Like a Dream. Fake Memories of a Snow Day
#Prompt 18 - Neve
Le mano
sollevata a mezz’aria, le dita tese, in un arco delicato, verso l’esterno. Il
palmo rivolto verso il cielo mentre cercava con un sorriso di raccogliere quei
delicati fiocchi bianchi che scivolavano verso terra.
Al contatto
ricercato la pelle si ritrasse per la fredda puntura inaspettata e una risata
carica di dolce tepore si diffuse nell’aria; i suoi occhi verdi brillarono di
luce per un lungo istante.
Era la prima
volta che Aerith vedeva la neve, la prima volta che aveva l’occasione di
toccarla con mano, sentire la fredda carezza invernale sfiorarle la pelle. Cloud
non poteva trattenere una tiepida smorfia d’affetto a quella
vista.
- Cloud! - lo
chiamò con voce frizzante mentre cercava di farsi notare muovendo le
braccia.
La raggiunse in
pochi passi, per poi ritrovarsi, senza nemmeno capire come, faccia a faccia col
terreno soffice e la sua tenue risata in sottofondo. L’aveva spinto a terra con
una mossa rapida, forse fin troppo e stava per farglielo giustamente notare
prima di ritrovarla già sdraiata al suo fianco.
- La neve ti
dona Cloud! - ridacchiò allungando poi l’indice sfiorandogli il naso e togliendo
del bianco rimasto dalla caduta.
La vide sorridere, ma lo sguardo era lo
stesso che aveva visto davanti al fuoco di Cosmo Canyon, un’ombra a tinteggiare
d’amaro il suo viso.
- Ho sempre
avuto paura della neve, mia madre la ricordava con angoscia. -
- Tua madre? -
- Oh non quella che hai conosciuto. - sorrise dolcemente come se parlare di
Elmyra le donasse uno strano senso di sollievo. - L’altra. I fiori della chiesa
gliela ricordavano, erano bianchi come questa terra. -
Conosceva le
capacità di Aerith, nel tempio degli Ancient ne aveva dato chiara prova, quello
che riuscì a stupirlo fu la naturalezza con cui ne parlava. Aveva sempre avuto
la vaga impressione che cercasse in ogni modo di nascondere e negare le sue
origini, ne parlava sempre con una certa ombra di tristezza nello sguardo, ora
invece il suo sorriso era acceso come sempre.
- Ora che sono
qui, che la tocco con mano, non posso fare a meno di sentirla amorevole. - disse
in tono dolce, con le guance rosse per il freddo.
Si concesse un
espressione leggermente confusa, un modo per chiederle di spiegare meglio quella
sua particolare sensazione.
- Il pianeta si
sta rigenerando, è ferito e la neve lo sta proteggendo permettendogli di
guarire. Non trovi che sia un gesto premuroso? -
Lo era, ma non
fece in tempo a dirglielo, lei fu molto più veloce nel cambiare
discorso.
- Forse in
questo posto potrò scoprire perché mamma era così turbata a quei ricordi,
conoscerla un po’ meglio. -
- Probabilmente.
-
Ridacchiò a quella risposta, dandogli un buffetto affettuoso sulla
guancia.
- Questa era
proprio una risposta da Cloud. - le labbra piegate in una tenue forma di
spensieratezza.
Era pronto a
risponderle, ma la figura sembrava sempre più distante, più sfocata. La sua voce
era ormai ovattata e fu difficile sentire quell’ultima
frase.
- Tu lo
scoprirai Cloud. So che lo farai, anche senza di me. -
Aprì gli occhi
in una fredda casa abbandonata. Intorno a lui solo legno, tipico delle
abitazioni di montagna e lo strano ronzio di macchine in deterioramento. Non
c’era più la soffice sensazione di neve intorno a lui, né Aerith al suo fianco.
Era rimasto soltanto una dolorosa fitta fra i suoi pensieri.
La guancia
bruciava per il pugno ricevuto poco prima, ricordandogli, con dura chiarezza, la
realtà.
Aerith non
avrebbe mai visto la neve, non avrebbe riso giocandoci e non avrebbero parlato
sdraiati uno a fianco all’altra su una distesa bianca da accecare.
Era stato solo
un sogno, un sogno dove aveva potuto sentirla ridere un’ultima
volta.
Note
d’autrice:
Allora
una piccola nota prima di tutto il resto, riguardo l’ambientazione della
storia.
In linea
temporale, il momento in cui questa fic è ambientata è l’arrivo di Cloud and Co.
a Icicle Inn, si quel bel paesino sperduto in mezzo ai monti. Per essere più
precisi si tratta del momento in cui si affronta il pugno di Elena (che io non
evito mai perché sono troppo impegnata a guardare i bambini scivolare con i loro
slittini) e una volta colpiti ci si risveglia a casa del prof. Gast.
Bene ora
che ho fatto le mie premesse... sono una sadica bastarda lo so.
Lo
ammetto inizialmente questa storia doveva essere un AU, un momento dolce tra
Cloud e Aerith, perché diavolo io amo la neve, ma poi mi sono ricordata che amo
anche l’angst per cui... niente lieto fine.
Che altro
dire ora se non un grazie a tutti coloro che passeranno da queste parti. Grazie
davvero.
Ah un
ultima cosa, per quando riguarda la long fic che avevo iniziato sempre in questa
sezione ([Longing] to Live in Between), sempre se da qui passeranno i suoi
lettori. Sono in un momento di blocco creativo, per cui non mi sento veramente
in grado di portare avanti quella storia, per cui ho deciso di ricominciare la
Challenge “The One Hundred Prompt Project” con delle one-shot piuttosto che con
un interminabile storia a più capitoli. Non cancellerò il primo capitolo, perché
mi dispiace sinceramente toglierlo visto che era stato apprezzato, però non sono
davvero in grado di finire il progetto per ora, chiedo davvero scusa a chiunque
aspettava di vedere il seguito, sempre se c’era qualcuno. Scusate,
davvero.
Storia
partecipante all’iniziativa di BlackIceCrystal, The One Hundred Prompt
Project.