogno- pensò emozionata la donna prima di sgusciare via velocemente dal caldo bozzolo e fermarsi di botto in mezzo alla stanza.
“Grazie mamma. Roy, Mike grazie di cuore ragazzi” sussurrò e infilatosi cappotto e scarpe, ovviamente con il tacco dieci, incurante del freddo pungente dell’ambiente esterno e del fatto di essere ancora in pigiama, con orsacchiotti e ciliegie per di più, regalo che la nostra cara anatomopatologa le aveva fatto dopo che l’era stata riferita una certa conversazione, agguantò le chiavi della macchina e uscì di casa sbattendo la porta. L’unico problema? Nella fretta, la nostra cara, assonnata e molto emozionata detective aveva dimenticato le chiavi di casa, ma chissà, magari per le prossime notti non ne avrebbe avuto bisogno.  
 
 
Intanto i tre sostituti fantasmi del Natale Passato, Presente e Futuro si battevano metaforicamente il cinque.
“Bel lavoro ragazzi!” disse l’unica donna del gruppo.
“Beh Jo, la parte più difficile sei stata tu, a doverla affrontare. Gran parte del merito va solo ed esclusivamente a te.” parlò Mike.
“Ooooh Mike!” rise l’avvocatessa “Sei tremendamente di parte lo sai? Anche se signor Royce, le ricordo che io sono felicemente sposata e che il mio cuore, anche da morta, è occupato ancora dal mio Jim. Mi duole informarla che le sue avance su di me non sortiscono alcun effetto perciò, frena i bollori cocco bello e tieni al loro posto le mani che altrimenti te le trancio” lo avvertì giocosamente lei.
“Che peccato! Beh almeno posso dire di averci provato.” esclamò con lo stesso tono giocoso usato da mamma Beckett. “E tu Roy? Come mai non hai ancora spiccicato una sillaba?” disse rivolto al terzo spirito che stava fissando.
“Oh niente di che. Stavo solo riflettendo su…” iniziò lui essendo bruscamente interrotto dall’altro.
“Roy che pensa?! O MIO DIO! Chiamate subito i mass-media, questa è una cosa che non accade tutti i giorni!” e mentre l’ex Capitano del 12° lo fulminava con lo sguardo, Johanna si teneva lo stomaco dalle gran risate. Quei due, anche se dall’aspetto non sembrava, erano due comici nati.
“Molto divertente Royce” disse l’uomo di colore guardandolo in cagnesco.
“Avanti Roy non fare l’offeso! In fin dei conti se diciannove anni fa avessi pensato con la TUA di testa, saremmo ancora tutti vivi e MIA figlia non sarebbe costretta a rischiare la vita ogni giorno.” il non troppo velato rimprovero fece accapponare la pelle a entrambi gli uomini. Osservando Johanna Beckett con le braccia incrociate al petto e il piede fantasma che batteva ritmicamente a terra, i due non poterono non notare la somiglianza che la donna aveva con la figlia. Insomma riuscivano a fare persino la stessa occhiataccia! Il detto “Tale padre, tale figlia” aveva appena trovato la sua eccezione alla regola a quanto pare.
“Giusto, ma così Castle e Beckett non si sarebbero mai incontrati!” replicò l’uomo cercando di discolparsi pur sapendo che la donna non gliene faceva una colpa.
“E chi lo dice? Se era Destino che s’incontrassero allora, si sarebbero conosciuti lo stesso.” s’infervorò la donna volendo avere a tutti i costi ragione.
“Jo tu sei troppo romantica secondo me.” disse Royce prendendola bonariamente in giro.
“Anche se da viva facevo l’avvocata e me la vedevo con ogni genere di criminale, sono pur sempre una donna e non mi è mai dispiaciuto un po’ di romanticismo.” replicò fintamente stizzita lei.
“Contenta tu! Io so solo che troppo zucchero mi fa cariare i denti.” affermò alzando le spalle Mike.
“Con te è tutto fiato sprecato. Ah quanto mi manca chiacchierare con la mia Katie di queste cose! La rivedo ancora seduta sul tappeto di casa nostra davanti al caminetto tutta vestita di pizzi, merletti e tulle.” l’aria sognante che aveva assunto la donna pronunciano l’ultima parte della frase fece ridacchiare i due uomini che poi sbarrarono gli occhi, registrando e analizzando finalmente le parole dell’avvocatessa.
“Kate Beckett vestita con pizzo e merletti? Questa è proprio da vedere! Hai una foto per caso?” chiese Royce speranzoso.
“Siamo fantasmi! Dove le posso andare a prendere le foto secondo te?” lo smontò in un attimo la donna.
“Ok ragazzi, ora datevi una calmata però.” placò gli animi Montgomery.
“Scuuuusa” dissero gli altri due all’unisono.
“Il nostro compito qui è finito, possiamo pure andarcene.” decretò il più vecchio con il tono che usava quando doveva impartire gli ordini ai suoi sottoposti.
“Ma come??? Io pensavo che, giacché siamo qui, avremmo potuto cercare di far riconciliare Lanie ed Esposito.” si lamentò la donna imbronciandosi.
“Jo un miracolo alla volta per piacere! E’ già tanto che siamo riusciti a far sbloccare quei due testoni che sono tua figlia e Castle, se ci dobbiamo mettere anche con Lanie ed Esposito allora si salvi chi può!” cercò di farla ragionare il Capitano, ma se Beckett figlia aveva preso dalla madre, allora sì che sarebbe stata tutta fatica sprecata.
“Per una volta concordo col pelato. A loro ci penserà qualcun altro. Non possiamo mica narcotizzare ancora gli attuali spiriti del Natale Presente, Passato e Futuro! Già è abbastanza grave che l’abbiamo fatto quest’anno.” gli diede ragione Mike, ignorando bellamente l’occhiataccia che l’altro li aveva lanciato dopo essere stato definito pelato.
“E va beeeene, andiamocene.” a quanto pare Becks figlia aveva preso la sua testardaggine da Becks padre.
E detto ciò, sparirono, felici di aver compito quell’impresa titanica e di aver dato una bella martellata a quel muro di cartongesso.
 
