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Autore: isachan    03/08/2006    7 recensioni
Solo i pensieri di Akito, anni dopo la partenza di Sana..
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alone

 

 

Non ho un’idea precisa di quanto tempo sia esattamente passato dal giorno in cui te ne sei andata.

E, francamente, non ricordo nulla di quel momento…

Anzi no, una cosa forse me la ricordo…

Me lo ricordo si, quel rumore.. il rumore della pioggia…

La pioggia… dannazione! Ho sempre odiato la pioggia..!

Ma mi ricordo che l’ho sentita addosso, mentre ti guardavo andare via…

E ricordo anche, con altrettanta assoluta certezza, che in quel momento ho capito che non saresti più tornata indietro e che mai più avrei rivisto il tuo viso.

Non so cosa abbia alienato questa convinzione, so solo che lo sapevo…

Forse perché, in tutti gli anni che siamo stati insieme, ho imparato a conoscerti, a conoscerti davvero…

Anzi, credo che tu sia la persona che conosco meglio al mondo, anche meglio di come conosco me stesso..

Non mi sono mai sforzato più di tanto per capirmi.. per capire la confusione che c’era dentro di me…

Perché tanto c’eri tu che capivi… come io capivo te.

E allora stavo bene… bene davvero...

Perché guardando te rivedevo anche me stesso…

Nei tuoi occhi scuri potevo leggere l’amore che albergava nel tuo cuore…

La frenesia che ti dava ogni mia carezza… ogni mio bacio…

E proprio perché riuscivo a leggerti dentro come un libro aperto, ho subito visto l’angoscia e il senso di oppressione che ti procurava lo starmi accanto…

Specialmente alla fine…

Ed è per questo che quando tu mi hai detto.. “ Parto”, non mi sono dimostrato sorpreso..

Perché lo sapevo già.. che te ne saresti andata via da me…

E non perché, come credi tu, non mi sia importato niente…

New York deve essere una bella città, quasi bella quanto la nostra Tokyo non è vero?

Ma anche lì, nelle strade, puoi rivederci passeggiare ancora uno accanto all’altra?

Anche lì, passando per un parco puoi dire..:  “Ehi ti ricordi..?”

Io credo di no…

Sai? Ho saputo da Fuka che tu e Kamura avete una casa stupenda…

D’altronde tu sei abituata a vivere in case enormi e sfarzose…

Come quella che avevi qui…

Pochi giorni fa sono passato davanti la tua vecchia casa…

È abbandonata, lo sai?

L’erba è tutta cresciuta sui muri… credo li stia logorando…

Da quanto tua madre è morta e Rey è andato a vivere dalla signora Asako in Italia, in quella casa non è più entrato nessuno…

Ogni volta che mi fermo davanti a quel grande cancello grigio, sento qualcosa montarmi nello stomaco…

Sento che darei qualunque cosa per tornare indietro nel tempo e per rivederti ancora uscire fuori di corsa, con una fetta biscottata in bocca e con quei codini così buffi, inseguita da Rey che, come al solito, ti urla che sei in ritardo…

Sento che darei qualunque cosa per sentirti ancora ridere di gusto a una battuta di tua madre…

Per darti di nuovo il nostro primo bacio…al sapore di limone…

Ma tanto non è possibile, vero?

Tanto il tempo è passato, gli anni sono trascorsi, i ricordi stanno sbiadendo…

“ Cresceremo insieme…”.. me lo dicevi sempre…

E per un po’ è stato davvero così…

Ma poi io ho smesso di crescere… e tu sei cresciuta…

Tu sei sposata e Tsuyoshi mi ha fatto vedere le foto della tua bellissima bambina, Misako…

Le hai dato il nome di tua madre…

Ero sicuro che l’avresti chiamata così…

E io, invece?

Io sono solo un ventinovenne che, di tanto in tanto, partecipa a qualche torneo di Karate e che, quasi ogni sera, fa sesso con ragazze diverse…

Ragazze che poi, la mattina dopo manda subito a casa…

Perché sei stata l’unica che si è svegliata accanto a me per tantissimi anni…

Perché quel profumo, quel tuo dolcissimo profumo di pesca, non l’ho più trovato in nessun’altra…

C’è stato un periodo in cui ho creduto di essermi di nuovo innamorato…

Di Fuka, sai…

Ma lei mi ha lasciato…

“ Tu ami la Sana che vedi ancora in me, ma non ami me…”

Mi ha detto…

Strano vero?

Che scusa è per lasciare qualcuno?

Ti giuro che avrei preferito che mi avesse detto.. “ Bè.. Akito non ti amo…” oppure… “ Non riesco a stare con un tipo come te…” e via dicendo…

E ti giuro che mi avrebbe fatto meno male…

Perché è stato come morire, scoprire che Fuka aveva ragione, che io ti amavo ancora…

E che non avrei mai amato nessun’altra come amo te…

Ma allora io cosa dovrei fare?

Dovrei rassegnarmi a non avere più l’amore nella mia vita?

Dovrei accontentarmi delle avventure di una notte?

Dovrei?

Dimmelo tu, Sana…

Tu che mi hai salvato…

Tu che mi hai capito…

Tu che mi hai accettato…

Tu che mi hai amato…

Dimmelo tu, Sana…

Tu che mi hai lasciato…

Dimmi perché, Sana…

Perché io sono ancora rimasto quel dodicenne che si era innamorato di te…

E perché, invece, tu sei andata avanti…

Dimmelo, Sana… se lo ami come amavi me…

Se quando lui ti stringe lo fa come facevo io…

Se quando lui ti sfiora le tue mani tremano ancora…

Se, ogni tanto, ripensi alla nostra vita e a quello che saremmo potuti diventare se solo quel giorno non mi avessi lasciato… se solo non fossi salita su quell’aereo…

Ma che senso avrebbe, vero Sana?

Che senso avrebbe dirmi qualcosa che i tuoi occhi mi avevano già detto…

I tuoi occhi che, inconsapevolmente, quando sei salita su quell’aereo, mi stavano già dicendo addio…

 

 

 

   
 
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