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Autore: Maisha    17/12/2011    1 recensioni
Ebony cerca qualcosa... cerca il suo futuro, il suo domani.
Non si accorge però che il domani verrà "domani" e che l'oggi non tornerà più.
Deve fare una scelta, ma quale?
L'adesso o il dopo?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ero seduta sul letto, circondata da fogli e libri, li guardavo e sfogliavo in continuazione, cercando di capire quale di quei libri mi piacesse di più: uno era pieno di numeri, un altro ricco di poesie, l’altro ancora era scritto con un linguaggio scientifico e le immagini di fegato e polmoni occupavano entrambe le pagine, un altro parlava di divorzi e costituzione e l’ultimo portava la firma del grande Freud.

Sbuffavo e sospiravo ormai da più di un’ora, giravo le pagine con rabbia e frustrazione, e mi ero già tagliata le dita con la carta più di sei volte; giocherellavo con la treccia lunga e scura che poggiava sulla mia spalla coperta dal maglione rosso tentando di distrarmi e di perdermi tra le pagine di uno di quei libri che ormai avevo imparato a memoria.

Ero giunta all’ultima spiaggia, un anno e avrei iniziato l’università e non sapevo cosa fare e sedermi immobile tra i libri delle materie che mi avevano affascinato di più mi sembrava la scelta migliore: pessima idea, Ebony. Davvero una pessima idea!

Chiusa tra le quattro mura azzurre e bianche della mia camera, seduta sulla trapunta verde del mio letto ad osservare parole e immagini che avrebbero dovuto guidare la mia scelta...

Dalla cucina arrivava il profumo dei biscotti caldi, allo zenzero e alla cannella, che portava con sè il tepore del camino accesso e lo sfrigolare della legna: alzai lo sguardo un attimo e vidi che aveva ricominciato a nevicare, gettai uno sguardo ai miei pattini e loro mi tentarono, mi chiamarono, mi chiedevano di indossarli e di scendere al lago ghiacciato per graffiare il ghiaccio coperto di neve fresca con le loro lame ben limate.

Scossi la testa e distolsi lo sguardo

continuavo a ripetermi, decisa e determinata a finire il mio lavoro, a raggiungere una scelta concreta che mi avrebbe fatto uscire dalla mia camera soddisfatta e pronta ad affrontare tutto il resto.

Riportai gli occhi alle parole e alle immagini, sbuffai e mi lasciai cadere all’indietro sul letto, atterrando sulle dure copertine dei libri e facendo volare alcuni fogli che caddero a terra lentamente, come piume in balia della brezza.

Mugugnai per il dolore ma rimasi ferma in quella posizione scomoda a fissare il soffitto.

 

                                                                    

 

Mi risollevai dopo più di mezz’ora, quando sentii le voci concitate dei miei fratelli che giocavano in giardino urlarsi contro e sfidarsi ad una battaglia di palle di neve; inspirai a fondo, guarda l’orario, e ripresi a sfogliare le pagine che ormai avevo letto e riletto migliaia di volte.

Alla fine arrivai alla conclusione più giusta e sensata del momento: no, non era affatto un buon metodo per scegliere il proprio futuro; ma come mi era venuto in mente di chiudermi nella mia stanza rinunciando a quello che mi piaceva di più, a quello che , almeno in quel momento, desideravo fare?!

Raccolsi ogni foglio e ogni quaderno, chiusi tutti i libri e li posai sulla scrivania; presi i pattini, i miei più cari amici, mi infilai la giacca e indossai il cappello, osservai il mio sorriso allo specchio e varcai la porta, ma con un idea diversa da quella con cui ero entrata: avevo la possibilità di scegliere e, almeno per il momento, avevo fatto la mia scelta.


 

 

"Non ricordare il giorno trascorso e non perderti in lacrime sul domani che viene: su passato e futuro non far fondamento, vivi dell'oggi e non perdere al vento la vita."

Omar Khayyam, Quartine

   
 
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