25Dicembre2011, Castle’s House, 06:00 a.m.
La bella detective si svegliò puntuale come un orologio svizzero e subito si voltò a rimirare il corpo statuario (1) dell’uomo che, per le poche ore che avevano dormito, le aveva fatto da cuscino.   
“Castle” sussurrò lei dolcemente accoccolandosi meglio contro di lui e appoggiando la testa al suo ampio e nudo petto.
“Kate hi” bisbigliò lui con altrettanta dolcezza posandole un bacio sul capo e, quando lei alzò il viso per guardarlo negli occhi, la baciò languidamente sulle rosee labbra.
“Buon Natale Rick.” disse guardandolo negli occhi.
“Anche a te Kate.” Replicò lui facendo incontrare per l’ennesima volta le loro labbra.
“Mi dispiace solo di aver dimenticato il tuo regalo a casa mia.” mormorò la donna dispiaciuta stringendosi all’uomo.
“Non importa, ho il più bel regalo che io potessi ricevere.” sorrise lui.
“Ah sì? E dove?” chiese sinceramente curiosa e con un sopracciglio alzato la bella detective.
“Come dove, detective? Ma sotto l’albero naturalmente!” rispose con tono di ovvietà il romanziere che ricevette in cambio una tirata d’orecchie dalla donna che mise il broncio.
“…”
“Ahia! Non mi picchiare! Era ovvio che mi riferivo a quello che, in questo momento, si trova tra le mie braccia e sta facendo un broncio straordinariamente adorabile ovvero te, mia cara.” disse sfoderando lo sguardo da cucciolo.
“E va bene, per stavolta l’hai scampata, ma solo perché a Natale sono tutti più buoni.”
“Fiuuuu allora sono davvero fortunato! Ti ho già detto che ti amo, mia cara?” domandò lui sfoderando il suo solito sorriso da ‘Sono il re del mondo e nessuno può dirmi di no o resistere al mio fascino ’
“Non stamattina, anche se…” lasciò volutamente la frase in sospeso pensando che era una bellissima sensazione avere lo scapolo n°9 ai propri piedi e che pendeva dalle sue labbra.
“Anche se?” chiese lo scrittore sulle spine.
“Anche se ti andrebbe di dimostrarmelo con i fatti?” gli domandò mordendosi il labbro inferiore maliziosamente.
“Always” e rotolando ridendo tra le coperte, diedero inizio a un’altra sessione di ginnastica alternativa.
 
25Dicembre2012, Castles’ House, 11:00 p.m.
Richard Castle e Kate Beckett stanno insieme da allora e, ogni volta che vedono quel piccolo albero, non possono far altro che ringraziare il Cielo per avere degli angeli custodi tanto strambi quanto meravigliosi. Di una cosa sono certi tutti: lo scrittore considererà sempre quel regalo di Natale ricevuto a mezzanotte e mezzo del 25 Dicembre passato, il migliore di tutta la sua vita, ma chissà! E’ probabile che la nostra detective abbia in cantiere un dono che lascerà il romanziere e non solo lui a bocca spalancata. Il Drago verrà arrestato la notte di Capodanno, ci saranno lacrime e dolore, ma insieme supereranno ogni cosa.Per quanto riguarda Lanie ed Esposito, sono ritornati insieme. Tutto merito di un ex commilitone di lui, una vecchia zia di lei e Montgomery che ha dovuto fare gli straordinari, ma questa, miei cari lettori e mie care lettrici, è tutta un’altra storia.
 
 
1.   E sì cari amici, il nostro caro scrittore ha fatto un po’ di palestra ritornando a essere quel gran pezzo di carne che popola i nostri sogni a bollino rosso! ndMe; Ehi!! ndCastle che non sa se essere lusingato, offeso o imbarazzato dal commento; Ha ragione! ndBeckett; *sigh, sigh* Siete cattive *sigh, sigh* vi siete coalizzate tutte e due contro di me! Certe volte odio davvero la complicità femminile! ndCastle in un angolino stile Brock dei Pokemon rifiutato dall’infermiera Joy; Ooooh poveroooo Ricky! Su Kate vallo a consolare ndMe; Perché io? ndBeckett, Perché lo sanno tutti che siete ad un passo dal saltarvi addosso, perché sono io l’autrice e comando io in questa ff e perché se non lo fai, per quanto mi costa ammetterlo, chiamo Gina per consolarlo ndMe; *sbianca* Nono non c’è bisogno di disturbare Gina vado io ndBeckett; Ok, vai allora ndMe; Castle puoi venire un secondo? Ho una cosa da mostrarti in camera da letto. ndBeckett che agguanta Castle trascinandoselo per un braccio nella stanza; *me sospira* Quanta pazienza ci vuole con questi due ndMe.



Salve! Ce ne ho messo di tempo, ma alla fine ce l'ho fatta. Avrei voluto dedicare maggior spazio al discorso con Johanna, ma ahimè non ho potuto. Ringrazio chiunque leggerà questa follia, a presto e buon Natale a tutti,
Marta
   
 
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