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Autore: michiyo1age    16/12/2011    4 recensioni
-Non contestare. È doveroso che la madre nei miei nipotini venga, prima di tutto, a presentarsi-
Sua moglie si girò furente e scandalizzata: -Quali nipotini?-
-Madre?- si strozzò il giovane.
Shikaku roteò gli occhi e mentre si allontanava seccato, borbottando: -Come se avessi detto una bestialità...-
Quella frase del padre lo aveva veramente scosso. Non aveva mai pensato a Temari in quel modo. Molto spesso era stata una donna, una seccatura, una collega, un'avversaria, una seccatura, un desiderio, una seccatura, la sua donna, ma mai una madre.
Avrebbe dovuto controllare se sul vocabolario non ci fosse un'eccezione con la sua seccatura “attribuibile a qualsiasi essere vivente femmina tranne Temari della Sabbia”.
Partecipa all'iniziativa -Give Black on Christmasday-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Fireplace

Temari si era addormentata sulle sue gambe davanti al camino. Il viaggio era stato stancante e dopo aver mangiato si era assopita sul divano praticamente in braccio a lui.

Questa era il primo Natale che passava a Konoha come sua fidanzata.

Fidanzata ufficiale almeno.

Sua madre, però non l'aveva presa bene come sperava.


-Ma non ti sembra un po' maleducato non venire neanche a presentarsi-

-Mamma...-l'interruppe la prole.

-Dopotutto si diverte con mio figlio quanto vuole e nella mia casa-

-Mamma!- protestò questa volta.

-Shikamaru, smettila. Questa volta tua madre ha ragione. La tua donna incide gravemente sul bilancio famigliare-

-Me se non abito nemmeno qui!- prima Shikamaru e poi Yoshino: -Come questa volta? Io ho sempre...-

Shikaku preferì rispondere alla persona meno polemica: -Ora non abiti più qui, ma prima le “protezioni” che usavate erano a mie spese-

-Papà!- ripeté il figlio con il tono che esibiva solo con sua madre.

-Non contestare. È doveroso che la madre nei miei nipotini venga, prima di tutto, a presentarsi-

Sua moglie si girò furente e scandalizzata: -Quali nipotini?-

-Madre?- si strozzò il giovane.

Shikaku roteò gli occhi e mentre si allontanava seccato, borbottando: -Come se avessi detto una bestialità...-


Quella frase del padre lo aveva veramente scosso. Non aveva mai pensato a Temari in quel modo. Molto spesso era stata una donna, una seccatura, una collega, un'avversaria, una seccatura, un desiderio, una seccatura, la sua donna, ma mai una madre.

Avrebbe dovuto controllare se sul vocabolario non ci fosse un'eccezione con la sua seccatura “attribuibile a qualsiasi essere vivente femmina tranne Temari della Sabbia”.

Gliene aveva fatte passare di cotte e di crude.

Tutte cose che rientravano nel curriculum di un'educatrice o comunque di una persona responsabile. Ne avevano fatte di “pazzie”: avevano dormito nei posti più impensabili, aveva rischiato di fare scoppiare guerre e incidenti internazionali fino a quando Gaara non aveva deciso di approvare la legge per i matrimoni misti. Non che loro avessero l'intenzione di sposarsi.

Era troppo giovani per pensare a queste cose, per il momento doveva divertirsi. Rubato foto incriminante dal cassetto di Kakashi, erano spariti dalla circolazione per mesi senza dire niente a nessuno, insomma cose così. E lui si era sempre sforzato per badare a lei. Aveva dovuto rincorrerla per le strade, aveva dovuto scappare da lei nelle via affollate e ogni volta aveva dovuto faticare per stare con lei. Gli veniva male a pensare il grado di fatica se la fatica fosse raddoppiata con un poppante.

La sua anima pigra non si conciliava facilmente con la relazione a distanza che intrattenevano tra alti e bassi, ma di certo non si può dire che non gli piacesse enormemente.

Ma ora davanti al camino che creava strane ombre sul suo viso pacifico, Shikamaru si chiese cosa li avrebbe riservato il futuro.

Forse erano state le famiglie che facevano la spola da un negozio all'altro cariche di pacchetti o forse i bambini che tiravano le gonne delle madri per chiedere i dolci, così invitanti nelle mani dei giocondi negozianti o forse era perché era semplicemente Natale, ma Shikamaru tentò di immaginarsi la sua famiglia.

Il problema stava in Temari, non aveva mai pensato a lei come ad una madre. Si noti non una madre normale, la genitrice dei suoi figli. La prole significava essere legati a doppio, triplo, quadruplo filo l'uno all'altra.

La guardò respirare: qui era a casa, si comportava con la più completa naturalezza. Aveva deciso lei dove mettere le cose quando si era trasferito e continuava lei a disporre i piatti a suo piacimento quando mangiavano insieme.

Ma vivere sempre a contatto per lunghi periodi era un'altra cosa. Non l'avevano mai fatto. Non andavano d'accordo per quel poco tempo, pensa per tutta la vita?

Ma un'immagine gli sovvenne alla mente: Temari con una bella bimba bionda con il capellino di Natale e il pagliaccetto con il simbolo dei Nara.

Sorrise involontariamente.

“Non sarebbe così male” pensò.

Portare i marmocchi a letto, insegnarli a giocare a shogi, portarli nel bosco a vedere i cervi. Farli scrivere la letterina per Babbo Natale, mangiare i biscotti lasciati per il vecchio panciuto appena si fossero addormentati. E portarli a letto quando si addormentano sul divano.

Che strana effetto che gli facevano quella fiamme racchiuse dalla pietra, quel crepitio rilassante il calore dolcissimo che fa arrossare le guance. “Non sarebbe male” si ripetè continuando a fantasticare su feste di compleanno allenamenti, Temari che si lamenta perchè non si può muovere mentre lui, finalmente, mangia le patatina sul SUO divano, o anche il seno ancora più imponente della sua ragazza incinta.

“Pensieri da ragazzino” si ammonì. Eppure lui si sentiva padre, lui sapeva che sarebbe stato un buon padre e sottosotto anche Temari si sarebbe rivelata brava, almeno sperava.

Meglio rimandare queste cose quando anche l'altra metà della mela fosse stata sveglia. Anche se quell'atmosfera lo induceva a meditare.

Prese la sua seccatura sotto le ginocchia e sotto la nuca e la alzò cercando di fare il meno rumore possibile. Una volta in camera le tolse il kimono e il coprifronte e le rimboccò le coperte.

Lei mugugnò qualcosa in risposta, sistemandosi meglio sul cuscino.

L'osservò per quel che sembravano anni.

Fece un mezzo sbuffò.

“Non sarebbe male”

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Ho ricercato il fluff, ma sembra volermi abbandonare per questo Natale. Non sono  molto contenta di come sia riuscita:  avevo TANTO da dire, ma non sono riuscita ad esprimerlo. Comunque, partecipa, come ovvio che sia, al calendario dell'avvento indetto dalla Black Parade e il prompt di oggi è "camino"

   
 
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