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Autore: ethelincabbages    17/12/2011    16 recensioni
Vigilia di Natale 1998, la serata trascorre piacevole alla Tana, tutti chiacchierano, fingendo di dimenticare i trascorsi del triste anno, Harry e Hermione si divertono a giocherellare con il piccolo Teddy e le sue guanciotte morbidose. Ma hanno un importante appuntamento per quella sera, lontano da lì, a Godric's Hollow. Tanti auguri a Morgana85 :D
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Hidden Harmony is better than the Obvious'
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Tanti auguri a morgana85, mi hai dato tanto (hai dato tanto a tutti noi) con le tue storie e le tue recensioni, spero che questo pensierino possa piacerti.
Graziassai alle mie due compari di malefatte, roxy_xyz e Lights, e grazie mille a Leireel, che ha betato il pezzo. :D

Anche la neve è uguale

L’orologio di sua madre, ben saldo sul polso, segna le undici e un quarto.
Il rumore dei piatti che la bacchetta di Molly insapona nel lavabo scandisce il ritmo della conversazione. Chiacchiere del dopocena, chiacchiere di Natale: Ron tenta, come sempre, di convincere Charlie che i Cannoni vinceranno il campionato. George ridacchia piano, annuendo. Da qualche mese il suo sorriso sembra essere sempre un po’ rassegnato, a metà.
Hermione si lascia cadere sul divano, occupato da Ginny, Harry e Teddy. È sicura che lo sguardo del suo amico la stia cercando. È tardi, lo sa anche lei. Ma lui è troppo impegnato a convincere Ginny che tutto va bene, e a convincere Teddy che gli occhiali non sono il suo regalo di Natale.
“Piccolino, perché non vieni da me?” ci prova ancora Ginny, sventolando in alto un piccolo peluche di Leprecauno, souvenir dell’ultima Coppa del Mondo.
Quando sente la risata sciocca del pupazzo, Teddy alza gli occhioni: i capelli gli si colorano di un verde acceso. Sembra combattuto se accettare l’offerta o meno, poi vede Hermione sorridergli: “’Mone!” A Teddy Lupin piace una sola cosa più degli occhiali di cio ‘Awy: i riccioli spericolati di Mone. Il bimbo si lancia alla riscossa, scostando Harry e gattonando su Ginny, per tuffarsi tra le braccia della sua meta.
Il Leprecauno di Ginny ci rimane un po’ male, la ragazza alza le spalle e lascia il divano: Molly chiama. Harry scoppia a ridere, non curandosi dell’apparente delusione della sua fidanzata. Ride come quando prendevano in giro l’età di Silente, o il talento esplosivo di Seamus.
Hermione non può fare altro che seguirlo. “Cio ‘Awy wiwe!” squilla Teddy, mentre indica Harry. “Mone wiwe!” ripete verso di lei, dondolando la testolina: una zazzera castana e riccia gli circonda il viso.
“Certo, mio leoncino,” sorride e gli solletica il pancino. “Non è un po’ tardi per te?”
Teddy continua a ridere e a fare ‘no no’ con la testolina. Harry si unisce alla festa, acciuffando il faccino del figlioccio, lanciandogli sonori baci e spernacchiandogli le guanciotte.
“Mi dispiace interrompervi, ma il vostro giocattolo dovrebbe tornare a casa,” li avvisa Andromeda, mentre scuote piano la testa. Non c’è rimprovero nel suo tono, solo tanta stanchezza.
Sono le undici e mezza. È la loro occasione per sgattaiolare via, senza farsi seguire da metà clan Weasley.
 “V’accompagno,” salta in piedi Harry. Non lascia mai che viaggino soli, né via Metropolvere, né via Materializzazione. Vuole sempre assicurarsi che siano al sicuro. È Harry, d’altronde.
“Teddy ‘attolo,” saltella il bimbo, sulle gambe di Hermione, sbattendo le manine contro il viso di lei. Come un piccolo Tonks. È identico a sua madre in questi momenti.
Andromeda deve vederlo pure, perché si morde il labbro, e sporge le braccia verso il bambino: “Ci vieni dalla nonna, ‘attolo?”
“Mone!” strilla lui  e le si attacca al collo.
“Credo di dovervi accompagnare anch’io,” annuisce piano verso Harry. Lui non nasconde un ghigno soddisfatto, è tutta la sera che stanno aspettando quel momento. Usare Teddy come scusa è un po’ da vigliacchi, ma Hermione non sente in sé la voglia di spiegare tutto a Ron e a Ginny, e nemmeno Harry è pronto. Forse non lo saranno mai. Come si fa poi?
“Non ci mettete molto, vero?” chiede Ron, interrompendo per un attimo la discussione con il fratello. Hermione acconsente: non più di mezz’ora in tutto.

*

La musica dalla chiesetta riverbera piano nella notte silenziosa. È la messa di mezzanotte. Sembra tutto così uguale. La statua del Bambino Sopravvissuto continua a guardarli ridendo; il cottage dei Potter rimane immobile, si erge a monumento eterno; i loro passi tracciano un percorso di purificazione nel paesaggio innevato. Anche la neve è uguale.
Ma non ci sarà Nagini ad aspettarli e osservarli questa volta; non ci saranno notti insonni, scontri, torture, battaglie. Tutto questo è finito. È finito, Hermione, finito, ripete come una nenia. Il bianco della neve brilla nel buio, e Hermione si ritrova ad acciuffare la mano di Harry per condurlo verso il cancello in ferro battuto.
Si stringono, non parlano, non serve.
Si sono Smaterializzati non appena Teddy ha lasciato andare il collo di Hermione, preferendole il suo letto caldo e il suo nuovo lupacchiotto colorato. Crescerà bene Teddy: mai da solo. È una promessa che Harry le ha bisbigliato quando lo hanno incontrato la prima volta dopo la Battaglia: “Farò tutto quello che è in mio potere, Hermione. Gli comprerò tutti i soldatini del mondo, hai presente i soldatini? Teddy non dovrà mai sentirsi solo, non amato, non dovrà mai sentirsi… mancante, non come…” Me. Non ha mai continuato quella frase.
La tomba bianca li aspetta. Hermione si inginocchia piano ed evoca una piccola ghirlanda di elleboro: le rose di Natale colorano la notte. Poi stringe forte il braccio di Harry, poggiandogli la testa sulla spalla. “Non ti lascerò mai più da solo, lo sai, vero?” Lui si lascia abbracciare, e rilassa i muscoli del viso in un sorriso.
“Non l’hai mai fatto, ‘Mione.”

 
 
   
 
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